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Autore: BlueChar    24/12/2012    5 recensioni
- Io fare saltare te come spiedino in padella. - disse il moro.
- Non dire stronzate e butta quella pistola. - risposi tenendo saldamente la mia e puntandogliela contro.
- Io no parlare bene tua lingua. - continuò
- Sai parlarla meglio di me! - sbuffai
- Ok stronza l'hai voluto tu. - disse. Ed ecco che ebbe inizio quel gioco di spari, seguito ovviamente da un gioco di seduzione.
Può un'agente della CIA, innamorarsi di un terrorista pakistano?
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cercavo di afferrare qualche nocciolina all'interno del contenitore che tenevo in mano, mentre la tv riproduceva uno squallido film d'amore. Dopo una stancante giornata come quella, tutto ciò che dovevo fare era rilassarmi. Mi squillò il cellulare.
- Pronto mamma. - dissi seccata dal momento in cui mi chiamava a qualsiasi ora del giorno. 
- Come stai? - rispose con la solita ansia.
- Tutto bene. - 
- E lo studio come procede? - 
- Alla grande direi .- Poi riattaccai. Non potevo continuare quella messa in scena. Non potevo continuare a mentire ogni volta che chiamava. Una volta per tutte dovevo dirle che in realtà ero un'agente della CIA e non una studentessa come le altre. 
Mentre mi persi nei miei pensieri, non mi accorsi che c'era qualcosa in casa che non andava. Troppi cigolì, troppi rumori sospetti. Mi girai lentamente guardandomi intorno, ma tutto era al suo posto. Un brivido di freddo mi colpì e notai di aver lasciato la finestra aperta. Non avevo mai avuto paura in tutta la mia vita,specialmente in quel momento che facevo parte dei servizi segreti, o forse era proprio per questo dato che la mia incolumità era a breve rischio. Comunque sia, andai a chiudere la finestra. 
- Pss. - mi sentì richiamare. Mi sporsi dalla finestra ma non c'era nessuno. 
- Pss ehi! - continuò costui. La voce era familiare, ma continuavo a non vedere nessuno.
- Jess ma sei sorda? - esordì
- Liam James Payne, cosa ci fai qui? - chiesi.
- Mi fai entrare per favore? - 
- Bussare dalla porta come un comune mortale no eh? - 
- Nahh, non sono mai stato normale. - e  si vede. 
Lo feci entrare e tutto sparato si dirisse verso il divano.
- Mi spieghi cosa hai? - gli chiesi dal momento in cui si stava torturando le mani con fare nervoso. 
- Il capo vuole parlarti. Jess credo che parteciperò alla mia prima vera missione fuori dagli Stati Uniti! - dai suoi occhi potevo notare la felicità di un agente alle prime armi. 
- E' molto rischioso Liam. - dissi come chi la fa lunga. 
- Si, ma aspetto da secoli questo momento! - 
- Non sai quante volte ho rischiato di ferirmi gravemente o di perdere la vita in missioni come queste - 
- No, non lo so. Comunque sia ci dobbiamo sbrigare, sia com'è impaziente il capo. -
- Si, andiamo. - andai alla guida della mia Audi nuova di zecca e ci dirigemmo verso l'edificio che era pieno di persone che lavoravano  nel cuore della notte. 
- Salve agente alfa. - dissi cordialmente.
- Agente Nicki, agente James - rispose. 
- L'agente James mi ha riferito che ci voleva parlare. - dissi io. 
- Appunto è così. Un gruppo di terroristi pakistani ha rubato la mappa in cui erano segnati i luoghi delle miniere segrete di diamanti. Una di queste è qui in America. Domattina partiremo per il Pakistan, precisamente per Islamabad. - disse frettoloso. 
- Questi terroristi sono tanti? - chiesi timorosa. 
- Jess. - disse usando il mio nome stavolta. - So che con i terroristi non hai un bel rapporto da quando hanno ucciso tuo padre, ma se non ti senti di venire incaricherò la missione a qualcun'altro. - continuò. Ecco come riaprire una ferita. Liam mi guardò stranito, nessuno sapeva di quella storia. Nessuno sapeva che lui era uno dei più bravi e intelligenti fra gli agenti segreti. 
- No, me la sento. - risposi con determinatezza. 
- Andate a casa a fare i bagagli. Liam vai con lei. - ordinò. Uscimmo da lì e andammo in macchina.
- Non sapevo la storia di tuo padre. - disse
- Ora la sai. - risposi acida. Rincasammo e lui da bravo amico mi aiutò a fare i bagagli, poi andammo a casa sua e fece la sua di valigia.
- E se fosse il nostro ultimo giorno qui a Langley? - disse Liam.
- Ma vaffanculo Liam, non portare scarogna. Avremo quella mappa e faremo arrestare quei terroristi te lo prometto. - risposi regalandogli uno dei miei pochi sorrisi.
- Sei bellissima quando sorridi. - arrossì violentemente per poi cambiare discorso e andare a prendere un bicchier d'acqua in cucina. Lui mi seguii. 
- Sai cosa dovresti fare, Jess? - mi disse
- No che dovrei fare? - risposi
- Dovresti aprire il tuo cuore a qualcuno. Guarda me e Danielle come siamo felici insieme. - 
- La mia felicità con dipende da un ragazzo, ma da un pezzo di torta al cioccolato. - 
- Lo immaginavo. Jess, sono serio. Hai bisogno di un fidanzato. Magari ti farò conoscere un bel po' di miei amici. -
- Liam.... evita. - 
- Okay Miss non mi fidanzo perchè ho paura di soffrire. - disse. Amara verità.
- Vaffanculo Liam. - dissi ridendo. Poi me ne andai a casa a dormire, la mattina dopo mi sarebbe aspettata una dura giornata.

