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Autore: LetShizueGo    23/12/2012    4 recensioni
«Naruto! Sasuke-kun mi ha invitato a cena settimana prossima!»
Questo fu il saluto urlante di Sakura che correva incontro al biondo Uzumaki sorridendo come non mai, immersa nel suo brodo di giuggiole, troppo ingegnua per capire che quella del nuovo (?) Sasuke Uchiha era la prassi. Magari non a cena, però Sakura Haruno per il moro era un bel pezzo grosso. Solo una donna poteva superarla, ma quella non era da considerare un trofeo.
[Ambientazione: Naruto Shippuden - Road to Ninja]
Questa fic partecipa al Road To Ninja - Another Contest indetto da Paprika.chan
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Naruto Shippuuden
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Autore: LetShizueGo (efp) ||no matter what happens (ffz)
Titolo: How can I be lost If I've got nowhere to go?
Coppia: SasukexHinata
Tipo di coppia: Het
Frase: La scelta è la chiave di tutto
Rating: Verde
Avvertimenti: OOC (per via di Road to Ninja stesso)
Trama: Catapultati nel jutsu di Tobi, Naruto e Sakura si ritrovano in una Konoha diversa da quella che conoscono. Li un'Hinata molto più sicura di sè ha puntato un Naruto ignaro del carattere della ragazza. Litigano e a "consolare" la giovane Hyuga ci sarà un Sasuke che, nel mezzo della sua attività di donnaiolo, la guarda da lontano già da un po'.

How can I be lost If I've got nowhere to go?


Di nuovo lui.

Akatsuki.

Ma cosa vogliono?

Hanno fatto già troppo male, non ne faranno ancora.”

Sasuke-kun,

ti riporterò indietro.

O ti ucciderò.

Non mi fermerà uno shinobi mascherato!”




Tobi, lo shinobi mascherato, rideva e li guardava come se la loro fosse avventata follia, dettata non dal raziocinio ma dall'istinto, e aveva ragione. L'impulsività muoveva i due giovani ninja di Konoha; Naruto Uzumaki e Sakura Haruno erano guidati da un unico pensiero. Sconfiggerlo. Proprio come gli animali, puro istinto, nulla aveva lasciato loro la razionalità... non c'era un piano nelle loro teste, non un minimo di strategia. Volevano soltanto liberarsi una volta per tutte dell'Akatsuki.

Eccoli, ora si avventavano contro di lui, ma da dietro la maschera arancione il ninja traditore non si era mosso, il suo volto impassibile nonostante i due shinobi della Foglia erano vicini.
Sempre più vicini.

Troppo vicini.

Un fulmineo movimento dello shinobi mascherato.

«Naruto, aspetta!»

Sakura urlò bloccandosi di colpo. Non c'era più il ninja mascherato, non c'era più l'Akatsuki davanti a loro, ma una persona che entrambi conoscevano per fama ma che nessuno dei due ricordava. Se non fossero stati ancora proiettati alla battaglia che ora, a quanto sembrava, non aveva lasciato traccia di sè, probabilmente la loro prima reazione sarebbe stata quella di urlare, come poteva essere lì, davanti a loro se era ovviamente morto e non poteva essere comunque resuscitato -per fortuna- da chicchè sia?
«Sempre il solito aggressivo eh Naruto?» una voce maschile limpida e gioiosa gli stava rivolgendo la parola, rideva nel vedere il ninja di Konoha con il Rasengan pronto a colpire, ma da colpire non c'era nulla. Rideva però perchè era sempre soddisfatto del figlio quando usava la sua tecnica, era come un segreto fra loro due, anche se segreto non era, però era quel qualcosa che annulla le distanze fra genitori. E Minato era orgoglioso del figlio fino all'inverosimile.

Quando focalizzò che non c'era nessuno shinobi mascherato da colpire, Naruto spalancò gli occhi nel vedere chi si trovava lì dove fino a qualche secondo prima c'era il nemico.

Le lacrime inumidirono i suoi specchi azzurri.

