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Autore: Got Dynamite    26/12/2012    4 recensioni
"Grazie perché quando ero triste mi facevi sempre ridere, perché mi accudivi sempre come se fossi la tua piccolina, perché grazie a te ho conosciuto quattro amici stupendi, perché in ventitre anni della mia vita non mi sono mai sentita importante per nessuno, ma tu mi hai fatto sentire speciale, migliore. Grazie di tutto Louis, mi hai migliorato la vita." è la prima one shoot che scrivo, anzi è la prima volta che scrivo spero che vi piaccia
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Semmai qualcuno si cagasse di leggere questa OS vi consiglio di leggerla mentre ascoltate questa canzone http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=-kznkmWy-Q0 (nel caso non si aprisse il link cercate "Hot Chelle Rae ft. Demi Lovato - Why Don't You Love Me")


Caro Louis
Ciao Louis
Mio amato Louis no, ok. Questo è decisamente troppo… ehm.
Heilà Lou!
Sono felice che tu abbia trovato questa lettera appesa sul frigorifero grazie al nostro magnete. Ti ricordi come l’abbiamo comprato?
Penso di non aver mai riso così tanto. A me piacque subito quel magnete a forma di sombrero con scritto sopra “W el México”, così tu iniziasti a inventare parole in spagnolo cercando di far capire al negoziante che volevi quel magnete. Arrivasti pure a fare segni incomprensibili con le mani, al punto che tutti i cittadini di quel piccolo villaggio nel Messico ti guardarono straniti. Non stavamo neanche insieme, allora, ma tu facevi già così tanto per me. Mi dispiace di essermi accorta dopo di che ragazzo magnifico tu sia. Dicevi che ero la tua piccolina e lo dici tutt’ora, oppure per farmi dispetto mi chiami puffa perché sono bassa (ti odio quando mi chiami così!) Ma in fondo un po’ mi mancherà, già mi mancherà perché… è difficile dirlo Lou, ma non voglio fare giri di parole: partirò. Non parto, così, senza una ragione. Il fatto è che ho un problema… so che ti farà male ciò che sto per dirti, ma sai come sono fatta: non voglio fare giri di parole Ho un tumore al seno.
Settima scorsa sono andata a fare una visita di controllo dal dottore e, facendo un po’ di esami, mi ha diagnosticato un tumore. Mi è crollato il mondo addosso, l’unica cosa che riuscivo a pensare era “Come farò a continuare?”. E’ maligno e… io non so cosa fare, sono spaventata. Ti ho già detto milioni di volte che sono poco per te perché, insomma, sei perfetto sia fisicamente che caratterialmente, mentre io… bhè io sono l’incarnazione dell’imperfezione. Odio le mie lentiggini, i miei capelli rossi e crespi che sparano da tutte le parti, le mie guancie un po’ carnose, il mio corpo e il mio carattere di merda, odio tutto di me stessa! Vogliamo parlare della mia voce quando ho mal di gola e raffreddore? Peggio di un trans. Ora che ho un tumore mi sento ancora più insignificante di prima, più codarda, più fragile.
Fragile perché senza di te non sono niente, sono la particella più insulsa di questa terra.
Codarda perché non ho il coraggio di dirti in faccia che partirò. Si, partirò.
Ritornerò a casa mia, in Italia. Non ti disturberò più, né ti occuperò tempo della tua vita. Starai meglio senza di me, sarei solo un peso inutile. Troverai una ragazza che sarà alla tua altezza e sarai felice.
Ma prima di partire vorrei ringraziarti. Grazie perché quando ero triste mi facevi sempre ridere, perché mi accudivi sempre come se fossi stata la tua piccolina, perché grazie a te ho conosciuto amici stupendi, perché in ventitré anni della mia vita non mi sono mai sentita importante per nessuno, ma tu mi hai fatto sentire speciale, migliore. Grazie di tutto  Louis, mi hai migliorato la vita.
                                                                                                                 Ti amo.
                                                                                                                 Cloe.
 
