In questa OS Louis ed Harry
avranno la stessa età,
per facilitare le cose.
*FLASHBACK. 15 ANNI PRIMA*
Il
piccolo Louis sapeva perfettamente che il giorno successivo avrebbe
compito 6
anni. Era davvero felice. Non solo perché era il suo compleanno, ma
anche
perché, quella sera stessa, avrebbe festeggiato la Vigilia di Natale
insieme
alla sua famiglia, e ci sarebbe stata anche la famiglia del suo
migliore amico
Harry.
Quella
sera, la sera del 23 dicembre 1997, non voleva neanche coricarsi nel
suo
lettino per dormire, e risvegliarsi poi il
mattino successivo con i regali che i familiari gli avevano
portato
nella prima mattina.
Prese
due macchinine, facendole camminare lungo il tappeto, e d’un tratto le
fece
scontrare creando il suono del tamponamento con la sua tenera voce da
bambino.
La madre sprigionò la sua risata cristallina, e il piccolo Louis lo
seguì a
ruota. Lo aveva sempre detto ai suoi amici. Se la sua mamma era felice,
anche
lui lo era. Non importava se il suo gioco preferito si era appena
rotto, o se
le luci dell’albero di Natale si erano fulminate, o se tutto d’un
tratto
qualche figurina avesse fatto ‘puf!’.. se la mamma sorrideva, lui
sorrideva. E
poi il suo sorriso, a parer degli altri, era il più bello di sempre, il
più
vero di sempre. Ma lui non ci credeva, lui non sapeva di avere il più
bel
sorriso di sempre. Diceva che quello della sua mamma “ E’ tanto tanto più
bello.”.
Ma
non lo sapeva, che se aveva ereditato qualcosa da lei, era stato
proprio quel
sorriso.
Un
sbadiglio uscì dalle sue sottili labbra andandosi a disperdere
nell’aria. La
madre gli si avvicinò e gli prese una mano.
“
Tesoro, che ne dici di andare a nanna?! Domani ti aspetta una giornata
piena di
allegria, lo sai, no? ” gli disse, con quella sua tenera voce,
che riservava
solo ai bambini. Il piccolo Louis annuì e le sorrise dolcemente,
allungando le
braccia verso di lei.
Non
aveva ancora perso l’abitudine di farsi prendere in braccio, all’ora
della
nanna. Voleva sempre che fosse la mamma a portarlo nel suo lettino, si
sentiva
più sicuro. Sapeva che se era lei ad accompagnarlo, i mostri che si
nascondevano sotto il letto, non gli avrebbero fatto nulla durante la
notte.
E
la madre stava ai suoi voleri, perché voleva vederlo felice, e la
mattina, sul
suo viso, voleva vedere la felicità.
Si
riteneva infinitamente fortunata, ad avere un figlio come lui, che non
aveva
mai dato problemi, non piangeva tanto a lungo, neanche quando era un
neonato.
E
il piccolo si riteneva fortunato ad avere una madre come lei, che era
dolce
come la nutella, e allegra come il sole.
“Buonanotte
tesoro.” Sussurrò dolcemente mentre il piccolo chiuse gli occhi
sussurrandole,
a sua volta, la buonanotte. Quasi immediatamente, Louis, riuscì ad
addormentarsi, mentre pregava vivamente che anche quella sera, i mostri
sarebbero rimasti sotto il letto.
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Nel
bel mezzo della notte, alle 3.30, Johanna si
alzò dal suo letto e silenziosamente andò nel ripostiglio. Era lì che
aveva
riposto un cartellone tutto colorato che aveva fatto, insieme ad Harry,
per suo
figlio Louis. Strappò una striscia di scotch e ne poggiò l’estremità su
un
dito, dovendo andare ad attaccarla nella stanza del piccolo. Lentamente
aprì la
porta della sua stanza, e poi la richiuse per incollare il cartellone
sulla
parte interna, in modo che Louis, appena sveglio, avrebbe potuto
vederlo e
sorridere. Incollate sul cartellone, a mò di cornice intorno alla
scritta “Buon
compleanno,BooBear” c’erano delle foto di Louis con la sua
mamma, e con Harry.
Aveva usato le foto preferite di Louis, quelle scattate nello scorso
inverno
quando, insieme ad Harry e la sua famiglia, andarono in vacanza in
montagna.
Dopo
averlo incollato alla porta, tornò a dormire
nella sua stanza, impostando la sveglia per le 6, quando avrebbe
cominciato a
preparare dei cup cackes, da portare nella stanza di Louis al momento
della
sveglia.