«P-Papà,» sussurrò andandogli incontro, disperdendo la tecnica e facendo quello che solo nei suoi sogni avrebbe potuto fare, ed invece ora no, era lì di fronte a lui, non lo Yondaime, non il famoso creatore del Rasengan, ma semplicemente suo padre.

Si gettò su di lui con forza, abbracciandolo con altrettanta energia.

Aveva voluto farlo da troppo tempo.

*

Konoha era molto diversa da quella che avevano lasciata ed i due shinobi ebbero modo di rendersene conto più volte, e più volte ancora si riempivano la testa di domande a cui non volevano e non potevano rispondere, perchè quella realtà era decisamente più calda di quella che avevano lasciato indietro.

«NARUTOO!»
La voce di Kushina risuonò per tutta la casa mentre il biondo scappava di fretta e furia fuori di casa, lasciando tutto nel disordine più totale, sembrava che dalla cucina, che la rossa Uzumaki aveva appena sistemato, fosse passato un uragano o peggio ancora.

«Io vado, ciao mamma,» rispose di rimando il biondo che già era uscito di casa, lasciando la povera madre afflitta a sospirare per rimettere apposto tutto quanto. Naruto sorrideva mentre correva verso la porta principale del villaggio, gli erano mancati troppo i rimproveri nella sua vita, le coccole di una madre, le apprensioni e le lunghe discussioni che si faceva con il padre. Lui non voleva più tornare indietro.

Doveva incontrarsi con Sakura come ormai facevano ogni giorno e raccontarsi le novità, che ormai erano fin troppe. E non solo perchè Minato era vivo e non era mai stato Hokage, e neanche per Sasuke che era al villaggio, ma per i cambiamenti che avevano riscontrato nei loro amici... alcuni davvero assurdi, tipo Neji, sembrava la versione ancora più pervertita di Naruto, si direbbe degno erede di Jiraiya! Oppure il loro amico Sasuke che ogni giorno se ne passava una diversa.

«Naruto! Sasuke-kun mi ha invitato a cena settimana prossima!»

Questo fu il saluto urlante di Sakura che correva incontro al biondo Uzumaki sorridendo come non mai, immersa nel suo brodo di giuggiole, troppo ingegnua per capire che quella del nuovo (?) Sasuke Uchiha era la prassi. Magari non a cena, però Sakura Haruno per il moro era un bel pezzo grosso. Solo una donna poteva superarla, ma quella non era da considerare un trofeo.

*

Tutto quel tempo passato con Sakura non aveva fatto decisamente bene a Naruto, anzi, gli aveva procurato un bel po' di lividi un po' ovunque, e gliene aveva date di santa ragione una persona che non avrebbe mai immaginato potesse fargli una cosa simile, ma ancora non aveva avuto a che fare con Hinata, che era decisamente diversa da quella che conosceva, e che fino ad allora si era nascosta ad osservare nell'ombra per poi emergere al momento opportuno.

Era una serata serena quella, e Naruto era fuori, steso nel prato antecedente alla foresta, a pensare a tutto quello che gli era capitato nell'ultima settimana, o forse poco più, e cercava di rigettare via quelle stranezze palesi che gli si presentavano davanti, non voleva sentire ragioni di sorta! Lui ora stava bene come non mai, perchè doveva voler scoprire cosa non andava in quella nuova Konoha?
Ma la sua meditazione era stata interrotta da una voce melodiosa e tagliente, una voce che conosceva fin troppo bene ma che era completamente diversa allo stesso tempo.

«Da quando passiamo tutto questo tempo con Sakura Haruno, Naruto-kun?» chiese Hinata uscendo dall'ombra, le mani conserte sotto il petto, ad evidenziare ancora di più il contrasto fra il petto vestito e la zona addominale completamente nuda. Il rossetto rosso donava femminilità alle sue labbra sottili, e in generale tutta la sua figura mostrava una sicurezza che né Naruto, né Sakura avevano mai visto in Hinata Hyuga.

«Hinata! Come stai? Da quanto...»

