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Autore: Alexandra_ph    26/12/2012    4 recensioni
Pubblico questa FF natalizia scritta nel 2007 sotto il mio nick, ma è firmata CATE e ALEX.
Abbiamo provato ad immaginarci cosa potessero desiderare Harm e Mac come regalo di Natale... e la risposta sta nel titolo della FF (o quasi...)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Appartamento di Mac

 

Era entrato nello stabile senza suonare; un signore stava uscendo e lui ne aveva immediatamente approfittato. E adesso era lì, in piedi davanti alla porta dell’appartamento di Mac, che esitava a farsi aprire.

Da un lato non vedeva l’ora di entrare, dall’altro temeva un po’ il momento in cui sarebbe stato solo con lei. Temeva soprattutto l’idea che lei potesse non essere decisa come gli era sembrata nel loro “gioco”. E forse lo imbarazzava anche il pensiero di quello scambio di fantasie che aveva reso speciale e piena di aspettative l’attesa del Natale: in fondo non era da loro esporsi tanto. Non rientravano affatto, nello stile di nessuno dei due, quei biglietti segreti, appassionati ed eccitanti che, iniziati per errore e proseguiti per “gioco”, erano diventati in seguito lo strumento per dichiararsi la reciproca attrazione nonché il loro amore.

Eppure c’erano stati. E nessuno dei due poteva più tornare indietro.

Quando, la notte prima, Mac lo aveva invitato a raggiungerla per trascorrere assieme il Natale, si era sentito assurdamente felice: stava pensando al modo per stare con lei e aver saputo di non avere neppure la scusa di accompagnarla a casa non gli stava facilitando l’impresa; l’invito di Mac aveva risolto il problema, anche se non subito come sperava. In quel momento era decisissimo a far sì che le fantasie con cui avevano “giocato” si trasformassero in realtà.

Perché, allora, solo poche ore dopo, esitava davanti alla porta del suo appartamento?

Osservò la scatola che teneva in mano, avvolta da una carta rossa luccicante, e sorrise, immaginando l’espressione di Mac… e se non avesse colto l’allusione?

Mmh… impossibile. Aveva recepito alla perfezione tutti gli altri messaggi “nascosti” che le aveva trasmesso con la cravatta, le ali d’oro e la camicia, altrimenti era certo che non avrebbe proseguito con il loro scambio segreto… era impossibile che non cogliesse immediatamente l’allusione.

Quindi inutile attribuire a quello la sua esitazione.

Forse si trattava della sua eterna paura ad impegnarsi?

No, neppure quello. Non l’avrebbe provocata con quel gioco, se fosse stato ancora insicuro dei suoi sentimenti e, soprattutto, della propria volontà d’impegnarsi anima e corpo.

Allora di cosa si trattava?

Forse, semplicemente, della paura di un cambiamento. Un cambiamento che desiderava con  tutto sé stesso, ma che al tempo stesso temeva.

L’amicizia con Mac era un qualcosa di estremamente prezioso; perderla sarebbe stato insopportabile… Ma al tempo stesso non gli bastava più.

Quindi non gli restava altro che suonare quel campanello.

Fece un respiro profondo e si buttò.

 

 

***

 

 

Si mise in testa il cappello di Babbo Natale che Chloe aveva lasciato da lei l’anno precedente (beata smemorataggine degli adolescenti) e si guardò allo specchio. La sexosissima e cortissima sottoveste rossa le stava obiettivamente bene. Ultimamente aveva anche ricominciato ad allenarsi con una certa regolarità e i frutti si vedevano. Sotto indossava un… un’inezia! Quello era il termine esatto col quale definirlo: perizoma era fin troppo esagerato. Il decolté lucido rosso, con tacco 8 cm, sarebbe stato il tocco finale... o forse era meglio restare scalza? Forse a piedi nudi sarebbe apparsa meno aggressiva, più naturale…  Cappello di Babbo Natale e un trucco leggerissimo: non aveva certo bisogno di aggiungere un rossetto troppo provocante a quella tenuta già da infarto.

