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Autore: argentina1988    23/12/2012    1 recensioni
AU- le protagoniste della storia saranno Santana, Brittany, Rachel, Quinn e Beth seguite da una serie di personaggi secondari che rientreanno nella narrazione in base alle diverse situazioni. Riferimenti alla Unholy Trinity. NO SPOILERS di alcun genere
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez, Sue Sylvester | Coppie: Brittany/Santana, Quinn/Rachel
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci qui con un nuovo aggiornamento della ff...
spero che il capitolo sia di vostro gradimento!!! ci leggiamo sotto ;)

BUONA LETTURA


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Cap II: NY-LA One Way
 
La luce soffusa dei raggi del sole, che penetrava silenziosamente dal piccolo spiraglio della tapparella lasciato dischiuso la sera precedente, iniziava a baciare delicatamente il volto di una giovane donna bionda che, rannicchiata in posizione fetale, riposava su un grande letto ad due piazze e mezzo. Poco prima che il sole col suo calore mattutino potesse svegliare la ragazza dal suo sonno un paio labbra iniziarono a percorrere i contorni angelici del suo viso baciando dolcemente ogni centimetro di quella pelle liscia lasciata esposta dai lunghi capelli dorati che le coprivano parzialmente il volto.
 
“Emmm” si sentì mugolare mentre quelle labbra scendevano lentamente verso il collo della giovane lasciando di tanto in tanto qualche leggero morso “Emmm” gemette nuovamente la bionda iniziando a destarsi, reclinando istintivamente la testa di lato permettendo così alla persona, padrona di quelle labbra che la stavano divorando, di ampliare il suo raggio d’azione “Emmm…” ansimò ancora una volta aprendo con lentezza gli occhi, sbattendoli ripetutamente non appena percepì il calore del sole che bagnava il suo viso.
 
Una mano. Una mano fu la prima cosa che avvertì non appena tutti i suoi sensi si svegliarono, attivati da una leggera eccitazione che aumentava sempre di più col passare dei secondi. Labbra, mani. Mani e labbra.
 
“Buongiorno amore” si sentì mormorare all’orecchio prima che quel paio di labbra le mordicchiasse ripetutamente e con delicatezza il lobulo, mentre la mano continuava la sua ascesa accarezzando l’interno coscia della ragazza fino ad afferrarle il bordo della canottiera che spostò verso l’alto lasciando scoperto il suo ventre piatto
 
“Aaaaaaaaaaaah” gemette la giovane sentendo quel paio di labbra, che da diversi minuti a quella parte la stavano stuzzicando, posarsi sul suo addome baciandolo ripetutamente “Oddio!” esclamò inarcando leggermente la schiena cercando un maggior contatto con quelle labbra umide che la stavano facendo impazzire; l’eccitazione stava raggiungendo livelli massimi.
 
“Sei bellissima” si sentì mormorare nuovamente tra un bacio e l’altro “Ho voglia di te” sussurrò percorrendo con i polpastrelli il corpo statutario della giovane “Ti amo”
 
“Emmm” mugolò non appena sentì una delle mani che la stavano esplorando afferrare con destrezza il suo seno sinistro massaggiandolo dolcemente, sfiorando il capezzolo ormai turgido da sopra il pizzo bianco del reggiseno “Anch’io ti amo” ansimò succube delle attenzioni che l’altra persona le stava rivolgendo
 
La situazione diventava sempre più calda e sensuale sino a quando un urlo spaventato proveniente da un'altra camera della casa richiamò l’attenzione della coppia
 
“MAMMMAAAAAAAAAAAAAA!!”
 
“Oh cazzo!”si lamentò la giovane ansimando, cercando di regolarizzare il respiro
 
“Faresti meglio ad andare Quinn” suggerì posando un soave bacio sulle labbra della ragazza per poi spostarsi da sopra il corpo accaldato della bionda
 
Rassegnata dall’oramai interrotta sessione di sesso mattutino Quinn si alzò di mala voglia dal letto ed una volta sistematasi alla bene e meglio abbandonò la stanza dirigendosi verso quella della figlia.
 