Naruto Uzumaki si era alzato e le stava andando incontro ma venne fermato molto prima dalla mano della mora che stringeva la sua giacca, gli occhi chiari ora erano pronti per la battaglia, il Byakugan attivato che lo fissava minaccioso negli occhi azzurri e ingenui. Perchè era così? Cosa aveva fatto di male per far incazzare in quel modo Hinata? Anche se era decisamente sorpreso anche solo del fatto che la mora si potesse arrabbiare. Non gli sembrava possibile, visto come lui la conosceva, timida e fragile, ed invece era là, lo sovrastava con la sua determinazione e la sua sicurezza, con la sua rabbia nata dall'ignoto.

«Se ti vedo ancora una volta con Sakura Haruno ti ammazzo!», sussurrò lei all'orecchio del giovane Uzumaki, sorprendendo il biondo che subito sgranò gli occhi. E così era gelosa? Questo pensò Naruto ma no, Hinata non era gelosa, semplicemente Naruto era di sua proprietà, suo soltanto, era il suo obiettivo e non avrebbe permesso ad una cosa indefinita come Sakura di portargli via la preda. La cacciatrice non poteva lasciarsela scappare quella preda, lei non perdeva mai.

«Ma- ma... Hinata, lei è mia amica...» tentò di spiegare il biondo con cautela, ma era meglio se non avesse parlato. Hinata scattò e senza pensare sollevò Naruto di un cinque, dieci centimetri da terra per scaraventarlo contro uno dei tanti alberi chedichiaravano l'inizio della foresta, poi scattò ancora e gli tirò un paio di pugni non appena quello fu in piedi barcollante. Poi lo guradò ancora una volta negli occhi, cercando di penetrare quel blu fiume solo per poi scomparire tra gli alberi e il silenzio della notte, lasciando lì Naruto Uzumaki, dolorante e incredulo.

Ancora non aveva capito quella nuova realtà.

Era scattata, irascibile com'era non aveva resistito dall'aggredire il biondino. E poi era scappata, non per codardia, non per paura, ma semplicemente per non fare del male a Naruto Uzumaki. Alla fine non voleva far male ad un amico ma se lo sarebbe meritato, tutto.

Io l'ammazzo!
Ora era suo territorio, non avrebbe permesso ad una racchia dai capelli rosa di mettersi in mezzo, l'aveva puntato e avrebbe ottenuto quello che voleva, ad ogni costo. Sono pochi i pensieri che circolavano nella mente di Hinata mentre correva nella foresta, con il vento che le scompigliava i capelli ed il rossetto perfetto nonostante lo scontro; perchè lei era sempre impeccabile, mai un qualcosa fuori posto, fosse anche una cosa stupida come quel rossetto rosso che le incorniciava la bocca piccola e sottile. Ci teneva al suo aspetto e alla cura di sé, e non aveva problemi a mostrare i risultati, come dimostravano quei pantaloncini e la maglia decisamente corta e fin troppo aderente. Finalmente smise di correre, il vento iniziava a mandarle i capelli sul viso e lei lo odiava! Aveva un leggero fiatone ma anche di questo non se ne curò, si sistemò una ciocca di capelli prima di avvicinarsi lentamente al centro della radura; alzò la testa e osservò il cielo scuro e coperto dalle nuvole, solo uno spiraglio lasciava intravedere una porzione di luna che col suo pallido raggio illuminava un po' quella che se no sarebbe stata l'oscurità totale.

Stava scoppiando... decisamente scoppiando.

«Muori troia!» urlò e si fiondò verso il primo tronco a portata di pugno, che colpì sonoramente e quello si ruppe. Non appena Hinata sentì il legno graffiargli le nocche indietreggiò con uno scatto. Ed una volta caduto quel pezzo di legno, lo fece ancora, e ancora, e ancora, ogni tronco era la faccia di Sakura Haruno, o quella di Uzumaki che le diceva che lei era sua amica. Rabbia, solo rabbia, nei confronti di entrambi, voglia di colpire la ragazza dagli occhi verdi e farle capire chi comanda, rabbia, solo rabbia.