Inutile dire che la mattina mi alzai pimpante perchè non era così. L'unico che riuscì a strapparmi un sorriso fu Liam. A volte lo sottovalutavo, credevo che senza di lui potessi vivere tranquillamente senza il pensiero fisso della sua mancanza, ma mi sbagliavo. Lui in un anno si era rivelato un ottimo amico. Era dolce, sensibile, non era stronzo e inoltre amava la sua fidanzata più della sua vita. Se c'era qualcuno che in quel momento riusciva a darmi forza per affrontare quella missione, era lui. Solo che non lo sapeva, non sapeva del fatto che io gli volessi bene. Liam aveva sempre pensato che io fossi un'anaffettiva insensibile, ma forse era l'unico che era riuscito a vedere la vera Jess. 
- Salve. - salutai il capo, il quale mi fece un cenno con la testa. Salimmo sopra il jet privato che ci avrebbe portato in Pakistan. Chissà che posto orrendo doveva essere. Nonostante i miei vent'anni avevo già girato metà mondo per compiere missioni. La durata dei viaggio fu molto lunga, non appena scesimo dall'aereo ci dirigemmo in città dove un tumulto di colori e l'allegria regnava sovrana. Non credevo fosse così. 
- Allora ragazzi, io, Max, George e Tom andremo a fare un controllo della città. - disse Ethan, il più esperto nel mestiere.
- Tu e Liam, andrete a fare un controllo nelle zone in cui i terroristi hanno i loro negozi. - disse George. Un colpo al cuore mi partì. Proprio io dovevo svolgere questo compito? Iniziai a tremare, Liam se ne accorse.
- Tutto bene? - mi chiese.
- Si si. - risposi. Poi ci diede una mappa in cui erano segnati i principali negozi e baraccopoli. Il primo negozio si chiamava "Venus", un negozio di articoli per la casa. Fin quì tutto apposto. Entrammo in un'altro chiamato "Klish", dove ci accolse una donna bellissima. 
- Non penso che sia una di quelle 'spaco botilia amazo familia' - sussurrai a Liam provocandogli una risatina.
L'ultimo negozio da visitare era un kebbabberia. Ne approfittammo per mangiare un kebab. Quando entrammo, fui accolta da un buon odorino. Aspettammo un pò che uscisse il tipo per ordinare. Beh solitamente un kebbabaro me lo immaginavo con una grossa pancia, il grembiule bianco sporco di qualche strana salsa, il monociglio quanto un binario ferroviario. Quello che vidi in quel momento era tutto il contrario. Un ragazzo sui vent'anni con una barbetta incolta, i capelli neri con un ciuffo all'insù,  la pelle mulatta, espressione seria e occhi scuri, mascella serrata e pacco abbastanza prorompente. Da quando i pakistani erano così occidentalizzati e soprattutto fighi? 
- Allora che vi porto? - chiese.
- Oh merda e adesso come parliamo con lui? - mi chiese Liam 
- Tranquilli, so parlare la vostra lingua. - disse facendo un sorriso. Aggiungiamo sorriso perfetto alla descrizione di mister kebab. 
- Hmm... cosa mi prendo? - chiesi tra me e me confusa.
- Qualsiasi cosa. - disse il tipo. Nel frattempo lo richiamarono e lui se ne dovette andare lasciandomi indecisa sulla scelta del cibo da mangiare. 
- Potresti prendere un kebab con... - disse Liam 
- Shh, Liam. Non senti che stanno litigando quelli là dentro? - chiesi accorgendomi che quei pakistani stavano litigando quasi urlando. Proprio il figo si lasciò scappare nella sua lingua: Non possiamo far saltare tutte le miniere di diamanti! 
Bingo, erano loro il gruppo di terroristi. 
- Che hanno detto Jess? - chiese Liam sapendo che capivo la loro lingua.
- Sono loro i terroristi Liam! - dissi. - Dobbiamo prendere questo kebab e andarcene immediatamente. - continuai, infatti facemmo così. 
Quando arrivammo in albergo avvisammo gli altri. Si era aggiunta alla missione anche Theresa, una donna sulla trentina d'anni. 
- Ho scoperto dove stanno i terroristi. - dissi fiera di me.
- Hanno un negozio? - chiese George.
- Una kebbaberia. - risposi.
- Come si chiama? - chiese Tom.
- Malik e figli... Tipo kebbabari ambulanti. - 
- Comunque, stasera attueremo il nostro piano e ci servi tu. - disse Liam puntandomi il dito contro.
- Perchè io? - chiesi ingenuamente
- Quel ragazzo avrà sicuramente la mappa. Dovresti sedurlo, ecco. - 
- Cosa? Te lo puoi sognare! - 
- Dai che darai alla pazza gioia le tue fantasie più erotiche con quel ragazzo. - disse sorridendo mentre io diventavo rossa come un peperone.
- Okay. - dissi. 
Calò il sole ad Islamabad e tutto era già pronto ai minimi dettagli. Quella sera, verso il tardi, sarei dovuta andare il quella kebbaberia e sedurre il ragazzo. Non sono mai stata brava a fare la 'sensuale' con i ragazzi, specialmente quando non ero abituata a mettere un tacco venti, un vestito da prostituta e un rossetto rosso fuoco. Sapevo già che quella sarebbe stata la mia ultima notte da persona normale, dopodichè mi avrebbero stuprato tanto da diventare una psicopatica. Nah, scherzo. 
Mi sistemai il vestito e mi cotonai i capelli.
- Dai che in fondo, stai bene. - disse Liam deglutendo e soffermandosi a guardare le mie gambe scoperte. 
- Liam, sembro una che sta andando a battere in tangenziale! - dissi 
- Beh, effettivamente è vero. - disse Tom. 
- Grazie dell'incoraggiamento! - esclamai. 
- Andiamo, sono già le dieci e fra una mezz'ora il locale chiude. - rispose Theresa. 
Salimmo in macchina, inanto Ethan mi illustrò il piano. 
- Allora Jess, cerca di richiamare il ragazzo, lo porti fuori e lo fai distrarre. Mi sono informato e a quell'ora c'è solo lui, quindi noi entreremo e cercheremo la mappa. - disse.
- Ok. - dissi sospirando. 
Aspettai in macchina che non ci fosse più nessuno nel locale e poi via libera. Scesi camminando come un procione paralitico. 
- Ciao. - dissi entrando nel locale nella sua lingua.
- Vuole qualcosa? - chiese.
- Ho bisogno di un'aiuto, devo andare ad una festa e la mia auto ha qualcosa che non va. - dissi
- Mi dispiace ma devo lavorare. - disse
- Dai ti prego! - 
- Ok. - sbuffò. Uscimmo fuori, fortunatamente avevavamo un'altra macchina di riserva. Controllò la macchina.
- Qui è tutto apposto. - disse. Merda.
- Mannò, ti dico che c'è qualcosa che non va. - ribatto.
- Senti qui non c'è nessun problema. - disse urtandosi. 
- Ma ti dico che  non mi parte! - insistei. Tutti erano dentro il locale da più di un quarto d'ora, non avrei saputo come continuare la recita. Mentre controllava impaziente mi era venuta la voglia di conoscerlo.
- Posso sapere almeno il tuo nome? - chiesi dolcemente. Lui alzò il capo verso di me e mi mostrò un sorriso.
- Zayn. Zayn Malik. - disse porgendomi la sua mano.
- Jess. Jess Hamilton. - risposi. Quando notai che uscirono, mi affrettai a congedarlo.
- Ok, ehm credo che la mia macchina adesso funzioni. Ciao Zayn. - dissi stampandogli un bacio sulla guancia. Ritornai nel furgone dove c'erano tutti gli altri.
- Allora? - chiesi
- Non c'era niente. - disse Liam
- E quindi? - chiesi nuovamente.
- Domani ritorneremo qui e lo seguiremo. - rispose Max.
- Tipo stalker, insomma. - ridacchiai, ma notando che nessuno lo fece ritornai seria.

