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Autore: Johnlockistheway    25/12/2012    3 recensioni
Una raccolta sul rapporto tra Merlin e Arthur, tra amicizia e amore.
7 classificata al contest "Gocce di quotidianità" di Clalalla97
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Rating della shot: verde

Elemento del prompt utilizzato: Citazione_“Che traditori possono essere i libri! Tu credi che ti sostengano e invece ti si rivoltano contro.” Ray Bradbury, Fahrenheit 451

Note: Spero che non mi prenderete a ceffoni per questo. Ma...sono in ritardo. Per farmi perdonare vi lascio con qualche cappy di fila. Buon Natale!

 

Merlin sospirò, fissando fuori dalla finestra.

Era una fredda mattina d'inverno, e lui se ne stava chiuso in camera, ad osservare i fiocchi di neve che cadevano lenti.

Come ogni giorno da quando aveva perso il terzo bambino, Merlin piangeva.

Lo faceva regolarmente: la mattina, il pomeriggio, a volte persino durante la notte.

Ed Arthur non sapeva più cosa fare.

Amava Merlin più di se stesso, e saperlo così infelice per un suo sciocco desiderio lo stava distruggendo.

Si fermò sulla porta, osservando il suo sposo alla finestra.

Era così piccolo e delicato... il suo dolce angelo.

Hai intenzione di rimanere lì ancora molto, o pensi di entrare?”

La voce di Merlin lo fece sobbalzare.

Scusami piccolo. Stavo pensando”.

Si avvicinò a lui e lo strinse dolcemente a sé.

Lo coccolò un poco, carezzandogli i capelli corvini.

Arthur stava giusto pensando che, forse, per consolarlo avrebbe potuto chiedergli se gli andava di andare a fare un viaggio ad Ealdor.

Sapeva quanto Merlin nonostante tutto amasse il suo villaggio, e inoltre avrebbe anche rivisto sua madre.

Il re aprì la bocca per chiederglielo, quando un singhiozzo di Merlin lo scosse.

Stupito, abbassò gli occhi verso la testa del moro, che ora aveva affondato la faccia nel suo petto e singhiozzava disperatamente.

S-s-cu-scu-scusami-balbettò Merlin-N-non... i-io...”

Le parole vennero interrotte nuovamente dai singhiozzi disperati.

Arthur allora, lo prese in braccio e si sedette sul letto, facendo poi accoccolare Merlin sul suo petto.

Hey... piccolo. Va tutto bene”.

N-no... non va bene...”

Sì, invece. Ci sono qui io con te. Va tutto bene”.

NO!-urlò il mago-Non va tutto bene. I-io... io ti amo. E p-per c-colpa mia t-tu non avrai mai un... bambino. I-io mi sento in colpa! V-vorrei s-solo po... rti... are... ambino. E-e-e n-n-non ci riesco! S-sono uno s-stupido. E s-sono inutile. N-non odiarmi. Lo sai... io f-farei t-tutto per te. T-ti pr-prego. Per-perdonami. Perdonami, Arthur. Er... na... mi.”

E dopo quello sfogo il ragazzo rimase lì, balbettando, o meglio singhiozzando, delle scuse.

Merlin”.

Quella semplice parola, fu detta con una dolcezza tale che ebbe il potere di calmare Merlin all'istante.

Merlin-ripetè il re-Ascoltami”.

Lentamente, Arthur si mise in ginocchio davanti a lui, e gli prese le mani tra le sue.

