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Autore: ManuFury    24/12/2012    2 recensioni
Buon Natale a tutti! :)
Dal testo: (...) "La Vigilia di Natale rappresenta uno dei momenti più belli dell’anno… assolutamente sbagliato!
Miguel la pensava così. E la sua casa era lo specchio del suo stato d’animo: fredda, senza decorazioni o luci, privata di ogni tipo di magia che fino a qualche mese prima si respirava nell’aria come incantevole polvere di fata." (...)
Possibile piccolo OOC... avverto, giusto per sicurezza!
Divertitevi! :)
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Miguel Caballero Rojo, Zafina
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Tekken's Children'
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IL MIO REGALO DI NATALE

 
La Vigilia di Natale rappresenta uno dei momenti più belli dell’anno: con luci e decorazioni che stupiscono i bambini, con i visi sorridenti delle persone in attesa del magico giorno della nascita di Cristo, che riscaldano il cuore. Ovunque è calore, colore e magia. Persino il cielo ha voluto metterci del suo spolverando il paesaggio di candida neve bianca, rendendo tutto ancora più magico, bello come una cartolina.
La Vigilia di Natale rappresenta uno dei momenti più belli dell’anno… assolutamente sbagliato!
Miguel la pensava così. E la sua casa era lo specchio del suo stato d’animo: fredda, senza decorazioni o luci, privata di ogni tipo di magia che fino a qualche mese prima si respirava nell’aria come incantevole polvere di fata.
L’uomo sorseggiò distrattamente da un calice di vino che era rosso come il sangue non ancora versato per mano sua di Jin Kazama. Lo sorseggiò senza sentirne veramente il sapore appena fruttato.
Ora che ci pensava era lo stesso vino della sua bella Spagna con il quale, anni addietro, brindava per il matrimonio della sua sorellina.
In un moto di pura rabbia, frantumò il calice tra le dita, facendo scorrere il liquido alcolico come sangue sulla sua pelle abbronzata.
Non avvertì il dolore di un piccolo taglio sul palmo della mano. La sua mente era concentrata su un altro tipo di dolore, molto più intimo e profondo… una malattia dei poeti chiamavano amore.
Al pensiero della sua bella Zafina, ai suoi lunghi capelli neri che sapevano di esotico e selvaggio, che erano morbidi come seta tra le sue dita, al ricordo dei suoi profondissimi occhi neri che come pozzi di tenebra risucchiavano luce e sentimenti. Alla sua pelle che era perfetta in ogni suo infimo dettaglio, tanto da sembrare finta, scolpita nella più preziosa porcellana dal più abile degli angeli. Immagini dei loro corpi che s’intrecciavano, si univano come a non volersi separare mai più, erano pugnalate al suo cuore lacero.
Quel muscolo perfetto che con il suo pulsare donava la vita si era rotto, così come si era rotto il loro rapporto.
Miguel non se lo spiegava, per quanto cercasse, non trovasse una sola ragione valida.
Quando era nata, la loro storia sembrava qualcosa d’indistruttibile e perpetuo, una fortezza inespugnabile, forse perché era il primo vero e proprio sentimento puro che sbocciava come un fiore nell’inferno delle loro vite. Ma il loro bel castello aveva per mattoni delle carte ed era bastato un soffio del vento per farlo crollare.
Da un giorno all’altro, Zafina aveva chiesto più spazi, più intimità… più tempo per pensare. Pensare a cosa, poi?!
E se n’era andata, come un bel sogno al risveglio.
Se n’era andata riaprendo un vuoto nella vita di Miguel, vuoto che pensava di aver finalmente colmato con la sua splendida presenza.
Erano mesi ormai, tanti, troppi che lei non c’era e a pagare per le conseguenze di quel gesto era la casa dello spagnolo, divenuta specchio incondizionato della sua disperazione: fredda, vuota, buia come la sua esistenza di adesso.
Arrivò lo scoccare della mezzanotte, con i suoi colpi profondi, battuti da un vecchio pendolo da muro, muto contabile di un nuovo giorno senza di lei.
“Buon Natale, Miguel!” Si augurò da solo come in passato, appoggiando entrambi gli avambracci al grande tavolo rotondo del salotto.
