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Autore: ooswin    24/12/2012    1 recensioni
[Partecipante all'iniziativa "All I Want For Christmas is..]
Bellatrix/Voldemort
" «Allora, forse» le disse lui con voce suadente «sai dirci chi è il Custode Segreto» lei lo fissò impaurita, gli occhi sgranati, perché in realtà sapeva chi fosse il Custode dei Potter. Voldemort sorrise malvagiamente. «Oh, tu sai» sussurrò. "
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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(Requiem of a dream-Mozart versione per pianoforte)

Bellatrix camminava velocemente lungo gli stretti corridoi del Malfoy Manor, con la veste svolazzante e due grossi maghi al seguito. Uno di essi – i capelli castani appiccicati alla fronte e gli occhi grigi semichiusi nel buio – inciampò e imprecò, guadagnandosi un'occhiataccia della donna, giratasi giusto il tempo di vedere l'uomo ricomporsi velocemente e spolverarsi la giacca. Ma non aveva tempo di rimproverarlo più aspramente: doveva parlare con il Signore Oscuro, il Suo signore.. quegli insulsi Nati Babbani dovevano essere puniti, dovevano pagarla, non potevano anche solo permettersi di non cedere informazioni a Lord Voldemort, il più grande mago di tutti i tempi, il più abile, con le idee più giuste..
Arrivarono davanti ad una porta di legno scuro, con il battente a forma di serpente e un lieve filo di luce che filtrava dal pavimento; «Mio Signore» esordì Bellatrix spalancandola ed entrando nell'ampia sala. «Quei babbani, i McBeek, continuano ad opporre resistenza e a non parlare.» Voldemort si rigirò la bacchetta fra le mani, con uno sguardo seccato negli occhi (“Come potevano due sporchi mezzosangue intralciare i suoi piani?”) e poi si rivolse alla donna davanti a sé, che lo  guardava adorante. «Legilimanzia?» chiese. «Sì, mio signore. Piton» rispose arricciando il naso nel  pronunciare quel nome «Ha provato, ma evidentemente non è abbastanza potente» continuò, con aria di sufficienza. L'uomo spostò lo sguardo sugli uomini riunito attorno a lui, chiusi in un rispettoso silenzio. «Allora, forse» disse, con un'inflessione quasi dolce nella voce «è arrivato il momento che mi incontrino di persona». Inclinò la testa da un lato, guardando la sua luogotenente migliore, che lo fissava ansiosa, desiderosa e pronta ad eseguire ogni capriccio del Signore Oscuro. «Potresti accompagnarmi, dopotutto sei stata tu a catturarli». La donna annuì velocemente.
I due maghi si avviarono verso le segrete, lasciando i Mangiamorte a confabulare nel salotto del Malfoy Manor. Bellatrix camminava poco dietro il Signore Oscuro, la bacchetta tesa a fare luce e gli occhi brillanti d'orgoglio. «Dimmi, Bellatrix» disse Voldemort, rompendo il silenzio «come procede l'operazione al Ministero? E i Potter, avete scoperto dove sono?» chiese, senza distogliere lo sguardo dal buio davanti a sé. «Bene, mio signore. Molti tra i membri del Wizengamot sono stati sottoposti alla Maldizione Imperius, e alcuni fra i nostri Mangiamorte arrestati sono stati rilasciati» la donna fece una pausa, sbirciando il viso di Voldemort, che aveva un'espressione più o meno compiaciuta. «E i Potter.. sono protetti da un Incanto Fidelius, ma non sappiamo chi sia il custode; è per questo che ho catturato i McBeek, loro sanno qualcosa.»
«Brava.» Bellatrix si aprì in un sorriso luminoso a quelle parole. «Ma dobbiamo farli parlare, o sarà tutto inutile». Arrivarono davanti alla piccola porta di ferro, sigillata e senza serratura. Bellatrix si fece avanti e poggiò l'avambraccio sinistro sul freddo metallo, che scomparve immediatamente. Sotto di loro c'erano delle scale di legno, polverose e umide; dal basso provenivano delle voci indistinte, un mormorio soffocato, confuso, affaticato. I due scesero, trovandosi davanti ad un'altra porta, che si aprì ad un tocco del Signore Oscuro e gli si richiuse alle spalle. «Lumos» sussurrò Bellatrix, illuminando la stanza. Era un posto spazioso e dal soffitto alto, con una minuscola finestra sul soffitto; attaccati alle pareti ammuffite erano degli anelli di metallo da cui pendevano varie pesanti catene; percorrendone la lunghezza, si finiva al centro della prigione, in cui sedevano due maghi – un uomo e una donna – abbracciati, addormentati (o, perlomeno, era questo che volevano far credere). Avranno avuto intorno ai trent'anni, ma avevano perso diverse ciocche di capelli a causa delle torture e sanguinavano in vari punti; i vestiti erano strappati, i due avevano la pelle d'oca
