Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: _fix    24/12/2012    4 recensioni
Poi aveva chiuso gli occhi,cercando di assaporare quelle labbra piccole e femminili sulle sue. Non gli importava del sudore che cadeva dalla fronte di Louis sul suo naso,non gli importava nemmeno del cellulare che squillava a pochi metri da lui o del pugno già serrato pronto a partire.
Fece in tempo ad aprire gli occhi per vedere il sedere di Louis percorrere il corridoio,far tintinnare il campanello di nuovo ed allontanarsi da Louis.
Con una mano sulle labbra ancora calde,Harry pensava ad una cosa : Bello
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Red. Warm. Beautiful.

***

a mia sorella,che si esalta ogni volta che scrivo larry.
ad anna rita e giusi alle quali ho promesso qualcosa di dolce e a lieto fine.
al mio papi adottivo,che oggi compie ventun'anni.







Harry Styles era definitivamente attratto dal rosso.
Tutto nella sua stanza era rosso. Il poster abnorme di Mick Jagger che occupava tre quarti del muro era su sfondo rosso,e lo adorava. Il suo panda hat aveva le rifiniture in rosso,e lo indossava sempre.
La sua vecchia vespa,ricevuta per il suo sedicesimo compleanno,ormai fuori uso da qualche anno era rossa lucente. Come quelle che si vedono esposte nelle concessionarie più ambite,quelle che ti fanno venire l'acquolina alla bocca e la secchezza alla gola solo a guardare su un giornale di moto.
Harry adorava particolarmente il rosso perché era il colore di Louis.
Ricordava tutto di quel pomeriggio,come se fosse ieri. Ricordava della sua aria spavalda e sicura,mentre camminava con passo ciondolante verso la sua panetteria.
Era solo il ventitré di Dicembre e già tutta la città era scomparsa per le vacanze natalizie,rinchiudendosi in chissà quale albergo fuori città per scampare alla vita noiosa e monotona di quel piccolo borgo londinese.
Il campanello finalmente tintinnò,facendo risvegliare Harry dal suo stato di trans. Era stato assuefatto dall'odore caldo e piacevole del pane appena sfornato,e controllando le lancette muoversi s'era appisolato sul suo stesso gomito,lasciando che i riccioli si scomponessero e il calore della cucina gli colorasse le guance di un leggero rossore.
Si alzò di scatto da quella posizione,guardandosi furtivamente intorno con gli occhi. La panetteria di famiglia non era tanto grande,ma era accogliente. Le piastrelle erano di un marrone opaco e il pavimento era lucidato con la cera ogni giorno,per far risplendere il parquet di mogano scuro,in completo contrasto con le mura chiare. C'era un lungo corridoio che separava l'entrata dalla cassa,dove Harry si trovava,seduto su uno sgabello regolabile,col suo solito camice bianco firmato con il cognome della panetteria a stampe rossa e oro.
Dietro di lui c'era il laboratorio e nel corridoio,sulla destra e sulla sinistra,potevano essere ammirati tutti i tipi di pane che abitualmente venivano prodotti ma che la popolazione di quella piccola cittadina non comprava mai,se non in occasioni speciali.
Harry sbirciò,allungando il collo verso la porta per avere un'ottima visuale,lungo il corridoio,cercando di capire chi fosse entrato.
E poi lo vide. Bello.
Di  una bellezza particolare,ma indiscutibilmente bello. La giacca di pelle troppo grande per il corpo minuto,il maglione a stampe bianco e rosso stringeva troppo sulla pancia,evidenziando una formosità quasi adorabile. Da mordere.
Il pantalone fasciava perfettamente le gambe palestrate e non troppo lunghe,di una lunghezza media. I piedi grandi erano chiusi in delle scarpe per lo più sportive. Forse un paio di Tom's strausate,ma protagoniste di una rimessa a nuovo fallita. O almeno il lucido per scarpe sulla stoffa aveva lasciato delle macchie.
Harry ridacchiò pensando a quel ragazzo,con le guance rosse per lo sforzo e la delusione di vedere tante piccole macchiette opache comparire sulla stoffa bianca delle sue scarpe preferite.
Seguì nuovamente il suo profilo fino ad arrivare al suo volto. Bello.
