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Autore: Ranessa    14/07/2004    14 recensioni
Un Auror dell'Ordine. Un Mangiamorte. Le sue torture.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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[ Clung to her name ]


Sopporterei ciò che più mi offende
assisto a quei gesti guidati dalla tua stupidità
sopporterei ciò che più mi uccide
saprei restare comunque fedele a me stessa
viscidi sorrisi non riscaldano
tra bene e male ho già deciso
in fondo sai che le apparenze
non m'ingannano
mi hai soltanto strappato un po'
di silenzio....
facile risponderti che
puoi prenderti tutto
quello che vuoi
mi hai soltanto strappato un po'
di silenzio
soltanto strappato un po'
di silenzio
soltanto sprecato
il tuo nobile fiato...

“Fino all'ultimo”, Carmen Consoli


Sono qui da cinque giorni.
Lo so perchè l'ho segnato sui muri.
Linee tremanti tracciate con il sangue.
Il mio sangue.
Sangue sacro.

Pensano che parlerò. Che tradirò. Che non sarò in grado di sopportare le loro torture. Non troppo a lungo. Ma non mi conoscono. E si sbagliano. Oh, quanto si sbagliano. Solo perchè ora sono i più forti. Solo perchè nessuno di noi, ormai, è più riuscito a fermarli. Ma questa volta hanno torto. Lo capiranno presto.
Io non cederò.
Mai.

Sono qui da due settimane.
Continuo a segnare i giorni sui muri.
Resterò in questa lurida cella in eterno, e i muri non saranno più spogli.
No, perlomeno i muri non sono più spogli.

Loro torturano. Sono molto bravi. Sanno quello che fanno. Uno alla volta. Si danno il cambio. Niente incantesimi. Strumenti all'antica. Vogliono sapere. Fanno domande. Ma hanno penato anche loro. Perchè so difendermi. E la cella è piccola, ma prima hanno dovuto prendermi. Ma non demordono.
Mi hanno incatenata a una parete.
Non posso più segnare i giorni.

Sono qui da quando sono qui.
L'hanno capito. Non vengono più così spesso. Ma continuano. Ora minacciano. Mio marito. La mia famiglia. Non pensavo che le parole facessero così male. Non pensavo che le parole potessero davvero fare così male.
L'odio mi divora.
Sì.
Li odio.

Continuo ad essere qui.
Anche lui c'è. In piedi. Il mantello che lo avvolge. Sembra un angelo nero.
“Come ti chiami?”
Dico il mio nome.
Il colpo arriva, doloroso.
“Prigioniera n° 5739. Come ti chiami?”
Ripeto il mio nome.
Colpisce di nuovo.
“Prigioniera n°5739. Come ti chiami?”
So cosa vuole.
Ma io non sono prigioniera n°5739.
Io sono io.
Un altro colpo.

Anche loro continuano ad essere qui.
Continuano con le loro stupide domande.
“Dove vi riunite?”
“I nomi, vogliamo i nomi.”
“Quanti siete?”
“Perchè continui a combattere? Hai già perso.”
Ho perso? Davvero? Lo pensano davvero? Ma io sono viva. Questo è perdere? Se è così voglio essere perdente per sempre. Voglio stare qui dentro per sempre. Sopportare le loro torture per sempre. Solo per beffarmi di loro.
Della loro stupidità.

So cosa vogliono fare. Vogliono togliermi il mio nome. La mia identità. Così non sarò più nessuno. Così sarò loro. Ma non ci riescono. Non ci riusciranno. Perchè io so chi sono.
Io so chi sono.

La cella è piccola.
Lo so.
Lo sento.
Sto impazzendo.

Mi hanno tolto le catene. I giorni mi sono sfuggiti. Avevo provato a tenere il conto a mente. Ma loro non sono gentili. Svenire sotto i loro colpi non mi ha aiutato. Ma è molto che sono qui. Oh, sì...
è davvero molto...

Passi. Si avvicinano. Entrano. È sempre lui. Ci ha preso gusto. Fa quello che deve fare. Gli altri sono fuori. Ascoltano. È sempre così. Ma non serve a niente. Perchè io non parlo. Mi ha soltanto strappato un po' di silenzio. Mi volta le spalle. Se ne va. Ha soltanto sprecato il suo nobile fiato. Lo odio. Lo odio e mi aggrappo alla porta con le unghie e urlo.
“Lo so che mi sentite, luridi bastardi! Voi brucerete all'Inferno con me! Avete capito? Brucerete all'Inferno con me!”

Le pareti non sono più spoglie.
Il mio nome vi è ripetuto.
Centinaia di volte.
Ripetuto con il sangue.
Il mio sangue.
Sangue sacro.
Ed io non sono più sola.
Io non sono mai stata sola.
Io ho il mio Nome.


















Bellatrix Lestrange e gli Auror che la imprigionarono.

   
 
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