Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: cyrusfiancee    25/12/2012    12 recensioni
'Ti donerò la vita dovesse essere necessario' Meredith baciò la mano di Justin.
'Non te lo permetto' ormai le lacrime sfuggivano dagli occhi del ragazzo.
'Era una promessa; Ti proteggerò per sempre' e così Meredith entrò in sala operatoria, lasciando in quel freddo edificio da solo il suo unico vero amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                                                                                                Undicesimo Capitolo



“La casa dovrebbe essere questa” Meredith chiuse la portiera della macchina, che emise un tonfo assordante, scese dalla macchina e si fermò ad osservare l'uscio.
“Sembra disabitata” constatò Justin affiancandola.
“Boh. Proviamo”.
Lentamente, si avvicinarono alla porta, poggiarono la mano sul campanello, sentendo piccoli brividi percorrergli la schiena, poi suonarono.
Il campanello emise due tocchi, simili al miagolato di un gatto, ma nessuno venne ad aprire la porta.
Suonarono nuovamente, aspettando ancora qualche minuto.
Justin sbirciò dalla finestra, scorgendo la figura di una donna parecchio anziana, avvicinarsi, finalmente, alla porta.
“Sta arrivando.. ma preparati” disse Justin.
Un'anziana signora, dai pochi capelli totalmente bianchi, lisci, che ricadevano, alcuni, lungo le ossute spalle, altri, lungo il viso, marchiato dalla vecchiaia, con parecchie rughe attorno agli occhi azzurri cielo, un po' spenti dall'età, aprì l'uscio, spaventando Meredith alla vista, che strinse forte la mano di Justin.
“Lei è Rosie Smith?” chiese la ragazza, senza mai puntare i suoi occhi su quelli della vecchietta ossuta.
“Si.. Tu sei Meredith?” rispose la signora.
“Come fa a...” la donna bloccò la domanda della ragazza, prima che potesse pronunciarla, e fece cenno d'entrare ad entrambi.
Quando Rosie si chiuse la porta alle spalle, fece quattro giri di chiave, richiuse le tende che davano sulla strada, e fece accomodare i ragazzi nella cucina, altrettanto buia, illuminata, esclusivamente, da una candela posta dietro alla finestra, dalla parte del muro, per non far filtrare luce all'esterno.
Si posizionò dietro ai fornelli, e prese a scaldare il tè, che, probabilmente, aveva lasciato a metà cottura, per aprire ai ragazzi.
“Allora.. come fa a sapere chi siamo?” insistette la bionda.
“Volete del tè?” domandò la vecchia, evitando di rispondere alla ragazza.
“No grazie” rispose Justin.
“Mi scusi... come fa a sapere chi sono? Da cosa mi ha riconosciuto?” chiese, nervosamente, Meredith.
La donna indicò il tatuaggio che sporgeva dalla manica della camicetta della ragazza, parendo, particolarmente, spaventata.
“Non capisco” Meredith scosse la testa.
“Quello” indicò meglio lei.
“Questo?” Meredith osservò torva il numero tredici disegnato sulla pelle.
“Non voglio avere a che fare con questo” la donna prese il telefono e iniziò a comporre un numero.
“Sono venuta qui per parlarle” continuò Meredith.
“Non posso parlarti, e non voglio farlo” sbottò la vecchia, sparendo nell'altra stanza, lasciando i due biondi da soli.
“Cosa le prende?” sussurrò Meredith al ragazzo.
“Non ne ho idea, ma so che mi fa esageratamente paura, e sono preoccupato. Finiamo al più presto e andiamocene” assentì Justin, smettendo subito di parlare, quando sentì la vecchia tornare in cucina.
“Chi ti ha detto di venire?” urlò la donna, come se un corpo estraneo fosse entrato dentro di lei.
I suoi occhi cambiarono colore dall'azzurro al rosso fuoco, e le rughe sottili e gentili, lasciarono spazio a milioni rughe d'espressione incattivite.
“Q-questa” Meredith le consegnò velocemente la lettera, cercando di mantenere la calma, senza farsi impossessare della paura, che invece aveva preso spazio in Justin, che si stava torturando le pellicine del dito medio.
“Voi non dovevate sapere niente di tutto questo, niente. Nessuno può aiutarti, non c'è modo, non c'è modo. Tu devi morire” sbottò la donna.
Delle sirene iniziarono a rimbombare fuori dalla villa.
E mentre la donna e Meredith continuavano a scambiarsi parole d'odio, Justin scrutò fuori dalla finestra vedendo due volanti della polizia, accompagnati da una lussuosissima limousine.
“Meredith muoviti” Justin urlò, tornando in cucina, e strattonando la ragazza cercò di spingerla fuori dall'abitazione, mentre la vecchia cercava, invano, di trattenerli.
“Cosa succede?” disse Meredith, atterrita da tutto quel frastuono.
“Sono venuti o per te o per me, perciò muoviti” Justin spinse la vecchia facendola cadere a terra, saltarono giù dalla finestra della cucina, e facendo meno rumore possibile, scapparono in macchina, mettendo in moto, e sfrecciando per le vie isolate della periferia di Atlanta.
“Io dovevo sapere come poter rompere il patto degli organi, dobbiamo saperlo, perché non possiamo sempre scappare, non voglio vivere nascondendomi, devo sapere come fare” disse Meredith, spezzando quel discorso a metà, quando il pianto si impossessò di lei.
“Meredith erano lì, e c'era la polizia, e una limousine, non so perché, ma dovevamo andare via.. Troveremo un altro modo.. Non vivremo così, scappando.. Promesso”.
Meredith, ancora immersa nel suo pianto, appoggiò la fronte sulla spalla di Justin, dando sfogo ai singhiozzi, mentre il ragazzo, con la mano libera, le accarezzava i capelli, e qualche volta, tenendo sempre lo sguardo fisso sulla strada, le lasciava piccoli baci sulla guancia.
E se in quel momento, non fossero stati lì, a farsi compagnia, forse tutto questo senso che davano alla vita, non l'avrebbero avuto.
“Lotto per te” sussurrò lei, asciugandosi le ultime lacrime.
Un flebile sorriso comparve sul viso del ragazzo, che a quelle parole rimase paralizzato.
“Sei la mia vita Justin. Senza di te avrei sicuramente abbandonato, sarei tornata in collegio e avrei donato gli organi, fin quando non sarebbe arrivata la mia umile ora”.
“Ti amo”
concluse Justin.
Con quello.
Con un 'ti amo'.
Perché altre parole non c'erano.