Ultimo sguardo finale, Harm sarebbe stato lì a minuti… Che stava facendo? Non era da lei avere questo atteggiamento. Aveva sì indossato qualcosa di più sexy, una mise più provocante, per qualche occasione speciale con i suoi ex in passato, ma questo andava ben oltre. Si stava praticamente offrendo come dono di Natale ad Harm… e il suo abbigliamento non dava adito a fraintendimenti. Quando gli aveva detto che voleva TUTTO, lo intendeva nel vero senso del termine.

E se Harm non avesse apprezzato tanta sfrontatezza? Se l’avesse considerata eccessiva, inadeguata, volgare? Cercò con lo sguardo la sua tuta da casa, per un attimo pensò di rinunciare, quando il suo campanello suonò.

Il cuore iniziò a batterle come impazzito nel petto, Harm era lì fuori e fra poco sarebbe entrato… Sfoderando un coraggio che neanche lei immaginava avere si avviò verso la porta.

Guardò dallo spioncino, giusto per accertarsi che fosse lui: non era certo il caso di farsi trovare in quelle condizioni da chiunque altro.

 

 

***

 

 

Passarono solo pochi secondi e la porta si aprì.

Nessuno, tuttavia, apparve sulla soglia. La porta sembrava essersi aperta da sola.

“Mac?” domandò, esitante. A quanto pareva lei non aveva alcuna voglia di rendergli più facile quel momento.

“Entra pure, Harm”. La sua voce sembrò arrivare da dietro la porta.

Entrò e si girò indietro, nello stesso momento in cui lei si chiudeva l’uscio alle spalle. La guardò e il respiro gli si fermò in gola: se in quel momento avesse appena bevuto un sorso di tè, era sicuro che si sarebbe strozzato, come già gli era successo, e sempre a causa sua.

“Ciao, Harm…” lo salutò lei, con un sorriso.

Era inutile: non ce la faceva proprio a parlare. Non ancora, per lo meno.

Lei era lì, di fronte a lui, con indosso poco o nulla: una cortissima sottoveste in seta rossa e pizzo trasparente, uno di quei buffi berretti da Babbo Natale in testa e a piedi nudi.

Niente altro.

Non osò neppure immaginare se, sotto la sottoveste, vi fosse qualche altro capo di biancheria intima… altrimenti era certo che la parola non gli sarebbe più tornata. Si disse che avrebbe atteso il susseguirsi degli eventi, con la speranza di scoprirlo più tardi. In fondo un po’ di attesa non guastava… e poi anche il suo cuore aveva bisogno di una pausa, per riprendersi. Non doveva scordarsi che non era più un ragazzino, ma quasi un quarantenne!

 

 

***

 

 

In quell’istante avrebbe voluto avere una macchina fotografica per immortalare la faccia di Harm. I suoi occhi blu si sgranarono a quella sontuosa vista e la sua bocca si aprì involontariamente. Sorrise, quasi imbarazzata dalla sua reazione. “Ciao, Harm…”.

Si risvegliò al suono della sua voce e per la prima volta da quando l’aveva vista la guardò negli occhi, ma non disse nulla. Mac rabbrividì quando vide la luce in quegli occhi azzurri cambiare: da una chiara espressione di stupore e meraviglia, lo sguardo si trasformò in puro e chiaro desiderio.

Continuò a scrutarla nei minimi dettagli per lunghissimi secondi e Mac sentiva il suo caldo sguardo su di sé. Nessun uomo, per quanto apprezzasse la sua bellezza, l’aveva mai guardata così. Si era sentita addosso sguardi desiderosi, famelici, ingordi. Ma quello di Harm aveva qualcosa di diverso: sebbene il suo desiderio fosse ben avvertibile, il suo sguardo nascondeva un che di venerazione, rispetto e ammirazione che nessun altro uomo aveva mai dimostrato. Ma lui non era un uomo qualsiasi. E quello che provava per lei non era solo desiderio fisico, era qualcosa di più. Del resto è quello che provava anche lei.