Ma il violento impeto della rabbia non dura per sempre, e anche una come Hinata Hyuga era destinata a calmarsi, prima o poi. E quando successe aveva abbattuto -più o meno- circa una decina d'alberi, che non sono poi così tanti se consideriamo i danni a cui solitamente è sottoposta quella foresta. Si lasciò cadere a terra sulle ginocchia, abbassò la testa e iniziò a controllare il suo respiro, il suo fiato corto l'unico suono insieme al vento che spingeva prepotente le foglie mentre le labbra rosse e schiuse di Hinata cercavano di appropriarsi di quanto più ossigeno potevano, per rigettare gli scarti subito dopo. Ma Hinata non era sola, da lontano, ben nascosto tra le piante il minore dei fratelli Uchiha aveva attentamente analizzato la scena. Come al solito, Hinata Hyuga che fa le scenate per Naruto Uzumaki, classico. Aveva sentito qualcosa scappare a Sakura a proposito, conoscendola probabilmente Hinata l'aveva minacciata. Che sexy quella ragazza. Inutile dire che aspirava ad aggiungerla alla collezione da un bel po', ma con la sua fissa per il biondino e Sakura sempre dietro era praticamente impossibile anche solo provarci e questo gli dispiaceva molto, la mora lo affascinava davvero. Era forte, sicura di sé, decisamente sexy e sapeva quel che voleva dalla vita; la cosa migliore è che ancora non l'aveva vista neanche una volta non ottenere quello che puntava.

Si mosse dal suo nascondiglio, in silenzio e con tutta la calma di questo mondo si avvicinò alla sagoma di fronte a lui, quella sagoma stanca e che gli voltava le spalle ignara di quello che succedeva intorno a lei, troppo presa a pesare a mille cose contemporaneamente.

«Non dovresti fare così, si contraggono tutti i muscoli e poi ti lamenti che ti fanno male», esordì Sasuke Uchiha mettendosi in seiza dietro di lei, iniziando a massaggiarle le spalle e tutta la parte dei muscoli dorsali con delicatezza, soffermandosi dove i muscoli si erano accavallati o comunque contratti in nodi. La ragazza aveva chiuso gli occhi ma il giovane non poteva saperlo, e lei di certo non era il tipo da dire “Oh Sasuke-kun, come sei bravo” gne gne gne, quelle scenate le lasciava alla ciliegia marcia.

«Inutile che ci provi Uchiha, sai che con me non attacca,» precisò non appena il moro finì la frase. Loro due passavano parecchio tempo insieme, erano i due fighi della situazione in quel mondo di matti, si divertivano a scommettere sulle loro conquiste, ma non avevano mai avuto grande occasione per conoscersi, per parlare, o semplicemente per essere amici. Ogni tanto Hinata lo guardava da lontano ma lui non era il suo tipo, non le piacevano i tipi come lui, che se ne passavano una alla settimana, prendevano ciò che volevano e poi l'accantonavano, in un angolo, come un trofeo di cui vantarsi.

«Come sei cinica Hinata, volevo solo essere gentile,» rispose lui continuando a massaggiarle le spalle e la schiena, premendo leggermente sulla testa per fargliela abbassare, così da avere rilassati anche i muscoli del collo e poter lavorare meglio. Ecco qual era il problema con Hinata Hyuga, il suo cinismo e la sua perenne scontrosità che puntualmente allontanava le persone da lei piuttosto che avvicinarle. Sasuke cercava di remare controcorrente e quello gli aveva procurato non pochi cazzotti, però non voleva rinunciare... ma quando si comportava in quel modo gli passava anche la voglia di provare.

«Non la sopporto,» borbottò dopo poco Hinata, sospirando con ancora gli occhi chiusi. Non aspettò una risposta di Sasuke Uchiha, che intanto si era messo in ascolto, continuò e basta, «non sopporto che Haruno stia in mezzo, sempre. SI può sapere cos'ha che non ho? E perchè Naruto non si rende conto che quella non lo vorrà mai?»

