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Autore: FABRIZX    26/12/2012    5 recensioni
Due ragazzi e due sogni. Un solo viaggio. Tom vuole diventare un Capopalestra di Tipo Veleno. Fabrizio vuole diventare un Maestro di Pokémon per potersi confrontare col Pokémon Drago che ha visto da bambino. Uniranno le loro forze per affrontare le Palestre e la Lega di Kanto e Johto. Sembrerebbe non esserci niente di nuovo. Sembrerebbe una storia come tante altre nel mondo dei Pokémon... ma ogni Allenatore sa che ogni viaggio è diverso e l'avventura di Fabrizio e Tom sarà un viaggio alla scoperta di segreti incredibili ed emozioni mai provate prima. Sarà un viaggio come quelli di tanti altri... e un' avventura come nessun'altra! Perchè per diventare dei veri Maestri Pokémon, e conquistare un posto a fianco dei grandi, Fabrizio e Tom dovranno combattere al fianco dei propri Pokémon fino alla fine e contare non solo sulla loro abilità, ma anche e soprattutto sulle loro amicizie, i loro sentimenti e la guida del loro cuore!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Prof Oak, Red
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Puntata 3- Un'altro sguardo

 

Nidoran sussultò per un attimo per essere stato individuato.Poi cominciò a raspare leggermente il terreno, preparandosi a caricare.
Tom e Fabrizio si alzarono in piedi in un attimo, pronti al confronto. “È il grande momento, Fabrizio! La prima lotta contro un Pokémon!” esclamò Tom.
“Giusto! Torchic, Deino, preparatevi!”
“Zubat, vai!”. Con un lancio veloce e vigoroso il Pokémon Pipistrello uscì dalla Ball e si mise a svolazzare alla destra di Tom, innervosito dalla presenza dell' avversario. Nidoran si irrigidì.
Fabrizio osservava la scena e d'un tratto il suo sguardo si indurì come se qualcosa fosse scattato in lui: “Tom, ti copro le spalle! Bloccate la fuga e indebolitelo, e tu preparati a tirare la Ball!”
“Cosa?” esclamò Tom stupito. “Mi stai lasciando il Pokémon?”
Fabrizio sorrise “Un aspirante Capopalestra Veleno dovrebbe essere più che interessato ad un esemplare di Nidoran maschio, non credi?”
“Sì, ma tu vuoi completare il Pokedex, no? E diventare un Maestro di Pokémon.”
“Beh, due Pokémon ce li ho già, tocca a te. Non è l'unico Nidoran del mondo... e poi non te lo sto esattamente lasciando...” concluse Fabrizio.
In effetti il Pokémon si era già lanciato all' attacco, puntando su Torchic.
“Zubat, Spennata!” urlò Tom.
Il Pokémon Volante si lanciò in picchiata e colpì con entrambe le ali la fronte di Nidoran, venendo spinto leggermente all'indietro dall'energia residua dell'attacco Beccata. Nidoran accusò il colpo e fermò la carica, alzando un po' di polvere mentre scivolava sul terreno.
Fabrizio sfruttò l'occasione.
“Deino, Azione!” Deino spiccò un piccolo balzo verso Nidoran, intenzionata ad abbattersi su di lui, ma il Pokémon Velenago fu più svelto e rotolò via, lasciando Deino a schiantarsi sul terreno alzando una piccola nube di polvere. “Torchic, Graffio!”. Il Pokémon scattò con gli artigli di un zampa pronti a colpire, dal lato in cui Nidoran si era appena tuffato.
“Attento! Se la sua abilità fosse Velenopunto?” esclamò Tom.
Dannazione, è vero! Non è prudente usare attacchi fisici! “Torchic, spostati da lì” gridò il ragazzo dai capelli castani.
Fu un errore.
Torchic perse l'equilibrio interrompendo il salto finale a metà e scartando di lato. Nidoran compì un movimento repentino e per un attimo sembrò brillare. Poi scattò e colpì Torchic con tutto il corpo spedendola a terra. Fabrizio sgranò gli occhi.
“Che diavolo di attacco era quello?” si chiese allibito Tom.
“Era un attacco Insidia!!” gridò Fabrizio: “Ignora le modifiche delle statistiche e colpisce quando il nemico abbassa la guardia... è sicuramente una Mossa Uovo!”
Si preparava a ripetere l'attacco, quando Deino saltò in mezzo fra lui e Torchic, intenzionata a difendere l'amica che si rialzava. “Deino, togliti di lì!” urlò Fabrizio. Poi però guardò verso Tom e riflettè. Il suo amico era sul punto di dare un ordine a Zubat. Poteva sfruttare la situazione. Gli fece un cenno di ok con la mano e Tom annuì. Poi disse: “Ok, Deino, fai solo qualche passo indietro.” Deino obbedì un po' perplessa, portandosi più vicina a Torchic, che si era rialzata.
