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Autore: Sugar_Talik    24/12/2012    1 recensioni
Due ragazze partono per un'avventura, con il sogno di diventare le due allenatrici di pokèmon migliori del mondo.
Per loro sfortuna, però, non sarà così facile come pensano, perché un nuovo team più forte che mai è in agguato, con l'obiettivo di catturare quanti più pokèmon leggendari possibili.
Riusciranno a rimanere sulla loro strada o saranno coinvolte in qualcosa di maggiore? Per scoprirlo, c'è solamente un modo... Siete pronti ad inoltrarvi con noi in questa avventura?
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“La semplicità e la spensieratezza… il chiaro” incominciò, porgendo la pokèball più vicino alle ragazze alla più alta, che sgranò gli occhi color ghiaccio e prese in mano la sfera, con delicatezza come per paura di romperla.
“La complessità e la misteriosità… lo scuro” continuò, dando invece alla rossa la seconda sfera, che la prese in mano con più decisione, ma con le mani appena tremanti ed insicure.
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Buona lettura!
{Scritta da Aury e Mely}
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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Autrici: Aury e Mely
Titolo della storia: { vaniglia & cioccolato }
Titolo del capitolo: Chapter 00 – Prologue
Rating: Verde
Genere: Generale
Numero di capitoli: Indefinito, per ora
Pairing: In elaborazione
Avvertimenti: OOC
Note:
Altro: Chiunque prenderà ispirazione/plagerà questa Fan Fiction senza in nostro esplicito permesso, verrà perseguitato a termine di legge, dall’improvvisa voglia di far fuori qualcuno di Aury e dalle ire funeste di Mely. Comunque siamo carine e coccolose ^^


{ vaniglia & cioccolato }
{ chapter 00 – prologue }

[scritto da Mely]


A Sinnoh era mattina inoltrata, gli uccellini cinguettavano allegri fuori dalle mura accoglienti di casa Smith Anderson, la brezza mattutina faceva prevedere che la giornata sarebbe andata per il meglio, e una ragazza di 13 anni non aveva alcuna voglia di alzarsi dal suo confortevole materasso.

La sveglia era suonata da parecchi minuti, ma la ragazza dai capelli rossi avrebbe dato di tutto pur di poter rimanere coricata in quel letto per ancora qualche minuto.

Poi, un’idea le balenò in mente, e sembrò ricordarsi solo in quel momento che giorno fosse.
Aprì di scatto gli occhi bicolore, sgranandoli immediatamente e tirandosi su in appoggio sugli avambracci, mentre una ciocca di capelli ribelli le sfiorò il viso niveo.

Per un momento si era quasi dimenticata che quel giorno, lei e la sua migliore amica Ai, avrebbero dovuto passare dal laboratorio della professoressa Cheryll per avere per la prima volta in custodia due pokèmon, e poter poi partire finalmente per il loro viaggio, in cui entrambe sognavano di diventare le allenatrici di pokèmon migliori della regione.

In neanche un quarto d’ora, la ragazza si alzò di scatto, riuscendo a vestirsi e a lavarsi a tempo di record, e facendo in modo di uscire di casa quasi in orario, con una scarpa infilata male ed un biscotto con le gocce di cioccolato ancora in bocca.

Per sua immensa fortuna, neanche la sua migliore amica era famosa per arrivare sempre in orario, e che quindi non si stupì neanche vedendola arrivare con una felpa nera e molto larga leggermente stropicciata, dei jeans corti scoloriti e un paio di stivali al ginocchio saltellando su un piede solo, mentre con una mano si sistemava al meglio lo stivale destro.

“Ehi, Lì” la salutò la ragazza, sistemandole una ciocca di capelli rosso-arancio sfuggita dalla treccia laterale dietro all’orecchio.

“Scusa, Ai, è che non mi ricordavo che giorno fosse” mormorò imbarazzata Hayley, inclinando le labbra rosse e carnose in una smorfia ridicola.

L’altra in risposta ridacchiò solamente, facendole successivamente un cenno sul capo, come ad invitarla a seguirla.

La rossa seguì la migliore amica in silenzio, osservando con il suo sguardo azzurro e verde i suoi capelli corti bianchi che a differenza dei propri tenuti fissi dalla treccia, svolazzavano da una parte all’altra grazie al vento che imperversava da quelle parti da un paio di settimane.

