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Autore: Triskell Nyx    25/12/2012    2 recensioni
una ragazza del mondo reale da cinque anni è stregata da un cartone: blue dragon.
un giorno per un caso fortuito viene catapultata in quel mondo e può realizzare il suo sogno di vivere delle belle avventure insieme ai suoi amici. contemporaneamente scoprirà che nemmeno in quel luogo è tutto rose e fiori e si ritroverà a cercare di risolvere i quesiti che la tormentavano già dall'altra parte dello schermo.
è la mia prima fanfiction, per favore siate clementi e aiutatemi a migliorare.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E' un capitolo di Natale sfornato un po' di getto e che non centra molto con il resto della storia. Spero tanto che vi piaccia.
Buon Natale! By, Cla



-Ok, possiamo fermarci-. È Shu a dare l'annuncio, dopo un'intera mattinata che camminiamo.
Mel e Dante si accasciano per terra. Io li imito pochi istanti dopo con un briciolo di compostezza in più, insieme a Kluke e Bouquet.
Gli altri si siedono, chi più chi meno stanco.
-Non sembrava che camminaste così tanto dal cartone- scherzo riprendendo fiato.
-Infatti di solito camminiamo di più, solo che voi tre non siete abituati, quindi siamo andati piano- dice Jiro.
-Senza giri di parole, eh?- ribatto io, tra uno sbuffo e una risatina.
-Assolutamente- risponde lui senza un minimo di ironia.
-Certo che tu la gentilezza non sai nemmeno dove sta di casa, eh?- chiede Dante guardandolo male.
-Non è questione di gentilezza. È da stupidi storpiare i fatti, per essere razionali bisogna raccontare le cose come stanno.-
-Mi stai dando dello stupido?- si imbestialisce Dante. Io sospiro; è evidente che il mio amico è geloso, già quando Jiro era solo un cartone animato ero innamorata di lui, ora... be', ora è davanti a me in carne e ossa, basti dire questo. Solo che una qualsiasi persona che inizia un divervio verbale con Jiro (anche fisico, se è per questo) quasi sicuramente è destinata a perdere.
-Non l'ho mai detto, ma se lo hai pensato tu da solo vuol dire che un fondo di verità c'è- risponde infatti l'evocatore con tono leggermente canzonatorio.
-Cosa hai detto?- ruggisce il mio amico, facendo il gesto di volersi lanciare su di lui. Fortunatamente, Bouquet si mette in mezzo e blocca entrambi.
-Oh, finitela. Non vorrete litigare proprio oggi, vero?- esclama con una voce da 'non contraddittemi o sono guai'.
-Hai ragione, scusa- risponde subito Jiro stranamente arrendevole.
Io e i ragazzi invece ai guardiamo perplessi.
-Perchè, cosa c'è oggi?- mi decido a domandare alla fine.
Loro mi guardano come se fossi una zebra che gira in centro con il tutù e ho l'impressione di aver appena sparato una solenne cazzata.
-Stai scherzando, vero? oggi è Natale! Tutti conoscono il Natale!- esclama Marumaro e io sgrano gli occhi: è vero! Oggi è il 25 dicembre! Accidenti, con tutto quello che è successo me ne ero completamente dimenticata!
-Ma non ho un regalo da farvi!- esclamo come se fosse la cosa peggiore del mondo, prendendomi la testa fra le mani.
Tutti mi guardano straniti, di nuovo.
-Vuoi farci dei regali?- domanda Kluke.
Io annuisco più volte.
-Certo! Dopotutto è questo che si fa a Natale, no? E poi è un modo come un altro di ringraziarvi per quello che state facendo per noi!- confermo.
Shu è a dir poco entusiasta.
-Che bello, avrò
un regalo in più!- gongola Shu tutto contento.
-Si, se scopro come comprartelo- lo correggo parzialmente io.
Androphov prende dallo zaino una cartina e la spiega.
-Guarda. Noi ora siamo più o meno qui. La città più vicina è famosa per i suoi negozi, viene infatti soprannominata 'Città dello Shopping'. dovremmo arrivarci entro oggi, puoi prendere lì i regali che vuoi- mi spiega facendomela vedere.
Io mi fermo un attimo a riflettere. -Da quella parte, vero?- chiedo infine.
-Si, se aguzzi gli occhi puoi vedere il fumo dei camignoli già da qui-
-Bene. Allora ci vediamo dopo- esclamo rialzandomi.
Nessuno dice niente, ma incontro ben otto sguardi 'stai scherzando vero?'
Mi esprimo nel mio sorrisetto più angelico.
-Mica posso prenderli con voi i vostri regali-
-No, aspetta. La tua gamba ha bisogno di riposare, l'hai già sforzata molto questa mattina, e anche tu rischi una ricaduta!- esclama Kluke. In effetti il taglio ha ricominciato a farmi male da un'oretta, e ho già rischiato di cadere più di una volta.
Sospiro. E adesso cosa mi invento?
Credo che la delusione sia palpabile sul mio volto, perché nessuno spicca parola per un po'.