Fabrizio aspettò. Nidoran tese i piccoli muscoli e scattò in avanti con Beccata. L'intesa con Tom doveva essere fondamentale. Si augurò di aver capito che mossa volesse usare l'amico.
Fu fortunato.
“Zubat, Supersuono!!!” gridò Tom all'ultimo momento e Zubat si lanciò di nuovo sfrecciando per un'attimo in mezzo alla traiettoria di Nidoran e investendolo con delle onde sonore stordenti che lo confusero. Con gli occhi momentaneamente fuori fuoco, il Pokémon di Tipo Veleno incespicò e Fabrizio colse l'attimo per gridare: “Deino, Ira di Drago!!”
Deino aprì la bocca e una piccola sfera azzurra e fiammeggiante si materializzò in un attimo al suo interno. Poi il Pokémon sputò la palla di fuoco che assunse la forma di una piccola testa di drago fatta di fiamme blu elettrico e sfrecciò verso Nidoran. Nonostante la distanza ravvicinata la mira fu imprecisa e l'attacco colpì il terreno qualche centimetro più in là. L'onda d'urto dello scoppio fu comunque sufficiente a scagliare il Pokémon a pochi metri di distanza, stordito, ma non esausto.
E Tom fu rapidissimo.
Mentre Nidoran rimbalzava sul terreno per poi riatterrare, la sua Pokéball era già in aria e si chiuse sul Pokémon al volo, prima che toccasse terra la terza volta. A rimbalzare fu invece la Ball chiusa e palpitante, che si agitò in volo e smise di vibrare nel momento stesso in cui toccò terra. Nidoran era stato catturato!
“Yeaaaah!!” gridò raggiante Tom, togliendosi il cappello per sventolarlo. “Il secondo passo per costruire una squadra che mi renderà Capopalestra!!”
Fabrizio sorrise. “Già, gran bel lancio. Una cattura spettacolare.”
“È merito tuo. Se non l'avessi indebolito non ce l'avrei fatta.”
Fabrizio rise. “Tom, se non l'avessi stordito tu non avrei potuto colpirlo. E ho commesso un errore interrompendo l'attacco di Torchic, anche se per un motivo. Smettila di rimuginare sui se e sui ma, e pensa alla prossima lotta, no?”
“Beh, ho capito, ma comunque sei stato bravo con le mosse. Mi sa che hai la stoffa per diventare un' Allenatore coi fiocchi.”
“Allora sarò il primo a sfidarti quando aprirai la tua Palestra.”
Risero entrambi, mentre Tom raccoglieva la Pokéball ed esaminava Nidoran dalla sezione Info del Pokédex.
“Pare che Nidoran maschio viva spesso con Nidoran femmina in gruppi di varie dimensioni, e che le difenda accanitamente.” commentò.
“Questo significa due cose.” replicò Fabrizio, mentre si rimettevano in cammino.
“Cioè?”
“Primo: è probabile che ce ne siano altri in questa zona, magari che si spostano cercando cibo dal Percoso 35...”
“Secondo?” incalzò Tom.
“Secondo, con le ragazze Nidoran ha più successo di te.” concluse malignamente Fabrizio.
“Ma va... “
E scoppiarono di nuovo a ridere.
“Piuttosto”, proseguì poi Fabrizio “ho notato che a funzionare, più che le nostre strategie, è stata la nostra collaborazione. Dovremmo tenerlo presente, e imparare a far combattere anche insieme i nostri Pokémon.”
“Non possiamo fare sempre squadra, però. Le battaglie importanti per la nostra carriera dovremmo affrontarle da soli...”
“Già, ma il viaggio no.” replicò Fabrizio. “E anche quello è fondamentale. Se non sappiamo cooperare con altre persone, come possiamo collaborare coi Pokémon?”. Tom ci pensò un attimo e riflettè. Poi domandò: “Come cominciamo?”
“Boh.. per prima cosa prova a far uscire Zubat e Nidoran. Fagli fare un po' di strada con Deino e Torchic, così fanno amicizia. Poi magari ci alleneremo domani, dopo la prossima città. A proposito, ce l'hai tu la Mappa Città?”
Tom rispose: “Ce l'abbiamo tutti e due sul PokéGear... comunque stiamo andando a Fiordpescopoli, poi passiamo a Violapoli, dove tu affronterai la tua prima lotta in Palestra, e io chiederò al Capopalestra Valerio quale sarà il mio percorso per ottenere il brevetto della Lega...”Il suo tono era pieno di eccitazione.
“Ottimo, grazie. Sbrighiamoci, che arriviamo prima di notte.”
Tom fece uscire i suoi Pokémon dalle Ball, e proseguirono così. Due ragazzi e quattro Pokémon sulle curve morbide e sterrate del percorso che portava alla prima tappa del viaggio verso i loro sogni...