Perchè si confidava con il moro? Non lo sapeva, semplicemente lui le stava massaggiando le spalle e sarebbe rimasto ad ascoltare, dicendole le cose come stavano visto che lui conosceva la tipa dai capelli confetto, e cosa ancora più importante conosceva lei, conosceva abbastanza Hinata da poterla aiutare, per la prima volta dopo tanto tempo lei stava chiedendo il suo aiuto. Non avrebbe perso quell'occasione, in quel modo poteva avvicinarsi a lei, poteva avvicinarsi all'unica donna che non voleva collezionare, che voleva avere per tenersela, non per lasciarla andare dopo aver raggiunto lo scopo. Non sapeva definire cosa Hinata avesse di speciale ma certamente non era come le altre, e non perchè era l'unica che non gli sbavava dietro, ma era proprio quell'aura che la circondava che era magnetica. Ecco, quella ragazza era magnetica.

«Nulla, è infantile e noiosa, non è paragonabile a te,» le disse passandole di fronte e sedendo con lei, guardandola mentre alzava la testa e apriva gli occhi chiari puntandoli sul suo volto pallido e più precisamente nei suoi occhi scuri.

Infantile e noiosa. E allora cosa c'era che attirava Naruto a lei? E soprattutto, cosa lo allontanava da Hinata? Non riusciva a capirlo, e Sasuke non le aveva neanche dato modo di analizzare la sua frase perchè subito continuò a parlare. Non le avrebbe dato modo di riflettere, così forse avrebbe avuto una chance in più di scoprire che sapore avevano quelle labbra. Un bacio. Non chiedeva di più.

«Naruto non ti merita, non sa apprezzarti, non comprende quanto tu possa essere affascinante.»

«Perchè tu, o qualsiasi altro qui a Konoha, potrebbe riuscirci?» chiese alzando un sopracciglio, perplessa visto l'ultima frase di Uchiha. Fascino, la reputava affascinante. Non era la prima volta che lo sentiva, e di solito chi lo diceva se la voleva portare a letto, e fino a qualche secondo prima non avrebbe avuto dubbi sul fatto che quello era anche il proposito del minore dei fratelli Uchiha, ma quell'affascinante era diverso dai suoi soliti. Era un qualcosa in più, sembrava più... profondo ecco. O forse se lo immaginava soltanto.

«Io sì».

Fu l'unica risposta del moro che mise le mani avanti per mantenersi in equilibrio mentre col busto si piegava verso la ragazza dagli occhi di porcellana e premeva le sue labbra su quelle rosse di lei. Hinata ricambiò, scossa da diverse emozioni sperava che quel bacio l'aiutasse a non pensare ad altro, e sentì un bacio dolce e desideroso, come se quel bacio fosse bramato da tanto e finalmente quella bramosia si fosse finalmente placata.

Sasuke sorrise, le sue labbra avevano il sapore del lampone.

*

Era appena uscita dalla vasca, l'asciugamano bianco avvolto lungo il corpo la teneva calda mentre si passava la crema idratante sulle gambe ancora umide. Si stava preparando perchè quella sera sarebbe andata a cena con la persona più improbabile che avesse mai potuto considerare.
Sasuke Uchiha.

Era passata ormai una settimana da quel bacio nella radura e Sasuke, ogni sera, quando era sicuro che Sakura non gli stesse fra i piedi, andava a trovare la giovane Hyuga, e passavano ore insieme a parlare di qualsiasi cosa, ed il moro che tentava in tutti i modi di farsi ben volere, di dimostrarle che lei non era una scopata e via, e puntualmente ogni sera il finale era sempre lo stesso. Era come se Hinata si fosse scordata del biondo, dei suoi obiettivi, ma non riusciva a pensare ad Uzumaki quando Sasuke la trattava con i guanti bianchi, non facendole mancare nulla, e si faceva in quattro per entrare nelle sue grazie, invece Naruto no, continuava a fare la coda di Haruno e tentava di giustificarsi ogni volta che vedeva Hinata e lei era stanca di non essere presa in considerazione, ma non aveva più neanche l'impulso di prenderlo a schiaffi, o di strapparlo a Sakura, pian piano stava perdendo l'interesse per trovarne uno completamente diverso in un'altra persona.

