Fanfic su attori > Orlando Bloom
Ricorda la storia  |      
Autore: frodina178    14/07/2004    8 recensioni
Essere usati, soprattutto quando si ama una persona, fa veramente male, ma bisogna trovare il coraggio di andare avanti...
Genere: Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Orlando Bloom
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nota: fanfictions nata sulle note di "Certe Notti", di Ligabue. Ho accompagnato ogni pezzo della storia con alcune brevi strofe della canzone, ma non credo si possa definire un vera e propria song-fic…


Certe Notti

Certe notti la macchina è calda e dove ti porta lo decide lei,certe notti la strada non conta, quel che conta è sentire che vai…

-Abbassa il volume!- gridò Christine tappandosi le orecchie e fissandolo con sguardo truce.
-Perché?- rise lui, prendendo un curva troppo stretta e finendo sopra il marciapiede. Questa mossa sembrò scatenare la sua ilarità.
-Che cazzo ci trovi di divertente? Mi stai spaccando i timpani, oltre al culo!- si sbracciò lei, esasperata. Non era proprio questo che intendeva come rimpatriata.
-Lasciati andare per una volta!- urlò Orlando, lasciando lo sterzo e sollevando le mani.
-Riprendi IMMEDIATAMENTE il volante, brutto stronzo che non sei altro!- era terrorizzata.
-Non sono stronzo…sono solo…SBRONZO!- scoppiò nuovamente a ridere, rimettendosi però alla guida.
-Lo so perfettamente…- sbuffò sollevata, ora aveva qualche speranza di sopravvivere.
-E smettila di preoccuparti, Christine! Prova ad abbandonarti!- chiuse gli occhi, fermando la macchina.
-E adesso cosa fai?- domandò spazientita, cercando di darsi un contegno spolverandosi i jeans. Lo sapeva cosa stava per fare, cazzo se lo sapeva; non aspettava altro, si stava chiedendo perché il ragazzo ci stesse mettendo tanto tempo.
-Questo…- sussurrò maliziosamente Orlando, sollevandosi dal sedile tentando di abbassarlo.
-Non penserai di farlo QUI, vero?- incrociò lei le braccia, scherzosamente stizzita.
-Se preferisci andare dietro a quei cespugli, per me è lo stesso…-.
-Stupido!- gli mollò uno scappellotto, poi la sua espressione si fece seria. Lo fissò qualche istante negli occhi, prima di assecondare il suo movimento, avvicinarsi alle labbra e sfiorargliele delicatamente.
-Dio…quanto mi mancava…- mormorò lui, facendo sdraiare la ragazza sul sedile ormai completamente reclinato. Non attesse una risposta, catturò di nuovo la sua bocca, questa volta unendo la lingua.

Certe notti la radio che passa Neil Young sembra avere capito chi sei, certe notti somigliano a un vizio che tu non vuoi smettere, smettere mai…

Portò le mani aperte sui suoi seni, massaggiandoli dapprima con estenuante dolcezza, quindi con ingorda bramosia. Le sollevò leggermente la maglietta, lanciò un'occhiata figgisca all'interno prima di storcere la bocca e guardare la ragazza
-Qualcuno si è risvegliato lì sotto…- sorrise.
-Anche qui, mi pare…- incarnò lei la dose, sfiorandogli l'inguine, con voluta insicurezza. Sapeva quanto gli piacesse comandare il gioco, così, ogni volta, si premurava di fare la parte della povera ragazzina ingenua.
-Come ti permetti di toccarmi?- la bloccò lui per i polsi, assumendo un'espressione severa.
-Mi scusi, mister Bloom, è che proprio non riesco a resistere al suo fascino così mascolino…e al contempo così etereo…-.
-Sfotti di meno, brutta pulce!-
A quelle parole il cuore di Christine ebbe un sussulto, anche se diede il suo da fare per non darlo a vedere. Pulce era il nomigliolo che le aveva affibbiato al liceo, quando era magrolina e piccolina.
-Ma adesso basta parlare…- prese un profondo respiro lui, affondando il volto nel collo di lei, assaporandolo in tutta la lunghezza con la lingua. La ragazza reclinò la testa, inarcando la schiena nel tentativo di avere un contatto maggiore con quel corpo caldo e fremente. Gli afferò i glutei, spingendolo verso di se. A questa iniziativa Orlando si laciò sfuggire un gemito, mordendole con delicatezza la pelle.
-Ma come siamo affamati…- ridacchiò lei. Ma il ragazzo non aveva la minima voglia di parlare, e men che meno di scherzare. Fece scivolare le braccia sotto i loro corpi, tentando di slacciare i bottoni di lei, mente le continuava a danzare sopra. Finalmente riuscì ad infilarle una mano nelle mutandine, ed esplorò quella parte del corpo, familiare, con sicurezza. Quando le fece scorrere due dita all'interno, si fermò un istante ad osservare l'espressione di Christine. Vederla godere lo eccitava alla follia, ed era per questo che, prima di arrivare al sodo, si dedicava con attenzione a lei. Conosceva ogni suo punto sensibile, cosa che gli facilitava non poco il compito. La ragazza, sentendo che si era fermato, prese a spingere contro la sua mano, alla ricerca di altri movimenti, sicuri e decisi, come sapevano essere i suoi. Riprese, mente, con la mano libera, le accarezzava un fianco, quasi a rassicurarla. Lei aveva chiuso gli occhi, e con la lingua si inumidiva le labbra, lasciando ai suoi palmi il grato compito di toccare il corpo di Orlando.