Mentre le prime case di Fiorpescopoli cominciavano a sbucare lentamente da dietro l'orizzonte il cielo si tingeva delicatamente di luce aranciata. Il tramonto proiettava un fuoco tenue ma netto su quasi ogni cosa, colorando gli alberi e l'orizzonte di un colore che avrebbe fatto brillare come in fiamme le mura di pietra rossa della lontana Torre Campana, mentre l'aria primaverile diventava fresca e la brezza si faceva lieve e pungente, accarezzando con tocchi freddi ma delicati la pelle dei due ragazzi e dei loro Pokémon affaticati dal percorso, ma sereni.
Fabrizio, sentendo il fresco e vedendo la luce infuocata non potè fare a meno di pensare ancora una volta al Drago. A come si era sentito quella notte... Piccolo, spaventato, certo. Ma anche affascinato da quella sagoma enorme, con gli occhi gialli luminosi come il disco del sole calante. Gli aveva lasciato l'impressione che esistesse una grandezza, bella e terribile, che però era celata allo sguardo. Doveva essere cercata, doveva essere cacciata. Doveva trovare il Drago perchè così avrebbe capito il senso della sua ricerca. Avrebbe capito cosa voleva da sè stesso. Quell'incontro, se mai fosse avvenuto, avrebbe deciso il suo destino per sempre.

