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Autore: Harella    23/12/2012    2 recensioni
La storia di Raven incomincia nel 1753, il 21 settembre,
quando per la prima volta vide la luce.
I suoi genitori e i suoi due fratelli maggiori le hanno sempre detto,
che quel giorno,
il ghiaccio che copre il laghetto in giardino per più di sei mesi l'anno,
si sciolse dopo il suo arrivo sulla terra.
Da quel giorno, tutti i nobili del nord America contarono sulla forza, sullo spirito,
sul potere di quella giovane vampira dai capellli blu.
Nonostante fosse figlia di un vampiro ex umano e della regina dei sanguepuro d'America,
tra pochi secoli verrà obbligata ad ereditare il potere del casato e a sposare suo fratello maggiore Igor,
il giovane sanguepuro dagli occhi zaffiro.
Portroppo i due non sono assolutamente daccordo col matrimonio programmato,
lui desidera passare la sua vita immerso negli studi,
mentre lei sono ormai cent'anni che lavora come hunter e sogna di stare nell'associazione per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ciao a tutti, chiedo scusa se il capitolo che è un pochino corto e anche per gli eventuali errori...
In questo capitolo entrerà subito uno dei vostri Pg, anche se effettivamente non lo conoscete perchè è stato inventato da una mia amica che ancora deve iscriversi a EFP...
Va beh spero che vi piaccia...


INTRO
 
La storia di Raven incomincia nel 1753, il 21 settembre, 
 
quando per la prima volta vide la luce.
 
I suoi genitori e i suoi due fratelli maggiori le hanno sempre detto,
 
che quel giorno,
 
il ghiaccio che copre il laghetto in giardino per più di sei mesi l'anno, 
 
si sciolse dopo il suo arrivo sulla terra.
 
Da quel giorno, tutti i nobili del nord America contarono sulla forza, sullo spirito,
 
sul potere di quella giovane vampira dai capellli blu.
 
Nonostante fosse figlia di un vampiro ex umano e della regina dei sanguepuro d'America,
 
tra pochi secoli verrà obbligata ad ereditare il potere del casato e a sposare suo fratello maggiore Igor,
 
il giovane sanguepuro dagli occhi zaffiro.
 
Portroppo i due non sono assolutamente daccordo col matrimonio programmato, 
 
lui desidera passare la sua vita immerso negli studi, 
 
mentre lei sono ormai cent'anni che lavora come hunter e sogna di stare nell'associazione per sempre.
 
 
 
 
 
 
                                                                 I REMEMBER
 
 
 
 
 
11 luglio 1806 Età: 5 anni apparenti
 
 
 
 
 
Ero nascosta nella pineta della villa e tenevo sotto ostaggio i miei fratelli grazie alla telecinesi,
 
bloccandoli come in una bolla senza che potessero avere contatti al di fuori di quella dimensione, 
 
ricordo ancora lo sforzo mentale e il male alla testa che provavo quando non conoscevo ancora la meditazione, 
 
che tuttora mi aiuta nel creare "campi sterili".
 
     << Dakos, Raven, Igor venite subito qui! Non li sopporto più! Ella dimmi dove sono, tu lo sai senti le loro anime! >>
 
     << Caro sta tranquillo, arriveranno prima o poi >> Ella, mia madre, seduta sulla panchina vicino alla carrozza,
 
si sistemava l'enorme cappuccio del lussuoso mantello di velluto azzurro, 
 
mentre canticchiava con tutta la calma del mondo.
 
Le valige erano ormai da ore sulla carrozza e mio padre continuava a chiamarci disperatamente, 
 
tenendo lo sguardo fisso all'orologio da taschino.
 
Ero molto peroccupata, 
 
non avevo mai lasciato la villa prima di quel giorno 
 
e l'idea di vivere per quatro anni in francia non mi piaceva neanche un po,
 
non mi andava a genio neanche l'idea di vedere una cosa chiamata mare 
 
o annusare i profumi di quella cosa che mia mamma chiamava Provenza,
 
per non parlare del sole che in 47 anni avevo visto brillare solo un a decina di volte all'anno.
  
Il mio primo viaggio si svolse in undici giorni, due dei quali, 
 
passati a bordo della lussuosa carrozza di famiglia,
 
questa ci portò in Canada dove prendemmo la nave per la francia.
 
