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Autore: demetriasperfume    24/12/2012    2 recensioni
A Louis manca quella vita semplice, tranquilla..normale, in poche parole.
E’ vero, il suo migliore amico continuava essere al suo fianco, e forse era la cosa migliore di tutto quello che succedeva. Non poteva di certo lamentarsi però. Era famoso, aveva quattro amici al suo fianco, tutti fantastici, e migliaia, milioni di fan che lo amavano incondizionatamente. Sapeva che anche se si fosse mostrato triste, nessuno si sarebbe mai lamentato, anzi.. sarebbero stati tutti pronti a consolarlo, a fare di tutto per renderlo felice.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In questa OS Louis ed Harry
avranno la stessa età,
per facilitare le cose.


*FLASHBACK. 15 ANNI PRIMA*

Il piccolo Louis sapeva perfettamente che il giorno successivo avrebbe compito 6 anni. Era davvero felice. Non solo perché era il suo compleanno, ma anche perché, quella sera stessa, avrebbe festeggiato la Vigilia di Natale insieme alla sua famiglia, e ci sarebbe stata anche la famiglia del suo migliore amico Harry.
Quella sera, la sera del 23 dicembre 1997, non voleva neanche coricarsi nel suo lettino per dormire, e risvegliarsi poi il  mattino successivo con i regali che i familiari gli avevano portato nella prima mattina.

Seduto sul tappeto posizionato davanti al caminetto del soggiorno, si stava dedicando ai suoi giochi, che probabilmente dal giorno successivo avrebbe scartato per far spazio ai nuovi giochi che sarebbero arrivati. I suoi vispi occhi azzurri si spostavano spesso dai suoi giochi alla madre che era poco distante da lui e che lo guardava giocare. Le rivolgeva un sorriso, di tanto in tanto, quando non era troppo concentrato sui suoi giochi.
Prese due macchinine, facendole camminare lungo il tappeto, e d’un tratto le fece scontrare creando il suono del tamponamento con la sua tenera voce da bambino. La madre sprigionò la sua risata cristallina, e il piccolo Louis lo seguì a ruota. Lo aveva sempre detto ai suoi amici. Se la sua mamma era felice, anche lui lo era. Non importava se il suo gioco preferito si era appena rotto, o se le luci dell’albero di Natale si erano fulminate, o se tutto d’un tratto qualche figurina avesse fatto ‘puf!’.. se la mamma sorrideva, lui sorrideva. E poi il suo sorriso, a parer degli altri, era il più bello di sempre, il più vero di sempre. Ma lui non ci credeva, lui non sapeva di avere il più bel sorriso di sempre. Diceva che quello della sua mamma “ E’ tanto tanto più bello.”.
Ma non lo sapeva, che se aveva ereditato qualcosa da lei, era stato proprio quel sorriso.

 
Un sbadiglio uscì dalle sue sottili labbra andandosi a disperdere nell’aria. La madre gli si avvicinò e gli prese una mano.

“ Tesoro, che ne dici di andare a nanna?! Domani ti aspetta una giornata piena di allegria, lo sai, no? ” gli disse, con quella sua tenera voce, che riservava solo ai bambini. Il piccolo Louis annuì e le sorrise dolcemente, allungando le braccia verso di lei.
Non aveva ancora perso l’abitudine di farsi prendere in braccio, all’ora della nanna. Voleva sempre che fosse la mamma a portarlo nel suo lettino, si sentiva più sicuro. Sapeva che se era lei ad accompagnarlo, i mostri che si nascondevano sotto il letto, non gli avrebbero fatto nulla durante la notte.
E la madre stava ai suoi voleri, perché voleva vederlo felice, e la mattina, sul suo viso, voleva vedere la felicità.
Si riteneva infinitamente fortunata, ad avere un figlio come lui, che non aveva mai dato problemi, non piangeva tanto a lungo, neanche quando era un neonato.
E il piccolo si riteneva fortunato ad avere una madre come lei, che era dolce come la nutella, e allegra come il sole.