Ancora una volta,incredibilmente bello. Di una bellezza quasi raffinata ma allo stesso tempo sporca; Sporca di qualcosa che doveva appartenergli,di un colorito troppo perfetto per essere vero.
Niente di olivastro,niente di troppo bianco né troppo scuro. Qualcosa che riusciva ad affascinarlo. Qualcosa che rendeva il suo volto da prendere a schiaffi.
I suoi occhi,chiusi in due fessure per esaminare meglio gli ingredienti scritti vicino le targhette del pane,racchiudevano tra le ciglia semi bionde due occhi azzurri. Profondi come il mare,ma sporchi.
Il naso francese,che regalava un pizzico di eleganza in più al suo volto. E la bocca. La bocca poteva essere stata modellata da Michelangelo. Era così perfetta nella sua semplicità. Insomma,piccola ed elegante. Quasi femminile. Era femminile.
Non poteva appartenere a nessun tipo di essere umano della razza maschile su quella terra,per nessuna ragione al mondo.
Sorrise mentre afferrava un tipo di pane ripieno di uvetta,rigirandoselo fra le mani. Bello.
Bello il suo sorriso,fatto di denti piccoli e bianchissimi,tutti dritti e della stessa dimensione.
Bello.
Harry quasi non riusciva a smettere di guardarlo quando –Salve- esclamò,con la sua voce fine di un temperamento quasi caldo e piacevole,sorridendo – Avete ancora del pane fresco,normale?-
E continuava a sorridere,mentre Harry cercava di apparire il più normale possibile. Anche se nella sua mente passavano svariate immagini di lui e quel ragazzo sul tappeto di casa,nelle peggiori delle situazioni mai pensate. E poi gli venivano in mente delle coccole assurde,per cercare di ammirare da vicino quella che era la perfezione,toccando con mano. Baciando con labbra.
Per Harry non c'era mai stato nessun prototipo di bellezza. Per lui non c'era nessun amore ideale come ne soffriva Petrarca o qualsiasi tipo di amore universale,sovrannaturale che Dante cercava di raggiungere.
Niente da cantare,nessuna lode da urlare al mondo. C'era solo il bello.
Ma quel ragazzo confondeva tutte le sue idee,le sue teorie esistenziali. Quasi un segno che doveva arrivare. Ma Harry a queste cose non ci credeva.
Sorrise,mostrando le fossette ai lati della bocca a cuore e si avviò nel laboratorio,tornando subito dopo con una busta bianca e un pezzo di pane tagliato perfettamente. L'odore incantevole e il calore che emanava quel pane fecero chiudere per un po' gli occhi di quel ragazzo,forse per assaporare meglio quel profumo meraviglioso.
Ma Harry non riuscì a cancellare più quell'espressione appagante dalla sua mente.
Digitò velocemente il prezzo da pagare sulla cassa,strappò lo scontrino e quasi frettolosamente prese il resto e lo porse a quel ragazzo,sperando che andasse via e che lo lasciasse in pace con i suoi principi.
Era quasi un sentimento contrastante. La voglia di tenerlo con se,di toccare ciò che scacciava via le sue teorie e la voglia irrefrenabile di mandarlo via,per evitare di essere confuso.
Il ragazzo tornò ancora e ancora,e ancora una volta. Iniziò a lasciare messaggi sul retro degli scontrini,lasciandoli cadere di proposito all'entrata del negozio. Ma Harry li lasciava di proposito lì,permettendo alla donna delle pulizie di buttarli.
Rifiutò ogni sguardo donato,ogni tipo di azione che potesse essere fraintesa. Ma un giorno Louis scoppiò.
Arrivò l'estate e con lei anche un Louis trafelato dalla corsa e dalla rabbia. Entrò di scatto. Harry non ebbe nemmeno il tempo di sentir tintinnare il campanello che già due mani avevano stretto il colletto della sua polo,strattonandolo con forza.
Poi aveva chiuso gli occhi,cercando di assaporare quelle labbra piccole e femminili sulle sue. Non gli importava del sudore che cadeva dalla fronte di Louis sul suo naso,non gli importava nemmeno del cellulare che squillava a pochi metri da lui o del pugno già serrato pronto a partire.
Stava provando il bello,e niente avrebbe ostacolato quel momento.
Fece in tempo ad aprire gli occhi per vedere il sedere di Louis percorrere il corridoio,far tintinnare il campanello di nuovo ed allontanarsi da Louis.
Con  una mano sulle labbra ancora calde,Harry pensava ad una cosa : Bello.
 
