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Autore: El_Roy    05/01/2013    1 recensioni
Tutto iniziò dalla fine e con un gabinetto.
...
Suona strano, ma effettivamente è così che inizia la storia. Dopo "The Sontaran Experiment" e "The Sontaran Stratagem", perchè non concludere la trilogia? Beh, per svariati motivi che ho ignorato.
Buon divertimento!
Genere: Avventura, Comico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Companion - Altro, Doctor - 11
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, ok, sto per morire. E' meglio che mi metta l'animo in pace ed accetti questa condizionNONVOGLIOMORIREVIPREGOSALVATEMIIIIIIIIII!!!!!!!!
Avete presente quel luogo comune secondo il quale nel momento della tua morte dovresti rivivere la tua vita in pochi istanti? Beh, ho più di mille anni. Questo spiegherebbe perchè ne sto vedendo solo gli highlights. Tutte le mie vite, tutti i miei companion, i miei viaggi, i miei nemici e quella bellissima cabina blu con quel suono così dolce. Sta tutto per finire; non darò ai Sontaran la soddisfazione di cancellarmi nel silenzio e nella paura, devo trovare una frase ad effetto per la mia grande uscita di scena, qualcosa che si porteranno dietro come un monito echeggiante per il resto delle loro vite da clone. Raccolgo tutto il fiato possibile e con le mie vite precedenti che vorticano ancora dietro le mie palpebre chiuse urlo: "GRADIRESTE UNA JELLY BABY?"
 
[Un passo indietro]
"Ok Craig, il tuo gabinetto non c'è." dissi perplessamente eccitato mentre scannerizzavo con il mio cacciavite ciò che restava del gabinetto: un buco nel pavimento che portava verso un nero abisso apparentemente senza fine. Poi un pensiero ansioso mi balenò in testa e guardai imbarazzato Craig.
"Non è che....cioè, voglio dire. Non è che mentre il gabinetto è sparito tu stavi...stavi...gabinettando, giusto?" Craig parve capire e alzò gli occhi al cielo come fà di solito quando ho quasi colto nel segno.
"No, Dottore non ci ero seduto sopra. Stavo per sedermici, ma quello con un boato se n'è andato via, risucchiato chissà dove da chissà chi. Sophie impazzirà e mi rimprovererà, ne sono sicuro." Mentre Craig continuava a piangersi addosso mi sporsi verso l'abisso aggrottando la fronte. Se volevamo scoprire che fine avesse fatto il gabinetto di Craig, c'era un solo modo di affrontare la faccenda.
"Devo scendere là sotto." annunciai, interrompendo le lamentele adolescenziali del mio amico. "I gabinetti non scompaiono così, per magia. Scompaiono perchè qualcuno se li porta via. Era un bel gabinetto? Oh cielo, un ladro di bei gabinetti? Sarebbe terribile! Pensa a tutta la Terra senza un posto per..."
"Dottore, vengo anche io." Mi sistemai il cravattino dando le spalle a Craig e sorrisi tra me e me: sapevo che non avrebbe resistito. Ad ogni modo recitai la mia parte ancora una volta: "No Craig, non puoi. E' troppo pericoloso. Non sappiamo quali creature e pericoli ci attendono nell'oscurità là sotto."
"Se rimango qui qualcosa potrebbe spuntare dalla voragine e sarei da solo. E' pericoloso in entrambi i casi Dottore." Craig aveva totalizzato un punto. Annuii incerto mentre lui aggiungeva: "E giusto perchè tu lo sappia, la teoria del ladro di gabinetti è pessima." Mi sedetti ponderante sull'orlo del buco nel bagno di Craig, mentre lui passeggiava pensieroso sulla soglia della stanza.
