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Autore: El_Roy    24/12/2012    2 recensioni
Tutto iniziò dalla fine e con un gabinetto.
...
Suona strano, ma effettivamente è così che inizia la storia. Dopo "The Sontaran Experiment" e "The Sontaran Stratagem", perchè non concludere la trilogia? Beh, per svariati motivi che ho ignorato.
Buon divertimento!
Genere: Avventura, Comico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Magari passeggiando per Lecester Square vi domanderete cos'è quella specie di enorme scavatrice che è sbucata al centro della piazza e che sfrigola rumorosamente. Magari se foste degli attenti osservatori notereste che non è propriamente una scavatrice come la mente umana dipinge solitamente il suo concetto, ma piuttosto un qualcosa con una grande trivella sulla pancia che punta al suolo e sopraelevata da quattro zampe metalliche aracnoidi. Tralasciate l'occhio rosso che zigzaga furiosamente; se riuscite a vederlo siete troppo vicini e datevela a gambe. Sul serio. A gambe.
Diciamo però che siete dei folli (e dopotutto siete umani, quindi non me ne stupirei per niente) e che decidete quindi non solo di avvicinarvi abbastanza da scorgere la gelida pupilla vermiglio, ma anche di entrare all'interno della bizzarra macchina. Se schivate un paio di Sontaran a guardia, prendete il corridoio a destra e proseguite dritto fino ad una porta pesante con un oblò sopra e, se vi pare, apritela. Dentro troverete me.
No, non sono James Bond anche se la situazione può essergli familiare. Legato ad un tavolo, con un sadico bellicoso alieno che armeggia con un dispositivo laser puntato direttamente al mio inguine (ma ancora inoperoso, per fortuna!) e nessuna via di scampo.
"Dottore! Stavolta la fine è vicina, e l'Impero Sontaran conquisterà con il suo pugno d'acciaio questo ammasso di pietre!" sbraita il tipo che pare aver sistemato il laser.
Comunque, eccomi qua. Sono il Dottore, su una scavatrice Sontaran emersa dalle profondità della Terra e se dovessi dirvi se solo 24 ore prima avessi immaginato di essere in una situazione come questa....beh, probabilmente direi di si, ma solo perchè mi capita un sacco spess.....
 
....whops! Cos'è stato? Qualcosa là fuori ha fatto "kaboom!" e tutto si è mosso per un attimo. Ok, tutto pare tornato normale, se per "normale" intendiamo "situazionesenzascampoconunSontaranapochimetrididistanza". Se non altro è uno solo, magari riesco ad ingannarlo in qualche mod...
 
...oh, fantastico. Eccone altri tre.
"Sono il Dottore, non sono un idraulico accidenti!"
"Cosa stai urlando, Signore del Tempo?" mi chiede il Sontaran appena arrivato con in braccio un fucile più alto di lui.
"Niente, un piccolo sfogo che serve a ricordarmi QUAL E' IL MIO POSTO!" dico mentre mollo un calcio nel vuoto per la rabbia. Sul serio, dovevo lasciar perdere quel gabinetto. Aah, se solo avessi una macchina del tempo. Si certo, ce l'ho, ma è un modo di dire no?
Mh. Sto iniziando a pensare troppo. Parlo davvero così tanto? Oh cielo, fa che non l'abbia sistemato.
"Il laser è sistemato, Dottore! Pronto a farti dividere a metà? Danzeremo sui tuoi resti e berremo copiosamente sulla tua dipartita. Sontar-ha! Addio, Dottore!" 
E il Sontaran abbassa la leva. Con un "fzzz" il laser si accende e  punta poco più in basso del mio povero inguine che urlerebbe, se potesse. Trapassa il tavolo incenerendo l'obiettivo su cui è puntato e poi inizia lentamente a scorrere verso di me. E' davvero un modo stupido per farmi fuori. Perchè non possono farlo e basta?! No, la tortura psicologica.
"Oh, oh, oh, oh, ok! Ok! Avete vinto! Mi arrendo! Ora slegatemi e me ne andrò! Siete più forti voi!" tentativo patetico. Non funzionerà mai.
"Tentativo patetico!" risponde uno dei Sontaran "Non funzionerà mai!"
Ecco, per l'appunto. Pensa, Dottore, pensa stupido vecchio Dottore!
"Ah! Ehm! Ultimo desiderio?" improvviso poco speranzoso, mentre il laser è a pochi centimetri dal primo contatto con la mia carne di Signore del Tempo. Non sono mai stato abbrustolito prima d'ora, chissà che odore ho.
"Abbraccia la morte con onore, Dottore! Sontar-ha! Sontar-ha! Sontar-ha!" Tutti gli altri Sontaran partecipano al coro di battaglia, ma io sto seriamente per lasciarci le penne stavolta. Sollevo un po' le gambe giusto per dare qualche centimetro in più al mio corpo, ma le braccia completamente bloccate mi impediscono ogni altro genere di movimento. Gli altri Sontaran sono un po' distanti dalla tavola, ma anche se riuscissi a sopraffare in qualche modo questo soldato con le sole gambe, dovrei spegnere il laser e cavermela in qualche modo anche contro gli altri. Il che potrebbe essere davvero complicato. Questa situazione indica chiaramente due cose: a) che il piano B non ha funzionato. 2, o b) che dovrò morire per mano di alieni patata. Più di mille anni ed è il tubero a fregarmi, oh andiamo! Accidenti! Ci siamo.
 