“Beth amore, che succede?” domandò la giovane notando la bambina visibilmente scossa mentre stringeva prepotentemente tra le braccia l’orsetto di peluche che i nonni, Judy e Russel, le avevano regalato durante la loro ultima visita in città
 
“MAMMA!” urlò nuovamente tuffandosi tra le sue braccia mentre dei grossi lacrimoni le rigavano il piccolo visino “Mamma” ripeté
 
“Shh piccola mia, la mamma è qui con te” cercò di tranquillizzarla mentre con la mano le accarezzava delicatamente la schiena “Vuoi dirmi cos’è successo?” domandò dolcemente
 
“Il brutto mostro che vive sotto al mio letto voleva portarmi via da te” singhiozzò la biondina tra le braccia della ex capo cheerleader afferrandosi alla madre ancor più saldamente
 
“Oh tesoro, è stato solo un brutto sogno” la rassicurò baciandole la fronte “Non c’è nessun mostro sotto il tuo letto”
 
“Ma io ho paura…” mormorò la Beth nascondendo il viso nell’incavo del collo di Quinn
 
“Lo sai adesso che facciamo tesoro mio?” chiese la più grande delle due bionde mentre l’altra scuoteva timidamente la testolina senza uscire dal suo ‘rifugio sicuro’ “Adesso chiamiamo papà e gli facciamo controllare che non ci siano mostri, d’accordo?” domandò con un sorriso sulle labbra notando che Beth rialzava lentamente il viso
 
“Mmmm…” ci pensò su la piccola bionda alzando il sopracciglio indagatore alla Fabray che aveva, naturalmente, ereditato dalla madre “D’accordo!” concesse infine leggermente titubante
 
“PUUUUUUUUUUCK!” urlò Quinn catturando l’attenzione del ragazzo che a passi svelti e pesanti raggiunse in pochi secondi le sue due bionde
 
“Ditemi principesse” sorrise il giovane con la cresta entrando nella stanza, allungando le braccia per prendere in braccio la figlia che in grembo a Quinn ripeteva lo stesso movimento del padre “Cosa posso fare per voi?” domandò facendo il solletico alla piccola dopo averla stretta saldamente in vita col braccio sinistro
 
“Puck, Beth ha paura che ci sia qualche mostro nascosto qui in camera” spiegò celermente l’ex capo cheerleader
 
“Davvero?” domandò con un sorriso il ragazzo spostando la sua attenzione alla piccola che stringeva tra le braccia  
 
“Si” mormorò la bimba nuovamente terrorizzata
 
“E allora ho detto a Beth che ti saresti incaricato di cercarli mentre io e lei andiamo a lavarci per andare a scuola, non è vero cucciolo?” domandò la bionda riprendendo tra le braccia la biondina
 
“Si” ridacchiò Beth spostando il proprio peso dal corpo del padre a quello della madre
 
“D’accordo principesse, allora mentre io controllo se ci sono mostri in giro, voi andate a prepararvi” decretò Noah accettando le condizioni poste dalle sue due bionde “A dopo cucciola” baciò teneramente la guancia di Beth “A dopo amore” aggiunse baciando con delicatezza le labbra di Quinn
 
 


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Passò all’incirca un’ora dal brusco risveglio di Beth al momento in cui tutta la famiglia Puckerman-Fabray si riunì in cucina per fare colazione; i pancakes erano appena stati levati dal fuoco e ricoperti di sciroppo d’acero, il latte ed il caffè servito nelle tazze e la marmellata collocata vicino alla grande busta di fette biscottate integrali che Quinn non aveva mai smesso di mangiare sin dai tempi della sua dieta targata Sue Sylvester. Dopo essersi riempiti la pancia di ogni genere di dolciume presente in casa i tre erano oramai pronti ad affrontare una nuova e lunga giornata offertagli dalla città dei grattacieli.
 
