Omicidio ad Hogwarts
PRIMA DI INIZIARE: Molti si staranno chiedendo se è comico. Per niente! Ho deciso di scrivere un racconto giallo, perché sono rimasto affascinato da Sherlock Holmes(che poi è il mio mito). Ora invece parlo agli amanti del comico-demenziale: “Fratelli, non preoccupatevi, ho pronte altre cose da farsela addosso dalle risate. Se Erika me le pubblica! Pace e pene”. Mi sa che questa parte è durata anche troppo, direi di iniziare col giallo! Via con l’omicidio!
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Hogwarts, siamo ormai giunti al
settimo anno per Harry Potter. Eccolo lì che passeggia in compagnia dei suoi due
migliori amici. Ormai l’anno scolastico è iniziato da un paio di mesi. Ron si
ferma di colpo, il suo sguardo passa sui due amici, poi sul suo braccio ed
esclama “Oh, cavolo mi sono dimenticato il libro in classe”. Detto questo corre
via a più non posso. Non era la prima volta che Ron si comportava così, anzi da
un po’ di tempo a questa parte abbandonava spesso i due amici per recuperare
oggetti vari.
I due ragazzi entrarono in sala
grande, Hermione si mise al tavolo per leggere un libro, mentre Harry si sedette
sulla poltrona. Harry era follemente innamorato di una bella ragazza di
Corvonero, di nome Hellen. Hermione stava facendo finta di leggere. Harry
ultimamente si stava assentando molto spesso e ogni volta che la ragazza glielo
faceva notare lui cambiava discorso. Harry si svegliò la mattina
seguente, la notte non aveva dormito quasi niente, pensava sempre alla sua
Hellen. Quella mattina avrebbe finto di star male per vedersi con la ragazza.
Ron si stava svegliando “Già in piedi Harry?” disse tra uno sbadiglio e l’altro.
Harry si avvicinò all’amico e gli disse “Senti Ron, sai mantenere un segreto?”
“Naturalmente, lo sai che ti puoi fidare di me” “Ron, sono innamorato, questa
volta è una cosa seria. Non come per Cho” “Wow e chi sarebbe la fortunata?” “Beh
in verità non te lo dovrei dire...ma chi se ne frega, si chiama Hellen Isaacs”
“Oh...Hellen Isaacs hai detto?” “Si perché, la conosci?” “No, di che casa è?”
“Corvonero, è bellissima, ha degli occhi stupendi e poi quando ti parla...”
Harry confessò tutto il suo
piano a Ron. Più tardi scesero a fare colazione e Harry mise in atto il suo
piano. Lui e la ragazza si trovarono di fronte alla stanza delle necessità.
“Ciao Harry” disse lei “Ciao Hellen, volevo dirti una cosa, è da molto tempo che
vorrei dirtelo...tu sei una ragazza carina, simpatica e intelligente, insomma...volevo
dirti che sei fantastica e...che... tu mi piaci moltissimo Hellen” la ragazza
arrossì violentemente e disse “Beh ecco...io...anche tu mi piaci”. I due si
avvicinarono e presero a baciarsi con passione, infine entrarono nella stanza
delle necessità. Questa volta la stanza era vuota, a parte per un letto a due
piazze posto nel centro della stanza.
I due si stavano rivestendo, per
Harry era stata la prima volta. Prima di andarsene lei gli si avvicinò. Mentre
erano incollati da un bellissimo bacio, la maniglia girò, i due non si accorsero
di niente, ma per il ragazzo che entrò non fu lo stesso. “Hellen, tu...” “Oh,
Draco, te l’ho detto mille volte. Non sono più la tua ragazza, lasciami in
pace!” “Cosa, come...voi vi conoscete? Che sta succedendo?”disse Harry. “Lei”
continuò Draco “È la mia ragazza!” “È vero?” chiese Harry “Lo ero, ma non ha
ancora capito che tra noi è finita secoli fa” rispose la ragazza. Draco fece la
faccia offesa e se ne andò sbattendo la porta. Harry rimase perplesso, così
quando Hellen se ne accorse lo rassicurò dicendo “Harry, guarda che tra me e
Draco è veramente finita. Fidati di me”. Detto ciò, gli si avvicinò e
sussurrandogli all’orecchio “È meglio che vada, si è fatto tardi e le mie amiche
sospetteranno qualcosa”. Lo baciò e se ne andò.
