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Autore: Ranessa    14/07/2004    10 recensioni
Severus Piton. Un passato di sofferenze. Una vita da dimenticare. Ricordi... Forse gli stessi che avrebbe visto Harry se avesse profanato il pensatoio più a lungo?
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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[ Shame ]


Che vergogna niente sembra andare per il verso giusto
Che vergogna niente sembra andar bene
Eppure mi pare ovvio che ogni cosa potrebbe andare per il verso
giusto
Che vergogna vogliono sempre cominciare a litigare
Che vergogna vogliono sempre cominciare a litigare
Bè, mi fa paura e così devo dormire in un rifugio tutta la notte
Che vergogna state a sentire tutto quello che ho detto
Che vergogna state a sentire tutto quello che ho detto
Potreste svegliarvi la mattina e scoprire che siete miserabilmente
morti

“What a shame”, Rolling Stones


17
Eccoli.
Hanno ricominciato.
Lo dicevo che cinque giorni di quiete erano troppi. Troppo belli.
Una sedia che cade.
Ma ultimamente non ascolto più neanche la mia stessa voce. O i miei stessi pensieri, perchè non è ho. Perchè mi impedisco di pensare. Ancora un mese. È l'unica cosa che mi permetto di ripetermi.
Vetro infranto.
Ancora un mese, ancora un mese, ancora un mese.... Un mese e sarò ad Hogwarts. Il mio ultimo anno e poi... la libertà. Dio come deve essere bella! Io, solo con me stesso e... no, un attimo... Mpf, mi viene quasi da ridere... Io solo con me stesso? Ma... io lo sono sempre stato. Solo. Fin da quando ero piccolo. Fin da quando ho avuto coscienza di me.
Urla che stridono.
Ma non importa, so cosa intendevo dire. Solo senza nessun' altro intorno sempre pronto a giudicarmi per ogni più piccola mia debolezza, nessuno che mi obblighi a sopportare... cose... forse... addirittura la pace... Ancora un mese e potrò avere tutto questo... ma... no, che dico? Ancora un mese e sarò ad Hogwarts. Di nuovo...
Potter e Black.
Questa volta i miei si sono messi davvero d'impegno se stavo quasi per dimenticarmi di Potter e Black.
Una donna piange.
Sì l'impegno a rovinarmi la vita non gli manca mai... neanche a quei due. Buffo, vero? Siedo sul mio letto e guardo fuori dalla finestra. Tre bambini giocano nel parco. Siedo qui e l'unica cosa che riesca a fare è desiderare ardentemente di rivedere Potter e Black. Di tornare da loro. Perchè io voglio tornare a Hogwarts, lasciarmi alle spalle questa casa maledetta... e quei due sono l'unica Hogwarts che conosco... che abbia mai conosciuto...
Una porta sbatte.
I tre bambini hanno cominciato a litigare. Anche loro. Due sollevano di peso il terzo e lo buttano nel fango. A faccia in giù. Mi sembra una scena così tristemente familiare.... E so perfettamente cosa stia pensando quel bambino in mezzo al fango...
“Ma io cosa ho fatto?”
“E' davvero colpa mia?”
“Cosa c'è di sbagliato in me?”
Perchè c'è sempre qualcosa di sbagliato in me. O in quello che faccio...
“Sì è davvero colpa mia. Loro hanno ragione. Loro sono migliori...”
No, non è vero. Non sai quanto ci ho messo a capirlo e nonostante tutto non ne sono ancora completamente sicuro.
Passi salgono le scale.
Eccolo. È mio padre. Viene da me. Come ogni volta che litiga con mia madre. Lei è una donna. Non può picchiarla. Non l'ha mai sfiorata neanche con un dito lei. Le parole possono fare molto più male, però. Lo so per esperienza personale. So troppe cose per esperienza personale.
Ma io non sono mia madre.
Ma ormai ho 17 anni. Perchè non faccio qualcosa? Qualunque cosa. Perchè non reagisco?
Ho 17 anni. E mi odio.
La mia porta cigola.

