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Autore: Volleydork    23/12/2012    5 recensioni
Avevo sempre cercato di avere tre certezze nella vita, tutte irrimediabilmente distrutte.
La prima era che le fette di pane imburrato cadono, sui vestiti, dalla parte del burro. Abigail mi aveva dimostrato il contrario. Forse aveva a che fare con l'essere figlia della dea dell'amore.
La seconda era che nessuno dormiva con tanto gusto con quanto lo facevano i gatti. Tristan si era dato da fare a disilludermi anche su questo, addormentandosi sotto i miei occhi durante una lezione di traduzione.
La terza era che non c'erano altri campi per semidei oltre al mio. Ma, stando alle parole di Elliott, mio padre e compagnia non erano gli unici a essersi impegnati sotto questo aspetto.
Perché, va bene tutto, va bene che arriva la fine del mondo e tutto il resto, ma preferirei che non dovessimo chiedere aiuto a quei fricchettoni degli dei greci...
Ah, scusate! Non mi sono presentata: io sono Selina Potter, figlia di Odino.
***
E io non ho ancora finito di ammorbarvi con le mie long su Percy Jackson.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Percy Jackson, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tra cene e sbronze le cose vanno a rotoli come i Regina (non finiscono mai)




Scendere, si sa, è più facile che salire. Infatti il viaggio di ritorno fu molto più veloce rispetto all'andata. Dovemmo comunque passare un'altra notte all'addiaccio, sempre in una grotta, per la gioia di Tristan che si mise di nuovo a dormire all'esterno. Anche quella sera mi offrii di fare il primo turno di guardia, stavolta insieme a Talia, che si piazzò all'entrata della grotta di fianco a me e scrutò il cielo.
"Cos'è questa storia della luna?" chiese a un tratto.
Sobbalzai, non mi ero aspettata quella domanda improvvisa. Mi schiarii la voce.
"In realtà non lo so bene neanch'io, ieri mi sono accorta che era quasi del tutto scura. La conosci la storia della gobba? Era dalla parte opposta rispetto a come era sulla terra, quindi ho immaginato che fosse vicina la luna nuova. Forse però la storia della gobba non c'entra niente..."
Guardai Talia, che aveva inarcato con molta teatralità un sopracciglio nell'ascoltare il mio fiume di parole. Era proprio figlia di Zeus.
"La conclusione del discorso è che non lo sai?"
"Più o meno," borbottai. Capivo perché stava simpatica a Abigail, aveva un po' il mio modo di fare, brusco e diretto. Proprio per questo mi trovavo a disagio: io ero una persona molto insicura, e a volte la mia insicurezza mi portata ad assumere atteggiamenti bruschi. I miei amici lo sapevano e non si scocciavano troppo nei miei momenti più scontrosi. Ma con gente che si comportava nel mio stesso modo ero a disagio, perché non mi sentivo in grado di difendermi.
"Senza offesa, eh," mi disse Talia, stendendo le gambe davanti a sé.
"Non mi sono offesa."
"Sembrava di sì."
"Ti sei sbagliata."
"Se lo dici tu."
Tacemmo entrambe e tornai a guardare il cielo, mordendomi l'interno delle guance mentre cercavo la luna. La trovai.
Ma appena la vidi saltai in piedi.
"Ma che cazzo le prende?!"
Eccola lì quella maledetta, che si degnava di mostrarci ben metà della sua faccia. Luna si sporse dall'entrata della grotta e mi guardò perplessa.
"Sel, cosa succede?" chiese con voce assonnata.
"Guarda!" esclamai puntando un dito accusatore contro il satellite.
Luna strizzò le palpebre un paio di volte per cacciare il sonno, guardò il cielo e sgranò gli occhi.
"Ma cosa?..." mormorò.
"Non lo so, ci sto capendo sempre meno in tutta questa storia e vorrei non aver mai accettato questa maledetta missione! Accidenti a voi che mi avete convinta!" gridai.
"Sel, stai tranquilla," cercò di calmarmi Tristan, che si era svegliato di botto durante il mio sfogo.
"E accidenti anche a te che ti addormenti così in fretta, ma come fai?!"
Ormai avevo svegliato tutti, che in quel momento mi fissavano allibiti e sonnolenti.
"Senti, – Tristan mi appoggiò entrambe le mani sulle spalle per tenermi ferma, – adesso tu vai a dormire. Sto io di guardia con Talia. Entro domani siamo ad Asgard e chiederemo spiegazioni agli dei. Ok?"
Annuii e gli presi le mani per toglierle dalle mie spalle.
“D'accordo, ma non è necessario che mi mettiate tutti le mani addosso.”
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo.
“Perdonami per aver cercato di rassicurarti. Dai, va' a dormire.”
Mi infilai nella grotta e mi accoccolai di fianco a Luna, stesa in un angolo insieme a Clarisse. Appoggiate alla parete opposta c'erano Annabeth e Abigail, addormentate una contro l'altra. Chiusi gli occhi e mi misi ad attendere il sonno.