Finito di mettersi la crema si alzò e uscì dal bagno pieno di vapore e umidità, sembrava ci fosse la nebbia lì dentro tanto era calda l'acqua con cui aveva fatto il suo bagno rilassante la ragazza. Si sarebbe messa un vestito corto, senza maniche e il colletto alto, di quelli che hanno l'abbottonatura al lato e lungo tutta la lunghezza del vestito, era il suo preferito d'altronde. Era bianco con i ricami rossi e oro, lei lo adorava ma non lo metteva quasi mai per paura che si rovinasse. Ed anche perchè non aveva molte occasioni per indossare qualcosa che per lei era importante. Diciamo pure che lo stava tenendo per una cena con Uzumaki, ma quella sera le sembrava che avrebbe potuto metterlo, era fiduciosa in quella serata e in generale nel ragazzo che le si era aperto in quell'ultima settimana.

Avevano appuntamento da Ichiraku alle otto, non era chissà che cosa o chissà quanto sofisticato ma era un inizio no? Finita di truccarsi controllò l'orologio.

Era ora di andare.

«Io scendo!» annunciò mentre scendeva giù e usciva fuori, perfettamente sistemata, persino u capelli che aveva legato con le bacchette erano perfetti, non c'era un ciuffo fuori posto. Nessuno.

Tutto era pronto e lei era ansiosa di vedere come andava a finire, Sasuke iniziava a piacergli davvero, quel suo modo di fare sicuro e fin troppo pieno di sé, le attenzioni che nonostante tutto riusciva a darle, sì insomma... sapeva come conquistare una ragazza.

E con lei, ci stava riuscendo?

Per Hinata Hyuga quella era la prova del nove. Per questo correva per arrivare in tempo all'appuntamento, dove Sasuke Uchiha la stava già aspettando, tre rose bianche fra le mani, pronte per essere donate a colei che possiede il Byakugan, bianche ed eleganti come solo lei riusciva ad esserlo. Perchè è inutile, l'eleganza della giovane Hyuga era un sogno di molte ragazze che la osservavano, riusciva ad essere elegante anche mentre tirava cazzotti.

«Sasuke-kun!»

No, fermi un attimo, questa voce stridente non è quella di Hinata, chi... oh merda!

Si voltò in direzione della voce e vide spuntare Sakura Haruno che gli veniva incontro. Merda, si era scordato dell'invito che aveva fatto alla ragazza la settimana scorsa e si maledì per invitare le ragazze sempre allo stesso posto e stessa ora di ogni santo venerdì. Ed ora? Doveva inventare una scusa, e in fretta, Hinata sarebbe arrivata di lì a momenti e lui non aveva tempo per Sakura, aveva un vero appuntamento cazzo!

«Ehm.. ciao S-Sakura,» disse grattandosi la testa con una mano, cercando di trovare una scusa per liquidarla, perchè non riusciva a pensare? Perchè non voleva dirle come stavano le cose? Perchè! Doveva prendere coraggio, ma non sapeva dove trovarlo, non riusciva a dirle che aveva un appuntamento con una persona che gli piaceva, avrebbe perso la sua figaggine (?) e non voleva, ma non voleva rinunciare neanche alla mora dagli occhi di porcellana. E adesso?

«Che belle rose! Immagino siano per me...» Sakura lo incitò con gli occhi che le brillavano per l'emozione, cercava di sbloccare il giovane che lei credeva fosse solo imbarazzato.

«Ehm... a dire il vero...»

Non ci riusciva.

Doveva.

Ma non poteva.

«Noiosa e infantile eh Uchiha?»

Sasuke rimase paralizzato lì dov'era, gli occhi sgranati e le pupille piccole piccole. Quella voce tagliente e dolce, lui la conosceva bene. No, Hinata no, non doveva arrivare, ora che avrebbe fatto, l'avrebbe preso a schiaffi davanti a tutti? Gli sarebbe stata bene, aveva sbagliato e ora doveva pagarne le conseguenze. Però non voleva perderla ora che la stava trovando. Perchè era così stupido? Così superficiale?