Povero Severus. Tu e le tue speranze. Ancora non sapevi quale altra tremenda prigionia ti avrebbe inflitto quel marchio maledetto.

La tua porta si apre.

11
Eccoli.
Hanno ricominciato.
Lo dicevo che cinque giorni di quiete erano troppi. Troppo belli.
Una sedia che cade.
Ma ultimamente non ascolto più neanche la mia stessa voce. O i miei stessi pensieri, perchè non è ho. Perchè mi impedisco di pensare. Ancora un mese. È l'unica cosa che mi permetto di ripetermi.
Vetro infranto.
Ancora un mese, ancora un mese, ancora un mese.... Un mese e sarò ad Hogwarts. Il mio primo anno. Chissà come sarà. Meglio di qui sicuramente. Perchè niente può essere peggio di questo... vero? Lo so che è stupido, ma ho bisogno di sentirmelo dire...
Niente sarà mai peggio di questo, vero?
Urla che stridono.
Hogwarts. Ne ho sempre sentito parlare come di un posto meraviglioso, dove tutti possono realizzare i loro sogni e vivere in pace con gli altri e con loro stessi... In pace con me stesso? Penso, sono sicuro, che mi basterebbe anche poter essere in pace con gli altri... Non sarebbe già una grande cosa?
Una donna piange.
Avere degli amici. Magari anche gente che mi vuole bene o che mi apprezza per quello che sono... Qualcuno che non mi giudichi dalle apparenze, dal mio nome, dal mio passato... A undici anni è pesante avere già un passato da cui scappare, tentare di scappare... Io ci provo, già da anni... Che Hogwarts sia la soluzione?
Una porta sbatte.
Ecco, hanno finito. Non so mai se rallegrarmene. Non so mai se apprezzare il silenzio ristabilito e crogiolarmi nella sciocca convinzione, speranza, che abbiano fatto pace... Ma no. La porta ha sbattuto.
Violentemente.
Passi salgono le scale.
Non so mai se esserne felice o cominciare ad aver paura già da adesso per... quello che sta per succedere...
Paura? No. Vergogna.
Dovrei davvero pregare perchè continuino a litigare all'infinito? Alle urla ci si abitua. Lo so per esperienza personale. So troppe cose per esperienza personale.
La mia porta cigola.
No. Non posso desiderare una cosa simile. In fondo è mia madre ed io la odio. La odio, ma non posso desiderare una cosa simile... No. Io non sono un mostro.
Non sono come loro.

Povero Severus. Tu e le tue speranze. Ancora non sapevi quale altra tremenda prigionia ti avrebbero inflitto Hogwarts e le persone che desideravi incontrarvi.

La tua porta si apre.

6
Eccoli.
Hanno ricominciato.
Non trovo più Isaac. La mia bacchetta giocattolo. Sono venuto nel letto della mamma. Lei mi consolerà. No, lei lo ritroverà. Lo fa sempre. Ma lei non c'è. È di sotto. Con il mio papà.
Hanno ricominciato.
L'aspetto. Tanto tornerà.
Lo fa sempre.
Una sedia che cade.
Vetro infranto.
Urla che stridono.
Una donna piange.
Una porta sbatte.
Passi salgono le scale.
La porta cigola.
La porta si apre.

È la mamma.
“Mamma...”
“Severus! Scusa tesoro, mi hai spaventato...”
Che voce strana che hai mamma... E' perchè piangi sempre?
“Non trovo più Isaac.”
“Di nuovo?!”
“Scusa, mamma... Sei arrabbiata?”
“No, tesoro, non lo sono. Vieni qui che lo cerchiamo...”
“Grazie mamma, ti voglio bene.”
Ma perchè continui a piangere? Perchè lo fai ogni volta che te lo dico? Non mi credi? È vero, te ne voglio tanto. Forse quando sarò grande e avrò una bacchetta vera potrei fare una magia grandissimissima e tu non piangerai più... Non sarebbe bellissimo, mamma?

Povero Severus. Tu e le tue speranze. Ancora non sapevi che tua madre non ti avrebbe protetto.

   
 
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