e tremavano nel sonno. Voldemort sorrise a quella vista; tese la bacchetta ed esclamò «Innerva!». I prigionieri si svegliarono di soprassalto, spalancando gli occhi spaventato nel vedere il Signore Oscuro incombere su di loro. Egli sorrise, guardandoli; ma un sorriso pericoloso, malavagio; il sorriso di un serpente. «Oggi mi sento magnanimo, quindi se parlate subito avete la possibilità di venire risparmiati.» disse con voce carezzevole. L'uomo sputò sangue ai piedi di Voldemort «Mai» disse con voce roca, mostrando i denti mancanti.
«Come osi rivolgerti in questo modo all'Oscuro Signore?» tuonò Bellatrix, facendosi avanti e puntandogli contro la bacchetta. «Crucio!» gridò. L'uomo urlò di dolore, contorcendosi a terra, sbattendo la testa sul freddo pavimento. Bella torse la bacchetta, donandogli un'ultimo spasmo, e poi cessò la maledizione, con un sorrisetto malvagio e uno sguardo folle negli occhi. Il prigioniero si accasciò a terra, ansimando, e sua moglie si trascinò accanto a lui, prendendogli la testa fra le mani e cercando di farlo rinvenire. 
«Tu spostati, poi verrà anche il tuo turno» disse Bellatrix sprezzante, spingendo indietro la donna e facendola cadere. Voldemort s’inginocchiò accanto a lui e gli puntò la bacchetta sotto il mento, alzandogli la testa. «Allora.. vuoi rivelarmi i tuoi segreti?» chiese piano, parlando quasi con se stesso. «Legilimens!» gli occhi dell’uomo si fecero vitrei di fronte allo sguardo concentrato di Voldemort.«Lui non sa nulla» disse infine il Signore Oscuro, alzandosi. «È da lei che dobbiamo prendere informazioni» si girò verso la donna, con un luccichio cattivo negli occhi. Lei lo guardò atterrita e si ritrasse contro il muro, balbettando un acuto «I-io non so niente! D-davvero!»
«Forse parleresti se tuo marito venisse ucciso, che dici?» sibilò Bellatrix. Si avvicinò al mago semisvenuto e gli diede un calcio. Lui si piegò in avanti, tossendo. «No..» rantolò la moglie, tendendo le mani verso di lui.
«Dove sono i Potter? Parla!» 
«Non.. non lo so, davvero! Non eravamo così in confidenza» piagnucolò lei.
«TU MENTI! CRUCIO!» ruggì Voldemort. La strega emise un urlo strozzato e si prese la testa fra le mani, dondolando e contorcendosi; poi si accasciò a terra, quando il Signore Oscuro lasciò la presa. «Io.. davvero non lo so, non sono il custode» ansimò.
«Allora, forse» le disse lui con voce suadente «sai dirci chi è il Custode Segreto» lei lo fissò impaurita, gli occhi sgranati, perché in realtà sapeva chi fosse il Custode dei Potter. Voldemort sorrise malvagiamente. «Oh, tu sai» sussurrò.
«Bellatrix» disse poi, girandosi a guardarla «a te l’onore»
Lei rise follemente e puntò la bacchetta sull’uomo «Sectumsempra!». Grandi ferita gli si aprirono sul petto e sul viso, iniziando a sanguinare copiosamente.
«Buon incantesimo» si complimentò Voldemort
«Grazie, mio Signore. Quache volta quel Piton è utile.» rispose lei, felice e crudele. La McBeek intanto era strisciata vicino a suo marito, piangendo e tenendogli una mano fra le sue. «Guaritelo, vi prego» singhiozzò «Guaritelo e vi dirò il nome»
«Molto bene.. iniziamo a ragionare» sussurò il Signore Oscuro. «Dimmi chi è questo Custode e lui smetterà di sanguinare».
Lei deglutì, la fronte imperlata di sudore. Non aveva molta scelta.. doveva farlo, per lui, anche se poi forse non gliel’avrebbe mai perdonato; ma non poteva solo lasciarlo morire, così.
Deglutì di nuovo, più forte.
«Allora?» chiese Bellatrix, impaziente.
Lei sussultò, gli occhi pieni e gonfi di lacrime, velati dalla disperazione.
«Il custode è.. Peter Minus» gracchiò infine, decidendosi a parlare.
Sul volto di Voldemort si dipinse un’espressione di trionfo, mentre la felicità e il sollievo invadevano il suo petto. Conosceva Peter Minus, era un pappamolle senza spina dorsale, sarebbe stato facile convincerlo. Pochi giorni e nessuno lo avrebbe più contrastato. Pochi giorni e il mondo sarebbe stato interamente ai suoi piedi.
Si rivolse all’uomo sanguinante «Avada Kedavra!» un lampo di luce verde e la poca coscienza rimasta in quell’uomo scomparve. La moglie emise un grido straziante. «Avevate.. avevate detto..» disse con voce acuta e lacrimando copiosamente e dondolandosi sui talloni. «Ho detto che avrebbe smesso di sanguinare ed è successo. Lord Voldemort mantiene le sue promesse». Le rivolse un sorriso gelido mentre lei lo fissava con disperazione; poi, seguito da Bellatrix, uscì dalla segreta e s’incamminò verso il salone del Malfoy Manor, con il tonfo della porta che si richiudeva alle loro spalle che riecheggiava nel corridoio.
 
   
 
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