STORIA
D’AMORE
“Tu non sai
cosa ho fatto quel giorno
quando io la incontrai
in spiaggia ho fatto il
pagliaccio
per mettermi in mostra agli occhi
di lei
che scherzava con tutti i ragazzi
all'infuori di me.
Perché, perché, perché, perché,
io le piacevo.
Lei mi amava, mi odiava,
mi amava, mi odiava,
era contro di me,
io non ero ancora il suo ragazzo
e già soffriva per me
e per farmi ingelosire
quella notte lungo il mare
è venuta con te.”
Sdraiato sul letto di una camera spoglia, un uomo,
dai folti capelli rossi e due profondi occhi marroni, segnati da una cicatrice
che attraversa quello sguardo reso duro dal tempo, fissa il tetto sudicio.
Disperso nei suoi ricordi, pensa a due occhi
nocciola circondati da crespi capelli castani e a quante volte ha fatto di
tutto per farsi vedere da quello sguardo saccente di chi ne sa sempre più di
tutti.
Nei modi più sciocchi ha cercato di farsi notare,
ma nulla sembrava convincerla. Come se lui non fosse esistito, continuava a
scherzare con tutti, tutti tranne che con lui!
Amareggiato dalla sua stupidità, si chiede perché?
Perché non l’aveva mai capita? Perché non era mai riuscito a rendersi conto di
quanto lei lo amava?
Sì, lei lo amava!
Lo amava tanto quanto lo odiava.
Lui le sorrideva chiedendogli qualcosa e lei lo
amava.
Lui sembrava non vederla come donna e lei lo
odiava.
Lui s’infuriava nel vederla vicino ad un altro e
lei lo amava.
Lui frequentava altre e lei lo odiava.
Lui riusciva a farla ridere quando tutto sembrava
perso e lei lo amava.
Furioso per come erano andate le cose, ora lui sa
che, nonostante non sia mai stato il suo ragazzo, lei ha sofferto per lui e,
con fatica, ha cercato di non pensare a quante volte quegli occhi nocciola hanno
pianto a causa sua.
A quel tempo lui non riusciva a capire il suo
dolore. Non riusciva a sentire la sua sofferenza, perché convinta che lui non
l’amasse. Ma quel che proprio non riusciva ad accettare, era la decisione di
andare con il suo peggior nemico solo per farlo ingelosire.
“Ora tu vieni a chiedere a me
tua moglie dov'è.
Dovevi immaginarti
che un giorno o l'altro
sarebbe andata via da te.
L'hai sposata sapendo che lei,
sapendo che lei
moriva per me
coi tuoi soldi
hai comprato il suo corpo
non certo il suo cuor.
Lei mi amava, mi odiava,
mi amava, mi odiava,
era contro di me, io non ero
ancora il suo ragazzo
e già soffriva per me
e per farmi ingelosire
quella notte lungo il mare
è venuta con te.”
Improvvisamente, senza alcuna ragione apparente,
l’uomo, si alza di scatto dal letto impugnando, dritta davanti a sé, una
bacchetta di legno scuro.
- Malfoy! – dice qualche istante dopo, fissando
negli occhi l’uomo appena comparso nella stanza.
Il nuovo arrivato non risponde, ma rimane anche
lui immobile con la bacchetta tesa davanti a sé, puntata contro il suo peggior
nemico.
- Dov’è, Weasley? – chiede, pronunciando l’ultima
parola con disprezzo, senza distogliere lo sguardo da colui che ha di fronte.
Immobile nella stessa posizione Ron fissa Draco
con odio. Ha gli occhi gelidi e chiari come il ghiaccio, i capelli sono biondi
e il volto è segnato dal tempo, ma lo
sguardo è quello fiero di sempre.
- Lo chiedi a me? – risponde Ron. – Lo sapevi che
mi amava, ma l’hai sposata lo stesso. Credevi di poterla comprare con i tuoi
soldi? – aggiunge.
- In effetti mi sembra di averla avuta per tutti
questi anni. A differenza di te. – replica Draco in modo derisorio.
- Il suo corpo forse, ma non il suo cuore! - lo
corregge subito Ron.
- E’ qui? – urla allora Draco, muovendosi
minaccioso verso Ron.
– Sapevi che mi amava! – replica Ron furioso,
serrando con più forza la bacchetta tra le mani. - Lei amava me, non siamo mai stati insieme, ma
sapevi quanto mi desiderava. – continua con rabbia e amarezza.
- Ti odiava! -
protesta con veemenza il biondo. – Per questo ha scelto me! – aggiunge
con crudeltà.