Certe notti fai un po' di cagnara, che sentano che non cambierai più, quelle notti fra coscie e zanzare, e nebbia e locali a cui dai del tu…

-Merda!- esclamò lui, spostandosi, alla ricerca di quel maledetto cellulare che stava suonando- Scusami Christine…scusami veramente…-.
La ragazza scosse la testa, come per dire non fa niente, ma dentro di se era molto amareggiata da quella interruzione. Orlando si pulì una mano sui pantaloni e rispose, volandosi verso il finestrino.
-Kate!- eclamò abbastanza sorpreso- Dove vuoi che sia? A casa…ma come dove? A Canterbury…te lo avevo detto…no? Sei sicura? Mi dispiace….si…va bene…non ci sono problemi…dovrei tornare domani sera, ci vediamo a casa mia? Okay…allora a presto, amore…si…anche io ti amo…ma certo…salutamelo anche da parte mia, digli che dobbiamo cenare assieme uno di questi giorni…ciao…ti amo…ciao ciao ciao….-sorrise chiudendo la chiamata.
Poi, come se niente fosse, si voltò nuovamente verso Christine, guardandola maliziosamente, avvicinandosi come un felino alla sua preda.
-Aspetta…- lo scostò leggermente lei, senza guardarlo negli occhi.
-Cosa c'è?- disse lui, cercando di nascondere una punta di sospetto nel suo tono.
-Non posso…davvero non posso…- si mise a sedere, spingendolo sull'altro sedile. Orlando sbuffò, ormai apertamente scocciato.
-Credevo- esordì- Che fossimo d'accordo su questa cose e…-.
-NO!No…è qui che ti sbagli!TU sei d'accordo, solo ed esclusivamente tu. Hai deciso tutto dall'inizio, senza chiedere la mia opinione o fare un discorso serio su questa cosa…-.
Lui scoppiò a ridere -Ma Christine! Se tu mi spieghi COSA c'è di serio in questa storia…-.
A quelle parole lei si sentì mancare. Era innamorata di lui da quando aveva sedici anni, anche se sapeva di non essere ricambiata. Lui non l'aveva mai considerata fino a quando non era diventata decisamente una bella donna. Si frequentavano ancora prima che lui diventasse famoso, e quando questo era successo avevano comunque mantenuto degli sporadici contatti. Si vedevano sempre, almeno un'oretta, ogni volta che tornava a Londra. E, solitamente, quell'oretta serviva a fare solo ed esclusivamente un'unica cosa…lei aveva accettato questa situazione, anche il fatto che lui, spesso e volentieri, le parlava della sua ragazza, di quanto fosse bella e di quanto l'amasse. Sopportava a denti stretti, a testa bassa, cercando di accontentarsi di quello che le dava. Aveva avuto diverse storie, certo, questa "relazione" non le aveva impedito di avere dei sentimenti, anche forti, verso altri uomini. Purtroppo, aveva scoperto, nessuno di loro le era sembrato all'altezza di Orlando. Lui, naturalmente, non sapeva. Era convinto che lei amasse il loro gioco, o, per meglio dire, il SUO gioco. Non sospettava minimamente, ma nemmeno gli importava la cosa; gli piaceva quella ragazza, lo attirava fisicamente e mentalmente, e, a modo suo, la rispettava, mantenendo però sempre un certa distanza tra loro.