"Ci serve una corda, giusto? Non credo di averne una abbastanza lunga....e poi lunga quanto? Non sappiamo fin dove arriva l'abisso. Dobbiamo trovare un modo per scendere silenziosi e soprattutto illesi. Mh...che ne dici di...Dottore, mi stai ascoltando?" Lo guardai sorridendo poco prima di dire "Geronimo!" e di tuffarmi a candela verso l'ignoto. Riuscii a sentire "Dottore, non ti azzardare!" dalla voce di Craig prima che il tutto mutasse in un urlo che mi stava alle costole. La cosa strana fu che non cademmo; scivolammo. Qualche metro dopo l'apertura, immerso nell'oscurità, c'era uno scivolo metallico che ci accolse e ci portò zigzagando sempre più in basso. Fu un sacco divertente, yuuuu-huuuuu! Nell'aria il grido "Dottoreeeeee!" sfumava sempre di più e la discesa sembrava essere destinata a durare per miglia e miglia ancora. Proprio mentre pensavo questo, lo scivolo terminò improvvisamente. Craig ed io venimmo sbalzati nel vuoto e cademmo subito dopo con un poderoso "tumpf" sul pavimento roccioso. Poco prima, mentre fantasticavo su cosa ci avrebbe aspettato al termine di quel piacevole intermezzo ludico, mi ero dipinto un luogo completamente al buio, franante e gocciolante. Ciò che ci ritrovammo a fissare fu esattamente l'opposto; proprio dove atterrammo era stata scavata una specie di stanza circolare, con i muri ben levigati e candele sparse sul muro appese a grossi bracci metallici. Dalla stanza partivano quindici corridoi in varie direzioni, scavati egregiamente e sempre visibili grazie alle candele sulle pareti. Un alveare, pensai senza sapere neanche il perchè.
"Sembra....ordinato." riuscì a dire Craig dopo essersi rialzato e spolverato le ginocchia dalla polvere che ricopriva il pavimento. "Non dovrebbe essere ordinato, giusto Dottore?"
In effetti non dovrebbe. Sonicizzai un po' i corridoi alla ricerca di non so neanche io cosa. Poi feci un gesto con la mano al mio partner e scelsi un tunnel a caso, l'undicesimo. Il cuniculo si rivelò più basso di quel che pareva e fummo costretti ad avanzare curvando la schiena.
"Secondo te dove portano questi tunnel, Dottore?" chiese Craig.
"Direi da qualcuno di molto basso che sa scavare tunnel, che ne dici? Oh, i tunnel. Una volta ne ho scavato uno dalle prigioni della Regina Vittoria fino a...beh, alla stanza da letto della Regina Vittoria. Storia lunga, te la racconterò un'altra volta; ma il punto è. Secondo te dove portano questi tunnel, Craig?" La domandà cadde nel dimenticatoio quando iniziammo ad udire dei suoni. Qualcuno che bussa? No, no. Un tamburo. Più tamburi. Decisamente dei tamburi, si. Una festa del popolo degli Uomini Talpa? Improbabile. Non compariranno prima di mille anni nelle viscere della Terra e non saprebbero neanche trovarlo un tamburo. Ci vedono poco.
"Tamburi." bisbigliai. Craig tese l'orecchio ed entrambi continuammo ad avanzare.
"Sembra ci sia qualcos'altro Dottore, insieme ai tamburi." In effetti era così. Sembrava che qualcuno stesse ritmicamente dicendo qualcosa, al ritmo dei tamburi. Un canto? No. Un grido di guerra? Purtroppo questa ipotesi mi sembrò più probabile. Perchè sono sempre le ipotesi più brutte le più probabili? Non poteva semplicemente essere una colonia di pappagalli giganti il cui unico sogno era quello di fondare un'orchestra di tamburi al centro della Terra? Avanzammo ancora e finalmente intravedemmo la fine del tunnel. Dico la fine, perchè proprio terminava nel vuoto. I tamburi e il grido si facevano sempre più distinti mano a mano che ci avvicinavamo. Fu così che iniziai a capire e mi detti un colpetto con il palmo della mano sulla fronte. Quando arrivammo alla fine del corridoio, ciò che sospettavo si fece più concreto. Intanto il tunnel si immetteva nella parete di una stanza altissima nella quale arrivavano centinaia e centinaia di altri cuniculi. Alcuni larghissimi, altri stretti come quello dove ci trovavamo noi in quel momento. Giù verso il pavimento dell'enorme antro scavato dal diametro incalcolabile, vi erano strani macchinari di sembianze aracnoidi alternate ad esoscheletri pilotabili alti quasi due metri; ma nessuna di queste cose fu quella che mi fece raggelare il sangue in quel momento. Ciò che mi fece rabbrividire erano le centinaia e centinaia di Sontaran che marciavano verso una posizione non precisata e, all'unisono, intonavano "Sontar-ha! Sontar-ha! Sontar-ha!" Mi voltai verso Craig che osservava la scena pietrificato.
"Craig, abbiamo un problema."
   
 
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