- Mi amava! – replica ancora una volta Ron. – E se
è andata con te, quella sera, è stato solo per fare ingelosire me. – aggiunge
afflitto.
“Un giorno io vidi lei
entrar nella mia stanza
mi guardava,
silenziosa,
aspettava un sì da me.
Dal letto io mi alzai
e tutta la guardai
sembrava un angelo.
Mi stringeva sul suo corpo,
mi donava la sua bocca,
mi diceva sono tua
ma di pietra io restai.
Io la amavo, la odiavo,
la amavo, la odiavo,
ero contro di lei,
se non ero stato il suo ragazzo
era colpa di lei.
E uno schiaffo all'improvviso
le mollai sul suo bel viso
rimandandola da te.”
Stringendo con forza la bacchetta tra le mani il
rosso non può fare a meno di pensare a lei.
Poche ore prima, mentre era sdraiato al buio in
quella stessa stanza spoglia, come Draco, lei gli si era materializzata
all’improvviso davanti.
Senza dire nulla lo aveva fissato, aspettando una
sua parola.
Lui si era alzato dal letto e l’aveva guardata
incredulo.
Quanto tempo era passato da quando non aveva visto
quei grandi occhi nocciola, quel sorriso imperfetto, quel corpo esile e
armonioso?
Era vestita con un leggero vestito di seta bianca,
che le aderiva al corpo fasciando il piccolo seno rotondo e le cosce snelle. Il
bianco del vestito rifletteva la poca luce che filtrava dalla finestra della
stanza, avvolgendola in un’aurea angelica.
Confuso, Ron aveva allungato una mano verso la sua
pelle bianca e le aveva carezzato con dolcezza il braccio per cercare di capire
se fosse reale.
In risposta a quel gesto lei si era stretta contro
di lui e, trattenendolo a sé con le mani, gli aveva offerto la sua bocca.
- Baciami! – aveva sussurrato lasciando che il suo
corpo aderisse a quello di lui.
- No! – aveva replicato Ron con fermezza,
allontanandola da lui.
- Perché? So che mi ami! – aveva risposto la donna
cercando di insinuarsi di nuovo tra le braccia di lui.
- Ti odio! – le aveva invece risposto lui,
allontanandola di nuovo.
Non convinta, lei gli aveva afferrato di nuovo il
viso con le mani, sfidandolo a ripeterlo fissandola negli occhi.
– E ti amo, perché purtroppo non posso farne a
meno! – aveva quindi aggiunto dinanzi allo sguardo triste di lei. - E ti odio, perché è solo colpa tua se non sei
stata mia. – concluse, allontanandola definitivamente da lui con un ceffone,
dopo che lei aveva cercato di nuovo di baciarlo.
Senza insistere, Hermione si era smaterializzata
all’improvviso, lasciando a Ron solo il tempo di vedere le lacrime scorrergli
lungo le guance rosee.
A letto ritornai
piangendo la sognai
sembrava un angelo.
Mi stringeva sul suo corpo
mi donava la sua bocca
mi diceva sono tua
e nel sogno la baciai.
- So che è stata qui! – sentenzia con ferocia
Draco destando Ron dai suoi pensieri.
- L’ho mandata via! – replica allora lui fissando
deciso il biondino.
Scrutando Ron con furia Draco apre e chiude la
bocca nel tentativo di replicare, ma capisce dallo sguardo dell’uomo che non
sta mentendo e, senza aggiungere altro, si smaterializza.
Distrutto dalle due apparizioni, Ron torna
nuovamente a sdraiarsi sul letto, cercando di dimenticare le due persone che ha
appena incontrato.
Dopo quella che gli sembra essere un’eternità apre
gli occhi e fissa distratto la piccola finestra, unica fonte di luce della
stanza.
Voltandosi a guardare a destra di essa scorge una
donna dalle sembianze angeliche, vestita con un leggero abito di seta bianca
che riflette la luce fiocca che filtra dalla finestra. La donna lo osserva in
attesa di un suo cenno.
Sicuro, l’uomo si alza dal letto e allunga la mano
verso la sua pelle bianca, accarezzandole il braccio con dolcezza.
In risposta a quel gesto lei si stringe contro di
lui e lo trattiene a se con le mani, offrendogli la sua bocca.
- Baciami! – gli dice sussurrando e lasciando che
il suo corpo aderisca a quello di lui.
Fissandola negli occhi nocciola lascia che le sue
mani le scorrano tra i crespi capelli castani e, con trasporto, bacia quella
piccola bocca rossa che avrebbe desiderato per tutta la vita.
******