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Autore: juniper_goblinfly    25/12/2012    1 recensioni
Quasi tre anni, tre maledettissimi anni. A tormentarlo erano tornati gli incubi e sembrava quasi che la cicatrice dolesse nuovamente. Se solo fosse morto assieme ai suoi compagni...
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 John teneva il pugno levato in alto, avrebbe voluto colpirlo ma qualcosa lo frenava; sentiva la pelle del collo gemere sotto le sue dita e Sherlock faticava a respirare. Allentò la presa, quel tanto che bastava perchè respirasse meglio, il bruno trasse un respiro profondo in cerca d'aria. Perchè non faceva niente?
Rabbia, fristrazione, delusione e in fondo al cuore felicità, si mescolavano. Come era possibile? Sherlock era morto, aveva preso il polso e non c'era battito, il sangue...
Era terribilmente confuso, non riusciva a credere che il suo migliore amico fosse tornato, lo aveva lasciato solo per tre fottutissimi anni!
Sherlock lo guardava, lo pregava con quegli occhi di ghiaccio di lasciarlo, ma continuava a rimanere in silenzio. Allora John lasciò il suo collo esile e tolse il ginoscchio dal suo stomaco, cosa gli passava per la testa?
- Sherlock, mi dis--
Non riuscì a finire la frase che un forte giramento di testa lo pervase. Rimase in ginocchio, mentre il coinquilino si metteva a sedere e gli metteva una mano sulla spalla, le sue parole gli arrivarono ovattate, non capiva cosa stesse dicendo.
 Arrivò il buio, denso e terribile.
Sherlock vide john scivolare a terra e sbattere la testa, troppa tensione, non avrebbe dovuto comparire così all'improvviso e si sentiva terribilmente in colpa. Lo adagiò piano sul letto, poi prese una pezza umida e gliela posò sulla fronte leggermente calda e sudata. Si sedette sulla moquette per qualche minuto, accanto a lui, stringendogli una mano.
-Scusa John...Non volevo che succedesse questo...-
Una strana sensazione gli pervadeva il petto, qualcosa che non aveva mai provato prima e lo agitava terribilmente. Scese in salotto, prese il violino e cominciò a suonare, aveva bisogno di pensare. Mentre suonava, notò il suo riflesso nella finestra  e esaminandolo meglio, notò il segno rosso sul collo. Non lo aveva mai visto così scosso e arrabbiato, ma dopo tutto aveva ragione, si meravigliò che non avesse calato anche quel pugno sul suo naso.
John aprì gli occhi, si guardò attorno. Nessuno. Aveva sognato, era stato solo un maledettissimo sogno. Stava per alzarsi, quando Sherlock entrò con una nuova pezza umida. Lo guarda e sorride, era raro che sorridesse a quel modo.
- Finalemente ti sei svegliato-
-Sherlock...Sei...Sei davvero tu?-
Continuava a fissarlo, mentre il bruno lo faceva sdraiare nuovamente per poi posargli il panno sulla fronte. Cosa stava succedendo?
Sherlock annuì.
-Sono io, e questa volta non me ne andrò più...Mi dispiace, ho dovuto farlo...-
- Hai dovuto farlo?! Sherlock, ero tuo amico! Avresti dovuto dirmelo! E' stato un inferno da quando ti sei buttato, hai una vaga idea di come mi sia sentito?!-
La rabbia cominciava a riaffiorare ma con essa anche un sottile senso di felicità, che premeva appena sotto lo sterno. John sospirò, vedendo il viso triste e pentito dell'amico.
- Come hai fatto? Sherlock, devo sapere...-
- Devo dire grazie a Molly-
- Ma come?-
- Non posso dire altro. E' per il tuo bene...-
Non sembrava il solito Sherlock, sembrava cambiato e quasi sofferente per la situazione. John notò il lsegno rosso sul collo. Allungò una mano a sfiorarlo.
- Scusa, non so cosa mi sia preso...-
- Capisco, me lo sono meritato -
Sorridono entrambi, la tensione cominciava a evaporare piano. Era come quel fumo che impregna i pub, aleggia a lungo nella stanza e lascia il suo odore acre, ma poi pianoo sparisce lasciando solo un lieve segno grigio sulle pareti.
John lo guarda negli occhi, e Sherlock ricambia lo sguardo. Il biondo si schiarisce la gola e, voltandosi dalla parte opposta, si gratta nervosamente la nuca.
- Mi...Mi sei mancato...-
Sherlock si sarebbe messo a ridere, quella piccola confessione gli alleggeriva il cuore, ma qualcosa di incomprensibile glielo impedì. Perchè si sentiva così? Cosa era quella sensazione nel petto?
Lo abbraccia.
- Anche tu mi sei mancato-
John rimase sorpreso da quel semplice gesto, non se lo aspettava dal detective senza sentimenti, eppure percepiva in lui un'aura diversa, e in un certo senso lo inquietava.
Sentiva che quella situazione non sarebbe durata a lungo.  
 
  
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