 
Finii di leggere la lettera. Tutto ciò non era vero, era solo uno stupido sogno causato da una gara con Niall per chi mangiava più banane, questa era l’unica spiegazione logica. Cloe non poteva andarsene, la MIA Cloe non poteva andarsene, non poteva lasciarmi da solo. Lei non aveva un tumore, lei stava benissimo. Iniziai a sudare e il respiro si fece irregolare. Non poteva essere vero. Mi alzai dal divano per prendere il telefono. Composi il numero di Cloe, che ormai sapevo a memoria
-segreteria telefonica: questa è…- chiusi la chiamata.
Richiamai altre volte, sempre segreteria. Urlai disperato, non poteva lasciarmi! Presi le chiavi della mia macchina e uscii di casa chiudendo la porta. La macchina era parcheggiata davanti a casa, entrai e feci partire il veicolo. Inizia a guidare velocissimo verso l’unico aeroporto di Doncaster mentre i ricordi si facevano vivi nella mia mente
-Lou guarda quel magnete! E’ così tenero- sorrise ingenuamente indicando il magnete di un sombrero in un negozio. Amavo il suo sorriso, era così sincero, così naturale. Avrei pagato oro per vederla sorridere tutta la vita. Le presi la mano e mi incamminai verso il negozio. Entrato, chiamai il commesso con uno schiocco delle dite
-Aloha!- Cloe mi guardò male –Cretino si dice Hola!- mi corresse.
-Dettagli…- bofonchiai – Yo volere el magnetes che è appesos alla paretes. - dissi cercando di farmi capire con alcuni gesti. Il signore ci guradò strano, probabilmente non aveva capito niente. Chiamò, dunque, qualcuno e arrivò un donna che mi fece segno di ripetere
- Yo volere el magnetes che è appesos alla paretes. - dissi più lentamente accompagnando le parole con gesti ancora più accentuati di prima.
 La situazione mi sfuggì di mano perché dopo poco tempo tutto il paese era nel negozio per cercare di capire cosa volevo. Ripetei ancora
- NO ENTIENDO NADA! ESTE CHICO ES TONTO!- urlò il proprietario del negozio agitando le mani in aria.
-Scusas, con tutte estas personans soy embarazado. -mi giustificai
Vidi lo sguardo dell’uomo pietrificarsi, che minchia voleva?
-Louis hai appena detto che sei incinto!- Spiegò Cloe tra le risate
-Che?-
-Embarazado vuol dire incinto. -
-Tonto, este chico es tonto! -ripetè scandalizzato il negoziante
-Mi hai centrifugato le palle, tu e il fottuto spagnolo con tutte ‘ste sssssssssssss- girai intorno al bancone, presi il magnete e porsi i soldi al proprietario –Affanculo tutti. - presi la mano di Cloe che ancora rideva e me ne andai.
 
Questo era uno dei tanti ricordi bellissimi che avevo con lei perché il suo volto felice mi faceva dimenticare tutto, mi rallegrava e il pensiero che forse non ce ne sarebbero stati più  mi distruggeva. Le lacrime mi avevano accompagnato durante il tragitto per arrivare al “Doncaster Airport”. Mi asciugai il volto e parcheggiai la macchina davanti all’entrata per gli imbarchi.  Arrivato davanti al tabellone degli orari cercai subito Milano, la sua città natale
- Gate B2 - dissi leggendo
Iniziai a correre. Dovevo fermarla, non poteva andarsene. Come avrei fatto a proteggerla se eravamo in due stati diversi? Come avrei fatto ad asciugarle le lacrime quando era triste? Chi l’avrebbe chiamata puffa facendola arrabbiare? Nessuno poteva chiamarla piccola eccetto me, perché lei era la mia piccolina, non di altri.
Arrivato provai a cercarla, non c’erano molte persone. Feci per chiamarla, ma subito dopo la notai: seduta su una panchina grigia dell’aeroporto, le mani appoggiate alla valigia nera e la testa china. Si passò una mano sul volto, probabilmente per asciugarsi le lacrime. Feci qualche passo per sedermi di fianco a lei e l’abbracciai. La strinsi di più, ora era al sicuro. La potevo proteggere, da qualsiasi cosa, anche da quel tumore. Sussultò un attimo, prima di accorgersi che ero io
-Lou. - sussurò tra le lacrime
-Ci sono io, ok? Tu non parti, non ti lascio partire. Resterai sempre con me. - le asciugai le lacrime salate con il pollice.
- Io… i-io ho paura- disse portando le sue braccia intorno al mio collo  –sono una codarda, non sono neanche riuscita a prendere quel volo-
- So che hai paura, che è una situazione difficile, ma io ci sarò sempre. Quando ne avrai bisogno, io sarò lì a sostenerti, ad aiutarti. Non è così che funziona tra noi due? Io do tutto me stesso a te e tu dai tutta te stessa a me. E’ questa la promessa che ci siamo fatti. Non sarai mai un peso per me, ok? Ti amo, come potresti essere un peso? Ti prometto che ti aiuterò in ogni circostanza. D'altronde tu faresti lo stesso se io fossi nella tua situazione.-
- Bhe…- disse staccandosi dall’abbraccio e asciugandosi le lacrime – se tu avessi un tumore al seno ti riderei in faccia. Insomma, un uomo con un tumore al seno è piuttosto imbarazzante.-
Sorrisi, ero felice che le mie parole l’avessero rassicurata –E’ anche per questo che ti amo- avvicinai il suo viso al mio e le diedi un tenero bacio a stampo, quelli che lei trovava “carini e dolciosi”. Mi alzai tendendole la mano e l’aiutai ad alzarsi. Le porsi il gomito come uno di quei vecchi signori francesi  – Madame, le hanno mai detto che è una grande gnocca?- mi tirò una spintonata sulla spalla
-Grazie Louis- sorrise stringendomi di più a sé. Ci incamminammo verso l’uscita: saremmo tornati a casa e ci saremmo riposati. L'indomani mattina avrei preso un appuntamento con un oncologo specializzato ai tumori al seno.
L’avrei protetta, amata, baciata, fatta sorridere come solo io sapevo fare.
E tutto questo per sempre.



ui iush iu a merri cristmas,
ui uish iu a merri cristmas
and a eppi niù iaaaar

http://www.polyvore.com/efp/set?id=66787260#fans questa è Cloe

se siete arrivate fino a qua volevo ringraziarvi con tutto il mio cuore, è la prima volta che scrivo qualcosa e spero solo di non essere stata troppo pietosa
se avete dei consigli potete dirmeli in una recensione :)

BUON NATALE ANCORA :)

  
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