«Sasuke-kun, che ci fa lei qui?» chiese Sakura ma a risponderle non fu Uchiha, ma la mora, affiancata ora al ragazzo pietrificato che non riusciva a guardarla negli occhi, sentiva la vergogna addosso, la colpa. Aspettava soltanto di essere trafitto e di morire, ma non sarebbe stato veloce, lui sapeva che lei non aveva compassione.

«A quanto pare il nostro caro Sasuke aveva due ragazze ed un unico appuntamento.»

Poi la ragazza dagli occhi chiari posò le labbra sull'orecchio dell'Uchiha per sussurrare un'unica frase, dettata dal suo orgoglio di donna. Non poteva pensare di essersi illusa così tanto, per questo forse gli diede un'ultima opportunità, per questo forse gli disse quelle parole all'orecchio, sussurrate al vento.

«La vita è una scelta Sasuke Uchiha, mi hai mostrato una parte di te, ora dovrai scegliere quale delle due preferisci. La vecchia o la nuova. Ricorda che la scelta è la chiave di tutto.»

E se ne andò, voltandogli le spalle e senza dire nulla, camminava lentamente e con passo regolare, come se nulla fosse successo, non diede a vedere che qualcosa nel profondo del suo orgoglio e animo di donna si era rotto. Però chi le passava davanti poteva vedere quelle poche lacrime silenziose che le scomponevano il viso.

Così ti impari a fidarti dei don Giovanni, stupida Hinata!


No, non se la poteva lasciar scappare, aveva ragione, doveva decidere, e Sakura e Hinata erano il bivio fra il Sasuke di sempre, ed uno nuovo, forse migliore, ma in ogni caso innamorato. Lui in realtà aveva già deciso tempo fa, ma doveva trovare il coraggio di lasciar andare il passato. Sakura era ancora lì davanti a lui, speranzosa forse che Hinata avesse sbagliato o forse fiduciosa del fatto che avrebbe preferito lei alla mora.

Ma non l'avrebbe mai fatto.
La paura di perdere qualcosa di importante, che non sarebbe più tornato, gli fece fare qualcosa che non avrebbe mai fatto normalmente.
«Mi dispiace Sakura,» furono le uniche parole che ebbe per l'Haruno, poi entrò dentro e ordinò cena take away per due. Sapeva che aveva il dieci percento di possibilità di riuscita ma voleva provare, doveva provare, o l'avrebbe rimpianto per sempre.

Aspettò che tutto fosse pronto e, una volta presi i sacchetti, si diresse verso il balcone della stanza di Hinata. Lo aveva fatto altre volte, intrufolarsi di nascosto in casa Hyuga s'intende, ed era fiducioso che non avrebbe fallito questa volta, alla fine doveva solo arrampicarsi fino al balcone di camera di Hinata e sperare che questa l'aprisse. Vero che aveva le mani occupate ma non era impossibile. Ed infatti aveva ragione, non ci volle molto prima che il moro bussasse al vetro del balcone di camera di Hinata. Lei era nel letto ma non dormiva, era ancora vestita, gli occhi puntati sul soffitto a pensare. Quindi, immersa com'era nell'oscurità aveva sentito il pugno di Sasuke battere sul vetro. Non era sicura fosse lui, ma andò ugualmente a vedere. E se lo trovò davanti, le rose che aveva visto già prima, davanti ad Ichiraku, in una mano e una busta di carta abbastanza grande era tenuta con il braccio libero. Aprì l'anta del balcone ma non lo fece entrare, anche se il suo cuore aveva perso un battito non appena l'aveva visto, Hinata non era stupida.

«Ehm... le rose erano per te. Mi dispiace Hinata,» non sapeva cosa dire, si sarebbe grattato la testa se non avesse avuto le mani occupate con altro. «Posso entrare? Il ramen si raffredda qui fuori.»

«Vieni,» gli disse facendosi da parte per farlo entrare, le sue labbra sottili allungate in un sorriso.

Alla fine Sasuke Uchiha aveva deciso, e aveva scelto lei.


   
 
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