“Sel, sveglia.”
Nel dormiveglia mi girai su un fianco e agitai una mano in aria per mandare via chiunque stesse cercando di svegliarmi. Quel qualcuno non desistette dal suo proposito e mi scrollò.
“Sel, se non ti alzi, ti sveglio con le cattive e sai che posso essere molto perfido.” A quel punto riconobbi la voce di Tristan. Socchiusi le palpebre per abituarmi alla luce del giorno. Tristan era chino su di me e mi fissava con insistenza.
Però... – pensai con il cervello ancora offuscato dal sonno – sono belli i suoi capelli, la mattina.”
Non appena registrai quello che avevo pensato, scattai come una molla, tirai una testata in mezzo alla fronte del ragazzo e mi misi in piedi.
“Scusa, Tris,” dissi nel vederlo massaggiarsi la testa con aria sconvolta.
“Non è niente,” mormorò. Si rimise in piedi e uscì dalla grotta.
Distolsi lo sguardo da lui arrossendo. Ma che razza di pensieri mi venivano? Volevo gettare al vento anni di cordiale odio facendomi venire quelle idee? Scossi furiosamente la testa e uscii, stiracchiandomi i muscoli indolenziti. Non era proprio comodo dormire sulla pietra. Fuori trovai Luna e Abigail che chiacchieravano con Talia, Annabeth e Clarisse, Nico che provava a combattere con il martello di Adam e Tristan da parte con Percy, immerso in un racconto. Mi avvicinai a Luna.
“Avreste potuto svegliarmi prima,” feci notare loro.
“Ci abbiamo provato, ma non davi segni di vita,” rispose Abigail.
La mattina è molto difficile svegliarti,” continuò Luna. Mi morsi le labbra. Facevo fatica la sera ad addormentarmi, e la sveglia la mattina era una fatica comparabile a quelle di Eracle.
“Andiamo?” chiese Talia.
“Andiamo.” Mi mossi in direzione dei ragazzi e li chiamai.
Nonostante avessimo tutti le gambe dolenti, la discesa non durò molto. Al mio fianco avevo Talia, che aveva tutta l'aria di essere il capo, o comunque il secondo in carica.
“Puoi anche stare con i tuoi compagni,” le proposi a disagio.
“Preferisco stare qui.”
Tacqui qualche secondo.
“E così tu eri un pino,” dissi dopo un po', per fare conversazione.
Talia fece una smorfia.
“Lo sono stata. Per sei anni.”
“Com'è stato?”
Ancora prima di vedere l'occhiata che mi rivolse, avevo voglia di scavarmi una fossa e nascondermici dentro.
“Strano,” rispose.
"E cos'hai fatto prima di diventare un pino?" continuai imperterrita.
"Non sei obbligata a fare conversazione."
"Se non vuoi rispondere basta dirlo."
Ci chiudemmo entrambe in un silenzio ostinato. Solo un paio di minuti dopo Talia sospirò e disse:
"Sono scappata di casa a dodici anni."
Non feci commenti, rimasi ad ascoltare il suo racconto.
"Mia mamma... be', beveva un po' troppo, per usare un eufemismo. È morta qualche anno fa in un incidente. Non la sopportavo, e il sentimento era reciproco, così me ne sono andata. Qualche tempo dopo ho incontrato Luke. Io, lui e Annabeth abbiamo vagabondato insieme per quasi due anni. Poi, mentre stavamo raggiungendo il campo siamo stati attaccati dai mostri e prima di morire mio padre mi ha trasformato in un pino."
Il nome di Luke mi diceva qualcosa, l'aveva menzionato Tristan al Campo Mezzosangue.
"Luke era il ragazzo che vi ha traditi durante la guerra, giusto?"
Talia annuì cupamente.
"Già. Lui."
"Ma poi alla fine è stato lui a uccidere Crono, sbaglio?"
