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Autore: pumpinblood    26/12/2012    2 recensioni
Il tavolo principale, con tovaglie in tinta alla sala, era rifornito di tutto e di più: patatine, snack dolci e salati, torte a più piani, analcolici e alcolici per gli adulti. Già due o tre volte, però, Tadashi Karino era passato vicino a quel tavolo e si era dissetato con bevande non adatte alla sua età: era felice, un peso dal suo stomaco era stato tolto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akira Todo, Tadashi Karino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La cosa che più risaltava in quella grande sala erano forse le tende che coprivano quelle enormi finestre contornate da legno chiaro: non erano nè rosa ne fucsia, forse si avvicinavano al lilla e si abbinavano perfettamente al lungo vestito che indossava Akira in occasione di quella serata. Akira Todo era sempre stata la ragazza più elegante della Special A, nata da una famiglia con condizioni economiche del tutto buone ormai, a quindici anni, vestirsi con buon gusto e avere sempre atteggiamenti educati le veniva naturale, era il suo carattere.
Il tavolo principale, con tovaglie in tinta alla sala, era rifornito di tutto e di più: patatine, snack dolci e salati, torte a più piani, analcolici e alcolici per gli adulti. Già due o tre volte, però, Tadashi Karino era passato vicino a quel tavolo e si era dissetato con bevande non adatte alla sua età: era felice, un peso dal suo stomaco era stato tolto.
 
Quella stanza, per essere una specie di sgabuzzino, era grandissima: così grande che lo spazio avanzava e per qualche strano motivo c'era anche un letto al suo interno. Proprio su quel morbido materasso era seduta Akira, con la testa bassa, le mani che si intrecciavano con fare nervoso -con le unghie sempre ricoperte da uno smalto azzurro messo con una precisione estrema- e un ragazzo alto e castano in piedi, difronte a lei.
Tadashi aveva le mani nelle tasche del pantalone nero e con aria curiosa si domandava cosa stesse succedendo alla ragazza: era sempre sicura di sè, niente e nessuno poteva buttarla giù e ora se la vedeva davanti a lui in preda al panico, senza riuscire a trovare le parole.
«Scusa se ti ho chiamato così ma non riesco a stare tranquilla»
«Che ti succede?»
«Ecco, è che non è fa-» Il ragazzo si inginocchiò e le prese le mani guardandola negli occhi, aspettando che il suo sguardo ricambiasse. «Aki, dimmi tutto, non ti preoccupare»
«Io devo levarmi questo peso, ho aspettato fin troppo. Non mi parlerai più dopo questo ma non posso permettermi di nascondertelo ancora»
«Aki, dimmi, mi stai facendo preoccupa-»
«Ho baciato Kei» rispose Akira stringendo gli occhi con tutta la sua forza istintivamente, per paura di quello che dopo sarebbe successo. 
Per tutta risposta gli occhi di Tadashi si spalancarono,sorpresi: non lasciò le mani di Akira ma si appoggiò sulle sue gambe mentre il suo corpo, senza farlo apposta, si lasciò cadere a terra e le sue gambe si portarono in avanti. Abbassò lo sguardo guardando un punto indefinito alla sua destra. Fu allora che Akira si accorse di una cosa bizzarra, che la turbava: Tadashi si era rilassato e la sua espressione incuriosita era diventata un leggero sorrisino.
«Tadashi...avevamo litigato e volevo solo vendicarmi, sfogarmi, non pensarci e ho fatto una cosa stupida, mi dispiace, ti giuro che non vole-»
«Lo sapevo, Akira. L'ho subito saputo»
«Ma co..?»
«Secondo te il mio migliore amico non me l'avrebbe detto? Stiamo parlando di Kei Takishima, non nasconde niente apparte il suo amore per Hikari» e un sorriso, finalmente, spuntò sulla faccia di Akira.
Poi il ragazzo continuò. «Mi ha spiegato le motivazioni e io gli ho creduto. Mi fido di te, mi fido di Kei ma soprattutto credo in noi»
«Takishima,io...»
«Ora torno in sala, ti aspetto»
 
Così, Akira, dopo qualche minuto tornò in sala. Andò velocemente, aveva voglia di abbracciare il suo ragazzo e superata la soglia di quella grande stanza, vide Takishima seduto vicino al tavolo principale: in mano aveva un bicchiere di spumante ed aveva la testa fra le nuvole. Quando vide la sua fidanzata alzò il braccio con cui teneva il bicchiere come per fare un brindisi proprio verso di lei e un sorriso comparve sul suo volto: lo sentiva vicino come mai prima, segno che andava tutto bene.
   
 
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