Forse era perchè stava guardando vero il cielo che vide per primo il Pidgey avvicinarsi. Il Pokémon piccione sfrecciava nell' aria, probabilmente incuriosito dagli intrusi nel suo territorio e atterrò zampettando davanti a loro con aria battagliera.
“Bene!” fece Tom: “Fabrizio, stavolta te le copro io le spalle! Questo è tuo. Fammi il favore e catturalo, ok?”
“Cosa... ? Oh, certo. Perfetto!” Stupito dalla prontezza dell'amico, Fabrizio si preparò mentalmente alla battaglia. Tom schierò Nidoran per la sua prima lotta.
“Torchic, tocca a te!” La piccola saltò giù dallo zaino di Fabrizio e assunse un'aria battagliera. Pidgey non si intimorì affatto e si alzò svolazzando a mezzo metro da terra, pronto a combattere.
I due Allenatori studiarono il Pokémon e poi si guardarono l'un l'altro come per elaborare una strategia. Un cenno di Tom lasciò a Fabrizio la prima mossa.
Che il giovane Allenatore non riuscì mai a fare...
“Ora! Attacca con Ripicca!” una voce eruppe dagli alberi al lato del percorso, e una sagoma scura, indefinita e tondeggiante volò fuori dai cespugli per poi fermarsi a mezz'aria per un attimo, di botto, vicino a Pidgey, rivelando due grandi occhi bianchi a mezzaluna dalla pupilla sottile e stiature lievi e rossastre fra di essi, sul corpo viola ed etereo. Un Gastly...
Il Pokémon Spettro, rimasto immobile con la bocca ghignante spalancata per una frazione di secondo, brillò di luce violacea e vibrò un colpo poderoso con tutto il corpo contro il Pokémon uccello stupito ed inerme, spedendolo contro il tronco di un albero e poi a terra. Quando Pidgey si rialzò, fece per lanciarsi in volo contro Gastly. Ma ricadde a terra.
Certo!, realizzò Fabrizio, Ripicca aumenta la sua potenza in base all'Attacco dell'avversario. Un bel colpo davvero, soprattutto dopo un attacco a sorpresa... ma da dove?
“Bene, ora concludi!” La voce, acuta e decisa, si fece risentire fra gli alberi, mentre Tom, Fabrizio, e i loro Pokémon osservavano come pietrificati lo sviluppo imprevisto degli venti.
Pidgey riuscì a superare lo stordimento, e sebbene rallentato, si lanciò in volo contro Gastly, con l'intenzione di eseguire un attacco Azione. Gastly rimase immobile, e l'impatto dell'attacco di Tipo Normale lo attraversò senza nemmeno sfiorarlo... e mentre Pidgey gli passava attraverso Gastly si era già voltato, pronto per il contrattacco.
Un secondo attacco Ripicca spedì il Pokémon uccello a terra, privo di sensi.
“Ma cosa...?” si chiesero all'unisono Fabrizio e Tom.
La risposta uscì dagli alberi in quel momento. “Bel lavoro, ragazzo mio!” si complimentò la voce femminile, rivolta a Gastly, che volò verso la sua Allenatrice per ricevere qualche carezza in premio per i suoi sforzi . Evidentemente non era sempre del tutto incorporeo, per quanto la sua consistenza fosse gassosa.
“Oh, ciao, ragazzi! Come va la giornata?” esordì la ragazza come se si fosse accorta di loro in quel momento.
I due la fissarono allibiti.
“Credo che tu abbia appena steso il nostro Pokémon. Non dovresti scusarti?” fece Tom con tono brusco.
“ E IO credo che un Pokémon selvatico non sia di nessuno finchè non lo catturi. Non avresti dovuto sbrigarti?” rispose lei senza nemmeno guardarlo. Tom cominciò ad infervorarsi e aprì la bocca per replicare.
“Già, ma hai visto che ci stavamo combattendo noi.” intervenne Fabrizio.
“Ho visto... “ sembrò concedere lei “che non stavate concludendo niente. Per cui, siccome ho un viaggio da compiere e delle Palestre da sfidare, io mi sbrigo. Voi fate le cose con calma, non preoccupatevi. Scusatemi, vi saluto!” E fece per avviarsi, metre Tom si avvicinava sempre di più al punto critico. Fabrizio gli posò una mano sulla spalla per trattenerlo e apostrofò la ragazza: “Perchè vuoi sfidare le Palestre?” Lei si fermò e si girò a guardarlo. “Per lo stesso motivo di ogni Allenatore. Diventare la migliore. Diventare Maestra di Pokémon, no?”
Fabrizio continuò: “E perchè hai deciso di diventare Maestra di Pokémon?”
Lei parve farsi seria. “Non è qualcosa che rivelo a uno che non conosco.” E si girò come per riprendere il cammino.
Tom le gridò dietro: “Beh, mi sa che ci conoscerai, signorina smorfiosa!!! Io viaggio per diventare Capopalestra, e Fabrizio diventerà Maestro di Pokémon e completerà il Pokédex, quindi abbassa la cresta, ok?”
Lei si fermò di nuovo, come fulminata. Si girò e riservò uno sguardo perplesso a Tom, quindi fissò Fabrizio negli occhi. La luce nei loro sguardi era identica e alla luce del tramonto assumeva anche il movimento e le sfumature di una scintilla rovente. Parte di quella luce si rifletteva negli occhi di Tom, vicino a loro. “Quindi vuoi diventare un Maestro di Pokémon anche tu? Dovrai avere la stoffa per battermi, perchè ti assicuro che non permetterò a nessuno di superarmi.”
“Vale lo stesso per me.” rispose il ragazzo dai ricci castani “Io sono Fabrizio, lui è Tom. Siamo in viaggio da oggi.”
Ora la osservava meglio. Aveva un viso tondo e ampio, dai lineamenti ironici, e l'aria sveglia. Una folta chioma di lunghi capelli castani che degradavano in sfumature chiare e scure ricadeva ai lati del volto, ed era invece tirata indietro sulla fronte. Era alta quanto lui, in forma, e portava i jeans sopra degli stivaletti, un maglioncino verde acqua e una sciarpa nera. Aveva un paio di orecchini dalla forma elaborata con al centro una pietra tra il verde e il turchese. E i suoi occhi erano di un colore indefinibile, fantastico, tra il verde e il grigio. Gli porse la mano.
“Io sono Marta. È il primo giorno anche per me. Quindi da oggi in poi, che vinca il migliore!”
Fabrizio le strinse la mano per qualche secondo, continuando a fissarla. “Che vinca il migliore!” concluse, lasciando la stretta.
“Ora non ho tempo, ma la prossima volta che ci incontreremo non te la caverai senza una sfida. Ci si vede, ragazzi!”.
E, correndo verso Fiorpescopoli con Gastly che le svolazzava al fianco, sparì.

I due ragazzi, ancora stupiti da quello strano incontro, ripresero i loro bagagli per arrivare in città prima che facesse buio. Nel frattempo, Pidgey si era ripreso abbastanza da zampettarre via e sparire alla vista.
Fabrizio camminava verso la città, mentre il riverbero del sole che diventava sempre più rosso mentre si immergeva nel mare di Fiorpescopoli puntava dritto verso i suoi occhi, ricordandogli la luce che voleva seguire. “Ci si vede, ragazzi!”, aveva esclamato Marta, correndosene via.
Ci si vede...
Ci puoi contare.

 

Alla prossima puntata! Spero vi sia piaciuto, sotto con le recensioni e spargete la voce! Come se sono state le descrizioni delle prime lotte? Che ne pensate dei personaggi? Cosa vi aspettate adesso? Fatemi sapere ogni cosa. Aggiornerò al più presto.

Dedicato a tutti quelli che sognano il loro viaggio personale...

   
 
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