Harry era stupito dall’accaduto,
era talmente concentrato che non si accorse neanche di essere arrivato alla sala
grande per il pranzo. Le parole di Hellen l’avevano ormai rassicurato, e pensava
al discorso tra lei e Draco con molta soddisfazione, tanto che quando Ron lo
chiamò, per lui fu come svegliarsi all’improvviso. “Ehi, Harry , sei sicuro di
stare bene?” chiese l’amico “Certo che sta bene, anzi, vedo che si è trovato una
nuova ragazza” esclamò Hermione “Co...come scusa?” domandò lui “Beh, non
tutti i ragazzi portano il rossetto, specialmente sulle guance”. Il
ragazzo sorrise e si pulì il rossetto. “Certo che a te non ti sfugge niente!”
esclamò Ron. Harry si sedette e vide gli occhi dei due amici che lo fissavano
avidi di risposte. “E allora? Come è andata? Non come con Cho spero” domandò Ron
con un sorriso maligno. Così Harry raccontò loro la vicenda soffermandosi in
particolar modo su Draco.
Harry era nel suo letto, non
riusciva a chiudere occhio, ripensava continuamente agli avvenimenti della
giornata. Dopo varie ore riuscì ad addormentarsi, ma continuava a sognare
l’incontro con Hellen. Si svegliò di soprassalto, Ron
lo stava schiaffeggiando, era pallidissimo “Harry, presto corri è successa una
cosa terribile a...” “Che c’è Ron?” “Harry devi correre, vieni”. Il ragazzo si
vestì in fretta e seguì Ron. Attraversarono correndo diversi corridoi, infine
arrivarono in un punto dove era accalcata una piccola folla di alunni ed
insegnanti. I due amici si fecero largo in mezzo alla gente, finalmente vide il
motivo di tutta quella gente. Harry si sentì mancare, il cielo gli stava cadendo
addosso , non riusciva a respirare. Ron lo sostenne. Per terra giaceva il
cadavere di una ragazza in un laghetto di sangue e un coltello dove si trovava
il cuore. Non poteva essere, Hellen, non poteva essere morta. Harry si accasciò
vicino al cadavere, ora era in ginocchio affianco al suo corpo, la toccò, era
fredda, un freddo che solo la morte portava con se. Dalla folla un braccio lo
prese e lo portò via. Era la McGranitt, la sua faccia era più che preoccupata “È
meglio che vada a riposarsi signor Potter” disse lei. Harry s’incamminò via,
non riusciva ancora a crederci, entrò nella sala comune di Grifondoro, salì nel
suo dormitorio e si accasciò sul cuscino. Pochi minuti dopo arrivò Hermione,
ansimando dalla corsa “Oh Harry, Ron mi ha raccontato tutto, è terribile,
dobbiamo...è terribile”. Ma il ragazzo non l’ascoltava, stava li a guardare il
vuoto provocato dalla morte.
Più di una settimana dopo Harry
si era in parte ripreso. Riusciva anche a parlare e a mangiare, non voleva
tornare mai sull’argomento e aveva sempre una faccia terribilmente depressa.
Intanto le indagini sull’omicidio non erano migliorate. Hermione e Ron pensavano
che fosse stato Malfoy, ma era stato scagionato perché all’ora dell’omicidio era
nella sala grande a fare colazione. “Harry, bisogna che inizi a
fartene una ragione, è morta, mettiti il cuore in pace, non tornerà” disse
Hermione un giorno mentre passeggiavano nei corridoi. Lui si limitò a guardarla
di traverso “Harry, non puoi fare niente...” “Si che posso! Posso trovare il
bastardo che l’ha uccisa in quel modo, posso incastrare Malfoy!” gridò Harry.
“Senti Harry, abbiamo già dimostrato che Malfoy non c’entra nien...” “Invece è
stato lui!”.