Il giorno dopo eravamo nello stesso posto, alla stessa ora. Lo seguimmo per un breve tratto, ma poi persimo le tracce. 
Il giorno seguente, entrai nel locale ma lui non c'era.
Nei seguenti giorni era come se fosse sparito. Fino a che non ricomparve. 
- Ok, parti Ethan! - ordinò Theresa. L'uomo spinse l'accelleratore e seguii il tragitto di Zayn. Finalmente arrivammo a casa sua. 
- Vai tu Jess? - chiese Tom. 
- Si. - risposi sicura di me. 
Con una pistola in mano e con movimenti veloci, mi piazzai dietro la sua porta. Sante forcine che mi permisero di aprire casa sua! Per essere un kebbabaro era proprio ricco. La sua casa era qualcosa di spettacolare. Frugai tra i cassetti, ma non trovai nulla fin quando il moro non mi beccò. Aveva gli occhi sbarrati, quasi scioccato. Con una mossa veloce prese la sua pistola e me al puntò contro. 
- Tu essere agente segreto! Tu ingannare me. - disse parlando a malapena la mia lingua.
- Si si io spacare botilia e amazare familia. - dissi spontaneamente. 
- Io fare saltare te come spiedino in padella! - disse il moro.
- Non dire stronzate e butta quella pistola. - dissi tenendo saldamente la mia e puntandogliela contro.
- Io no parlare bene tua lingua. - continuò.
- Sai parlarla meglio di me. - sbuffai.
- Ok stronza l'hai voluto tu. - ed ecco che ebbe inizio un gioco di spari, seguito ovviamente da un gioco di seduzione. Mi nascosi dietro il divano, sparando di tanto in tanto mentre lui era dietro il bancone. 
Salii al piano di sopra e lo seguii velocemente. Era diretto in camera sua, poi scomparve nel nulla. Lentamente tenendo la pistola bassa, entrai nella stanza ma quel pakistano mi prese. Mi sbattè a muro e mi guardò fisso.
- Sai Jess...- disse - Non avevo mai visto una ragazza bella come te. - continuò. Mi persi ei suoi occhi nocciola. La sua bellezza era paralizzante. 
- Nemmeno io avevo mai visto un pakistano così bello. - risposi completamente assorta. Sorrise, poi prese il mio viso tra le mani e poggiò delicatamente le sue labbra sulle mie. Assaporai le sue labbra con gusto. Effettivamente non baciavo un ragazzo da tanto. Sentii un rumore di spari di sotto e ritornai me stessa. Sorrise beffardo e scappò. Intanto giù c'era il finimondo: gli altri agenti che sparavano ai terroristi che erano arrivati da poco. Solo dopo mi accorsi che Zayn stesse scappando dalla finestra. Allora lo seguii nuovamente, ma era sparito. 