Passavo il giorno a scrutare gli umani, che lavoravano sulle strade,
 
erano tutti vestiti di colori tristi ma i loro volti erano sereni e appagati, 
 
nonostante le smorfie di fatica che oscuravano il loro volto,
 
anche i bambini lavoravano e probabilmente la maggior parte di loro era analfabeta.
 
Il popolo mi riempiva il cuore di una tristezza tale, 
 
che pian piano senza rendermene conto, 
 
distrussi tutto l'orlo dello strato superiore della candida gonna di pizzo,
 
mia madre mi fissava riuscendo a capire il mio immenso dolore nel vedere una scena tanto pietosa, 
 
ricordo che mi prese le mani tra le sue, 
 
e sorridendo lievemmente mi fece come un incantesimo così mi addormentai.
  
Nonostante la mia tenera età, 
 
conoscevo bene il mestiere di regina 
 
e quel giorno capì che rendere la vita migliore al nostro popolo,
 
sarebbe stata la mia missione principale, come lo è per mia madre.
 
Infatti, essendo nata in una famiglia matriarcale, 
 
io Raven Hiska Ohak prima figlia femmina,
 
assumerò appieno i miei futuri doveri nonostante io non sia del tutto una sanguepuro.
 
 
 
 
 
23 luglio 1806
 
 
 
 
 
Arrivai in francia quando ancora era notte, 
 
i miei fratelli ed io ancora dormivamo, 
 
l'unico che scese dalla nave ormeggiata a bordeau, 
 
fu mio padre Liam,
 
che ci svegliò solo dopo aver fatto parecchi giri di ronda per controllare che non ci fossero ribelli in circolazione.
 
Appena giù dalla nave ci aspettava l'ennesima carrozza, 
 
era guidata dal nipote di un lontano parente hunter di papà, Andrea,
 
ricorderò sempre il suo volto quando mi vide scendere dalle lunghe scale che collegavano il ponte della nave al terreno,
 
i suoi occhi castani portavano un aria di sfida e paura, 
 
come se vedendomi avesse visto un mostro.
 
Quella sera lo vidi solo per qualche minuto, 
 
prima di riaddormentarmi, 
 
stretta alle bolci braccia di mio fratello DaKos.
 
Ancora oggi, il ricordo dei suoi occhi mi scuote l'anima.
 
Il giorno dopo arrivammo in provenza, 
 
per raggiungere Nizza mancavano solo poche ore, 
 
ricordo di una stradina molto stretta di terra battuta,
 
affiancata da campi di fiori lilla, il loro profumo inebriante mi rendeva felicemente calma 
 
e la tensione del trasferimento pereva scemare, 
 
portata lontano da quella profonda fragranza.
 
La mia cultura scentifica, storica e linguistica era notevole anche per una vampira di così giovane età,
 
ma quello splendido tappeto floreale non avevo neppure idea di cosa potesse essere. 
 
      << Raven quella è lavanda, è bellissima non trovi? >> disse mio padre notando i miei vispi occhi ricchi di curiosità
 
      << Lavanda! Lavanda! è buona papà! è bellissima! >> urlaì sedendomi sulle sue ginocchia, 
 
mio fratello Igor sentito ciò sorrise teneramente, 
 
si sporse dal finestrino accanto al suo sedile per parlare al cocchiere
 
      << Andrea, facciamo a tempo per una tappa? la piccola vorrebbe vedere i vostri campi >>
 
      << Nessun problema tra qualche centinaio di metri troveremo uno spiazzo dove potrò lasciare la carrozza >> acconsentì l'altro con un buffo accento.
 
Ci fermammo circa dieci minuti dopo, 
 
quando scesi rimasi incantata da quello splendido paesaggio,
 
corsi verso il campo trascinando la nobile madre, 
 
il mio abito delle tinte del giallo pastello contrastava con il profumato fiore,
 
donando a mio padre una scena perfetta da ritrarre su un blocco da disegno,
 
da lontano scorsi i miei fratelli lottare scherzosamente usando come spade i rigidi steli dei fiori,
 
e di fianco alla carrozza Andrea fumava la pipa.
 
La pausa ci diede tempo per sgranchirci le gambe e rilassarci un poco.
 
