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Autore: prettylittlenaya    23/12/2012    1 recensioni
Santana si ritroverà a dividere la stanza della casa famiglia dove dovrà alloggiare con la ragazza più strana che abbia mai conosciuto. Da quel momento ogni singola loro interazione sconvolgerà profondamente la vita di Santana.
[ prima ff Brittana ]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: She is the best thing that's ever been mine.
Autore: prettylittlenaya Personaggi: Santana Lopez, Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Sugar Motta, un po' tutti.
Coppie: Brittany/Santana
Genere: Romantico, Commedia, Fluffy.
Raiting: Arancione, con qualche sprazzo di rosso.
Note: A fine capitolo.
Disclaimer: I personaggi qui descritti (purtroppo) non mi appartengono.

Una ragazza entrò nell’aula adibita a mensa e a quell’ora anche a caffetteria guardandosi intorno. Fece scorrere lo sguardo sui diversi tavolini finché i suoi occhi limpidi e chiari si posarono sulla figura di un ragazzo biondo. Le labbra sottili si inarcarono in un sorriso e si incamminò velocemente, quasi saltellando , verso il tavolo.
Il ragazzo alzò gli occhi dal caffè che stava sorseggiando per posarli sulla figura della ragazza. Ricambiò il sorriso esclamando: ‘Ciao BritBritt’
‘Ciao Sammy’ disse la ragazza giocherellando con la coda di cavallo che raccoglieva una massa di boccoli dorati.
‘Com’è andata oggi?’ disse il biondo.
Brittany sospirò. ‘Cassandra sta diventando sempre più nervosa, le ci vorrebbe un bel trattamento a base di glitter e zucchero caramellato. A te come è andata?’’
‘’Pare che ci vogliano ammettere in serie D, immagini?’’
‘’Sarebbe unicornoso’’ disse la bionda assorta.
‘’Sarebbe fantastico’’ ribadì il biondo ‘’immagini quante università verrebbero a farmi la corte?’’
‘’Nessuna università sarebbe così sciocca da farmi la corte’’ sul volto della bionda si stampò un’espressione triste. ‘’Sam,’’ continuò ‘’Secondo te sono stupida?’’
‘’Assolutamente no’’ Sam posò gli occhi in quelli della ragazza seduta di fronte a lui. ‘’Chi ti ha messo in testa un’idea del genere?’’
‘’Io lo so, so che tutti quanti appena mi giro cominciano a dirlo alle mie spalle come so che i folletti del bosco mi spiano mentre faccio la doccia e come so che lord t. ha ricominciato a fumare’’ 
‘’Ascolta, tu non sei affatto stupida…’’
‘’Lo dici solo perché mi vuoi bene…’’ lo interruppe Brittany.
‘’Ehi’’ disse il biondo prendendole la mano e cercando il suo sguardo che si era fissato sul piano del tavolo. ‘’Tu sei solo speciale. E gli altri sono troppo poco unicornosi per accorgersene.’’ Sul volto di Brittany era spuntato un sorriso quasi inafferrabile per tutti quelli che non la conoscevano, ma che non sfuggì a Sam. ‘’E poi sono gelosi perché tu parli solo con me.’’
‘’Io parlo solo con gli unicorni’’ disse convinta Brittany guardando il ragazzo. Lo sfondo del cellulare del ragazzo si illuminò.
‘’Britt, devo andare’’ disse lui guardando il messaggio. ‘’Puck deve rifarsi la cresta e non ritrova il rasoio’’
‘’Okay’’
‘’Ci vediamo a cena’’ disse il biondo indossando la felpa e strizzandole un occhio.
Britt annuì e quando la figura bionda di Sam uscì dal suo campo visivo si concentrò sui finestroni della mensa osservando il cielo già tinto dei caldi colori del tramonto. Le sarebbe piaciuto tornare a guardare il cielo con la sua mamma come quando era piccola. E avrebbe voluto anche sentire il calore delle labbra arricciate della sua mamma che le sfioravano la fronte per darle la buona notte.
Al contrario di tutti gli adolescenti che avevano il compulsivo bisogno di mostrarsi grandi, Brittany avrebbe voluto tornare bambina. Ad un certo punto della sua vita aveva deciso che da grande non avrebbe fatto la principessa, la rockstar, la presidentessa degli Stati Uniti o la campionessa olimpica. Lei da grande avrebbe voluto fare la bambina.
Nel mondo reale le persone che decidevano di rimanere per sempre bambini non venivano visti di buon occhio, e Brittany non riusciva a capire quale fosse il problema. Ma nel suo mondo, solo suo, dove nessun’altro, neanche Sam riusciva a penetrare, lei poteva essere tutto ciò che desiderava, senza che nessuno potesse giudicarla.
Era quello il motivo per cui si era pian piano chiusa in sé stessa, aveva eretto intorno a lei una robusta barriera di sogni e speranze e dove solo in pochi riuscivano ad entrare.

