Quella
notte non riusciva ad addormentarsi. Forse era il sonoro e continuo russare
dello zio nella camera accanto, o il martellante picchiettare della pioggia
sulla finestra, o semplicemente quella strana magica eccitazione che si
impadronisce di ogni bambino durante la vigilia di Natale, che gli impediva di
chiudere occhio. Non che il ragazzo si aspettasse di trovare molti regali per
lui la mattina seguente, sotto l'albero. Babbo Natale si dimostrava decisamente
più generoso nei confronti del cugino. - E’ perchè tu sei un bambino cattivo! -
gli ripeteva immancabilmente la zia, scandendo con enfasi ogni parola. In ogni
caso ciò che più desiderava non poteva ottenerlo in nessun modo e, era sicuro,
neanche Babbo Natale avrebbe potuto accontentarlo: i suoi genitori. Era
tutto quello che desiderava e di cui aveva bisogno, la ragione per cui quella
notte, come tante altre prima, rimaneva sveglio a fissare i giochi di luce che
le auto in corsa proiettavano sul soffitto e pensava. Pensava a loro. -
Tuo padre ti somigliava molto. Stessi capelli, stesso carattere- aveva
commentato sprezzante più volte lo zio, additandolo con le dite porcine.
Quegli occhi..quelli sono di tua madre aveva affermato una volta
qualcuno..ma chi? Dai suoi pensieri emerse la figura sfocata di una donna, dai
capelli ricci, che lo fissava intenerita, quasi commossa. Subito quel volto
sparì, forse perso per sempre tra i confusi ricordi della sua infanzia. Eppure
era sicuro che per un certo periodo della sua vita qualcuno gli era stato
accanto, l'aveva accudito, l'aveva protetto, l'aveva amato..Diverse facce
sorridenti gli si affacciavano alla mente, quei volti stranamente familiari che
incontrava nei suoi sogni più belli. I capelli, gli occhi e i nomi: Harry
Potter e Ginny Weasley, solo quello conosceva dei suoi genitori, solo
quello. Posò gli occhiali sul comodino e si rigirò su un fianco..L'indomani
avrebbe scartato i suoi regali..Chissà..In fondo quell'anno era convinto di
essersi comportato discretamente, decisamente meglio del suo arrogante cugino.
- Buona notte mamma, 'notte papà - sussurrò alla stanza vuota, prima di entrare
in quell'innocente regno tutto suo, dove avrebbe trovato la felicità che non
era capace di offrirgli il mondo reale: il sogno. E il russare dello zio
Dudley si spense lentamente nel silenzio della notte.