La sera dopo sotto la nostra abitazione c'era Zayn il kebbabaro che bussò senza problemi. 
- Apri? - chiese Ethan vedendo che avevo intenzione di aprirgli. 
- Si. - non era uno di quei terroristi psicopatici, non era cattivo, e mi piaceva. Tutti erano ai loro posti nascosti in caso di emergenza. Quando aprii mi si fiondò addosso, baciandomi. Portai le mie braccia attorno al suo collo e ricambiai il bacio. Quella era una tattica bella e buona  per far entrare i suoi amichetti dentro casa e scatenare il putiferio. 
- Mi dispiace. - disse in labiale Zayn. Intanto mi nascosi e sentendo il rumore degli spari mi tappai le orecchie e mi rannicchiai in me stessa. 
- Non voglio ucciderti Jess. - Zayn mi trovò
- Nemmeno io. - risposi.
- Ma siamo due nemici. - 
- Lo so. - 
- Tu mi piaci Jess. - 
- Anche tu mi piaci Zayn.- si sedette insieme a me per terra. 
- Dovremmo scendere giù  e far finta di odiarci. Oppure rimaniamo qui? - chiesi
- Opterei per la seconda, ma non possiamo. - rispose torturandosi le mani. 
- Cosa ti ha spinto a diventare un terrorista? - 
- Mio padre lo era e mi costrinse ad esserlo. 
- Lo sapevo che in realtà eri un bravo ragazzo. - sorrisi.
- E io lo sapevo che eri un agente segreto. - sorrise. Poi entrambi scendemmo, la guerra era finita senza di noi. Arrivò la polizia e li arrestò, intanto gli altri avevano in pugno quella mappa. 
- Ti farò uscire dal carcere te lo prometto. - sussurrai a Zayn che intanto venne ammanettato. 
Missione compiuta.