***

Santana venne a contatto con la superficie fredda dello specchio mentre due labbra fameliche vagavano sul suo collo, lasciando segni visibili anche sulla sua pelle scura. La latina tirò leggermente la cresta del ragazzo che stava baciando per invitarlo a concentrarsi sulla sua bocca.
Le loro due bocche fameliche e bisognose si scontrarono in un contatto quasi violento lasciando le loro lingue rincorrersi e giocare. Fu la latina a staccarsi, per tornare a mordicchiare il labbro inferiore, tirandolo verso di sé.
“Come hai detto che ti chiami?” fece ancora con le labbra vicine alle sue.
Il ragazzo non rispose, tornando a vagare sul suo collo.
“Ti ho fatto una domanda.” Disse l’ispanica tirandosi leggermente indietro per sistemarsi meglio sul lavandino del bagno delle ragazze “Puck” si decise a dire il ragazzo soffiando contro il collo di Santana ormai arrossato e gonfio per la veemenza di quei baci bollenti.
“Il tuo vero nome, bellezza” continuò ostinata la latina.
“Noah.” Disse il ragazzo di nuovo, con voce più bassa e roca rispetto a prima.
“Noah…” disse Santana lasciandosi sfuggire un mezzo gemito quando Puck arrivò con le labbra all’inizio del suo seno. Prendendo un lembo di pelle scura tra i denti e succhiandolo.
“Perché non la smettiamo di parlare e passiamo ai fatti?”
“Pensi che se avessi voluto passare ai fatti adesso me ne starei ancora qui a parlare?” rise Santana acida.
“Non vuoi fare un giro sulla giostra di Puckzilla?” chiese il ragazzo con aria da tonto per poi tornare a mordicchiarle il seno.
“Il fatto è che il luogo mi dispiace” commentò Santana.
“Non è abbastanza originale per te?” chiese ancora.
“Esattamente.”
“e quali sono questi luoghi originali dove lo fai?”
“Dunque, una volta sul sedile di un autobus, svariate volte in una cabina armadio, e una volta anche nello studio in un artista che mi ha scopato tra le tele dopo avermi fatto un ritratto tutta nuda” contò l’ispanica sulle dita.
“Fantastico” commentò Puck che intanto si era preso la libertà di vagare con le mani sulla sua coscia, vicinissimo al bordo degli shorts che indossava.
“Mi dispiace, si guarda ma non si tocca” commentò la latina prendendo la mano del moicano e portandola ad un lato della sua bocca da cui fuoriusciva un piccolo rivolo di bava.
“Santana, ti prego, io voglio toccarti” lo disse con voce strisciante e supplichevole e alzando lo sguardo, cosa che non aveva fatto dall’inizio del loro rapporto.
“Credi di poterti accontentare di una toccata sopra gli shorts?” disse Santana enfatizzando molto la terzultima parola. “Sono una puttanella esigente io.”
Il ragazzo ridacchio senza ironia esasperato.
“Ma siccome non sono una stronza” continuò sarcastica “ti concedo un compromesso.”
“Del tipo?”
“Prima, durante le tue farneticazioni ti ho sentito parlare di alcol e sigarette giusto?” Il ragazzo annuì.
“Così, saresti capace di farmi arrivare in modo sicuro delle scorte di alcol e qualche stecca di sigarette?”
“Aspetta, e io che ci guadagno?” la interruppe Puck mentre il suo sguardo ricadeva sulle cosce nude di Santana.
“Non ti bastano i miei servigi come amante?” fece l’ispanica. Negli occhi del ragazzo con la cresta apparve un barlume di lussuria.
“Lascia fare a Puckzilla.”