-Propongo un compromesso- rompe il silenzio Jiro -Intanto ti fai rifare la medicazione e mangi almeno un panino. Poi, mentre gli
altri finiscono di riposare, posso accompagnarti io in città, tanto ho già delle cose da fare-
Per poco non gli salto al collo.
-Grazie, grazie!- esclamo felice.
Dante fa per replicare qualcosa, ma la gomitata di Mel gli ricorda lo spirito natalizio.
Faccio finta di non averlo notato e mi lascio disinfettare e cambiare il bendaggio da Kluke, spazzolandomi un panino. Pranzo di Natale degno di nota, non c'è che dire.
-Allora, si va?- chiedo a Jiro, che ha finito di mangiare a sua volta e mi aspetta.
Lui annuisce ed evoca l'ombra, causando una reazione di quasi shock in Dante e Mel. Chissà se si abitueranno mai.
-Abbiamo bisogno che tu ci dia un passaggio per un pezzo, Minotauro- dice intanto l'evocatore alla sua ombra
-Come vuoi amico, saltate su-
risponde lui, mentre io sgrano gli occhi; quando mi ha detto che mi accompagnava non pensavo così! Jiro esegue alla lettera quello che ha detto l'ombra,balzandogli su una spalla, io vengo aiutata da Minotauro stesso.
-Piacere di conoscerti, signorina- mi
dice mentre approfitto della sua mano come ascensore.
-Piacere mio- rispondo, sedendomi a fianco di Jiro.
-Bene, tenetevi forte, si parte!- esclama l'ombra lanciandosi in avanti. Io socchiudo gli occhi per un attimo alla prima sferzata d'aria, ma li riapro
quasi subito, anche se mi viene da lacrimare, per godermi appieno il viaggio.
Il paesaggio che mi sfreccia accanto, l'aria che mi schiaffeggia la faccia buttandomi indietro i capelli come nei film... tutto questo mi da' una stupenda sensazione di libertà.
-Dovremo fare l'ultimo pezzo di strada a piedi, generalmente noi evitiamo che la gente venga a sapere che siamo evocatori di ombre- mi informa Jiro.
Annuisco appena, troppo impegnata a godermi il viaggio. Con la coda dell'occhio vedo che Jiro mi osserva, probabilmente sta cercando di capire qualcosa che mi riguarda.
-Senti- mi dice alla fine -se sai così tanto di noi, sai anche...-
Si interrompe un attimo, quel poco che basta per farmi capire cosa vuole chiedermi, perché non credo che nessun altro argomento potrebbe metterlo così tanto in difficoltà.
-So della tua famiglia, si. Ma non dirò niente a nessuno, stai tranquillo- sussurro.
-Oh- e per un po' cala di nuovo il silenzio.
-Da qui dobbiamo proseguire a piedi, non vorrei che qualcuno ci vedesse-
Io annuisco, anche se vorrei continuare il viaggio. Minotauro però si ferma e ci fa scendere.
-Allora alla prossima. A proposito Jiro, potresti aspettare meno tempo tra un'evocazione e l'altra, è abbastanza noioso restare a lungo senza sgranchirmi le ossa- ci saluta l’ombra.
-Farò il possibile, sai che non dobbiamo attirare troppo l’attenzione- risponde Jiro laconico, prima di farlo svanire. Poi si gira verso di me, che sto guardando terra un po’ corrucciata.
-Ti piace davvero tanto viaggiare su un’ombra, vero?- mi chiede con un sorriso che reputo dovuto alla mia espressione.
Io non posso fare a meno di ricambiare il suo sorriso. –E’ che... mi fa sentire libera. Tutto questo mondo mi fa sentire libera- confesso. Rimaniamo ancora un attimo in silenzio, che di nuovo è lui a spezzare.
-Dai, andiamo- mi dice infatti.
Ci avviamo e io riesco a reggermi sulle mie gambe senza dovermi appoggiare a lui nemmeno una volta, anche se in effetti non mi dispiacerebbe l’idea...
Arriviamo alle porte della città, che sono protette da due guardie, e facciamo per passare senza fare troppa attenzione.
-Ehi, voi, fermi!- esclama una delle guardie, incrociando la lama della spada con quella del suo compagno davanti a noi. Mi irrigidisco sul posto; che succede?
-C’è qualcosa che non va, signori?- dice Jiro al mio fianco, portando per riflesso la mano alla spada.
La guardia ci scruta ancora un attimo con un’aria seria, poi... ride.
-Guardate in alto, figlioli- ci suggerisce.
Io alzo gli occhi e... Oddio! Sento le mie guance farsi porpora e, guardando Jiro, noto che anche lui è molto imbarazzato. Oddio. Siamo insieme sotto il vischio!!!
-Ehm...- borbotto sbirciando le due guardie in cerca di un briciolo di pietà e trovando invece divertimento.
-Oh, andiamo! Non vorrete che noi...- prova a dire Jiro, speranzoso, accentuando il divertimento dei due sadici.
-E immagino che non ci farete passare se non...- mugugno, ricevendo purtroppo conferma ai miei timori.