Così Johanna lo portò nel suo lettino al piano di sopra, e prima di rispegnere la luce e andar via, si avvicinò al piccolo e gli stampò un bacio sulla fronte, quasi coperta dalla frangia.

“Buonanotte tesoro.” Sussurrò dolcemente mentre il piccolo chiuse gli occhi sussurrandole, a sua volta, la buonanotte. Quasi immediatamente, Louis, riuscì ad addormentarsi, mentre pregava vivamente che anche quella sera, i mostri sarebbero rimasti sotto il letto.

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Nel bel mezzo della notte, alle 3.30, Johanna si alzò dal suo letto e silenziosamente andò nel ripostiglio. Era lì che aveva riposto un cartellone tutto colorato che aveva fatto, insieme ad Harry, per suo figlio Louis. Strappò una striscia di scotch e ne poggiò l’estremità su un dito, dovendo andare ad attaccarla nella stanza del piccolo. Lentamente aprì la porta della sua stanza, e poi la richiuse per incollare il cartellone sulla parte interna, in modo che Louis, appena sveglio, avrebbe potuto vederlo e sorridere. Incollate sul cartellone, a mò di cornice intorno alla scritta “Buon compleanno,BooBear” c’erano delle foto di Louis con la sua mamma, e con Harry. Aveva usato le foto preferite di Louis, quelle scattate nello scorso inverno quando, insieme ad Harry e la sua famiglia, andarono in vacanza in montagna.

Dopo averlo incollato alla porta, tornò a dormire nella sua stanza, impostando la sveglia per le 6, quando avrebbe cominciato a preparare dei cup cackes, da portare nella stanza di Louis al momento della sveglia.

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Erano ormai le 9 del mattino: La colazione per Louis era pronta, i parenti erano gia arrivati portando i loro regali, per poi andare di nuovo via sapendo di tornare nel pomeriggio, quando Louis sarebbe stato realmente pronto ad accoglierli. Ma una persona, tra le tante, era rimasta lì, perché era sicuro.. voleva passare la giornata insieme al suo migliore amico, nel suo giorno speciale.


“Johanna posso svegliare io BooBear? ” chiese il piccolo Harry, quando arrivarono fuori dalla camera di Louis. Con la sua voce alta e allegra, poteva averlo benissimo svegliato in quel modo. Ma Johanna era sicura che anche se Louis fosse ormai sveglio, avrebbe finto di dormire ancora, desiderando di essere svegliato dal suo migliore amico.

Il riccio quasi spalancò la porta con violenza.. mancava poco ed avrebbe toccato lo stipite creando un grande tonfo, che avrebbe fatto cadere Louis dal letto per lo spavento. Mentre il piccolo Harry si allontanava per andare al letto di Louis, Johanna richiuse la porta in modo che il piccolo,appena sveglio, potesse vedere il cartellone alla porta.

Corse verso il letto del suo migliore amico, saltandovi poi addosso iniziando a cantargli la canzoncina di buon compleanno. Ancora prima di aprire gli occhi, sul volto di Louis, comparve un grande sorriso a 600w. Si..600w. Perché alla fine, il suo sorriso, era come una grande lampadina al centro di una stanza. Illuminava l’ambiente circostante, l’hanno sempre pensato tutti quelli che lo circondavano.

Quando Harry notò gli occhi di Louis aprirsi si avvicinò velocemente con il viso al suo e gli stampò un dolce bacio sulla guancia sussurrando un ‘Auguri BooBear!’. Louis lo stritolò in un abbraccio che lui definirebbe ‘coccoloso’.

“Grazie,Hazza.“ Sussurrò a sua volta e la madre decise di lasciarli soli, e che gli avrebbe fatto gli auguri quando si sarebbero decisi a scendere per la colazione.