“Oggi chi mi porta a scuola?” domandò Beth mentre percorreva saltellando il vialetto che dalla casa conduceva alla carreggiata stradale
 
“Oggi ti portà papà piccola pulce!” le rispose Puck prendendola per mano “Lo sai che mamma non vuole che saltelli come un cangurino vicino alla strada, vero?” la rimproverò il ragazzo con la cresta con fare decisamente scherzoso
 
“Lo so papi” si scusò la biondina stringendo fortemente la mano del padre “Scusa”
 
“Non scusarti, mamma non c’è e non ti ha visto e questo se per te sta bene sarà il nostro piccolo segreto” le strizzò l’occhio alla piccola che annuì sorridente
 
“Hey voi due che state confabulando?” domandò divertita l’ex capo cheerleader osservando la fin troppo conosciuta faccia colpevole di Beth e Puck Puckerman
 
“Mmm niente” risposero in coro confermando a Quinn che qualcosa stava effettivamente bollendo in pentola
 
“Va beh!” esclamò la bionda alzando le mani in segno di resa “Facciamo che per questa volta vi credo, si?” mutò espressione alzando il sopracciglio alla Fabray proprio come in precedenza aveva fatto la figlia
 
“SI” risposero nuovamente all’unisono padre e figlia consapevoli di essere stati colti con le mani nel sacco
 
“Perfetto” ghignò soddisfatta Quinn contenta per averli colti per l’ennesima volta in castagna “Beth amore potresti iniziare ad andare in macchina mentre io e papà parliamo di una cosa?”
 
“Si mami” rispose la piccola “Buona giornata” aggiunse prima di baciarle soavemente una gota
 
“Buona giornata a te amore mio” le rispose la più grande delle due bionde restituendole il bacio e accarezzandole il viso “Ci vediamo questa sera” sorrise inseguito osservando come la sua piccola cercava faticosamente di aprire lo sportello posteriore della BMW X3 di Puck
 
“È bella come sua madre” civettò Noah avvolgendo la vita di Quinn da dietro, poggiando il mento sulla sua spalla
 
“Ed è una peste come suo padre che alla veneranda età di 24 anni suonati ancora si comporta come un coetaneo di Beth” lo rimproverò giocosamente voltandosi per rimanere fronte a fronte col ragazzo
 
“Già, questo è vero!” sghignazzò Noah guadagnandosi un leggero scappellotto da parte della ex cheerleader “Ahi, questo ha fatto male” si fece serio scoppiando a ridere subito dopo
 
“Mmm… lo sai che Beth mi ha lasciato con la voglia?” bisbigliò Quinn con fare seduttore “E non sai con quanta” mordicchiò leggermente il lobo del ragazzo
 
“Agghhh” mugolò Puck sentendo il suo corpo reagire alle attenzioni di Quinn “A-amore, sarà meglio che ci fermiamo qui prima di montare il set di un film porno davanti all’ingresso di casa nostra e soprattutto davanti agli occhi innocenti di nostra figlia” suggerì saggiamente il giovane, mentre cercava di rilassarsi il più possibile prendendo dei lungi e profondi respiri
 
“Hai ragione” si staccò ghignando la bionda “Sai…” gli passò l’indice su tutto il petto “Era giusto per farti capire il mio stato d’animo” sogghignò nuovamente
 
“Ed ora mi spieghi come faccio a tranquillizzarmi?” domandò Puck sentendo crescere la sua erezione nonostante la distanza tra il suo corpo e quello di Quinn “Anche se io un’idea ce l’avrei” sussurrò maliziosamente  
 
“Ah ah…” inarcò le sopracciglia
 
“Io… io porto Beth a scuola, sbrigo rapidamente l’impegno che ho con il mio avvocato e poi noi ci possiamo incontrare nel mio ufficio alla casa discografica per continuare quello che abbiamo lasciato in spospeso questa mattina” suggerì con fare allusivo
 
