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Autore: Acquamarine_    25/12/2012    3 recensioni
«Il Natale» mi sussurravano le lingue di fuoco, «è uno stato d'animo. Scava nel tuo cuore, Argus. Cosa vedi?»
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Argus Gazza, Mrs Purr, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Quando arrivava il Natale, ogni anno, il mio umore peggiorava terribilmente. Le più perfide e terribili notizie non riuscivano a rallegrarmi, neanche far punire indifesi – e inutili, parola mia – studenti riusciva a rendermi felice.

Me ne stavo nel mio piccolo e lurido ufficio – quando non ero costretto a sgobbare come un Babbano qualsiasi per portare ora quell'albero, ora quel regalo a quel professore – con la mia amata Mrs Purr poggiata in grembo ad osservare il fuoco. Mi piaceva rimirare quell'accavallarsi di fiamme, quelle figure eteree, purpuree.

«Il Natale» mi sussurravano le lingue di fuoco, «è uno stato d'animo. Scava nel tuo cuore, Argus. Cosa vedi?»

Io ci provavo, ci provavo davvero. Lasciavo andare Mrs Purr, con gli occhi fissi nel caminetto, come rapito, mi inginocchiavo dinnanzi al fuoco e chiudevo gli occhi. Il cuore prendeva a battere più velocemente e la mia mente si perdeva in immagini di un passato felice, allegro, in cui il Natale era una festa fatta di gioia, regali, letizia.

 

Un bambino scarta un regalo. I suoi occhi sono estasiati, la sua risata riempie la casa, la luce del suo sguardo illumina la stanza. Mentre le sue mani si stringono attorno alla scopa giocattolo il suo cuore comincia a battere più velocemente.

«Grazie» grida.

«Grazie, grazie» cantilena, mentre vola in giro per il salotto sotto lo sguardo felice della sua famiglia.

 

«Quest'anno ci sarà un regalo un po' speciale, Argus». Tutto era cominciato con quella frase. Sarebbe arrivata una sorellina, gli avevano spiegato. Avrebbe dovuto dividere i suoi giochi, la sua camera, la sua scopa giocattolo. No, no, lui la odiava già, non era ancora nata e già si era presa le attenzioni dei genitori, e persino il suo spazio nella cameretta.

E quando la notte del 24 dicembre del 1954 sentì sua madre urlare la odiò ancora di più.

Eppure, nel momento in cui incontrò gli occhi chiari e allegri di sua sorella, il suo cuore si sciolse e capì che sarebbe stata l'amore più grande della sua vita.

 

Sorridevo, ricordando i momenti belli. Eppure, ogni volta che ero felice, anche solo per un attimo, il mio cuore si riempiva nuovamente di scuro inchiostro che mi offuscava i pensieri, i desideri, la felicità.

E ripiombavo nell'abisso senza fondo, alla mente mi tornavano le immagini tremende, oscure del passato buio che mi aveva segnato per sempre.

 

Il corpo della giovane era disteso sul pavimento. I suoi lineamenti erano duri, spaventati, il suo viso bloccato per sempre in una maschera di acuto dolore. La mano era ancora tesa dinnanzi al ventre, quasi a voler chiedere al cielo di attirarla a sé, portarla via da quel tormento.

Il suo urlo agghiacciante riempì il bosco, il suo cuore si fermò, diventandogli di pietra.

L'alba si stese sul cielo di Natale. Argus Gazza seppellì il suo cuore in quel campo e capì che non sarebbe mai più stato felice.

 

Il sentimento che mi aveva accompagnato da quel momento era stato l'odio. Odio verso gli assassini di mia sorella, odio verso il mondo che era troppo sbagliato, odio verso me stesso che non ero stato in grado di salvarla né lo sarei mai stato. Non ero altro che un semplice Magonò.

Lei me la portavo sempre dietro. Quando eravamo bambini, la chiamavo 'Mrs Purr' perché quando aveva voglia di coccole diventava come una piccola gattina. E poi, quando camminava, aveva sempre la testa alta, fiera, proprio come quella di una gatta. Anche se zoppicava dal piede destro, non le importava. Diceva che tutti avevano un punto debole, anche le persone perfette. Come lei.

Nessuno ha ma capito perché amassi tanto la mia gatta né perché l'avessi chiamata Mrs Purr. Molti dicevano che fosse perché ero così solo che potevo riversare solo in un gatto il mio amore.

Io non so perché la ami. So solo che Mrs Purr zoppica alla zampa posteriore destra.

Quando mi ridestavo da quei pensieri, rimanevo solo davanti al fuoco quasi spento, e mi rendevo conto di avere solamente la mia gatta. E mi mettevo ad accarezzarla piano, dolcemente, come se fosse la cosa più preziosa del mondo. E lo era, lo era davvero.

«Buon Natale, Mrs Purr». E, ancora oggi, non so se lo sussurrassi a lei o al grande amore della mia vita.

 

* * *

Natale è gioia, allegria, conten... okay, non ci crede nessuno. Lasciamo perdere l'orario a cui lo posto, dato che Natale è ormai quasi finito, lasciamo perdere il fatto che non sono capace di scrivere una cosa sensata e spensierata, lasciamo perdere il fatto che non ho voglia di rileggere e che sento il bisogno di pubblicare la storia così com'è, immediatamente dopo averla scritta (scelta del titolo a parte, cosa che mi toglierà almeno un'ora °-°)... sono contenta di averla scritta.
  Argus Gazza è un personaggio che mi ha sempre affascinata e spero di poter scrivere ancora su di lui, in futuro. Avrei voluto approfondire meglio varie tematiche (la morte e il loro rapporto in primis, ma anche come ciò ha influito sulla vita di Gazza) ma è stata una storia dettata da ispirazione improvvisa che ho solamente assecondato, ci saranno - spero - altre storie su questo(i) personaggio!
  Vi faccio i miei auguri di Buon Natale (la mia prima idea era raccogliere vari momenti di vari personaggi, alcuni felici altri meno, ma poi questa storia mi ha preso ed è diventata troppo lunga per essere un semplice sprazzo di vita xD) e alla prossima, avrò più tempo e spero di riuscire a pubblicare altre storie :3
Baci, a preso! Mi siete mancati♥ 

   
 
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