Non dovette aspettare tanto, visto che il pancino di Louis cominciò a brontolare provocando la risata del suo migliore amico, che fu spinto verso la porta. Scesero velocemente le scale, rincorrendosi, finendo poi in cucina dove la madre aveva gia preparato del latte caldo per entrambi, accompagnato anche dai cup cakes preparati quella stessa mattina. Louis, alla vista di quel ben di Dio, si sedette velocemente a tavola e senza neanche dare tempo al suo cervello di capire cosa stesse succedendo, addentò il dolcetto. Voltandosi verso il suo migliore amico, mentre masticava rumorosamente il suo dolcetto, lo vide fare un broncio. In effetti lo aveva lasciato lì come un sasso, lanciandosi verso il cibo.

“Cattivo BooBear.” Sussurrò il povero bimbo con ancora quel broncio piazzato sul suo viso, che lo rendeva più tenero del solito. Louis battè la mano sulla sedia affianco alla sua, come ad invitarlo a sedersi, e fu quello che il piccolo fece.Si ritrovarono seduti uno affianco all’altro, ancora una volta, come sempre. Louis gli prese la mano e gli baciò la guancia,per poi lasciarlo ancora per tornare al suo dolce.

“Mangia,così dopo giochiamo.” Sussurrò Louis con la bocca piena, cercando di non sputare nessun boccone sul viso dell’amico. Harry storse il naso divertito e prese il suo dolcetto tra le mani, dandogli un piccolo morso, seguito da un sorso del latte al cioccolato caldo.

Johanna, tornata dal soggiorno dopo aver preparato un tappeto dedicato ai bambini e ai loro giochi, si avvicinò a Louis stampandogli un bacio sulla guancia.

“Auguri Louis.” Louis si girò leggermente verso la mamma, baciandole la guancia per poi affondare tra le sue braccia in un lungo abbraccio.

 

Passarono pochi minuti, prima che i due bambini terminassero la loro colazione cominciando già a correre verso il tappeto dei giochi. Vi arrivarono quasi in scivolata, e appena inginocchiatisi sopra, presero tra le mani delle macchinine cominciando a farle muovere sul tappeto. Era  una gara e Louis, competitivo com’era, voleva solo vincere, non gli importava se poi Harry avesse piagnulocato. Doveva vincere, tutto qui.

Fece così scontrare la sua auto contro quella di Harry facendola volare via, e fece correre la sua verso il traguardo prefissato alla fine del tappeto. 


*FINE FLASHBACK*

 

A Louis manca quella vita semplice, tranquilla..normale, in poche parole.

E’ vero, il suo migliore amico continuava essere al suo fianco, e forse era la cosa migliore di tutto quello che succedeva. Non poteva di certo lamentarsi però. Era famoso, aveva quattro amici al suo fianco, tutti fantastici, e migliaia, milioni di fan che lo amavano incondizionatamente. Sapeva che anche se si fosse mostrato triste, nessuno si sarebbe mai lamentato, anzi.. sarebbero stati tutti pronti a consolarlo, a fare di tutto per renderlo felice.

Ricordò di quando la sua vita con Harry non era di certo quella che stavano avendo in quel momento. Di quando nessuno di loro della band era costretto a fare ciò che il management diceva loro, o di non fare questa o quella cosa.

Non era di certo quello che loro desideravano, ma quello che desideravano era di andar avanti con la loro carriera, perché amavano quello che facevano, e amavano rendere felici le persone. Per cui sopportavano tutto e andavano avanti.

Quest’anno,il 2012, aveva deciso di festeggiare a casa propria, Doncaster. Quanto gli era mancata quella città, che vedeva raramente per via del tour.

Sapeva che quell’anno Harry non sarebbe stato con lui a festeggiare, era troppo impegnato, troppo impegnato con la sua pseudo ragazza.