“Mmmm…” mugolò al solo pensiero “Non sai quanto mi piacerebbe mettere in atto questo programmino, ma non posso rinviare l’appuntamento di questa mattina…” sbuffò contrariata
 
“Nooooo” piagnucolò Puckerman sentendosi ancora accaldato ed eccitato; lo faceva impazzire l’idea di Quinn versione impresaria
 
“Ma questa sera ti prometto che non ci saranno interruzioni” sussurrò sensualmente e allusivamente Quinn riavvicinandosi al corpo del ragazzo
 
Passarono alcuni istanti in assoluto silenzio durante i quali i due giovani non fecero altro che guardarsi negli occhi, momento idilliaco che fu prontamente interrotto da una leggera vocina che richiamava la loro completa attenzione su di sé
 
“Allora, mi volete portare a scuola questa mattina si o no?” domandò spazientita Beth picchiettando nervosamente il piede destro sul marciapiede stanca di aspettare i comodi dei suoi genitori
 
“Ahahahaha!” scoppiarono a ridere Puck e Quinn  
 
“Certo tesoro, ora arrivo!” la rassicurò Noah avvicinandosi all’automobile “Devo andare amore, la mia principessina necessita della sua carrozza per recarsi a palazzo” ridacchiò Puck stampando un casto bacio sulle labbra di Quinn “Ci vediamo questa sera” aggiunse facendo l’occhiolino ricevendo così, come risposta, un muto saluto da parte della bionda
 
 


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Dieci minuti di auto separavano casa Puckerman-Fabray da quello che Quinn Fabray considerava il suo personalissimo paradiso terrestre. Ogni qualvolta che ripercorreva il tragitto che separava la sua abitazione dal lussuosissimo studio fotografico che solamente due anni prima, al termine del college, aveva aperto nella zona residenziale di Manhattan, l’Upper East Side, pensava e ripensava a quando fosse stata fortunata nella sua vita: aveva la famiglia che aveva sognato fin da quando era bambina, aveva una figlia meravigliosa, la gioia della sua vita, un marito premuroso che non le aveva mai fatto mancare niente e che sempre era stato al suo fianco, nonostante l’iniziale lontananza dovuta ai numerosi concerti di Puck sparsi per mezza America, aveva dei genitori che nonostante la prematura gravidanza non le avevano voltato le spalle ed infine faceva quello che aveva sempre desiderato fare: la fotografa.
 
Arrivata dinnanzi all’alto stabile, il cui attico ospitava lo studio fotografico, la giovane parcheggiò nel suo spazio riservato e a rapidi passi entrò nell’edificio aspettando pazientemente l’arrivo dell’ascensore
 
“Buongiorno!” esclamò allegra entrando nella sala d’attesa dello studio dopo cinque buoni minuti di viaggio in ascensore
 
“Buongiorno a te capo” rispose Jennifer, una giovane ragazza dagli occhi azzurri ed i capelli castani alta all’incirca quanto la fotografa “Stavo giusto per chiamarti!” aggiunse catturando l’attenzione della bionda che nel frattempo stava controllando alcune cartellette che la mora aveva lasciato sulla scrivania
 
“Ah si?” alzò lo sguardo da quelle carte “Come mai?”
 