-E che non ci siano altri ingressi...- altro cenno d’assenso. Io e Jiro ci guardiamo di nuovo, considerando se vale la pena prendere a cazzotti le guardie per entrare.
E se... Sbatto le palpebrer un paio di volte. Ma si, infondo cosa ho da perdere?
-Oh, al diavolo- sbotto, dando un lievissimo bacio a stampo a Jiro, prima di correre via.
-Speriamo di rivedervi alla festa di stasera!- mi urlano dietro i due sadici.
Dopo un po’ rallento e mi metto a guardarmi intorno. Ci sono davero tantissimi negozi, e decorazioni ovunque. Mi fermo un attimo intenerita a guardare dei bambini che corrono intorno a un albero di Natale e sento qualcuno mettermi una mano sulla spalla.
Mi giro e torno ad arrossire.
-Ho pensato che non fosse il caso di fare strage di guardie...- mi giustifico. Silenzio. Imbarazzante silenzio.
-Allora... li prendiamo o no questi regali?- tossicchia lui infine.
Io sorrido grata, prima di accorgermi che...
-Jiro?-
-Mh?-
-Non ho neanche un centesimo- ammetto imbarazzata. Lui mi lancia un sacchetto di monete.
-Me li ridarai- previene le mie obiezioni.
Io sorrido grata e passiamo la giornata a fare compere. Dante deve ricredersi sulla gentilezza di Jiro, mi da’ consigli sui gusti dei suoi amici e insiste anche per portare i pacchetti, insistendo sul fatto che non devo forzare troppo la gamba.
Alla fine, quando abbiamo finito, mi lascia un attimo dicendo che ‘Ha una commissione urgente da fare’.
Lo lascio andare senza problemi, scherzando sul fatto che è già un santo se è riuscito a sopportarmi per tutto un pomeriggio di Shopping, e ci separiamo. E così anche io ne approfitto per comprare gli ultimi regali.
Quando ci ritroviamo tutti, anche gli altri che ci hanno raggiunti, è ormai sera, così decidiamo di fermarci per la festa (io mi nascondo dietro le ragazze scorgendo una delle due guardie che ci hanno ‘accolto gentilmente’).
-Come avete superato il vischio all’ingresso?- chiedo incuriosita a Mel.
-Be’, Kluke è passata con Androphov, Shu con Bouquet, Marumaro da solo e....-
-E...?- insisto io vedendola imbarazzata.
-Io sono capitata per sbaglio per prima con Dante, va bene?- sbotta lei infastidita allontanandosi mentre mi sganascio.
La festa è fantastica, ci sono tantissime decorazioni e gente che balla sulle note delle canzoni natalizie per le strade, oltre a bancarelle di cibo gratis, per la gioia di Shu e Marumaro.
Do’ i regali ai miei amici, vecchi e nuovi. Per Shu ho preso un nuovo foulard, per Kluke un set di medicine, per Bouquet e Mel due nuovi vestiti, per Marumaro un calendario di donne in posizioni sexi (non mi è venuto in mente nient’altro) a Dante un libro, a Androphov un po’ di cartine. Io invece mi ritrovo con uno zaino e un guardaroba nuovo.
Tutti apprezziamo i regali, e ci scambiamo gli auguri. Ma io ho ancora ben tre sacchetti da consegnare.
“Zola! Homeron!” penso forte stringendo l’elsa della spada, spersndo di venir sentita.
-Si?- mi giro e li vedo, con gli immancabili cappucci, appoggiati ad un muretto.
-Buon Natale!- saluto con enfasi.
-Anche a te!- risponde Homeron con lo stesso entusiasmo, Zola si limita ad un sorriso. Io gli porgo i miei regali, aspettando trepidante che li aprano: a Zola ho preso un pugnale con l’elsa che ricorda il tronco di un albero, a Homeron delle ricsriche per il taser.
-Grazie- mi ringraziano entrambi calorosamente, poi succede una cosa che non mi ero aspettata: Zola mi porge un pacchetto, che contiene un paio di guanti neri sanza dita con un teschio disegnato sul dorso.
-Così ti sarà più facile usare la spada. Da parte nostra- spiega Zola con un sorriso.
-Grazie- sorrido in risposta, li infilo e... Zola mi spinge, poi sia lei che Homeron spariscono.
Io annaspo all’indietro e finisco addosso a Jiro. Imbarazzata a mille, mi viene da pensare che in qualche modo Zola deve aver saputo dell’imbarazzante scenetta all’ingresso.
-Ehilà! Bella festa, vero?- chiedo con un sorriso.
-Già...- dice lui, e mi porge un pacchettino. Io lo scarto, un po’ sorpresa, e trovo degli splendidi occhiali da sole.
-Così la prossima volta che viaggiamo su un’ombra non ti lacrimano gli occhi- mi spiega.
IO ringrazio e gli do’ a mia volta il regalo che gli ho comprato, una nuova camicia bianca.
-Grazie. Be’... buon Natale-
-Buon Natale anche a te, Jiro- sorrido, mentre fra le strade risuona l’allegra musichetta di Jingle Bells.
  
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