Dopo la lunga camminata, le due arrivarono a destinazione, davanti a quello che all’apparenza sembrava un edificio comunissimo, ma che in realtà era il laboratorio pokèmon più famoso della regione.

“Non vedo l’ora” mormorò aprendosi in un sorriso e afferrando la mano dell’amica, trasportandola dentro di esso.

Davanti alle due giovini si parò l’immagine di quella che poteva sembrare una reception di un albergo, con delle sedie ricoperte da stoffa purpurea ai lati e una specie di muro di cemento, dietro al quale giaceva una donna sulla trentina, in quel momento impegnata in una conversazione con il telefono a muro.

Aspettarono impazienti che essa avesse finito di parlare per poi avvicinarsi, circospette.
“Scusi, siamo qui per incontrare la professoressa Cheryll, è presente?” domandò Hayley, appoggiandosi al parapetto marmoreo, mentre lo sguardo dell’amica vagava per il posto, con uno strano bagliore negli occhi color ghiaccio.

“Ve la chiamo, un secondo” disse con voce annoiata e a cantilena la ragazza, scostandosi i capelli biondi adagiati sulle spalle coperte da una divisa, sporgendosi ad una porta interna e biascicando qualche parola, che tuttavia le ragazze non compresero.

“Potete andare, il suo studio è il secondo sulla destra” comunicò la trent’enne, che da prima sembrava leggermente rinsavita, aprendo loro un passaggio vicino alla segreteria e facendole passare, ritornando al suo lavoro.

Camminarono lentamente verso la porta indicata loro dalla ragazza, volgendo poi immediatamente lo sguardo alla loro destra dopo aver sentito una specie di grugnito indefinito.

Una volta riconosciuta la professoressa da loro tanto stimata, cercarono di aprir bocca, ma la donna le precedette, con un sorriso sulle labbra sottili.

“Ai, Hayley, non pensavo foste voi!” le accolse caldamente, facendole entrare nella stanza e chiudendo la porta alle loro spalle.

Hayley si stupì di trovare la donna così in forma, sapeva che avesse circa quarantacinque anni, ma era capace di dimostrarne almeno 10 in meno; i capelli castano chiaro erano raccolti in una crocchia sulla testa, e gli occhi lilla sembravano molto più espressivi di quanto la rossa ricordasse.

“Buongiorno, professoressa” salutò raggiante Ai, scompigliandosi ancora di più di quanto già non fossero i capelli bianchi e soffici.

“Aspettavo da tanto il vostro arrivo! Ho tenuto da parte due pokèmon esclusivamente per voi!” esclamò piena di energia la donna in camice, avvicinandosi ad una cupola di vetro alla sua sinistra e prendendo in mano due sfere pokè, mettendole su un tavolo di ebano intagliato alla sinistra delle due tredicenni.

“Sono due pokèmon diversi, ma nello stesso tempo uguali, li ho tenuti da parte per voi conoscendo il legame che vi accomuna, soprattutto per il fatto di essere talmente legate ma anche con caratteri completamente controversi” illustrò, accarezzando con la punta delle dita affusolate la superficie liscia e lucida delle due pokèball.

“La semplicità e la spensieratezza… il chiaro” incominciò, porgendo la pokèball più vicino alle ragazze alla più alta, che sgranò gli occhi color ghiaccio e prese in mano la sfera, con delicatezza come per paura di romperla.

“La complessità e la misteriosità… lo scuro” continuò, dando invece alla rossa la seconda sfera, che la prese in mano con più decisione, ma con le mani appena tremanti ed insicure.

“Fate uscire i vostri pokèmon” concluse, dopo poco, chiudendo gli occhi e lasciando tutto il resto in mano alle ragazze.

Con un semplice movimento della mano di entrambe, contemporaneamente, le due sfere si aprirono con un movimento fluido, mostrando poi alle ragazze ciò che esse contenevano.

Eevee shiny, color vaniglia. Ai.

Eevee, color cioccolato. Hayley.

“Avete l’opportunità di far avverare questo sogno, anche grazie a questi due compagni che vi accompagneranno nelle vostre avventure… sono sicura che saranno in buone mani” le congedò con queste semplici parole, non prima di aver dato due buste chiuse ad entrambe, con la consapevolezza che grazie agli strumenti già in possesso dalle ragazze ed il suo aiuto, quelle due tredicenni sarebbero potute arrivare in vetta.

  
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