 
Natale. Un anno dopo. Bello.
Harry camminava stretto nel suo giubbotto di pelle chiaro,con i risvolti piumati ed il suo cappello a forma di panda sull'ammasso di capelli ricci.
Rosso.
L'albero grande della città di Doncaster era meraviglioso. Pieno di luci,stelle e palle natalizie. Molte persone si lasciavano trascinare dalla foga della festività,azzardando passi di danza o sorridendo soddisfatti. Continuava a camminare lungo quella lunga via che sembrava non finire mai,ignorando altamente quelle vetrine quasi invitanti. Le coppie sposate erano la vera allegria. C'era ancora qualcuno che temeva di fare brutta figura con la propria amata,tornando a casa senza nulla da offrire,nonostante avessero offerto tutto loro stessi durante la loro vita.
Harry continuava a camminare quando una figura non troppo alta,con i capelli caramellati e il cappello rosso di lana si era accostato a lui,tenendolo per mano.
Caldo.
La sua mano era un rifugio,qualcosa di meraviglioso. Da un anno a quella parte sapeva dove nascondersi quando tutto non andava bene. Era il suo rifugio.
Si era ormai arreso alla concezione del bello ideale. Sapeva che nonostante tutto sarebbe vissuto in lui,ma il perfetto esisteva.
E credeva di provare qualcosa di oltre l'amicizia,oltre l'attrazione fisica.
- Ti amo – poi,sussurrò quasi impercettibilmente,tra la lana della sua sciarpa pesante e una nube di fumo gelato,dovuto ai -5 gradi.
Harry si girò lentamente,cercando di afferrare quelle due parole,di capire la frase e di analizzare le cinque lettere.
Poi sorrise. E lo baciò.
Bello. Caldo. Rosso.
 
 
 
 
- Ti ricordi Haz- esclamò Louis,girandosi fra le lenzuola e spegnendo la sveglia,con la voce roca e impastata del mattino. Scosse il ragazzo al suo fianco trattenendo fra le mani la spalla nuda ed ignorando le proteste,anche quando la morse dolcemente per farlo svegliare – Ti ricordi quando ti ho confessato di amarti la prima volta?-
Harry mugugnò,sperando che Louis usasse la sua bocca per mordere la spalla dolcemente e non per parlare.
- E ti ricordi quando ti lasciavo i bigliettini in panetteria per uscire con te?-
Harry,rassegnato,si girò sulla pancia,soffocando la testa fra i cuscini e la voce di Louis. Ma non si dette per vinto e,a cavalcioni su di lui, si sporse verso l'orecchio – E ti ricordi quando sono venuto da te e ti ho baciato di scatto?-
Harry si girò repentinamente,rischiando di far cadere il suo ragazzo dal letto. Rise guardando l'espressione sconvolta di Louis che intanto si era raddrizzato ed era ritornato sul letto.
Harry lo guardò. Ancora una volta aveva capito che era bello,di una bellezza incredibile. Che il rosso era diventato definitivamente il suo colore preferito,da quando aveva assaporato le sue labbra sottili e colorate.
E che il suo corpo era la sua unica fonte di calore.
- Da allora ho capito una cosa – continuò Louis,accarezzando i capelli del suo ragazzo. Sorrise – Haz,penso di aver trovato il mio rosso,il mio caldo e il mio bello-
Harry lo guardò stranito,sorridendo.
- Il mio cuore-





writer's corner.
non so davvero cosa dire. per me continua a non avere senso,ma ha qualcosa che mi piace.
che mi affascina. 
spero vi sia piaciuta,e con questo vi auguro buon natale.
un bacio ♥
_fix
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _fix