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Autore: hemademebelieve    25/12/2012    3 recensioni
Un milione di domande si insediarono nella sua mente. Se solo avesse saputo di quelle maledette lettere prima; se solo i tempi delle consegne fossero stati rispettati. Per tutto quel tempo Justin era andato avanti a scriverle, eppure.. che fine aveva fatto il suo numero di telefono? Perché quel suo maledetto operatore ogni volta le ripeteva che il numero era inesistente?
Doveva continuare la lettura di quelle lettere, doveva leggerle tutte, nessuna esclusa.
Forse, sarebbe stata ancora in tempo per rimediare.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina il vento soffiava più del solito e il cielo non prometteva altro che pioggia. Si prevedeva una giornata decisamente stressante per Faith che, afferrato il suo ombrello, uscì di casa per recarsi in posta a ritirare quel maledetto pacco che le era arrivato. Non aveva la minima idea di chi fosse il mittente; l’arrivo di quella raccomandata che sollecitava la ragazza a recarsi a ritirare quel presunto oggetto era stato inaspettato.
Magari qualche sua compagna delle superiori, partita per un viaggio in un qualche posto sconosciuto, aveva deciso di farle un regalo, pensò. Subito però si ricordo che da quando aveva finito la scuola due anni prima, nessuna più l’aveva cercata, se non Debbie e Cathleen, le sue migliori amiche con cui non aveva nessun tipo di segreto.
Velocemente iniziò ad attraversare le strade di New York, stringendosi sempre di più nel suo impermeabile: per essere metà ottobre faceva veramente freddo.
Nel giro di qualche minuto giunse davanti alla posta e, senza esitazioni, vi entrò avvicinandosi al bancone dietro al quale una donna sulla quarantina d’anni la scrutava. –Posso aiutarla?- chiese cordialmente.
Faith, che per tutto il tempo era rimasta incantata ad analizzare ogni minimo particolare di quella donna, si riprese e le porse un foglio. –Sì grazie; ieri ho ricevuto questa raccomandata su cui c’è scritto che dovevo venire a ritirare un pacco..- spiegò velocemente la ragazza. –Il suo nome?- chiese la donna, digitando qualcosa sul computer che stava alla sua destra. –Faith Devon- rispose velocemente. –Aspetti un attimo qui, arrivo subito..- disse la donna allontanandosi dal banco. Poco dopo fece ritorno, con in mano una scatola di medie dimensioni; le fece firmare un foglio e finalmente Faith uscì da lì.
In men che non si dica tornò a casa e subito tirò fuori le forbici per aprire quel pacco. Una volta aperto, rimase sorpresa dal suo contenuto: lettere, lettere e ancora lettere. Ad accompagnare il tutto c’era un avviso della posta.
Faith lo estrasse dalla scatola e lo lesse: -Ci dispiace per il disagio causatole in questi anni, ma purtroppo queste lettere sono andate tutte perdute. La posta di Stratford per all’incirca tre anni ha subito forti disagi e queste sue lettere non le sono mai state consegnate. Gliele recapitiamo ora, sperando che ci perdoni per questo grave disguido. Cordiali saluti.-
Ancora non capiva. Chi poteva averle mandato tutte quelle lettere in quegli ultimi tre anni? Cercò di ricordare qualcosa, di fare un tuffo nel passato alla ricerca di qualche indizio che potesse aiutarla a farle capire qualcosa di più.. Tre anni prima lei stava frequentando il penultimo anno di liceo, durante le vacanze estive era stata da sua nonna a Stratford, luogo da cui provenivano le lettere, almeno per quanto c’era scritto sull’indirizzo del mittente, e durante quelle vacanze aveva conosciuto un ragazzo; aveva vissuto una storia fantastica con quel ragazzo e, sempre con lui, aveva vissuto le sue prime esperienze.. E se fossero state sue quelle lettere?  Possibile?
Ricordava che prima di partire si erano ripromessi di sentirsi sempre.. Ed era stato così per i primi due mesi, fino a che lui non aveva smesso di chiamare e fino a che il suo numero non aveva cessato di funzionare. Faith aveva provato un miliardo di volte a chiamarlo, ma dopo che quell’odiosa vocina metallica le aveva detto che quel numero era inesistente, si era arresa.
Al ricordo di quei momenti, il suo cuore subì una specie di scossa. Curiosa di sapere se quelle lettere fossero state scritte proprio da quel ragazzo, ne tirò fuori una a caso e iniziò a leggere:
 

