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Autore: Draclaire    24/12/2012    2 recensioni
Dopo la guerra la povera Herm si sente incompleta, spezzata, come se fosse alla continua ricerca di qualcosa a cui nemmeno lei sa dare un nome.
Dal testo: "Ripetevo nella testa i nomi di chi avevo perso, di quelli che non avrei rivisto più. Facevo la lista, li nominavo e li nominavo, continuamente, incessantemente, come facevo ad Hogwarts per imparare tutti i nomi delle rune antiche. Eppure mancava qualcosa. Eppure…eppure c’era qualcosa che non andava."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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IL TASSELLO MANCANTE
 
Quando me ne accorsi pioveva a dirotto.
Erano passati quattro giorni dalla fine della guerra e il mio cervello stava ancora assimilando tutti i fatti avvenuti dall’ultima settimana a quella parte. Inutile dire il vuoto che mi attanagliava perennemente lo stomaco, l’ansia costante che mi opprimeva il cuore e la tristezza infinità che covavo da qualche parte dentro me, come un raffreddore.
Ripetevo nella testa i nomi di chi avevo perso, di quelli che non avrei rivisto più. Facevo la lista, li nominavo e li nominavo, continuamente, incessantemente, come facevo ad Hogwarts per imparare tutti i nomi delle rune antiche.  Eppure mancava qualcosa. Eppure…eppure c’era qualcosa che non andava. Era come se il mio cervello avesse il pezzettino mancante di un enorme puzzle, proprio lì, a pochi centimetri da sé, ma non volesse scoprirlo, non volesse capire quale fosse quell’importante pedina che avrebbe messo fine alla mia ricerca interiore. Sedetti sul divano di casa Weasley,  con Ron al mio fianco, come sempre dopo la fine di quell’incubo. Mi strinse a sé come si stringe….una bomba pronta a esplodere. Sembrava che tutti in casa conoscessero benissimo ciò che a me sfuggiva, ma non avevano il coraggio di dirmelo, come io non ce l’avevo di chiederlo a loro, per paura che quel tassello potesse essere la goccia che mi avrebbe fatto traboccare.
Appoggiai la testa contro la spalla di Ronald, ascoltando il dolce ritmo del suo respiro, chiudendo gli occhi e immaginando cosa ne sarebbe stato di noi due, alla fine. Magari niente. Magari tutto. Ed era proprio a questo che aspiravo con tutto il cuore, quando appoggiai la mano dalla parte opposta a Ron e accarezzai il morbido pelo rosso del…cuscino.
Alzai la testa sorpresa e mi guardai intorno, aspettando qualcosa, qualcuno, che non arrivò.
Il panico mi attanagliò lo stomaco.
Corsi per la casa come una matta, scovai tutti i possibili nascondigli, guardai negli armadi, nei ripostigli, arrivai persino a controllare nel cassetto delle posate. Perché nessuno mi fermava? Perché non mi chiedevano che stessi facendo, perché non provavano a capire cosa stessi cercando?
Perché lo sapevano. Sapevano tutto e sapevano che lui non sarebbe mai arrivato.
Mi sedetti in fondo alla scala e feci quello che nemmeno la saggia Hermione di appena undici anni avrebbe mai fatto. Ma era l’unica speranza, l’unica cosa che mi restava, l’unico spiraglio di luce a cui aggrappare l’ultimo scorcio di lucidità che mi restava. Così lo dissi.
“Accio Grattastinchi”
Aspettai un secondo. Poi due. Poi tre.
Poi misi la testa fra le gambe e sfogai tutto ciò che tenevo dentro da troppo tempo, ormai. 
  
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