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Autore: Trigger    25/12/2012    2 recensioni
Raccolta di piccoli episodi di vita quotidiana.
Dal capitolo "Ananas":
- Non starai mica andando a comprare i regali adesso, spero.
- Ciambellina al cocco, ma per chi mi hai preso? Per Babbo Natale? Lui avrà già pensato a tutto, tranquilla!
- Babbo Natale non esiste.
- Tu non esisti!
- Spiderman nemmeno!
- Va’ via, mostro!
- Ma sei te che devi uscire, idiota! E comprami qualcosa di utile, quest’anno. Te ne prego.
- Come sempre, chicco di caffè.

Dal capitolo "Banana":
- Sei sempre così dura con me.
- Qualcuno deve pur esserlo nella coppia!
- Ci sarebbe sempre la mia bana...
- Daniele!
- ...le voglia di dire BANANA! AH! Fregata!
- Ma quanti anni hai? Tre?
- È per caso una tua fantasia erotica, amore?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ananas




24 dicembre 2009

 
 

Quando Daniele diceva d’essere convinto di qualcosa, bisognava star certi d’essere completamente e inevitabilmente perduti. Come quando era sicuro – sicurissimo, anzi - di conoscere la direzione da prendere per arrivare in Calabria senza l’aiuto di un navigatore – i navigatori parlano troppo, diceva - e poi si era ritrovato in Lombardia. O come quando era convinto di aver preso tutto prima di andare al mare e poi era uscito senza costume.
 

15 agosto 2007
 

- Secondo te perché quella signora sta coprendo gli occhi al suo bambino, guardandomi disgustata?
- Forse perché sei nudo.
- E chi ha preso il mio costume?
- Probabilmente il mostro di Loch Ness.
- Davvero?
- Sicuro.
- Ma quindi ora, visto che son già tutto ignudo…

 
 

24 dicembre 2009

 

Quella sera del 24 dicembre, Daniele era convinto di tre cose: che il meteo mentiva; che i negozi restavano aperti fino alle dieci della sera della vigilia di Natale e che lui non avrebbe assolutamente avuto alcun problema nel trovare il regalo perfetto per la sua fidanzata.
 
- Dove vai, tesoro?
- A prendere una boccata d’aria fresca!
- Con la macchina?
- Ovviamente, fuori si gela.
- Sai che tra un’ora tutti gli ospiti arriveranno, vero?
- Quali ospiti?
- Quelli che tu hai invitato per il cenone.
- Ah, giusto, il cenone. Perché oggi è la Vigilia. Sì, giusto. Bene, ora scappo.
- Non starai mica andando a comprare i regali adesso, spero.
- Ciambellina al cocco, ma per chi mi hai preso? Per Babbo Natale? Lui avrà già pensato a tutto, tranquilla!
- Babbo Natale non esiste.
- Tu non esisti!
- Spiderman nemmeno!
- Va’ via, mostro!
- Ma sei te che devi uscire, idiota! E comprami qualcosa di utile, quest’anno. Te ne prego.
- Come sempre, chicco di caffè.
 
La verità era che Daniele, quella sera, era inesorabilmente e irreparabilmente fottuto.
 
 
Prendendosela con la stessa calma che si prende un bradipo malato d’estate, Daniele s’era messo in macchina quando la radio stava trasmettendo Bianco Natale – odiava quella canzone da quella volta in cui la maestra Pia l’aveva costretto a cantarla davanti a tutta la classe per punizione -, l’orologio digitale segnava le ventuno e trentadue – o forse trentotto, non riusciva proprio a distinguerli  – e sul parabrezza cadevano le prime gocce di pioggia.
 
- Passerà presto, è roba da poco.
Se lo ripeteva ad alta voce una volta ogni cinque minuti mentre percorreva a passo d’uomo il corso principale con la sua vecchia Cinquecento bianca – tendente al marrone, preferiva lui, tenendo conto che l’ultima volta che l’aveva portata all’autolavaggio c’era il sole, si usciva in canottiera e infradito e gli uccellini cinguettavano felici nel cielo – e la sciarpa di lana verde a coprirgli il naso, la bocca e la gola. Ogni volta che pronunciava quelle parole, la pioggia si faceva un po’ più insistente, i tergicristalli si muovevano un po’ più veloci e i suoi occhiali s’appannavano un po’ più fittamente.
 
Un disastro vivente alto un metro e settantacinque, vecchio venticinque anni ma con il volto da bambino e una fidanzata bellissima con i capelli rossi da rendere felice almeno quella sera.
 
Il problema era che con i regali, Daniele era proprio negato.

 

24 dicembre 2004
 

- Cipollina?
- E tu chi sei? Guarda che chiamo la polizia!
- Ma come, sono io! Daniele!
- E perché sei vestito da coccodrillo?
- È una tartaruga Ninja, cara.
- E quello che hai in mano cos’è?
- Una tartaruga Ninja donna, ovviamente.
- Non vorrai mica che la indossi, vero?
- Ma è il mio regalo di Natale!
- Vuoi sapere qual è il mio invece?
- Certamente, amore.
- Considerati single da qui fino al resto dei tuoi giorni.

 
 

24 dicembre 2009

 

A cinque minuti dall’arrivo dei suoi ospiti, Daniele aveva quasi perso le speranze, saracinesca abbassata dopo saracinesca, ma l’illuminazione era arrivata. E no, non era quella proveniente dall’albero di Natale gigante che occupava la piazza centrale o dall’insegna della gioielleria più famosa e costosa della città – chiusa, tra l’altro -; era piuttosto un’illuminazione più concettuale, un’apparizione celestiale, un segno del destino, una mano di Spiderman dal cielo, un fulmine a ciel sereno, una vincita al superenalotto, una cosa molto vicina ad… un banco della frutta.
 
Daniele non ci poteva credere: a dicembre, con la pioggia, la nebbia, il freddo e il vento, i negozi chiusi, lui aveva trovato il regalo perfetto. Si ergeva lì in mezzo alle mele e alle pere, fiero nella sua maestosità e vivo di colori che Daniele non riusciva a vedere bene a causa dell’opacità dei finestrini e della pioggia, ma che immaginava fossero davvero stupendi.
E così s’era innamorato.
 
Gli dispiaceva quasi regalarlo, ma con i negozianti in festa – non era mica ferragosto, per la miseria – non aveva avuto scelta. Non che la cosa gli dispiacesse poi così tanto: regalo economico, utile e di bell’aspetto. Maria l’avrebbe adorato, lui ne era assolutamente certo.
 
- Mi stai prendendo in giro? 
- È un regalo originalissimo, non trovi? 
- Ma a me gli ananas fanno schifo! 
- Per tutti i supereroi dei fumetti, come possono non piacerti? Sono così dolci e succosi e gialli e…
- A me pure il giallo fa schifo. 
- Oh mio Batman, ma chi sei? Satana! 
- E tu sei un imbecille. 
- Mi ami lo stesso? 
- Certo che no! 
- L’ananas me lo fai mangiare comunque? 
 
Quell’anno, Daniele aveva passato la vigilia di Natale sulle scale a chiocciola di una vecchia palazzina in compagnia soltanto di un ananas,  uno scarafaggio volante che voleva mettere le sue luride zampette sul frutto e la voce della signora al piano superiore, stonata come una campana, che cantava Bianco Natale tre ottave più alte rispetto all’originale.


 

FINE (O FORSE NO)


 




 

L'avevo promesso.
Buon Natale. 

   
 
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