Tu... non hai nulla da farti perdonare. Nulla. E... sarei io a doverti chiedere scusa. Quando due persone si amano, nessuna delle due dovrebbe portare sofferenza all'altra. E io ti amo, Merlin. Solo il cielo sa quanto. Ma nonostante questo ti ho fatto soffrire. La verità, è che io devo chiedere il perdono a te. Per colpa di una sciocca presunzione, tu ora stai male, e io non so nemmeno cosa fare per aiutarti. Non fraintendermi, desidero un figlio. Ma prima di ogni altra cosa desidero che tu sia felice. E mi rendo conto che con questa richiesta io non ho portato altro che dolore e tristezza a te. Quindi, Merlin, sappi questo. Tu non sei uno stupido. E non sei nemmeno inutile. Non pensare nemmeno per un attimo di essere una cosa inutile per me. Perché tu sei la persona più importante delle mia vita. E non riuscirei ad odiarti nemmeno se ci provassi con tutto me stesso. Quindi adesso, sorridi. E non pensare di avermi deluso. Un giorno, avremo un bambino, tutto nostro. E se non l'avremo, non importerà, purché tu continui a stare accanto a me. Perché io ti amo, Merlin. Ricordatelo”.

Merlin fissò il compagno con stupore, prima di abbracciarlo con slancio.

Grazie” sussurrò.

Arthur annuì: sapeva che ci sarebbe voluto ancora molto, ma prima o poi Merlin avrebbe dimenticato.

E, fino ad allora, lui continuerà a stargli accanto e ad essere forte, per entrambi.

Dolcemente, lo baciò.

Adesso vado. Tu rimani qui, tra poco tornerò”.

Merlin annuì, guardando suo marito uscire dalla sala.

Con un sospiro, si sedette al tavolo.

Lo sguardo gli cadde sul grosso tomo che vi era appoggiato sopra.

Lentamente, sfiorò la copertina con le dita, passando sopra le lettere sbiadite dal tempo.

Era un libro di magia, lo stesso che recitava l'incantesimo che avevano usato.

O che, almeno, avevano provato ad usare.

All'improvviso, Merlin sentì come una grande rabbia crescere verso l'oggetto.

Quel libro... era tutta colpa sua.

Era colpa sua se stava così.

Di quel maledettissimo libro.

Quel libro che aveva creduto che lo sostenesse nel momento del bisogno, come aveva sempre fatto, e che invece gli si era rivoltato contro.

Che l'aveva illuso di poter dare ad Arthur qualcosa che entrambi desideravano, e che invece poi gli era stato negato.

Che l'aveva tradito.

Non gli era mai successo prima.

Ma ora l'aveva fatto.

E Merlin sentiva, nel profondo del suo cuore, che avrebbe odiato quel libro per sempre.

E sentiva anche che la sua infelicità era dovuta a lui.

Arthur aveva capito.

Aveva capito il suo dolore e l'aveva consolato, come solo lui poteva fare.

Ma quel libro non si sarebbe scusato.

Sarebbe sempre rimasto lì, testimone silenzioso del suo, del loro, fallimento.

Doveva disfarsene.

E, con un gesto deciso e con quella nuova consapevolezza, Merlin prese il libro, e lo gettò dentro il caminetto.

Subito, le fiamme lambirono le pagine, e le parole vennero bruciate e consumate dal fuoco.

E Merlin, stranamente, si sentì più leggero.

Arthur, da dietro la porta, sorrise.

Certo, ci sarebbe voluto del tempo per dimenticare, altro tempo per tornare a sorridere, e altro tempo ancore per recuperare tutta l'allegria e la felicità.

Quello era solo un piccolo passo.

Ma il re sapeva che, qualunque cosa fosse accaduta, lui sarebbe rimasto accanto al suo Merlin, un passo dopo l'altro, fino a che entrambi non avrebbero ripreso a camminare saldamente.

Hai intenzione di rimanere lì ancora per molto, o pensi di entrare?”

Arthur sorrise.

Sì... lui amava Merlin.

E non l'avrebbe mai lasciato solo.

Mai.

Con questo pensiero, il re entrò e abbracciò il suo maghetto.

Sono fiero di te”.

Merlin sorrise.

E, per una volta in vita sua, si lasciò abbracciare in silenzio.

Perché sì, quel libro l'aveva tradito, gli aveva voltato le spalle, ma, Arthur, invece, non l'aveva fatto e Merlin in cuor suo sapeva.

Sapeva che Arthur l'avrebbe sostenuto.

Passo dopo passo.

Per sempre.

   
 
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