All’ultimo di quei rintocchi che vibrò nell’aria per diversi istanti, quasi per magia, avvertì di non essere più solo. Sorrise amaramente, sarebbe stato un bellissimo regalo di Natale.
Un bel regalo… irrealizzabile.
Eppure quella sensazione non lo mollava, attaccandosi alla sua pelle come una di quelle odiosissime magliette attillate.
Si voltò, svogliatamente e con un sospiro che sapeva di rassegnazione. Attorno a lui solo un muro di oscurità densa rischiarato appena dal cono di luce proiettato da un’economica lampadina che teneva sul tavolo.
Poi, due pozzi più scuri e brillanti delle tenebre si aprirono verso di lui. Ed era impossibile non riconoscere quei profondi occhi da pantera!
Miguel si alzò di scatto, ribaltando la sedia per quanto veloce era stato il suo movimento. Osservò quegli occhi, incredulo e speranzoso, come se temesse che fossero solo un altro sogno dal quale non avrebbe voluto svegliarsi mai.
Ma non era un sogno! E stupenda era quella visione di lei che avanzava lentamente, avvolta da uno spesso cappotto che le nascondeva interamente il corpo sino alle ginocchia.
Come la prima volta che se l’era trovata di fronte, gli mancarono le parole, avvertì la bocca seccarsi.
Zafina rimase impassibile mentre si avvicinava, anche se dentro di sé, sorrideva. Miguel Caballero Rojo, il grande combattente, ridotto a un ragazzino alla sua prima cotta!
Era a dir poco adorabile.
Lei avanzò ancora, con calma fino a trovarsi di fronte a lui. Gli posò piano l’indice sulle labbra appena socchiuse.
“Perdonami per questi mesi di assenza… avevo bisogno di pensare a tante cose. Soprattutto a noi. Mancava qualcosa nel nostro rapporto… - e l’uomo ebbe un impercettibile brivido. - … ma ora non più. Quindi, permettimi di presentartelo.” Concluse, con quella sua voce che sapeva diventare dolce come il suono di un violino.
Miguel prese la sua mano tra le sue, quanto gli era mancato quel semplice gesto.
“Presentarmi… chi?” Riuscì a formulare qualche momento dopo.
Lei sorrise, incredibilmente dolce.
“Il mio regalo di Natale… per te.” E con la mano libera si slacciò il cordino che le chiudeva il cappotto, facendolo scorrere lungo le spalle, permettendo al compagno di ammirare il suo corpo, quello che credeva di conoscere, prima di allora. Da buon uomo, la prima cosa che notò fu un ingrossamento dei seni, cresciuti di diverse taglie. In secondo luogo il suo corpo per intero non più magro e teso come un unico nervo, ma divenuto appena più in carne. E terzo e più importante un gonfiore al ventre, divenuto grande per proteggere il tesoro più prezioso e delicato di questo mondo!
Un nuovo silenzio, carico di domande, dubbi e pensieri che s’intrecciavano in disordinate matasse nella mente del combattente. Zafina sorrise, appena in imbarazzo, comprendendo che, forse, aveva affrettato i tempi, come suo solito. E che tale decisione era il caso di prenderla insieme… ma era tardi, adesso.
Una carezza sul suo viso, delicata che le sfiorava con passione la pelle. Questa volta fu Miguel a sorridere, non avrebbe potuto chiedere un regalo di Natale migliore di quello!
Il suo, probabilmente, era banale, ma veniva dal cuore. Ed era la promessa che li avrebbe amati come nessun altro su questa terra!
 

 
 

***

 
E questo, invece, è il mio regalo di Natale! ^^
Salve a tutti gente e auguroni!
Felici della sorpresa, spero di sì! Sappiate che questa storia è nata alle tre e un quarto di notte ed è stata scritta nel tempo record di venticinque minuti.
Come per Anna Williams, ho voluto scrivere la storia anche dell’arrivo di Diego… e sì, avete visto bene… ho iniziato una Serie, in cui raccoglierò tutte le nascite nella nuova generazione di guerrieri di Tekken! ^^ (Se avete letto la mia primissima Fic, Iron Fist Tournament Junior, sapete di che parlo! u.u)
Lo so, Miguel e Zafina sono un pochino OOC… ma sono troppo adorabili! Dovrò decidermi a scrivere la fic di quando si sono conosciuti! *Iniziano future progettazioni!*
A parte questo, vi auguro ancora uno splendido Natale! ^^
Ci si sente presto,
ByeBye
 
ManuFury!

  
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