Ma non si sarebbe fatto abbattere da questo avvenimento. Gli altri tre sarebbero stati al suo fianco, quindi non gli importava se lui non fosse stato lì, se il suo  migliore amico riteneva più importante una ragazza conosciuta da meno di due mesi, rispetto a lui, conosciuto da bambino. Ma non importa.

Se a Harry non importava, non sarebbe importato.

23.10, del 23 dicembre 2012. Gli arriva un messaggio sul cellulare. Era Liam che gli chiedeva di uscire la mattina successiva, in modo che avessero scelto insieme il regalo, evitando così inutili brutte figure. In realtà Liam doveva solo tenerlo lontano da casa mentre Niall e Zayn addobbavano casa sua e preparavano l’occorrente per la festa a sorpresa di quella sera.
Accettò l’invito tutto sorridente. Harry avrebbe rosicato  quando l’avrebbe chiamato per gli auguri, visto che Louis sarebbe stato sicuramente insieme a Liam a ridere e scherzare.

 

Fu così che andarono le cose. Stava ridendo e scherzando con Liam mentre correvano per il parco facendo gli stupidi, e Harry chiamò.

Senza neanche smettere di correre o ridere Louis rispose. Harry fu sorpreso di quella improvvisa risata, pensava sarebbe stato triste per la sua assenza,ma non era così. Gli chiese del perché di tutta quella allegria, e Louis lo disse chiaro e tondo “ Mi sto divertendo con Liam!”.

Con un tono che non gli apparteneva di certo, Harry fece gli auguri a Louis molto frettolosamente. Quando staccò la telefonata, Louis non pensò neanche a tutto quello che era successo, stava solo continuando a farsi inseguire da Liam per il parco. I bambini potevano prenderli per pazzi, in quei loro giochi da... bambini, ecco.

Dopo dieci minuti decisero di tornare calmi,nonostante qualche risata di tanto in tanto rispuntava.

Alla fine, si dimenticarono totalmente del regalo, o almeno Liam fece in modo di farglielo dimenticare. Erano ormai le 12, e Liam propose di mangiare qualcosa insieme. Si fermarono in un locale poco distante dal parco. Appena seduti sapevano gia cosa ordinare: pizza.

Chiamarono quindi il cameriere ordinando due pizze margherite e due coca cola.

Mentre aspettavano le loro ordinazioni Louis ripensò ad Harry, a quanto fosse stato meschino da parte sua restare a Los Angeles con Taylor, piuttosto che tornare in Inghilterra per festeggiare il compleanno del suo migliore amico.

Liam vedendolo sovrappensiero, e vedendo i suoi tratti rilassati tendersi decise di chiedergli cosa gli stesse succedendo. Probabilmente non era la scelta migliore, ma voleva aiutarlo, o almeno provarci.

“BooBear,che succede?” chiese con un tono molto dolce.

“Harry..lo odio.” Immaginava fosse quello il motivo, quale essere umano non l’avrebbe capito? Sapeva che questa cosa lo distruggeva, ma non c’era nulla da fare. Harry in certi casi era irremovibile. Ci aveva provato, Zayn, a convincerlo. Ma lui continuava a dire ‘no,mi dispiace.’

Possibile che fosse diventato così meschino da un momento all’altro?

“Louis..non dargli retta. E’ un momento. E poi..potrebbe essere una scelta dei manager, sai che vogliono dividervi.” Louis in tutta risposta si limitò ad annuire distrattamente,mentre arrivavano le loro ordinazioni.

“Ohw,pizza!” esultò Louis,come se la conversazione precedente non ci fosse mai stata. Liam rise di gusto,amava questo lato di Louis. Sapeva mettere da parte il dolore quando serviva.

 

Nel frattempo però,Harry stava cercando in tutti i modi di trovare un biglietto aereo per Doncaster, o almeno Londra. Non riusciva, tutti pieni. Taylor vedendolo disperato decise quindi di offrirgli un ‘passaggio’ nel suo jet privato.