"Non sbagli. A quanto mi è stato detto, si è ricordato della promessa che aveva fatto ad Annabeth quando era ancora una bambina: saremmo stati una famiglia, cosa che era mancata a ognuno di noi tre. E in un momento di lucidità si è ucciso per salvarci."
"Non avrebbe potuto lasciare che lo uccideste?"
"Si era immerso nello Stige per accogliere lo spirito di Crono. Il fiume rende immortali, ma lascia un punto vulnerabile, a conoscenza solo di chi si è bagnato nello Stige."
Quando ebbe finito il racconto, rallentò e si andò ad affiancare ad Annabeth. Mi guardai in giro per vedere se qualcuno dei miei amici avesse visto che ero rimasta sola e venni notata da Adam. Stranamente non stava chiacchierando con Tristan, in quel momento impegnato in una fitta conversazione con Abigail. Inarcai un sopracciglio con aria sarcastica nel vederli, non erano mai stati particolarmente in confidenza, ma da come confabulavano sembrava fossero amici e confidenti da una vita.
“Hai tentato di fare amicizia con Talia?” mi chiese Adam con la sua voce profonda.
“Il tentativo non ha avuto molto successo, sto inanellando una gaffe dopo l'altra,” mi lamentai.
Mi tirò una pacca su una spalla.
“Non ci pensare. Senti, nel caso in cui trovassimo chi ha intenzione di uccidere Balder, cosa faremmo? Lo fermiamo?”
“Con le buone o le cattive,” confermai.
“Sarebbe stata molto più semplice la situazione se fosse stata colpa di Loki.”
“L'unico che può davvero dirsi felice di questo è Tris. Mi porteresti un po' sulla schiena? Mi fanno male le gambe.” Cercai di impietosirlo facendo una smorfia e massaggiandomi i polpacci. Non pensate male, non ci stavo provando con il fidanzato della mia migliore amica. Solo che fino da piccola avevo l'abitudine a farmi portare in giro da Adam quando ero stanca dopo gli allenamenti, lui era sempre stato abbastanza forte da farlo.
Adam si chinò leggermente sulle ginocchia per permettermi di salire e io gli saltai sulla schiena.
“Grazie!”
“Figurati.”
Gettai le braccia attorno al suo collo e mi tenni saldamente mentre ricominciava a camminare.
“Piuttosto...” dissi cambiando discorso.
“Sì?”
“Tu sai cos'ha Tristan in questi giorni? Si comporta in modo strano.” Avevo la vaga impressione di star diventando vagamente ossessiva su questo argomento, ma la cosa mi intrigava davvero e da sola non capivo niente. Immaginavo che ci fosse un segreto intorno alla faccenda, e non fosse solo una questione di disturbi gastrici, e contavo di fare leva sulla incontrollabile sincerità di Adam. Quel ragazzo non sapeva tenere segreti, gli sembrava un'ingiustizia nascondere le cose alle altre persone.
“No, non lo so...” rispose con incertezza.
“Davvero non lo sai? Sei il suo migliore amico, credevo ti dicesse certe cose.” Mi sentii un po' meschina nel vederlo così combattuto.
Proprio quando stava per cedere, un semideus ex machina venne un suo soccorso.
“Sel, ma non ti vergogni a sfruttare Adam in questo modo?” mi rimproverò scherzosamente Tristan. Gli feci una linguaccia.
“Hai paura che disturbi il tuo amichetto, che vieni subito a difenderlo? Guarda che Adam si sa difendere da solo.”
“Selina ha ragione, Tris, e questo mi ricorda che sento il bisogno di scaricarti, Potter.”
“Uffa.”
Scesi dalla schiena di Adam e ripresi a camminare, notevolmente riposata.