All'epoca portavo sempre i capelli legati in lunghr trecce come la nobile madre,
 
e per l'occasione le intrecciammo con i fiori, 
 
creammo anche delle coroncine che avremmo regalato alla dama che ci avrebbe ospitato.
 
Finita la breve gita ritornammo sui nostri passi e dopo poche ore arrivammo a destinazione.
 
La villa della zia Jenevieve Dussant era decorta a festa per il nostro arrivo in francia,
 
le siepi erano tagliate a formare meravogliosi animali e forme geometriche, 
 
dei pavoni passeggiavano tra la ghiaia in fronte alla fontana nel piazzale
 
dove due rampe di scale portavano ad un palazzo in stile tipicamente gotico. 
 
Madame Jenevieve, la padrona di casa, 
 
ci accolse calorosamente appena scendemmo dalla carrozza. 
 
Era una donna di circa cinquant'anni magra e slanciata,
 
dal suo atteggiamento e movenza faceva pensare che nella sua vita doveva essere stata un'attrice di teatro.
 
Portava abiti di alta sartoria dal colore rosa pallido cangiante al pesca se colpito dai raggi del caldo sole,
 
questi rendevano la sua colorita pelle e i capelli biondi quasi infantili e leggiadri.
 
      << Nobile Hiska ben tornata nella mia umile dimora >> abbracciò allegramente Ella
 
      << Caro Liam vi trovo in perfetta forma! Questi devono essere i vostri giovani principi,
 
         come vi è andato il viaggio cari? >> si rivolse a Igor e Dakos per poi spostare lo sguardo su di me
 
      << E tu, devi essere la piccola Raven, la tua fama ti precede >> disse sorridendo e sfiorando con la mano i miei capelli blu.
 
      << Madame, siamo lieti della vostra ospitalità, la vostra dimora è veramente stupenda,
 
         ora vi dispiacerebbe mostrarci le nostre stanze? Siamo esausti per il viaggio e vorremmo darci una rinfrscata >> disse la sanguepuro
 
      << Assolutamente, nobile Ella vi abbiamo già preparato un bagno caldo, 
 
         riposatevi e rilassatevi questa sera vi accompagnerò alla serata organizzata dai principi
     
         Lorainnes, come hunter è mio dovere vegliare su di voi >>
 
      << Vi ringrazio Jenevieve, siete sempre tanto premurosa nei nostri confronti >> rispose in breve Liam prima di congedarsi.
 
 
 
 
 
Le nostre stanze si trovavano al secondo piano, al fondo del corridoio destro, 
 
le porte erano tutte bianche bordate d'oro e l'interno era suddiviso in tre parti,
 
costituiva un vero e proprio appartamento.  
 
Si entrava in un elegantissimo salottino, 
 
dove un caminetto affiancato da due finestre archiacute e un grande divano azzurro damascato dominavano la stanza,
 
dal soffitto stuccato a volte a crocera scendeva un lampadario formato da pioggie di cristallo,
 
che rendevano la stanza luminosa e leggera. 
 
Sui due lati corti si aprivano le porte delle camere, 
 
una matrimoniale con un grande letto a baldacchino rigorosamente azzurro 
 
e sulla destra ricorrevano le fineste archiacute.
 
L'altra camera aveva tre letti singoli coperti da un leggero lenzuolo di cotone misto seta turchese ricamato a puntocroce,
 
dietro al letto centrale si apriva una finestra trifora anchessa ad ogiva, 
 
l'unica fonte di luce dell'intera stanza.
 
Appena fuori dalla camera si trovava il nostro bagno privato,
 
al centro c'era un enorme vasca di bronzo d'orato, 
 
che ogni sera gli inservienti riempivano d'acqua aromatizzata alla vaniglia e fiori d'arancio,
 
Sul fondo della sala dalle forme cubiche un enorme armadio conteneva tutti i nostri abiti ordinati a seconda delle occasioni.
 
 
 
 
 
Notte tra il 23 e 24 luglio 1806 
 
 
 
 
 
Ci stavamo finendo di preparare per partecipare alla serata mondana indetta dai principi Lorainnes,
 
quando dalla finestra vidi arrivare due carrozze bianche e argento
 
che portavano il nostro stemma di famiglia, un corvo e un lupo, 
 
guidate da due cavalli l'una anch'essi bianchi agghindati da pennacchi argentei.
 