“Non potevi dirlo prima? Cazzo!” urlò Harry esasperato e sul viso di Taylor nacque una smorfia. Ma nonostante l’apatia di Harry, Taylor lo accompagnò al Jet privato, andando con lui a Doncaster. Harry continuava a chiedersi se a Louis avrebbe fatto piacere averlo lì con lui, o se gli avrebbe portato rancore. La paura era tanta, paura che lui non potesse più amarlo come prima, per quello stupido gesto voluto dai manager.

 

 

Alle 15 Louis e Liam tornarono a casa e prima di entrare Liam fece una battutina strana che fece scoppiare a ridere Louis,nonostante facesse pena. Liam scosse la testa divertito, vedendo Louis  che per le risate non riusciva a far entrare la chiave nella toppa.

Ovviamente prima di tornare, Liam si era accertato che tutto fosse pronto, o lo avrebbe intrattenuto maggiormente, rischiando che entrasse nel pieno dei preparativi. Si cominciarono a sentire delle urla, e Louis sgranò gli occhi. Nulla al mondo avrebbe permesso alle sue orecchie di non riconoscere quella voce che urlava. Si diede una mossa ad aprire la porta spalandola, trovandosi poi davanti un Harry entusiasta alla sua vista.

“BooBear!” Urlò saltandogli addosso e Louis fu subito pronto ad afferrarlo tenendolo stretto a se.

“Hazza! Come mai sei qui? Non dovevi essere con..” Si fermo,però, vedendo quella persona che stava per nominare. Il suo sguardo si riempì di rabbia,dolore e lasciò andare Harry che fortunatamente non cadde a terra.

Avrebbe perdonato volentieri Harry, se magari fosse arrivato da solo a Doncaster, e non con Taylor.

Vide Niall e Zayn uscire dalla cucina con una torta e delle trombette,mentre partiva anche della musica.

“NO! Una festa a sorpresa!” Urlò Louis estasiato e corse ad abbracciare Niall e Liam che avevano le mani libere.

“Auguri Louis!” urlarono tutti in coro, tranne Harry che era corso fuori di casa.

 

Louis adorava le feste a sorprese, questo era vero. Ma adorava di più le sorprese generali, e quel giorno la sua sorpresa maggiore era stato l’arrivo di Harry. Si, sarebbe stato meglio se con lui non ci fosse stato Taylor, ma come lamentarsi? Era lì. Appunto,era. Dov’era finito adesso?

“Ragazzi..Harry?” Taylor fece cenno con il capo verso la porta principale, e Louis vi si piombò trovando Harry seduto agli scalini.

“ehi.. –sussurrò sedendosi al suo fianco- che ci fai qui tutto solo? La festa è dentro.”

“Lo so. Ma la mia felicità,adesso,è qui fuori.” Disse sorridendo al suo amico, il suo migliore amico, il compagno di una vita, l’amore di una vita.

Louis si avvicinò pericolosamente,nonostante fossero all’esterno, e rischiavano di vedere arrivare qualche paparazzo. Ma non gli importava.

La persona più importante della sua vita era lì, e nascondere ancora tutto quello che provavano l’uno per l’altra, non era di certo la miglior cosa. Non ora. Era il suo compleanno, voleva farsi questo regalo.

Fu così, che fregandosene di qualsiasi cosa la gente potesse pensare passando, le sue labbra finirono su quelle del riccio. In quel bacio riuscì a sprigionare tutto quello che nell’ultimo anno i manager gli avevano impedito di dimostrare, tutto l’amore che provava per lui, sin da quando andavano al liceo prima di X Factor, prima di tutto questo.

Con quel bacio, senza la necessità di utilizzare alcuna parola, riuscì a dirgli quanto lo amava, quanto lo aveva sempre amato.

E quello, era il miglior compleanno di sempre, quella era la miglior Vigilia di Natale di sempre.

   
 
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