Arrivammo ad Asgard nel tardo pomeriggio. La reggia dorata scintillava nella luce del tramonto, uno spettacolo incredibile. Attraversammo i cancelli delle mura e attraversammo il giardino interno, una vera e propria foresta. Richiamai l'attenzione di Abigail.
“Potrebbe essere questa la foresta che ha sognato Sarah.”
Lei si guardò intorno e annuì.
Camminammo almeno dieci minuti prima di raggiungere la reggia vera e propria. Salimmo la scalinata d'ingresso, attraversammo il corridoio principale e trovammo Valaskjalf, il palazzo in cui era situato il trono di Odino. Lì trovammo mio padre, seduto su Hlidskjalf, il suo trono.
“Heimdall mi aveva avvertito del vostro arrivo,” esordì Odino. Il suo tono era freddo, molto diverso da quello che usava quando veniva a trovarmi al campo.
“Padre, dobbiamo parlare con gli altri dei. Abbiamo scoperto che Loki si dichiara innocente.”
Odino mi guardò a lungo, poi si alzò in piedi.
“Chiamerò un'assemblea. Fatevi trovare tra poco nel Vinglof.”
“Aspetta!” esclamai. Mio padre mi guardò con aria interrogativa.
“La luna – feci una pausa – in queste sere abbiamo osservato che non segue le varie fasi. Ieri era mezza, due sere fa era quasi completamente coperta. Come mai?”
“Con l'avvicinarsi di Ragnarok le fasi della luna diventano irregolari. Questo perché Hati, il lupo che insegue Mani, si avvicina sempre di più, fino a quando non lo divorerà. L'ombra della luna è l'ombra provocata da Hati.”
“Ma allora perché per noi sulla terra non è così.”
“Oh, quello ha a che fare con tutta la questione della scienza e della religione. Forse se tutti gli uomini adorassero ancora me e gli altri dei, allora vedereste anche voi le fasi irregolari. Ma da quando la gente non crede più nel nostro culto, i mondi si sono come separati.”
“Ok, grazie della spiegazione.”
Odino uscì dalla sala, lasciandoci soli. Mi girai verso gli altri.
“Andiamo.”
La sala del consiglio era in fondo al corridoio principale, un'enorme stanza dorata. Sulla parete opposta a noi c'era una vetrata e all'esterno un balcone che si affacciava su uno strapiombo. Davanti alla finestra erano posizionati due troni per Odino e Frigg e lungo le altre pareti erano stati allineati i troni delle altre divinità, alcuni dei quali erano già occupati. Vidi Ullr che sistemava dietro al suo scranno gli sci ancora umidi di neve, vidi Sif, sua madre, seduta accanto a lui e intenta a sistemarsi la chioma. La dea trattava i suoi capelli con particolare cura da quando le erano ricresciuti, dopo che Loki glieli aveva tagliati. Arrivò Freya, sotto forma di aquila, e si tolse il mantello che le permetteva di trasformarsi, riprendendo l'aspetto umano. Scrollò i lunghi capelli dorati che le cadevano oltre la vita e si sedette, raddrizzando l'elmetto di ferro calato sulla testa e appoggiando da una parte la lancia. Può sembrare strano che una dea dell'amore vada in giro armata, ma Freya era molto diversa da Afrodite e aveva l'abitudine a guidare le Valchirie nelle battaglie. Appena ci vide salutò con entusiasmo Abigail.
“Scusate.”
Ci spostammo dall'ingresso per far passare il dio che aveva richiamato la nostra attenzione, Freyr, gemello di Freya, accompagnato dal suo cinghiale d'oro, Gullinbursti. L'animale meccanico seguì mite il proprio padrone e si accucciò ai piedi del trono. Mano a mano la sala si riempì. Solo quando tutti i troni furono occupati, tranne quello di Loki di fianco a Thor, Odino e Frigg entrarono nella sala e si andarono a sedere nei loro scranni.
“Spiegate – cominciò mio padre – il motivo del vostro viaggio.”
“Padre, sulla terra, mentre parlavamo con le divinità greche, Talia, la figlia di Zeus è stata rapita – gettai un'occhiata verso gli altri dei. – Rapita da Loki.”
Quando conclusi la frase si alzò un coro di insulti. Mio padre riportò il silenzio battendo a terra la lancia, Gungnir.
“Quando siamo andati a recuperarla, Loki ci ha detto che l'ha fatto per aiutarci ad ottenere l'appoggio di Zeus e gli altri dei, e ha dichiarato di non voler uccidere Balder una seconda volta, ma che qualcuno sta agendo al posto suo per far ricadere la colpa su di lui.”
“E voi vi fidate della sua parola?” chiese rabbiosamente Idunn. La dea non si era dimenticata di quando Loki l'aveva fatta rapire dal gigante Thiazi.
“Sappiamo che non possiamo fidarci di Loki – affermai tentando di mantenere un tono sicuro – ma ci ha aiutati a convincere gli dei greci ad offrire il loro appoggio.”
Con metodi tutti suoi,” ammisi mentalmente.
Noi gli concediamo almeno il beneficio del dubbio,” conclusi.
Idunn aveva l'aria poco convinta, ma tacque.