***

Brittany si ritrovò di fronte la porta della sua stanza, come la mattina precedente.
Era rimasta tutto il giorno fuori per via degli allenamenti esterni e poi aveva dovuto seguire il corso di spagnolo dove, come al solito, aveva ottenuto una bella F dopo l’ennesima scena muta durante un’interrogazione.
Con amarezza infilò la sua tessera-chiave nella serratura, facendola scattare.
“¿Quién es?” chiese qualcuno dal bagno, una voce femminile, calda e musicale. Brittany sussultò, impugnando la maniglia.
Uno scatto e la luce della lampada invase la stanza, mostrando alla bionda la padrona di quella voce così meravigliosa. Era una diciassettenne non troppo alta, formosa ma perfettamente proporzionata, tanto da sembrare una scultura, un corpo creato unicamente per essere perfetto. E il completino intimo di pizzo nero che la ragazza indossava non aiutava certamente. Brittany rimase colpita dalla perfezione delle curve della ragazza, indugiando sulle gambe, snelle, lunghe, affusolate.
Gli occhi della bionda iniziarono a risalire quella figura passando per la fessura, tra l’elastico degli slip e il bordo inferiore della maglia intima dove si poteva intravedere il sentiero che scolpiva i suoi muscoli addominali, arrivando fino al viso così bello da sembrare ideato dagli angeli. I capelli scuri arrivavano a lambirle il bordo superiore della canotta mettendo dannatamente in risalto la perfezione dei suoi tratti.
Ma niente, niente del suo corpo era paragonabile agli occhi così belli da costringere Brittany a ingoiare un groppo di saliva indiscreto che le si era fermato in gola e a dover stringere le cosce e sfregarle leggermente tra loro.
Quegli occhi scuri l’avevano immobilizzata, l’avevano incatenata.
“Dunque…” la stessa voce che l’aveva fatta cadere in trance la riscosse.
Brittany ingoiò un secondo groppo rendendosi conto di quanto potesse sembrare ridicola agli occhi della ragazza mora.
“Io sono Santana” continuò l’altra girandosi e togliendosi la maglietta che indossava, rimanendo così solo in mutandine e reggiseno.
“B- Brittany” riuscì a sillabare la bionda e precipitandosi verso il bagno per cercare di rinfrescarsi e non coprirsi di ridicolo davanti alla latina. “Eh no,” sorrise mestamente Santana “ci sono prima io.”
Continuò infilandosi nella stanza da bagno.

Riprenditi disse una delle sue voci interiori. Cercò di scuotersi, ci provò davvero, tuttavia era ancora intontita.
Si infilò il suo pigiama rosa, legò i suoi capelli in una coda di unicorno alla bell’e meglio e si infilò tra le lenzuola, senza minimamente pensare alla cura della sua igiene personale a cui ogni sera dedicava un rituale scrupoloso e preciso. Strinse tra le braccia il suo unicorno gigante di peluche, e strinse gli occhi tanto che delle sottili increspature affioravano sulla pelle chiara delle sue palpebre. Nonostante la chiusura ermetica una lacrima solitaria affiorò da una fessura invisibile bagnandole una guancia.
Brittany aveva sempre saputo chi era. Aveva sempre saputo di essere diversa, per un po’ aveva cercato di negarlo a sé stessa ma adesso, adesso non avrebbe più potuto negarlo davanti a nessuno.

Quella Santana era appena entrata nella sua normalità che si era appena decifrata e non ne sarebbe uscita facilmente.


Author's corner. 

E cosa posso dirvi, rieccomi qua dopo tutto questo tempo. Mi dispiace di aver aggiornato così tardi ma ho dovuto combattere un calo di ispirazione terribile lol. Come potete vedere questo capitoletto e parecchio povero ma non ho potuto fare di meglio.

Vorrei precisare che la scena Pucktana che ha rubato spazio alla Santittany (e mi scuso per questo) è utile al fine della storia, non uccidetemi pls.

Vi ringrazio per le bellissime recensioni che mi avete lasciato, mi avete fatto felice. *lacrimuccia*
Rendiamoci conto, 20, dico 20 persone sane di mente (almeno mi auguro) hanno seguito questa storia, 3 l'hanno ricordata e 4 preferita, aww.
*si sente amata* vi ringrazio di nuovo. 

Ci rivedremo presto visto che il nuovo capitolo è già in lavorazione. 

Auguri di buone feste, much love.

-Francesca.
  
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