“Due uova e un toast” ordinò Meredith, sistemandosi sulle gambe il tovagliolo rosso.
“Anche per me, grazie!” esclamò il ragazzo.
“Secondo te in che mese siamo?” chiese, curiosa, la ragazza.
Era passato così tanto tempo, eppure non sembrava, ma le settimane erano passate, trasformandosi in mesi.
“Credo sia quasi Natale” sentenziò Justin, guardando le luci che scintillavano, fuori dalle case.
“E' il mio primo, vero, felice Natale” sorrise lei.
Le loro mani si intrecciarono, sopra al tavolo, ed entrambi si scambiarono sguardi pieni d'amore, per interi minuti.
La tv mandava in onda il telegiornale, quando la loro attenzione, fu attirata dai poliziotti che parlavano:
“E' una ragazza bionda, si chiama Meredith, e non sappiamo il cognome, sappiamo solo che è scappata, ed è necessario ritrovarla, questione di stato”.
Entrambi i ragazzi poggiarono le forchette sul tavolo, provocando un tonfo.
Tutto ciò significava solo problemi, altri problemi.
Adesso erano entrambi due fuggitivi, e dovevano ricominciare a scappare.
Si alzarono dal tavolo, facendo finta di aver finito di mangiare, quando, invece, avevano mandato giù solo due bocconi, poggiarono i soldi sul tavolo, e velocemente uscirono dalla caffetteria.



















 

Spazio Autrice

Buona Nataaaaaleeeeeeeeeeeeeeeeeeee!
Avete visto? Questo è il mio regalo per tutte voi!
Mi avete scritto tutte di aggiornare, e dopo tipo dieci giorni vi ho accontentate, però credetemi non ho avuto né tempo, né voglia, né fottute idee!
Questo capitolo è stato un parto, perché come sapete volevo far finire presto la storia, ma ho visto che sta facendo successo e che nessuno vuole, perciò mi sono spremuta le meningi e tadaaaan.

Vi devo dire una cosa molto brutta...
Non aggiornerò fino al sei di gennaio, perché il 27 parto e torno il 5, perciò tenete duro amiche!

Ancora auguri,

sbii

  
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: cyrusfiancee