“Volevo avvisarti che ha appena chiamato Donovan…”
 
“Ah ah…”
 
“Ha avvertito che il suo volo di questa mattina è stato cancellato e che non potrà essere a NY prima di questo tardo pomeriggio” spiegò celermente l’imprevisto avuto dal direttore generale della linea di intimo per cui la bionda avrebbe dovuto produrre la campagna pubblicitaria per la collezione autunno/inverno
 
“Cazzo!” si lamentò la fotografa visibilmente infastidita “È già la terza volta che per un motivo o per l’altro Donovan rinvia il nostro appuntamento”
 
“Lo so Quinn, ma…”
 
“Niente ma Jenny!” si alterò “è altamente poco professionale un comportamento simile”
 
“Hai ragione capo” si limitò a rispondere l’assistente sapendo, per esperienza, che far ragionare una testa calda come la bionda in un momento di profondo isterismo era come lavare la testa all’asino
 
“Come sono messa a livello di appuntamenti?” domandò dopo alcuni secondi visibilmente più tranquilla
 
“Fammi controllare” le rispose la mora afferrando l’agenda su cui appuntava gli impegni lavorativi e familiari della bionda “Oltre all’appuntamento che è appena saltato non hai nulla” sentenziò dopo aver scrupolosamente controllato la pagina relativa al 24 di maggio
 
“Perfetto” sussurrò mentre un sorriso le si dipingeva sul volto
 
“Lo sai che alcune volte penso che tu sia leggermente bipolare capo!” scherzò Jennifer notando il rapido cambio di umore di Quinn
 
“È?” domandò soprapensiero
 
“Nulla capo, se vuoi hai tutta la giornata libera, mentre io controllerò e archivierò una per una queste campagne pubblicitarie” disse indicando l’immensa pila di cartellette rosse pronte per essere catalogate
 
“Perfetto” sorrise maliziosa cosa che non passò inosservata da parte della moretta
 
“Qualcosa mi dice che nella tua mente frulla qualcosa che può essere sintetizzata in tre parole: tu, Puck e sesso” parlò nuovamente l’assistente della bionda scoppiando in una fragorosa risata causa dall’indescrivibile espressione assunta dall’ex Cheerios
 
“Johnson!” reagì Quinn una volta ripresasi dall’imbarazzo iniziale “Potrei anche licenziarti per questo!” la minacciò prima di scoppiare anch’essa in una risata alquanto liberatoria
 
“Ok, ok capo, non ti alterare” le rispose la mora tra una risata e l’altra “Ma tornando serie, vuoi che avverta Puck del tuo arrivo in ufficio?”
 
“No Jenny, sono certa che non ha impegni, ne abbiamo parlato prima di uscire di casa…” la rassicurò la bionda guardando l’ora “Se per te non ci sono problemi io andrei a…” non poté finir la frase che l’assistente la interruppe
 
“A raggiungere un favoloso orgasmo?”
 
“Johnson!”
 
“Eddai Quinn, fila alla casa discografica di Puck e fai quel che devi fare” alzò le sopracciglia in modo suggestivo cosa che fece arrossire nuovamente la fotografa “A domani capo”
 
“A domani Jennifer” le sorrise Quinn prima di ripercorrere  a ritroso quello stesso tragitto che solo 15 minuti prima l’aveva condotta dal luogo in cui aveva parcheggiato la sua macchina allo studio fotografico”
 
 


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In meno di venti minuti la bionda era finalmente giunta davanti all’ingresso principale del Puckerman & Hudson’s Sound Recording, casa discografica che Puck e Finn avevano aperto in società in seguito allo scioglimento della loro band avvenuta dopo che il ragazzo con la cresta, leader del gruppo, aveva deciso di abbandonare la carriera di musicista per dedicarsi il più possibile alla sua famiglia con particolare riferimento alla piccola Beth
 
“Ciao Kate!” salutò la bionda entrando negli Studios di registrazione vedendo l’assistente di Puck e del miglior amico di suo marito regolarmente seduta dietro al bancone d’ingresso “Come va la giornata?”
 
“C-ciao Quinn” la salutò balbettando come se stesse vedendo un fantasma “Tut-to be-ne grazie” tentò malamente di sorridere
 
“Mi fa piacere” rispose la bionda stranita dallo strampalato comportamento assunto dalla giovane “Mmm senti stavo cercando…” cercò di parlare ma qualcuno la interruppe sul nascere
 
“Hey bionda, che piacere vederti!” esclamò agitato Finn “Cosa posso fare per te?”
 