Quel silenzio magico la fece però sentire in imbarazzo. Era praticamente nuda e concessa ad un uomo completamente vestito che la stava praticamente amando con gli occhi.

 

 

***

 

 

Deglutì e finalmente riuscì a spiccicare un “Ciao…”.

Poi, ripresosi dalla sorpresa, quasi avesse avuto un’illuminazione, ecco che la sua mente formulò un pensiero: “Ha letto attentamente il mio ultimo messaggio”; a quel punto sorrise e si rilassò, sentendo che tutti i timori che lo avevano trattenuto davanti alla sua porta miracolosamente svanivano.

“Perché non ti togli il cappotto?”

Eseguì rapidamente, posandolo sulla sedia accanto all’ingresso e voltandosi, di nuovo, immediatamente verso di lei. Ora era lui quello curioso della sua reazione.

Vide la sorpresa anche nei suoi occhi, quando Mac realizzò che aveva indossato l’uniforme blu per trascorrere un pomeriggio a vedere un film in casa. Quindi anche lei sorrise e gli si avvicinò, con passo lento e languido… lui sentì il battito del suo cuore accelerare rapidamente, mentre Mac allungava la mano per afferrargli la cravatta e attirarlo verso di sé.

Il bacio iniziò esitante, le labbra calde di lei sulle sue, ancora fredde dalla temperatura esterna. Poi lui la strinse, passandole le braccia attorno alla vita sottile e Mac, d’istinto, sollevò una mano e gliela mise attorno al collo, accarezzandolo dolcemente alla base della nuca… e il bacio si approfondì. Harm la sollevò quasi, stringendola ancora di più tra le braccia.

Fu lei a staccarsi per prima, per respirare.

“Ehi, marinaio… mi togli il fiato“.

Lui le sorrise:

“Tu mi togli il respiro… Sei bellissima”.

“Avevi detto che andavi pazzo per i berretti da Babbo Natale…”

“Infatti”.

“Anche a me piace molto il tuo abbigliamento”.

“L’ho notato. Ma…” e la lasciò andare, per voltarsi verso la sedia dove aveva lasciato il cappotto. Sorrise al brontolio di disapprovazione che sentì alle sue spalle.

“… un momento, ecco… “disse, porgendole il pacchetto avvolto in carta rossa che aveva portato con sé “… potresti trovarlo ancora più interessante…”.

Lei lo guardò per un attimo senza comprendere, prima di prendere la piccola scatola che lui le porgeva.

“Mi avevi già dato il tuo regalo…”.

“Una piccola aggiunta… perché non lo apri?”

“Io non ti ho ancora dato il mio…” disse, indecisa se aprirlo subito o attendere.

“Coraggio, Mac… non morde. E il tuo me lo darai… dopo”.

Finalmente si decise e scartò la confezione; poi aprì la piccola scatola. Quando vide il contenuto, sorrise e lo guardò con un’espressione birichina, che la rendeva ancora più adorabile e più sexy. 

“Mhm… hai idee interessanti, per il pomeriggio!”.

“Anch’io ho letto con attenzione il tuo ultimo biglietto”.

“Già, lo vedo. Ma non credi d’aver esagerato?”

“Dici? Io credevo d’esser stato semplicemente previdente!”.

“Previdente, eh?”

“Certo. Dopo aver letto le fantasie di un certo Colonnello dei Marine, ho deciso di farmi trovare… preparato.”.

“Capisco… allora…” e così dicendo raggiunse il divano e si mise comoda, allungando le gambe e appoggiandosi a dei cuscini; poi prese dalla scatola che lui le aveva regalato uno dei dieci sigari che conteneva e glielo lanciò.

“Ebbene, Comandante… “disse con un sorriso provocante “… cosa aspetta a dare il via allo spettacolo?”.

Lui lo afferrò al volo, sorrise e, lentamente, iniziò a togliersi la giacca.

“Buon Natale, Mac…”.

 

 

 

 

Fine

 

 

  
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