In seguito iniziarono ad
investigare sulla morte della ragazza. Harry pian piano stava migliorando, il
suo umore era sempre migliore. “Se non è stato Malfoy, chi può
essere stato?” chiese Ron, “Bisogna iniziare a sapere con chi usciva, le persone
che frequentava e tutto il resto”rispose Hermione. Passarono i giorni chiedendo
agli amici e amiche chi frequentasse. Il suo campo di conoscenze era abbastanza
ristretto, anche se c’erano dei buchi nell’arco della sua giornata. “Allora che
è che ha dei buchi durante la giornata?” chiese Hermione guardandosi intorno
nella sala grande. “Io ne avevo, ma erano giustificati” disse Harry “Si Hellen
era un buon motivo, poi quando è successo tu eri addormentato”, mentre Hermione
pronunciava queste parole, il coltello di Ron cadde e lui si dovette inchinare
per raccoglierlo. Harry riconobbe il gesto, aveva fatto la stessa cosa tempo
addietro, così disse “Ron?” “Si Harry?” “Non è che per caso ci stai nascondendo
qualcosa? Come mai ti assentavi spesso? Perché quando andavi a riprendere i
libri ci mettevi così tanto?” “Oh Ron, non sei stato tu vero?” “No, io non
c’entro niente” “E allora perché tutti quei vuoti? Dove eri al momento
dell’omicidio?” “Io non... beh io” “Io cosa?” “Io...non posso dirvelo”. Harry sentiva ribollire la
rabbia per il suo migliore amico. Era veramente stato lui? Da quel giorno, Harry
e Hermione iniziarono a diffidare di Ron, finché un giorno, mentre erano davanti
l’aula di Trasfigurazione, gli si avvicinò una ragazza. Quest’ultima chiese
“Ciao, avete visto Ron? So che siete suoi amici” “E tu chi sei? Perché stai
cercando Ron?” domandò Hermione “Io...beh, io sono la sua ragazza...” rispose
timidamente lei. Di colpo fu tutto chiaro. Anche Ron si assentava per un valido
motivo, ecco perché ci metteva così tanto a recuperare gli oggetti, non poteva
essere stato lui. “Quindi la mattina del delitto eravate insieme?” “Beh, si, ci
eravamo dati appuntamento...”.
I due corsero a scusarsi con
Ron, il ragazzo continuò a tenergli il broncio per due giorni, ma alla fine
fecero pace. Harry era quasi tornato normale, l’unica cosa che gli importava era
la vendetta, appena compiuta sarebbe stato libero. Passarono altri giorni, le
indagini non portavano a nulla o a Draco. “Se non è stato Malfoy chi può essere
stato?” “Senti Hermione, deve per forza essere stato lui!” “Harry, ne abbiamo
parlato mille volte lui non può essere stato, era in sala grande” “Allora
investighiamo di più” “Vorresti dire che....Oh, ma certo!”. Detto questo
Hermione fuggì via. Quando Harry e Ron entrarono nella sala la trovarono intenta
a studiare i fogli con gli appunti delle indagini. “Harry, prendi il mantello,
Ron armatevi di bacchetta, queste sono prove schiaccianti”. I ragazzi fecero
quello che gli era stato comandato. Uscirono sotto il mantello, andavano da
qualche parte, Harry non capiva bene dove. Ad un certo punto si ritrovarono
dietro Draco Malfoy, lo pedinarono anche quando entrò dentro la sala dei
Serpeverde. Quando furono dentro salirono la rampa di scale, guidati sempre da
Hermione e si infilarono sotto un letto. “Questo è il letto di Draco” disse
Harry “E tu come lo sai?” chiese Ron, “Perché c’è la foto di suo padre che
spunta dal baule”. Hermione aprì il cassone fino a quando esclamò “Eccovi qua!
Mosche Criospa, sanguisughe, erba fondente e centinodia” “E che cosa sarebbero?”
domandò Ron incuriosito. “Shh, venite di qua”. Hermione rovistò in vari bauli di
vari ragazzi fino a quando trovò qual cosa “Oh, si deve essere stato lui, si
chiama? Mark Dyer” disse leggendo il nome in un libro appartenente al ragazzo.