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Erano
ormai le 9 del mattino: La colazione per
Louis era pronta, i parenti erano gia arrivati portando i loro regali,
per poi
andare di nuovo via sapendo di tornare nel pomeriggio, quando Louis
sarebbe
stato realmente pronto ad accoglierli. Ma una persona, tra le tante,
era
rimasta lì, perché era sicuro.. voleva passare la giornata insieme al
suo
migliore amico, nel suo giorno speciale.
“Johanna posso
svegliare io BooBear? ” chiese il
piccolo Harry, quando arrivarono fuori dalla camera di Louis. Con la
sua voce
alta e allegra, poteva averlo benissimo svegliato in quel modo. Ma
Johanna era
sicura che anche se Louis fosse ormai sveglio, avrebbe finto di dormire
ancora,
desiderando di essere svegliato dal suo migliore amico.
Il
riccio quasi spalancò la porta con violenza..
mancava poco ed avrebbe toccato lo stipite creando un grande tonfo, che
avrebbe
fatto cadere Louis dal letto per lo spavento. Mentre il piccolo Harry
si
allontanava per andare al letto di Louis, Johanna richiuse la porta in
modo che
il piccolo,appena sveglio, potesse vedere il cartellone alla porta.
Corse
verso il letto del suo migliore amico,
saltandovi poi addosso iniziando a cantargli la canzoncina di buon
compleanno.
Ancora prima di aprire gli occhi, sul volto di Louis, comparve un
grande
sorriso a 600w. Si..600w. Perché alla fine, il suo sorriso, era come
una grande
lampadina al centro di una stanza. Illuminava l’ambiente circostante,
l’hanno
sempre pensato tutti quelli che lo circondavano.
Quando
Harry notò gli occhi di Louis aprirsi si
avvicinò velocemente con il viso al suo e gli stampò un dolce bacio
sulla
guancia sussurrando un ‘Auguri BooBear!’.
Louis lo stritolò in un abbraccio che
lui definirebbe ‘coccoloso’.
“Grazie,Hazza.“
Sussurrò a sua volta e la madre
decise di lasciarli soli, e che gli avrebbe fatto gli auguri quando si
sarebbero decisi a scendere per la colazione.
Non
dovette aspettare tanto, visto che il pancino
di Louis cominciò a brontolare provocando la risata del suo migliore
amico, che
fu spinto verso la porta. Scesero velocemente le scale, rincorrendosi,
finendo
poi in cucina dove la madre aveva gia preparato del latte caldo per
entrambi,
accompagnato anche dai cup cakes preparati quella stessa mattina.
Louis, alla
vista di quel ben di Dio, si sedette velocemente a tavola e senza
neanche dare
tempo al suo cervello di capire cosa stesse succedendo, addentò il
dolcetto.
Voltandosi verso il suo migliore amico, mentre masticava rumorosamente
il suo
dolcetto, lo vide fare un broncio. In effetti lo aveva lasciato lì come
un
sasso, lanciandosi verso il cibo.
“Cattivo BooBear.” Sussurrò
il povero bimbo con
ancora quel broncio piazzato sul suo viso, che lo rendeva più tenero
del
solito. Louis battè la mano sulla sedia affianco alla sua, come ad
invitarlo a
sedersi, e fu quello che il piccolo fece.Si ritrovarono seduti uno
affianco
all’altro, ancora una volta, come sempre. Louis gli prese la mano e gli
baciò
la guancia,per poi lasciarlo ancora per tornare al suo dolce.
“Mangia,così dopo
giochiamo.” Sussurrò Louis con
la bocca piena, cercando di non sputare nessun boccone sul viso
dell’amico.
Harry storse il naso divertito e prese il suo dolcetto tra le mani,
dandogli un
piccolo morso, seguito da un sorso del latte al cioccolato caldo.
Johanna,
tornata dal soggiorno dopo aver
preparato un tappeto dedicato ai bambini e ai loro giochi, si avvicinò
a Louis
stampandogli un bacio sulla guancia.
“Auguri Louis.”
Louis si girò leggermente verso
la mamma, baciandole la guancia per poi affondare tra le sue braccia in
un
lungo abbraccio.
Passarono
pochi minuti, prima che i due bambini
terminassero la loro colazione cominciando già a correre verso il
tappeto dei
giochi. Vi arrivarono quasi in scivolata, e appena inginocchiatisi
sopra,
presero tra le mani delle macchinine cominciando a farle muovere sul
tappeto.
Era una gara e Louis, competitivo
com’era, voleva solo vincere, non gli importava se poi Harry avesse
piagnulocato. Doveva vincere, tutto qui.
Fece
così scontrare la sua auto contro quella di
Harry facendola volare via, e fece correre la sua verso il traguardo
prefissato
alla fine del tappeto.
*FINE FLASHBACK*
A
Louis manca quella vita semplice,
tranquilla..normale, in poche parole.
