Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: violetsugarplum    24/12/2012    4 recensioni
[Future!Fic] Blaine ha sessantotto anni quando decide di non voler più essere un peso per la famiglia e vede in Villa Liberty il luogo adatto in cui trascorrere gli ultimi momenti della sua esistenza. Non sa ancora che questa sua scelta cambierà la vita di molte persone, soprattutto quella di una sua vecchia conoscenza.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
13ok

 

13. Ti penserò sicuramente

Quella mattina Blaine si sentì particolarmente orgoglioso di se stesso: era riuscito a sollevarsi dalla carrozzella e scivolare sul morbido cuscino del divano della sala comune senza bisogno di aiuto. Era solo un piccolo gesto che, per lui, valeva tanto. E fu contento di sentirsi rimproverare da Rose, la quale gli tenne il broncio giusto per due secondi prima di rimboccargli con cura una coperta sulle gambe.

Quando Blaine sentì la punta del bastone di Sebastian picchiare sul pavimento, non potè trattenere un sorriso di assoluta gioia. Non vedeva l'ora di parlargli o, più semplicemente, di stare con lui.

Gli diede il buongiorno come tutte le mattine e, una volta seduto accanto a lui, gli passò il plaid sulle gambe. Sebastian ridacchiò e gli fece cenno di avvicinarsi ancora di più a lui mormorando qualcosa sulla coperta troppo corta per riuscire ad avvolgere entrambi.

Blaine non se lo fece ripetere una seconda volta e si accucciò contro il suo fianco mentre l'uomo appoggiò il braccio sullo schienale in modo da circondargli le spalle; un gesto che Blaine gli aveva già visto fare mesi prima. Però questa volta era diverso perché non era dettato dal desiderio di far innervosire Kurt ma era un'azione dolce, piena di affetto che, però, non poteva essere comparata alle loro mani strette l'una nell'altra sotto la pesante stoffa, lontano dagli sguardi di tutti.

Si godettero la vicinanza l'uno dell'altro, respirando piano quell'aria natalizia che riempiva la stanza e ascoltando le voci eccitate degli altri ospiti.

"Il coro di ieri mi ha fatto proprio entrare nello spirito del Natale", ridacchiò Sebastian posando piano la tempia contro quella di Blaine che chiuse gli occhi al contatto. Era una sensazione piacevole che fece sentire Blaine protetto e rilassato.

"Io ci sono già dentro da novembre! Ho sempre fatto così! Ero il tormento di mio marito! Gli avevo pure messo qualche nastro colorato attorno al fondo del letto dell'ospedale prima che..." Blaine si interruppe bruscamente.

Si accorse che non aveva mai parlato di lui a Sebastian, nonostante avesse praticamente obbligato quest'ultimo a raccontargli tutta la sua vita. Probabilmente credeva che non gli interessasse perché non ricordava di avergli mai sentito fare una singola domanda al riguardo o forse per altri motivi che, in quel momento, parevano essere tutti senza senso perché Sebastian, ormai, aveva il diritto di sapere.

"Beh, Rose mi ha detto che hai fatto una bellissima composizione da mettere nell'ufficio della McDillon. Scommetto che gli era piaciuto."

"Già..." disse debolmente Blaine.

"Ti manca tanto, vero?"

"Sì."

Sebastian annuì stringendo forte la mano di Blaine, che continuò a parlare perché sapeva che era il momento giusto. In quell'attimo sembrava doveroso spiegarsi attraverso la voce perché i gesti, sebbene fossero stati importanti e forti, non erano più abbastanza.

"È stato il mio punto fermo. Con lui ho costruito tutto quello che volevo avere e l'ho perso in pochi mesi, come se anni e anni di vita fossero andati distrutti a causa di qualcosa che ancora va al di là della mia concezione..."

Blaine fu felice del fatto che Sebastian lo lasciasse parlare senza interromperlo e ogni tanto accarezzasse il dorso della sua mano come per dirgli 'io sono qui che ti ascolto'. Così si ritrovò a raccontare tutto ciò che aveva tenuto dentro per moltissimo tempo e che nemmeno i migliori specialisti di Columbus e la dottoressa Goodman erano riusciti a tirargli fuori.