Certe notti hai qualche ferita che qualche tua amica disinfetterà…

-Christine…per favore non fare la bambina…- mormorò dopo qualche istante, rendendosi conto, forse, di aver esagerato con le parole.
-Io non faccio la bambina Orlando! Mi spieghi come diavolo fai a tenere il piede in due scarpe(analogismo "rubato"a Mandy)?- si fece seria e veramente alterata.
-Oh! Ma allora ne fai proprio una questione personale! Se è come dici tu, allora tengo il piede in milioni di scarpe…- ridacchiò, come se quella affermazione lo rendesse fiero.
-Come fai schifo…- socchiuse lei gli occhi, sentendosi ribollire dentro. Era stata una stupida, si era innamorata di un ragazzo che, in realtà, non conosceva affatto. Meschino, ecco la parola giusta per definirlo.
-Vuoi che ti riporti a casa?- disse lui, freddo e distaccato, come se la situazione non lo toccasse minimamente.
-No, grazie- sibilò a denti stretti Christine -Preferisco andarmene a piedi. Non vorrei trovarmi spiaccicata ad un albero per colpa di un enorme coglione!- detto questo scese, chiudendo secca la portiera, stringendosi nel cappotto invernale. Si impose di non piangere fino a che lui avrebbe potuto vederla; non gli avrebbe datto quella soddisfazione, non la meritava.

Non si può restare soli, certe notti qui, che chi si acconte gode, così e così…certe notti sei sveglio o non sarai sveglio mai.

-Sei convita di quello che stai facendo?- Orlando guidava la macchina lentamente, costeggiando il marciapiede dove lei stava camminando velocemente. Non si degnò di rispondergli.
-Stai facendo un'enorme cazzata, lo sai questo, vero? Guarda che certo io non tornerò indietro a cercarti! Se adesso non ti fermi questa è la fine veramente-.
-Credo che sopravviverò…-ringhiò.
-Bene…allora se è questo che vuoi…ti auguro tutto il bene! E, se vuoi un consiglio…rifatti il seno che comincia a cadere!- sollevò un braccio dal finestrino aperto, prima di partire a gran velocità suonando il clacson un paio di volte, come per prenderla maggiormente per il culo.
Che idiota..che idiota che sei Christine! Quanto cazzo di tempo hai sprecato dietro a questo verme? si diceva rabbiosa, mentre copiose lacrime d'umiliazione le rigavano il volto.


Tre anni dopo…

-Casa dolce casa…- Orlando stava scherzando con la sorella, mentre passeggiavano per il centro di Londra.
-Certo che farti crescere quei baffi non è stata mica una buona idea…- lo squadrò per l'ennesima volta lei, poco convinta.
-Esigenze di copione, Samantha!- alzò le braccia lui sconsolato- Quante volte te lo devo dire?-.
-Sì sì, certo…dicono tutti così…vieni!-mormorò lei, che aveva adocchiato un vestitino amabile in una vetrina. Lo trascinò dentro per una manica, nonostante tutte le sue proteste. Mentre la sorella curiosava tra gli scaffali, Orlando si diede un'occhiata intorno, ma senza grandi risultati, visto che quella boutique era dedicata solo ed esclusivamente al sesso femminile. Mentre stava accarezzando un vestito di raso rosso, l'occhio gli sfuggì verso l'entrata, dove stava entrando una donna. Dapprima non ci fece molto caso, ma quando questa si tolse gli occhiali da sole la riconobbe immediatamente, nonostante fosse notevolmente cambiata.
-Christine!- le andò incontro sorridendo, a braccia aperte. Lei lo aquadrò incerta.
-Scusa…ci conosciamo?- sorrise a sua volta. Lui rimase abbastanza confuso, che avesse sbagliato persona?
-Sono Orlando!- esclamò, sicuro che non lo avesse riconosciuto per via dei baffi.
-Orlando…Orlando…- si grattò il mento- Orlando come, scusi?-.
-Amore!- una voce alle sue spalle la fece voltare- Johnatan non vedeva l'ora di vedere la mamma!- l'uomo, che riconobbe come un commesso de negozio, li aveva avvicinati; reggeva tra le braccia un neonato. Lo passò a Christine che, in risposta, gli schioccò un bacio sulla fronte.
-Non mi presenti il tuo amico?- disse lo sconosciuto, indicando con un dito Orlando.
-Ah!- scoppiò a ridere lei- Non è mica amico mio! Pensa che nemmeno lo conosco…secondo me è pazzo…- sussurrò come per non farsi sentire, ma senza la reale intenzione di farlo.
-Senta!- di nuovo rivolta all'attore- Mi dispiace davvero, siamo stati forse all'asilo assieme? Oh, bè…- rise- Non si prenda la briga di rispondere, non ho davvero tempo! Magari un giorno mi viene in mente dove ci siamo già visti! Arrivederci!- gli diede un buffetto sulla spalla, mentre, abbracciata all'uomo, usciva dalla bottega.



  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Orlando Bloom / Vai alla pagina dell'autore: frodina178