E’
vero, il suo migliore amico continuava essere
al suo fianco, e forse era la cosa migliore di tutto quello che
succedeva. Non
poteva di certo lamentarsi però. Era famoso, aveva quattro amici al suo
fianco,
tutti fantastici, e migliaia, milioni di fan che lo amavano
incondizionatamente. Sapeva che anche se si fosse mostrato triste,
nessuno si
sarebbe mai lamentato, anzi.. sarebbero stati tutti pronti a
consolarlo, a fare
di tutto per renderlo felice.
Ricordò
di quando la sua vita con Harry non era
di certo quella che stavano avendo in quel momento. Di quando nessuno
di loro
della band era costretto a fare ciò che il management diceva loro, o di
non
fare questa o quella cosa.
Non
era di certo quello che loro desideravano, ma
quello che desideravano era di andar avanti con la loro carriera,
perché
amavano quello che facevano, e amavano rendere felici le persone. Per
cui
sopportavano tutto e andavano avanti.
Quest’anno,il
2012, aveva deciso di festeggiare a
casa propria, Doncaster. Quanto gli era mancata quella città, che
vedeva
raramente per via del tour.
Sapeva
che quell’anno Harry non sarebbe stato con
lui a festeggiare, era troppo impegnato, troppo impegnato con la sua
pseudo ragazza.
Ma
non si sarebbe fatto abbattere da questo
avvenimento. Gli altri tre sarebbero stati al suo fianco, quindi non
gli
importava se lui non fosse stato lì, se il suo
migliore amico riteneva più importante una ragazza conosciuta da
meno di
due mesi, rispetto a lui, conosciuto da bambino. Ma non importa.
Se
a Harry non importava, non sarebbe importato.
23.10,
del 23 dicembre 2012. Gli arriva un
messaggio sul cellulare. Era Liam che gli chiedeva di uscire la mattina
successiva, in modo che avessero scelto insieme il regalo, evitando
così
inutili brutte figure. In realtà Liam doveva solo tenerlo lontano da
casa
mentre Niall e Zayn addobbavano casa sua e preparavano l’occorrente per
la
festa a sorpresa di quella sera.
Accettò l’invito tutto sorridente. Harry avrebbe rosicato
quando l’avrebbe chiamato per gli auguri,
visto che Louis sarebbe stato sicuramente insieme a Liam a ridere e
scherzare.
Fu
così che andarono le cose. Stava ridendo e
scherzando con Liam mentre correvano per il parco facendo gli stupidi,
e Harry
chiamò.
Senza
neanche smettere di correre o ridere Louis
rispose. Harry fu sorpreso di quella improvvisa risata, pensava sarebbe
stato
triste per la sua assenza,ma non era così. Gli chiese del perché di
tutta
quella allegria, e Louis lo disse chiaro e tondo “ Mi sto divertendo
con
Liam!”.
Con
un tono che non gli apparteneva di certo,
Harry fece gli auguri a Louis molto frettolosamente. Quando staccò la
telefonata, Louis non pensò neanche a tutto quello che era successo,
stava solo
continuando a farsi inseguire da Liam per il parco. I bambini potevano
prenderli per pazzi, in quei loro giochi da... bambini, ecco.
Dopo
dieci minuti decisero di tornare
calmi,nonostante qualche risata di tanto in tanto rispuntava.
Alla
fine, si dimenticarono totalmente del
regalo, o almeno Liam fece in modo di farglielo dimenticare. Erano
ormai le 12,
e Liam propose di mangiare qualcosa insieme. Si fermarono in un locale
poco
distante dal parco. Appena seduti sapevano gia cosa ordinare: pizza.
Chiamarono
quindi il cameriere ordinando due
pizze margherite e due coca cola.
Mentre
aspettavano le loro ordinazioni Louis
ripensò ad Harry, a quanto fosse stato meschino da parte sua restare a
Los
Angeles con Taylor, piuttosto che tornare in Inghilterra per
festeggiare il
compleanno del suo migliore amico.
Liam
vedendolo sovrappensiero, e vedendo i suoi
tratti rilassati tendersi decise di chiedergli cosa gli stesse
succedendo.
Probabilmente non era la scelta migliore, ma voleva aiutarlo, o almeno
provarci.
“BooBear,che succede?”
chiese con un tono molto
dolce.
“Harry..lo odio.”
Immaginava fosse quello il
motivo, quale essere umano non l’avrebbe capito? Sapeva che questa cosa
lo
distruggeva, ma non c’era nulla da fare. Harry in certi casi era
irremovibile.
Ci aveva provato, Zayn, a convincerlo. Ma lui continuava a dire ‘no,mi
dispiace.’
Possibile
che fosse diventato così meschino da un
momento all’altro?