"Prima di morire mi ha chiesto di essere felice. Nella sua sofferenza ha ancora pensato al mio bene e mi ha raccomandato di tornare ad essere il Blaine sempre sorridente che ricordava. Mi ha detto di andare avanti perché, se non l'avessi fatto, lui non avrebbe lasciato questo posto in serenità. Io gli ho detto di sì perché, in quel momento, era cosa più giusta da fare, ma non l'ho fatto... Ho fatto passare anni di inferno a chi mi era vicino e lo capisco ora, ma non mi sembrava giusto continuare ad andare avanti con la mia vita. Credevo di fare un errore nei suoi confronti, no...? Da qualche parte in fondo al mio cuore sapevo che aveva ragione e che lui voleva davvero questo per me, ma io non trovavo la giusta motivazione. Poi l'ho trovata. E, appena è successo, l'ho detto a Virginie. Suo padre se n'è andato quando lei era poco più che adolescente ed è stata lei a prendersi cura di me quando, in realtà, avrebbe dovuto essere il contrario. Mi ha detto che di essere felice per me... È bello tornare a sentirsi bene. Era una sensazione che non provavo da un bel po' di tempo."

Sebastian, che era rimasto in silenzio tutto il tempo, annuì con convinzione anche se si mosse nervosamente sul divano, ma Blaine non ci fece caso. Anzi, riprese a parlare, cambiando però argomento. Sperava che Sebastian avesse capito ogni singola parola. Lo sperava davvero.

"E, in ogni caso, spero proprio che Virginie non abbia già addobbato la casa perché voglio farlo io... Non dico le finestre perché non ci arrivo stando seduto sulla carrozzella, ma almeno i tavolini."

Sebastian si scosse da quello stato di torpore in cui si trovava, non capendo subito che Blaine avesse cambiato discorso.

"Mh? Torni a casa?"

"Sì, Zach mi viene a prendere oggi pomeriggio alle tre. Ma non ti preoccupare, il tuo regalo riesco a dartelo prima. Devo ancora aggiustare qualche cosina -mi sono fatto aiutare dagli infermieri- ma è pronto."

Blaine gli rivolse un sorriso radioso, che presto scomparve dal suo volto come se fosse stato spazzato via da una folata di vento gelido. Sebastian aveva allentato la stretta sulla sua mano e l'aveva scostata sulla sua gamba.

"Mi hai fatto un regalo? Perché? Comunque mi dispiace, Blaine, ma io vado via alle due."

"Ah, sì? Ma..."

"Il mio ex compagno. Passo le feste da lui. Ha telefonato ieri sera."

"Oh! Non lo sapevo! Ma... Bello! Dove abita?"

"New York."

"Allora dovrai prendere l'aereo! Accidenti, un po' ti invidio! Pensami mentre starò da Virginie a scegliere la giusta tonalità di vernice per la camera del bambino tra una partita di tombola e l'altra! Ha detto che nell'ultima ecografia si è riuscito finalmente a capire il sesso, ma me lo dirà solo quando tornerò a casa! Penso sia un ricatto!", ridacchiò.

Sebastian rise un po' forzatamente. "Ti penserò sicuramente, Blaine."

"Allora...", Blaine continuò. "Allora ci diamo appuntamento a mezzogiorno qui. Anzi, vengo ad aspettarti davanti alla porta della camera e veniamo qui insieme così posso vedere la tua espressione quando sarai davanti alla sorpresa. Spero tanto che ti piaccia!"

"Ma io... Io non ti ho fatto nulla..." ammise leggermente imbarazzato.

Blaine cercò la sua mano sotto la coperta e gliela sfiorò piano con la punta delle dita. "Credimi, mi hai già fatto un regalo bellissimo."




"Rose? Che ore sono adesso? Non voglio arrivare in ritardo! E se Sebastian scoprisse tutto? Non mi sorprenderei se fosse già in sala comune a curiosare!"

L'infermiera, che lo stava aiutando a preparare la valigia con gli ultimi maglioni, rise divertita e posò una mano sulla tasca del camice. "Lo so, ecco perché ho chiuso a chiave! Senti, pulcino, il libro lo vuoi oppure lo lasci qui? Lo metto tra questi maglioni così non si sgualcisce."

Blaine le passò il volume de 'Il piccolo principe' che gli aveva dato Sebastian mesi fa e si premurò che fosse ben protetto tra la lana soffice. Non avrebbe mai sopportato l'idea di rovinare qualcosa di così prezioso. "Sono un po' agitato, Rose..."

Rose gli sorrise con dolcezza e gli diede un tenero buffetto sulla guancia. "Immagino che tu non stia parlando del viaggio ma della sorpresa."

"Già... E se andasse tutto storto? Se avessimo sbagliato? E, soprattutto, se lui si offendesse?"

"Uhm, non credo", rispose pensierosa. "Andrà bene, ne sono sicura."

Il sorriso materno della donna tranquillizzò Blaine che iniziò ad aiutarla a piegare i pantaloni.