      << Nobile Hiska? >> chiamò allegramente Madame bussando alla porta
 
      << Arriviamo, siamo quasi pronti >> disse mia madre mantre si incipriava fino alle caviglie,
 
Igor usci dalla stanza, si legò i lunghi e nerissimi capelli in una coda bassa con un nastro beige, 
 
in tono con l'elegantissimo abito di alta sartoria,
 
scese le scale, 
 
seguito da Dakos che mi portava sulle spalle.
 
L'ultima a lasciare la camera, 
 
fu come sempre la nobile madre, 
 
che finchè non si vedeva perfetta se ne stava di fronte allo specchio, 
 
sempre affiancata da mio padre ovviamente.
 
Jenevieve ci accompagnò alle carrozze, 
 
e ci divise Dakos Igor ed io salimmo sulla prima e partimmo, 
 
mentre i miei e la bionda salirono sulla seconda. 
 
Quando scesero davanti al castello dei principi ridevano come dei bambini, 
 
      << Chissà cosa si saranno raccontati di così divertente? >> dissi aggrappandomi ad un lembo della giacca di Igor
 
      << Non saprei dolce Corvina, si felice per loro e divertiti stasera, mi raccomando, forza andiamo >> 
 
Igor mi prese la mano e ci avviammo verso l'atrio del castello, 
 
il suo volto era pensieroso, come se qualcosa lo turbasse,
 
ma non riuscì a chiedere nulla, 
 
perchè Dakos si avvicinò rompendo il silenzio con il suo solito fare da giullare,
 
se solo avessi saputo prima cosa lo affliggeva, 
 
forse ora non sarebbe così problematica la gestione dei miei poteri, 
 
forse sarei già morta.
 
Quella sera conobbi il principe Charle Lorainnes, 
 
che fin da subito mi guardò come se lui fosse un dio e io la feccia dell'universo, 
 
forse per la mia giovane età, 
 
forse per il mio sangue,
 
non saprei dire, ma quel suo atteggiarsi mi ha sempre infastidito parecchio.
 
I suoi occhi di quel freddo blu non tradivano nessun emozione, 
 
la sua forza di sanguepuro si intuiva da chilometri di distanza e la sua fama di principe viziato, lo precedeva.
 
      << Nobile Charle vi saluto a nome mio e della mia famiglia >> Igor si avvicinò al biondissimo giovane accennando un inchino
 
      << Vi ringrazio Nobile Igor per la vostra presenza, sono onorato di ospitare ben tre sanguepuro della più nobile famiglia americana >> 
 
disse l'altro con sufficienza chinando il capo svogliatamente
 
      << Vi presento la nobile principessa, mia sorella, futura regina del casato Hiska >>  Igor spostò l'attenzione del sanguepuro su di me,
 
ed ebbi subito l'impressione di stare particolarmente antipatica a quella superdiva
 
      << Benvenuta Nobile Raven >> I suoi occhi si soffermarono sul colore dei miei capelli e dei miei occhi con fare inorridito
 
      << Il vostro casato è noto per essere diurno, matriarcale, dall'iride zaffira e la chioma corvina. 
 
         Lei non è pura ne di sangue ne d'aspetto, non è degna di ereditare un casato di nobili origini come il vostro, 
 
         non penserete che il consiglio vi acconsentirà anche questo disonore >> 
 
disse indicandomi con sdegno e alzando la voce come se volesse farsi sentire da tutti i presenti   
 
      << Lei diverrà la mia sposa, tra non molti secoli, 
 
         vedrete il suo potere e vi pentirete di averla giudicata solo come figlia di mezzo sangue >>  
 
      << Si, non c'è dobbio >> voltò i tacchi e ridacchiò sparendo fra la folla.
 
Il volto di Dakos si fece nero dalla rabbia,
 
e Igor mi strinse con tanta forza la mano, 
 
da affondarmi le unghie nella carne, fino a farmi sanguinare,
 
l'odore leggero si propagava nell'aria riportando Igor in uno stato di calma.
 
La festa proseguì serenamente e quasi nessuno si accorse della ferita. 
 
Quel giorno, lo ricorderò in eterno, 
 
quella sera scoprì quanto un sangue limpido e puro aveva importanza in politica, 
 
e che il mio non era come quello di un normale vampiro,
 
prova lo sono, le piccole macchie color indaco che si formarono sull'abito bianco che portavo quella calda notte estiva.
 