“Louis..non dargli
retta. E’ un momento. E
poi..potrebbe essere una scelta dei manager, sai che vogliono
dividervi.” Louis
in tutta risposta si limitò ad annuire distrattamente,mentre arrivavano
le loro
ordinazioni.
“Ohw,pizza!”
esultò Louis,come se la
conversazione precedente non ci fosse mai stata. Liam rise di
gusto,amava
questo lato di Louis. Sapeva mettere da parte il dolore quando serviva.
Nel
frattempo però,Harry stava cercando in tutti
i modi di trovare un biglietto aereo per Doncaster, o almeno Londra.
Non
riusciva, tutti pieni. Taylor vedendolo disperato decise quindi di
offrirgli un
‘passaggio’ nel suo jet privato.
“Non potevi dirlo
prima? Cazzo!” urlò Harry
esasperato e sul viso di Taylor nacque una smorfia. Ma nonostante
l’apatia di
Harry, Taylor lo accompagnò al Jet privato, andando con lui a
Doncaster. Harry
continuava a chiedersi se a Louis avrebbe fatto piacere averlo lì con
lui, o se
gli avrebbe portato rancore. La paura era tanta, paura che lui non
potesse più
amarlo come prima, per quello stupido gesto voluto dai manager.
Alle
15 Louis e Liam tornarono a casa e prima di
entrare Liam fece una battutina strana che fece scoppiare a ridere
Louis,nonostante facesse pena. Liam scosse la testa divertito, vedendo
Louis che per le risate non riusciva a
far entrare la chiave nella toppa.
Ovviamente
prima di tornare, Liam si era accertato
che tutto fosse pronto, o lo avrebbe intrattenuto maggiormente,
rischiando che
entrasse nel pieno dei preparativi. Si cominciarono a sentire delle
urla, e
Louis sgranò gli occhi. Nulla al mondo avrebbe permesso alle sue
orecchie di
non riconoscere quella voce che urlava. Si diede una mossa ad aprire la
porta
spalandola, trovandosi poi davanti un Harry entusiasta alla sua vista.
“BooBear!” Urlò
saltandogli addosso e Louis fu
subito pronto ad afferrarlo tenendolo stretto a se.
“Hazza! Come mai sei
qui? Non dovevi essere
con..” Si fermo,però, vedendo quella persona che stava per
nominare. Il suo
sguardo si riempì di rabbia,dolore e lasciò andare Harry che
fortunatamente non
cadde a terra.
Avrebbe
perdonato volentieri Harry, se magari
fosse arrivato da solo a Doncaster, e non con Taylor.
Vide
Niall e Zayn uscire dalla cucina con una
torta e delle trombette,mentre partiva anche della musica.
“NO! Una festa a
sorpresa!” Urlò Louis estasiato
e corse ad abbracciare Niall e Liam che avevano le mani libere.
“Auguri Louis!”
urlarono tutti in coro, tranne
Harry che era corso fuori di casa.
Louis
adorava le feste a sorprese, questo era
vero. Ma adorava di più le sorprese generali, e quel giorno la sua
sorpresa
maggiore era stato l’arrivo di Harry. Si, sarebbe stato meglio se con
lui non
ci fosse stato Taylor, ma come lamentarsi? Era lì. Appunto,era. Dov’era
finito
adesso?
“Ragazzi..Harry?” Taylor
fece cenno con il capo
verso la porta principale, e Louis vi si piombò trovando Harry seduto
agli
scalini.
“ehi.. –sussurrò
sedendosi al suo fianco- che ci
fai qui tutto solo? La festa è dentro.”
“Lo so. Ma la mia
felicità,adesso,è qui fuori.”
Disse sorridendo al suo amico, il suo migliore amico, il compagno di
una vita,
l’amore di una vita.
Louis
si avvicinò pericolosamente,nonostante
fossero all’esterno, e rischiavano di vedere arrivare qualche
paparazzo. Ma non
gli importava.
La
persona più importante della sua vita era lì,
e nascondere ancora tutto quello che provavano l’uno per l’altra, non
era di
certo la miglior cosa. Non ora. Era il suo compleanno, voleva farsi
questo
regalo.
Fu
così, che fregandosene di qualsiasi cosa la
gente potesse pensare passando, le sue labbra finirono su quelle del
riccio. In
quel bacio riuscì a sprigionare tutto quello che nell’ultimo anno i
manager gli
avevano impedito di dimostrare, tutto l’amore che provava per lui, sin
da
quando andavano al liceo prima di X Factor, prima di tutto questo.
Con
quel bacio, senza la necessità di utilizzare
alcuna parola, riuscì a dirgli quanto lo amava, quanto lo aveva sempre
amato.
E
quello, era il miglior compleanno di sempre,
quella era la miglior Vigilia di Natale di sempre.