E adesso perché siete qui?” chiese Frigg.
Perché sappiamo quando verrà ucciso Balder.”
Gli dei si guardarono gli uni con gli altri, mentre Frigg si alzava e veniva verso di noi.

E avete immaginato che non lo sapessi?”
Sgranai gli occhi e abbassai lo sguardo. Quando avevo deciso di venire ad Asgard non avevo tenuto in conto che anche Frigg sarebbe stata a conoscenza del destino del figlio.
Frigg mi prese il mento tra due dita e mi fece sollevare la testa.

Avete fatto bene. Avevo visto in sogno la morte di mio figlio, ma non sapevo quando sarebbe accaduto.”
Tirai un profondo sospiro di sollievo e la dea tornò a sedersi.

Quando accadrà?” chiese mio padre.
Una notte di luna nuova,” risposi.
Odino rimase pensieroso qualche secondo, il mento appoggiato a una mano.

Balder – disse infine – tieniti lontano dal vischio, in questi giorni. E stai sempre nel palazzo, non uscire per nessun motivo.”
Il dio annuì con aria mite e strinse la mano alla moglie Nanna. Aveva l'aspetto di un ventenne, con capelli biondi che toccavano le spalle, una barba leggera e gli occhi verdi.

Tu e i tuoi compagni passerete la notte qui, poi tornerete nel vostro mondo – stabilì Odino. – Il consiglio è terminato.”

Quella sera gli dei organizzarono un banchetto, a cui avemmo l'onore di partecipare. Prima di cena riuscii anche a farmi un bagno. Due notti all'addiaccio non ti lasciano proprio pulita.
A tavola venne servito un cinghiale intero arrosto, selvaggina, verdure bollite condite con il burro, patate e idromele. Io e i miei compagni eravamo seduti a una delle estremità della tavolata. Durante la cena Nanna se ne andò dicendo che si sentiva stranamente assonnata e si ritirò nel palazzo di suo marito, Breidablik.
Verso la fine del pasto metà degli dei cantava ubriaco sventolando in aria i boccali e l'altra metà russava collassato con la testa nel piatto. Thor stava raccontando di come aveva ottenuto il martello, trovando molto divertente, in particolare, la fine, quando Loki, per non farsi tagliare la testa da un nano per aver perso una scommessa, ricordava a questo di aver scommesso la testa ma non il collo. Gli unici commensali ancora sobri erano le dee, a parte Freya che stava cercando di infilarsi la coppa vuota come un elmo, Odino, che rideva ascoltando il coro dei parenti ubriachi, Balder e Tyr, il padre di Luna. Anch'io avevo la testa piuttosto leggera a causa dell'alcool e credo di aver tentato un paio di volte di affettare un pezzo di fagiano con il tovagliolo. Percy, dopo aver scoperto che l'idromele era alcolico, l'aveva sottratto a Nico.
Quando tutte le portate furono esaurite, tutti gli dei si ritirarono nei loro palazzi e ci dirigemmo nelle nostre stanze. Stavo per mettermi a letto, ma in quel momento si alzò un trambusto dal corridoio. Uscii dalla camera mentre passava Balder di corsa.

Nanna è scomparsa, aiutatemi a trovarla!” gridava a chiunque incontrasse.
Balder, cosa succede?” chiese Thor, mostrando tutta la sua grande capacità intuitiva.
Nanna non è nelle sue stanze, e sembra non esserci mai entrata. Il letto è ancora in ordine,” spiegò il dio cercando di mantenere la calma.
Thor si grattò la testa con aria pensierosa.

Dove pensi che sia?”
Non lo so! Dovete aiutarmi!”
Sif spostò di lato Thor e cercò di rassicurare il dio.

Stai tranquilla, Balder, sarà uscita a prendere una boccata d'aria. Adesso mandiamo qualcuno a cercarla.”
In quel momento dal giardino giunse un urlo. Un urlo di donna.