 
 
 
 
21 ottobre 1810
 
 
 
 
 
Erano passati ormai quatro anni dal nostro arrivo in Francia,
 
e il mese successivo al mio cinquantasettesimo compleanno, 
 
partimmo per tornare a Juneau.
 
La tristezza mi offuscava il cuore, 
 
quasi come il giorno della prima partenza,
 
non volevo lasciare quella terra incantata ricca d'arte e di meravigliosi castelli.
 
L'idea mi stringeva l'anima sempre più,
 
in una tremenda morsa di dolore, 
 
ma d'altro canto ero anche felice, 
 
stavo per tornare nel ghiaccio dell'Alaska la mia terra natale che mi era mancata tantissimo.
 
Madame Jenevieve era vestita di nero in segno di sconfinata tristezza, 
 
come se fosse stata in lutto.
 
Era immobile seduta in fianco ad Andrea, in lacrime, 
 
difronte alla fontana dove ci attendeva la carrozza reale già carica dei nostri bagagli. 
 
      << Zietta non vi preoccupate li rivedremo presto >> disse Andrea sfoderando un leggero sorriso, 
 
dopo il nostro arrivo in cortile Dakos disse 
 
      << Tenete questa boccetta nel frattempo della nostra lontananza, al suo interno vi è il mio sangue, quello di Igor e della nobile madre,
 
         ho avuto un incubo terrificante dove voi vi ammalavate e dopo dolori atroci morivate,
        
         questo fermerà tutta la malattia e voi vivrete per altri 30 anni come minimo >> 
 
incominciò a parlare senza curarsi del momento estremamente sbagliato per dare una simile notizia, 
 
tutti si fermarono da quello che stavano facendo, 
 
fissando il giovane che si guardò attorno stranito,
 
Igor lo prese dalla spalla tirandolo verso la carrozza per toglierlo dall'imbarazzo, 
 
ma ormai Jenevieve piangeva più di prima 
 
      << Questa sarà la vostra salvezza abbiatene cura >> commentò Liam stringendole le mani affettuosamente ed aggiungendo
      
      << Dai calmatevi non dovete essere così triste, staremo tutti bene e vi saranno spesso inviate delle lettere dall'Alaska >> 
 
      << Si, state bene cari miei, abbiate cura di voi >> Jenevieve si asciugò le lacrime 
 
      << Ora andate forza, non amo farmi vedere così, 
       
         andate e crescete nobile Raven un giorno tornerai da me ed io ti insegnerò l'arte della guerra,
 
         non sarai mai obbligata al trono c'è sempre una via d'uscita, e voi nobile Ella state all'erta presto sarete sei >> 
       
mi pose la mano sul capo accarezzandomi come se fossi un gatto
 
e l'altra la portò sul grembo della nobile madre che la guardava perplessa,
 
per un sangue puro è già raro avere due figli, 
 
averne addirittura quattro sarebbe stato un primato.
 
 
 
 
 
Dopo un lungo scambio di sorrisi ed abbracci, 
 
salimmo sulla carrozza e guardando per l'ultima volta i campi di lavanda e il caldo sole,
 
mi addormentai stretta ad Igor, 
 
svegliandomi solo all'arrivo sulla nave e lasciammo così la Francia. 
 
Dopo undici giorni arrivammo a Juneau, 
 
la fredda neve stava cadendo candidamente per la prima volta nella stagione fredda, 
 
uno spettacolo impagabile toccava tutti i miei sensi, 
 
ero nuovamente a casa, 
 
quella casa che tanto mi era mancata durante la lunga permanenza a Nizza.
 
La città, battuta praticamente solo dai componenti degli antichi clan autoctoni, 
 
sembrava calda e pacifica come la ricordavo.
 
Purtroppo quella pace apparente fu presto smentita e tutto incominciò a capovolgersi,
 
la mia giovane vita, 
 
la mia identità furono messe in seria discussione, 
 
sia dai nobili che dagli hunter. 



Fine del mio primissimo capitolo...
Ci ho messo circa un mese prima di prendere abbastanza coraggio per pubblicare,
credo che pian piano potrò migliorare nello scrivere per questo vi chiedo le vostre opinioni su critiche costruttive ^.^
Un Bacione 
Harella
  
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