Hermione fotografava tutte le cose degne d’importanza. Fino a quando esclamò
“Ok, scendiamo”, scesero di nuovo le scale, Draco se ne stava per andare, lo
seguirono fino a quando arrivò alla guferia. Stava legando un messaggio ad un
gufo, quando Hermione decise di uscire allo scoperto. “Bene, bene, bene” disse
lei avvicinandosi al ragazzo, contemporaneamente anche Harry e Ron si tolsero il
mantello. “Cosa c’è che va bene?” chiese Draco con quella sua voce fredda di
sempre. “Complimenti un ottimo omicidio, nessuno ti avrebbe mai potuto
incolpare” “Lo sapete benissimo, io ero in sala grande...anzi, sono stato io, è
stato un piacere uccidere quella stupida, tanto non avete prove contro di me”
“Questo è quello che pensi tu Malfoy” “Cosa vorresti insinuare, stupida
mezzosangue?” “Allora...Ricostruiamo l’omicidio. Malfoy decide di assassinare la
ragazza, sa di essere il primo della lista dei sospettati, quindi deve
procurarsi un alibi. Si mette d’accordo con un suo amico, il signor Dyer,
preparano insieme la pozione polisucco. Mark prende le sembianze di Malfoy e va
in sala grande, mentre il vero Draco, sotto il mantello dell’invisibilità
regalatogli dal ricco padre, compie l’omicidio. Dopodiché Dyer torna al
dormitorio per riuscirne poco dopo nelle sue vere sembianze mentre tu, Draco
tornavi te stesso in compagnia di Tiger e Goyle” “Complimenti, ottimo
ragionamento, anche se resti una mezzosangue. Siete stati bravi, ma non
sopravvivrete per raccontarlo... Avada Kedavr...”. Non ebbe il tempo di
finire. L’incantesimo di Expelliarmus di Harry fece volare via la sua bachetta.
Ora Harry gli puntava la bacchetta addosso “Finalmente la vendetta sarà compiuta
Avada Keda...”. Il ragazzo non riuscì a finire la maledizione, perché
Draco cercando di fuggire era indietreggiato. Forse anche troppo, perché perse
l’equilibrio e cadde con un sonoro tonfo. La vendetta era compiuta, Malfoy era
morto senza bisogno di usare nessuna maledizione. “Beh, si può dire che io non
l’ho ucciso, no?” chiese Harry “Questo è tutto da decidere” gli rispose
Hermione. I tre si coprirono col mantello e filarono via. Quando furono tornati
nei loro dormitori Ron disse “Ora ci devi dire come hai fatto a capire tutto” “È
semplice. Quando Harry mi avete detto che bisognava indagare di più su Malfoy mi
è venuta in mente la pozione Polisucco. Così abbiamo pedinato Draco e nel suo
baule ho trovato gli ingredienti. Poi ho cercato negli altri bauli fino a quando
ho trovato i capelli di Draco. Come sospettavo, il possessore dei capelli era
uno dei pochi che quella mattina si era svegliato tardi, così ho ricostruito
tutto l’accaduto” “Bello, pensi che dovremmo raccontarlo a qualche insegnate?”
“Penso proprio di no, credo che Harry verrebbe accusato di omicidio, invece è
meglio che si sappia che la vendetta è stata fatta” “E come faranno a saperlo?”
“Semplicemente, perché ho lanciato un foglietto con scritto ‘VENDETTA’. Non
preoccupatevi, i caratteri sono irriconoscibili, e non possono passare a
Verisaterum tutta la scuola, quindi siamo liberi”. A queste parole Harry scoppiò
a ridere, era una risata vera, finalmente era contento.
La questione degli omicidi venne
archiviata e mai risolta, anche se tutti sapevano che in qualche maniera ci
entrava il terzetto. Harry non dimenticò mai la ragazza, anche se presto si
innamorò di nuovo. E qui è il caso di dirlo:
E vissero tutti(Tranne Draco)
felici e contenti!!!