“S-stavo cercando Puck” spiegò rapidamente la bionda scrutando il ragazzo come se lo volesse passare ai raggi x “Dovrebbe essere nel suo ufficio”
 
“Ah si te lo chiamo aspettami qui” si propose Hudson iniziando ad avviarsi verso lo studio del ragazzo con la cresta
 
“No Finn, fermati!” esclamò la bionda senza alzare troppo il tono di voce “Sono qui per fargli una sorpresa e continuare con quello che abbiamo lasciato in sospeso questa mattina, non so se mi spiego” aggiunse con un tono di voce suggerente
 
“Si beh, ma…”
 
“Niente ma Hudson, io vado, tu resti!” lo gelò sul posto con il suo solito fare da HBIC che, fin dalle superiori, utilizzava ogni qual volta che qualcuno voleva impedirle di raggiungere il suo obbiettivo “Vedo che ci siamo capiti!” ghignò soddisfatta per non aver perso il suo caratterino che tanto la contraddistingueva nei corridoi del McKinley
 
Lentamente percorse quei pochi metri che separavano il punto del corridoio in cui aveva bloccato Finn e la porta in legno chiaro che delimitava l’ingresso dell’ufficio personale del marito e senza neppure bussare fece il suo ingresso nella stanza.
 
La scena che si ritrovò di fronte la paralizzò per completo.
 
Una ragazza bionda, che non riusciva a riconoscere visto che dava le spalle alla porta, era seduta sulla scrivania di suo marito con le gambe scandalosamente divaricate pronte ad accogliere un alquanto eccitato Noah Puckerman
 
“Oh cazzo!” esclamò Puck rialzando boxer e pantaloni che fino a pochi secondi prima giacevano a metà della gamba del giovane “Quinn, non è come credi!” bofonchiò la più ridicola delle scuse che un uomo colto in pieno tradimento dalla propria moglie potesse snocciolare a sua discolpa
 
“Si certo, la puttana che ti tiene tra le gambe è inciampata e tu accidentalmente le sei andato addosso???” sbraitò la bionda mentre l’altra ragazza cercava di rivestirsi senza svelare al sua identità, ma poco prima che questa potesse ricollocarsi la camicetta Quinn notò una piccola cicatrice sulla schiena che le permise di riconoscerla “Charlie” pronunciò in un lieve sussurrò “Sei un bastardo Puck con tutte le donne che potevi scoparti per tradirmi proprio mia sorella??” ringhiò cercando di trattenere le lacrime “Perché?”
 
“Quinn amore” tentò di avvicinarsi il giovane mentre Charlie oramai ricomposta si girava verso la sorella per osservare la scena
 
“Non azzardare a chiamarmi amore e neppure ad avvicinarti!” ringhiò violentemente “Non è la prima volta vero?”
 
Puck nell’udire la domanda che maggiormente temeva in quel preciso istante abbassò il capo incapace di sostenere lo sguardo ferito della moglie
 
“Da quanto va avanti?” domandò con un filo di voce mentre una lacrima solitaria le rigava il viso
 
“Quinn n...”
 
“Fa’ l’uomo Puck!” strillò la bionda stringendo i pugni “Da quanto va avanti?”
 
“Quinn ascoltami non…” tentò nuovamente di calmare le acque  
 
“Dal liceo!” parlò per la prima volta Charlie mantenendo lo sguardo ostile che la sorella le stava rivolgendo “E non credere che io sia stata l’unica!” aggiunse tagliente; voleva ferire la bionda ed era perfettamente riuscita nel suo intento “Sai quante scolarette e groupies si è fatto in nostro caro Puck in tutti questi anni?” sorrise così soddisfatta di sé stessa che non vide arrivare un sonoro ceffone da parte di Quinn
 