Nanna!” gridò Balder riconoscendo la voce della moglie. Corse verso l'uscita del palazzo e andò in giardino.
Balder, fermati!” urlai correndo dietro di lui. Lo seguii attraverso il giardino, a piedi scalzi e disarmata. In effetti fu una cosa abbastanza stupida non fermarmi a prendere l'ascia, ma avevo agito d'impulso.
Persi di vista Balder troppo presto. Il giardino era buio, le stelle erano luminose ma non abbastanza da permettermi di vedere più in là di qualche centimetro. Mi fermai a guardare il cielo per vedere se c'era la luna. Non era da nessuna parte. Era luna nuova quella sera.

Merda,” commentai.
Mi inoltrai tra gli alberi per seguire quella che speravo essere la direzione presa da Balder. In quel momento si alzò un secondo urlo femminile, seguito da quello di un uomo. Venni assalita dal panico.

Balder!” gridai. Non era una grande idea attirare l'attenzione su di me, sola e disarmata, ma la priorità era salvare Balder e per farlo dovevo scoprire dove si trovava. Mi fermai a riprendere fiato e rimasi in ascolto di qualche rumore: sentii un fruscio alle mie spalle. Mi girai di scatto. Distinsi nell'oscurità la figura massiccia di un essere grosso quanto un cavallo. L'essere emise un lungo e basso ringhio, che mi fece gelare il sangue nelle vene.
Fenrir...” sussurrai.
Il lupo fece un paio di passi verso di me.

Ci vediamo di nuovo, figlia di Odino.” Sentivo la sua voce bassa e profonda nella mia testa. Questo accadeva a causa del legame che avevamo: Fenrir e Odino erano destinati a scontrarsi durante Ragnarok e in quanto figlia di Odino, Fenrir era un nemico naturale anche mio.
Indietreggiai, sperando di inciampare in qualche bastone o sasso da lanciargli. Invece finii direttamente tra le braccia di un uomo, che mi tappò la bocca con una mano e con l'altro braccio mi bloccò tenendomi saldamente per il busto.

Tranquillo, Fenrir – disse l'uomo con voce melliflua – avrai tempo di giocare con questa bambina. Adesso dobbiamo andarcene.”
Il lupo emise un altro ringhio e si allontanò nella foresta, diretto all'ingresso delle mura. Mentre se ne andava sentii i rumori dei passi dei miei amici che arrivavano di corsa. Con un gesto veloce, l'uomo mi lasciò andare e, prima che potessi gridare, mi assestò un colpo sulla nuca con un oggetto duro e pesante, forse l'elsa della spada. Svenni.


 

 

 

 

 

 

 

 

 

***

Angolo dell'autrice:

Avevo promesso l'azione, ed ecco che arriva l'azione. Oh, povero Balder... Che ne dite, ho descritto bene la scena? A me sembra di sì.
Io
adoro gli dei norreni. Secondo me dovevano essere dei festaioli pazzeschi. Per questo li immagino bene a tenersi a braccetto e cantare tutti ubriachi fradici. Ullr era il dio forse dell'inverno, non si sa con certezza, Sif era la moglie di Thor a cui per scherzo Loki aveva tagliato i capelli, Freyr era il gemello di Freya, anche lui dio della fertilità e della bellezza. E poi c'è FreyaIo la adoro. Forse alcuni la immaginano un po' come Afrodite, ma in realtà sono molto diverse: Freya è spesso rappresentata con l'elmo, l'armatura e la lancia (un po' come Atena) anche se la parte inferiore è costituita da una gonna, guidava in battaglia le Valchirie e portava nel suo palazzo metà delle anime dei guerrieri morti sul campo di battaglia. Era sposata con Odr, che amava tantissimo. Ogni volta che il dio partiva, Freya si disperava e piangeva lacrime dorate. Non ho tentanto di farla strafiga a tutti i costi, era davvero un peperino.
Balder invece doveva essere un coccolone. Era il più buono tra gli dei e sua moglie Nanna, quando è stato celebrato il rito funebre di Balder è morta dal dolore.
Che bello, sono arrivate le vacanze! Così avrò molto più tempo per scrivere! *controlla il diario con i compiti* Ok, scherzavo.
Niente, chiudo qui le note di autore e vi auguro un felicissimo Natale! Mangiate tanto pandoro e panettone, mi raccomando!
A presto!




 

  
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