[24 ore prima]
"E' giusto Dottore, è giusto. Lo sai  che Amy e Rory devono vivere la loro vita e tu non puoi pretendere che stiano sempre a viaggiare nel Tardis e a rischiare il collo nelle tue folli avventure. Devono avere i loro spazi, stare un po' da soli, tempo da marito e moglie". Questo è quello che mi ripetevo in testa mentre vorticavo con il mio Tardis in tutto lo spazio e il tempo. "Inoltre tu hai finalmente il tempo di vedere cose che magari i Pond non avrebbero apprezzato! I Tucani di Karakovio! Con colori per i quali ancora non sono stati inventati dei nomi! Le distese erbose di Letamio...beh, non ci prendiamo in giro, lì c'è solo puzza. E i Pond avrebbero gradito i Tucani. Aaaaah!" Sospirai, assorto nei miei pensieri e un po' indeciso sulla mia prossima meta; ma (s)fortunatamente, la carta psichica mi venne in aiuto. La sentii bruciacchiare nella tasca della mia giacca e la estrassi sospettoso mentre con l'altra mano mi sistemavo il ciuffo più per riflesso che per estetica. Sul pezzo di carta apparentemente intonso, campeggiavano parole che anche a me suonarono incredibilmente bizzarre: "Mi è sparito il gabinetto. Credo di aver bisogno di te, Dottore. Craig." Oh che gentile Craig a scrivermi sulla carta psichica. No aspetta, come fa Craig a scrivermi sulla carta psichica? Non lo vedo da quella faccenda dei Cybermen! Gli è sparito il gabinetto, mh. In effetti suona strano, di solito i gabinetti non se ne vanno in giro sulle proprie gambe a far baldoria; anche perchè di solito non hanno le gambe, se escludiamo "I Gabinetti Danzanti di Madam Frougart", nome francese ma originaria del Pianeta Deshowkingartergantur. Potrei dare un'occhiata. O, invece, potrei farmi i fatti miei e andare a teatro. 
...
Oh, andiamo, chi prendo in giro. Andiamo a dare un'occhiata.
Fu così che qualche "wroomp wroomp" dopo atterrai a Colchester, in una radiosa giornata soleggiata e immersa negli allegri fischiettii di qualche volatile in vena di cantare. Feci capolino dal mio Tardis e constatai giubilo di aver fatto centro e di essere atterrato proprio davanti a casa di Craig. Festa grande per le mie doti di pilota, wooo-oooh!
"Knock knock!" scandii mentre bussavo con le nocche sulla porta. Craig imprecò un po' contro i venditori ambulanti, asserendo che "non è un buon momento" e di ripassare più avanti, magari anche quando sua moglie sarebbe rincasata. Poi spalancò la porta e mi fissò a bocca aperta, come ogni volta.
"Dottore....Dottore....Dottore? Dottore! Non è...io...non è possibile." fece mentre si guardava alle spalle ed indicava un punto non precisato della casa.
"Certo che lo è, Craig. Tu hai chiamato, io ho risposto." dissi mentre mi sistemavo il farfallino. Tocco di stile.
"Io...effettivamente io ho pensato a te, Dottore...ma non credevo davvero che..."
"Oh, capisco." mi era chiaro finalmente "Ricordi la prima volta che ci siamo incontrati? Quella brutta faccenda con il tuo....coinquilino? Ti detti un po' del mio sapere, delle mie memorie. Residuo psichico, carta psichica. Tu pensi a me, lei intercetta; ma non farci l'abitudine, la scia prima o poi evapora. Comunque..." feci mentre mi facevo spazio verso Craig e gli stampavo due impacciati baci sulle guance. Quest'usanza terrestre continuava a risultarmi un po' atipica. Quanti baci dovevo dare? E dove? E dovevo solo abbozzarli o sfiorargli le guance? O magari appoggiarle? Ora gli stringo la mano.
"...vediamo questo gabinetto." conclusi.
Craig mi fece strada ancora un po' stupito dal mio repentino intervento.
"Sophie e Alfie sono fuori casa. Dalla madre di Sophie, qualche giorno. Ho sempre paura quando se ne vanno, perchè di solito è il momento buono in cui succede qualcosa che non posso sistemare senza l'aiuto di...."
"...di un Dottore, si." conclusi io. Craig sorrise timidamente e poi mi abbracciò inaspettatamente.
"Ma che rimanga tra noi." disse poi puntandomi contro un dito semi-accusatorio. Mi fece strada verso il bagno e spalancò la porta. 
Effettivamente il gabinetto non c'era più.
   
 
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