“Sei una puttana!” urlò la bionda colpendo un’altra volta il volto della sorella che tentò di rispondere, invano, al gesto ricevendo in compenso un forte spintone che la fece ruzzolare bruscamente sulla moquette che ricopriva il pavimento
 
Le urla erano talmente forti che ridestarono Finn dal suo stato di trans e lo spinsero a correre nell’ufficio per tentare di mediare nello scontro frontale che stava avvenendo
 
“Quinn tranquilla!” esclamò Finn raggiungendo il terzetto “Cerca di rilassar…” un altro sonoro schiaffo echeggiò tra le quattro mura di quello che in pochi attimi era divenuto un vero e proprio ring da combattimento
 
“Tu sapevi tutto e non mi hai mai detto nulla!” gli rinfacciò al gigante “Hai permesso che lo sposassi sapendo la verità! Sei un bastardo Finn tanto quanto lo è lui!” si voltò per indicare Puck
 
“Q lasciami spiegare ti prego!” la scongiurò il produttore musicale “So di aver sbagliato, ma…”
 
“Ma cosa Puckerman?” domandò con ferocia l’ex cheerleader osservando come Hudson aiutasse sua sorella a risollevarsi dal pavimento “Sai una cosa Noah?” gli urlò contro con tutto l’odio che in quello stesso momento aveva in corpo “Non avrei mai dovuto sposarti e non avrei mai dovuto permetterti di riconoscere Beth… questi sono i due più grandi errori che ho commesso in vita mia!”
 
“Non dire così Quinn, lo sai benissimo che io vi amo!”
 
Sbam
 
Un altro schiaffo
 
“Bastardo non osare mai più dire dinnanzi a me che ami me e tua figlia!” lo avvertì minacciosa “Se ti fosse importato della tua famiglia avresti smesso di fare il puttaniere in giro dopo la nascita di Beth!” si fermò per prendere fiato “Siete tutti dei bastardi dei grandissimi bastardi!” sbraitò dando un’occhiataccia ai tre ragazzi presenti nello studio “Di te non voglio più sapere nulla in tutta la mia vita Charlie!” la fulminò con lo sguardo “E per te Finn vale la stessa cosa!” si voltò verso il gigante “Mentre per quanto riguarda te Noah varrà la stessa cosa dopo che avrai firmato le carte del divorzio e la rinuncia alla custodia di Beth!” 
 
“Non puoi farmi questo Quinn!” urlò Puck
 
“Oh si che posso Noah Puckerman” ghignò beffarda “O non ricordi le condizioni che i miei genitori imposero affinché potessi riconoscere la bambina?”
 
Nell’udire quelle parole la mente di Puck ritornò indietro di 8 anni, al giorno della sua chiacchierata con Russell Fabray e a come una sua firma veniva posta su un documento
 
“Vedo che ricordi!” sogghignò la bionda dando le spalle al marito
 
“Dove vai?” domandò con un filo di voce il ragazzo con la cresta
 
“Via, lontano da te, da loro e da questa città!”


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Eccoci qui!!

Che dire... fino ad ora abbiamo scoperto che Santana è un prestigioso avvocato di Los Angeles, Quinn è una famosa fotografa di New York che si sta per dirigere a LA dopo aver rotto il matrimonio col donnaiolo di Puck (disgraziato vero?? con la sorella!!)

Rimane da scorpire, nei prossimi capitoli, chi sarà la star di calcio tanto attesa dalla squadra femminile di LA...

Ricordatevi che in questa storia ogni cosa accade sempre un motivo...

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, che la storia diventi entusiasmante e soprattutto che mi facciate sapere cosa ne pensate lasciandomi anche se pur breve recensione

Inoltre approfitto della pubblicazione per augurare a tutti un buon e felice Natale!!

Vi auguro con tutto il cuore di passarlo insieme alle persone che amate e che vi rendono in qualche modo felici!!

Al prossimo capitolo

Andrea
  
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