"Così Sebastian avrà un bel ricordo di questo Natale, anche se non lo passeremo insieme. Spero si diverta là a New York!"

Rose, tenendo un paio di pantaloni beige in mano, lo guardò confusa. "New York?"

"Sì", Blaine annuì leggermente spazientito, arrotolando una cintura su se stessa. Non era lui quello con problemi di memoria? "Dove abita il suo ex compagno."

Il volto rotondo di Rose si tramutò in una smorfia e parlò a bassa voce, come se avesse quasi paura del peso delle proprie parole. "Pulcino... Sebastian non ha nessuno... Sebastian rimane qui."




A mezzogiorno Blaine non andò a bussare alla sua porta nonostante in sala comune fosse tutto pronto.

Non si aspettò nemmeno che lui venisse a chiamarlo perché ormai sapeva che la sua bugia era stata scoperta e non aveva il coraggio di affrontarlo.

Se ne andò senza salutarlo.

Senza vederlo.

E, una volta salito sulla macchina di Zach, non notò che era sotto il porticato a sentire il rumore, attutito dalla neve che era scesa durante la notte, dell'auto che lo stava per portare via.

Portare via da lui.

Non vide nemmeno Annie avvicinarsi alla schiena dell'uomo quel tanto che bastava per sussurrargli all'orecchio. "Non puoi perdere la tua Lily, Severus."




Blaine era comodamente seduto sul divano e si sentiva rilassato, anche se un po' assonnato. Aveva appena finito di pranzare con la sua famiglia e stava leggendo con Virginie una noiosa rivista per mamme, discutendo su quanto fosse costoso quel particolare tipo di passeggino di un azzurro un po' smorto, quando suonò il telefono di casa.

"Rispondo io. Dovrebbe essere Kurt per gli auguri", si affrettò a dire Zach asciugandosi velocemente le mani sul grembiule. Si era offerto di lavare i piatti e Blaine adorava vederlo così innamorato e premuroso nei confronti di sua figlia. Era veramente un ragazzo d'oro, non poteva chiedere di meglio né come suocero né come futuro nonno.

"No, ce la faccio, ci riesco..." rispose Virginie alzandosi in piedi con fatica. Stava già diventando bella grossa, ma entrambi non avevano il coraggio di dirle di riposarsi per paura di urtare i suoi sentimenti. Soprattutto perché poteva essere in quelle giornate con spiacevoli sbalzi d'umore e Blaine sapeva bene com'era sua figlia quando aveva la luna storta. La guardò rispondere al telefono, spalancare gli occhi per la sorpresa e annuire con un cenno della testa, come se l'interlocutore potesse vederla.

"Papà...", sussurrò nella sua direzione coprendo con una mano il ricevitore. "È Sebastian..."

Blaine, per un momento, ebbe l'istinto di alzarsi dal divano e gettare l'apparecchio fuori dalla finestra. Aveva cercato di non pensare all'ultimo giorno trascorso a Villa Liberty. Aveva tentato di dimenticare quell'episodio il cui solo pensiero gli dava la nausea, ma era stato del tutto inutile. In più, Virginie aveva voluto sapere e fu costretto a raccontarglielo. Lei non disse nulla; gli lasciò solo un piccolo bacio sulla fronte che valeva più di qualsiasi frase.

"Digli che non ci sono."

"Secondo te ci crederebbe? Mi ha detto che vuole parlarti."

"Digli che non voglio."

"Ha detto che è piuttosto importante... Dai, papà, parlagli."

Blaine roteò gli occhi e si fece passare il cordless. Virginie gli sorrise con tenerezza accarezzandosi il pancione e si allontanò dalla stanza seguita da Zach, piuttosto perplesso.

"Che c'è?" ruggì nella cornetta. Non gli importava di essere scortese. In realtà, non voleva nemmeno sentirlo parlare. Aveva risposto solo perché gliel'aveva chiesto sua figlia.

"Blaine..."

Il suo tono di voce era... Blaine non seppe subito come definirlo, ma 'spento' era l'aggettivo più indicato. Era così diverso dal suono allegro a cui si era abituato in tutti quei mesi. Erano passati solo un paio di giorni e Sebastian sembrava già un'altra persona; ricordava il Sebastian incontrato il primo giorno a Villa Liberty... Era così difficile cercare di continuare a rimanere distaccato e superiore. "Ciao...", si ritrovò a rispondere quasi in un sussurro.

"Ti... Ti disturbo?"

"Io e Virginie stavamo guardando i passeggini per mio nipote. È un maschio."