Stratford, 23 Dicembre 2009

Cara Faith,
 
                                 più ti scrivo queste lettere, più mi sento uno sciocco. Questa è ormai la quinta lettera che ti scrivo e sono certo che ormai, sarà anche la quinta lettera a cui non riceverò risposta. Eppure ci provo comunque. Non so per quanto continuerò a scriverti, magari questa è l’ultima volta, oppure continuerò così fino a che non verrò sepolto sotto terra.
Resta il fatto che mi manchi. Mi manchi come l’aria. Quanto posso essere smielato per scriverti una cosa così? Eppure è la verità. Ho passato l’estate e i momenti più belli di tutta la mia vita con te. E non riesco proprio abituarmi all’idea che tu non ci sei più. Il Natale è ormai alle porte, e il mio unico desiderio sarebbe quello di rivederti, o anche solo risentire la tua voce. Lettera dopo lettera, perdo le speranze che questo possa veramente succedere, ma va bene così. Mi va bene continuare a scriverti come se nulla fosse, come se tu fossi ancora qui con me e non ci fossimo mai detti addio; che stupido e povero illuso penserai tu, che almeno con la tua vita sei riuscita ad andare avanti, a quanto pare, dimenticandomi. Ti invidio, sai? Ti invidio perché sei riuscita ad andare avanti in così poco tempo, senza aver nessun rimorso che ti legasse al passato. Dimmi, non ti manco neanche un po’? A me manchi terribilmente tanto. Ogni giorno diventa sempre più difficile andare avanti. Ricordi quando eravamo al parco vicino a casa tua e mi raccontasti delle tue più grandi paure e dei tuoi più grandi desideri? Mi dicesti che per Natale avresti voluto ricevere un pupazzo a forma di pinguino; sul momento ti presi in giro.. andiamo, a 17 anni ancora che volevi un pupazzo? Tu ti offendesti, misi il broncio e io risi come non mai. Subito dopo ti baciai per farmi perdonare e tu ricambiasti, dicendomi che per Natale ti sarebbe bastato anche solo rivedermi.
Ora come ora mi chiedo se quelle parole le pensassi davvero, o se le dicessi solo per dire.
Scusami, ma adesso devo lasciarti, alla prossima lettera Faith.
Mi manchi.
Con amore,
 

Justin.”

 
Le ginocchia di Faith cedettero e fu costretta ad accasciarsi sul pavimento di quel piccolo appartamento in cui abitava da sola a New York. Solo una volta terminata la lettura di quella lettera si era accorta delle lacrime calde che le stavano solcando il viso, e di quell’incredibile vuoto che sentiva lì, proprio dove c’era il cuore.
Che le stava succedendo? Perché quel tuffo nel passato le faceva così male?
Un milione di domande si insediarono nella sua mente. Se solo avesse saputo di quelle maledette lettere prima; se solo i tempi delle consegne fossero stati rispettati. Per tutto quel tempo Justin era andato avanti a scriverle, eppure.. che fine aveva fatto il suo numero di telefono? Perché quel suo maledetto operatore ogni volta gli ripeteva che il numero era inesistente?
Doveva continuare la lettura di quelle lettere, doveva leggerle tutte, nessuna esclusa.


My space
Dopo essere mancata da EFP per un paio di mesi, sono finalmente tornata con la mia nuova FF su Justin.
Diciamo che dovrebbe essere una storia diversa dalle altre, o per lo meno, per le idee che ho in mente non ne ho mai letta una simile.
In ogni capitolo, fino a che Faith non esaurirà tutte le lettere, ce ne sarà almeno una. 
Poi man mano, scoprirete cosa accadrà.
Spero di avervi incuriosito anche solo un pochino con questo inizio e nulla, fatemi sapere che ne pensate lasciandomi una recensione. 
Grazie mille :)
Nel caso voleste contattarmi su twitter, sono 
https://twitter.com/hemademebelieve>@hemademebelieve
Simo.

 
p.s: buon Natale a tutti :)
  
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