tre mesi dopo.

- Jess. - mi chiamò l'agente  alfa. 
- Si capo? - risposi. 
- Ecco il tuo stipendio. Venti mila dollari freschi freschi. - mi si illuminarono gli occhi. 
Avrei potuto scagionare Zayn dalla prigione. 


sei mesi dopo.

- Ancora non ci credo Jess. - disse lui con gli occhi pieni di gioia.
- Già. Io e te qui in America a vivere una vita tranquilla. - risposi.
- Vieni qui e dammi un bacio. - disse. Mi avvicinai a lui e gli stampai un bacio. Picchiettò la sua lingua nelle mie labbra , gli diedi in via libera e le nostre lingue si intrecciarono. 


un' anno dopo.

- Agente Nicky, agente James e agente Malos; avete una missione da svolgere.  - disse il capo. Si, Zayn era diventato un'agente segreto. 


sette anni dopo.

- Allora come vi siete conosciuti tu e papà? - chiese Noah curiosa
- E' una lunga storia amore. - risposi.
- Ho tutta la notte davanti! - era tutta suo padre. 



Hello people!
Se pensiate che partorire questa os sia stato facile, beh vi sbagliate. 
Jess ha il volto di Teresa Palmer. 
Non penso di aver mai letto una os di questo genere, se c'è vi pego di dirmelo.
Fatemi sapere cosa ne pensate; se fa schifo la elimino. 
Buona Vigilia a tutti! 


Jess. 

   
 
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