"Sì? Che bello, sono felice per voi!"

Blaine giurò di averlo sentito ridere per la contentezza, ma era ancora troppo arrabbiato con lui per unirsi ai festeggiamenti.

"Virginie mi ha detto che devi parlarmi."

Sebastian rimase zitto per qualche secondo prima di schiarirsi la voce. "Sì... Mark mi ha aiutato a intrufolarmi nell'ufficio della McDillon e mi ha trovato il numero di tua figlia... Io... Io volevo chiederti scusa per l'altro giorno... Non so perché ti abbia raccontato una bugia... Solo non volevo che ti preoccupassi per me."

Sembrava un figlio che supplicava il perdono da parte del genitore dopo aver combinato un pasticcio più grande di lui.

"Saresti potuto venire qui con noi, Sebastian. Se me l'avessi detto, non saresti rimasto lì da solo."

"Lo so...", rispose. "È che tua figlia e Zach hanno così tanto da fare e io non volevo essere un peso. Avrebbero dovuto starmi dietro come non farebbero nemmeno con il loro bambino... Capisci cosa intendo...?"

E Blaine lo capiva benissimo perché era proprio il motivo per il quale da quasi un anno viveva a Villa Liberty. Ma ciò non scusava assolutamente il comportamento di Sebastian nei suoi confronti perché Blaine sapeva di non meritarselo.

"Sarebbe stato solo per qualche giorno. Virginie ti ha detto che fai parte della famiglia, ricordi? Io dimentico tante cose... ma questo no, non lo scordo."

"Ho avuto paura."

"Perché?"

"Non lo so...", Sebastian disse in un sussurro. "Mi sono fatto prendere dal panico perché... Nessuno mi ha mai detto che sono importante, degno di qualcosa. È una cosa nuova e... Ho avuto paura."

"Non avresti dovuto. Non devi."

"No...?"

"No."

"Ok...", mormorò con un tono sempre più dispiaciuto. "Non so quanto possa valere adesso, ma ti chiedo scusa. So che non mi sono comportato bene perché quello che è successo... Insomma... Parlare del tuo passato... È stata una cosa che desideravo da tempo e mi dispiace per aver sbagliato ancora tutto... E mi dispiace anche di non essere riuscito a salutarti."

"Va bene, Sebastian."

Un altro lungo momento di silenzio s'impadronì della linea. Blaine non sapeva cosa dirgli: era così difficile parlargli senza avere la possibilità di guardare il suo volto o di osservare le sue mani sempre in movimento. Si accorse di sentire la loro mancanza ed ebbe la necessità di stringere qualcosa per sopperire proprio a questa assenza.

"Blaine... Tornerai qui, sì? Non rimarrai lì...? Non... Non ti ho perso per sempre, vero?"

Sebastian aveva tentato di manterenere la voce più sicura possibile, ma non era riuscito nel suo tentativo perché Blaine colse tutta la sua ansia, la sua paura e, soprattutto, il suo dolore. Non riusciva più ad essere arrabbiato con lui, non ora che sembrava così fragile, sul punto di spezzarsi. Sapeva che aveva bisogno di una rassicurazione, ma Blaine non si rese conto di volerne una anche lui stesso.

"Non mi hai perso nemmeno questa volta."

"Ok... Io... Allora io ti aspetto. Buon Natale, Blaine."

"Buon Natale anche a te, Sebastian."






Una cosa prima di iniziare: voglio ringraziarvi per tutto. Per continuare a leggere ed aggiungere la storia tra i preferiti e molto altro. Grazie anche a chi recensisce e mi fa capire che sì, sono una brutta persona, ma nemmeno più di tanto <3

Questo capitolo è lungo (in realtà no, ma per i miei standard sì LOL) per due motivi: 1) perché sì e 2) perché me ne vado via per qualche giorno e vi lascio qualcosa su cui rimuginare. 
Non riuscirò ad aggiornare fino a metà della prossima settimana... Anzi, dico che riuscirò ad aggiornare solo l'anno prossimo perché è una figata dire così XD okay, basta, non faceva ridere. Però è vero. Quindi, uhm, direi a mercoledì prossimo con il penultimo capitolo!

Vi auguro di passare un ottimo Natale con le persone che amate perché è questa la cosa più importante. Dopo i regali. E dopo i parenti che vi danno i soldi.

Ah, nel caso non l'aveste letta, ho scritto una piccola OS natalizia un po' differente dalla norma. La trovate qui.

Tanti abbracci e tanti bacioni ♥

-violetsugarplum


  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: violetsugarplum