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Autore: LittleMissMaddy    11/07/2007    2 recensioni

Perchè certe volte l'amore ha bisogno di una piccola spinta, perchè niente come il sorriso di un bambino apre il cuore, anche quelli di pietra, perchè nessuno in fondo, può convivere e sopravvivere per dieci giorni di seguito, passando da un'avventura all'altra, da un sogno all'altro, senza lasciare un pezzetto di sè nell'altro.
Perchè ingannevole è il cuore più di ogni cosa.

[ Limnia_Black & LittleMissMaddy ]
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Yaoi, Yuri | Personaggi: Nuovo, personaggio, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota delle Autrici: Saaaaaalve, siamo LittleMissMaddy e Limnia_Black, come avrete già capito. Vi diamo il "benvenuto" alla nostra prima fic pubblicata insieme su Efp, e vi avvertiamo che la suddetta è ambientata nel Sesto anno dei nostri eroi, senza contare il sesto libro effettivo della JK Rowling.
Vi auguriamo buona lettura, e ricordatevi di allacciare le cinture u.u




(( The game begins ))


“Allison Wright” Sentenziò una voce lenta e calcolata.
La Sala Grande era luminosa più che mai, piena di studenti mormoranti ed eccitati, ricolma di luce e vivacità. Il Tavolo dei Professori vantava una lunga fila di Professori, tutti presenti e tirati a lucido. Mentre il resto della Sala era suddiviso tra quattro tavolate. Di tanto in tanto, dopo una parolina del Cappello Parlante, una di queste quattro tavolate esplodeva in un salutario boato frastornante che attorniava il ragazzino di turno. E ce n'erano tanti, di ragazzini, quella sera.
In effetti, quella non era una nottata come le altre: Un nuovo anno scolastico era appena iniziato. E quella non era niente di meno che la festa d'inizio anno, dove, come ogni anno da fin troppo tempo, una nuova generazione accedeva ad Hogwarts.. Attendevano frementi, applauditi gloriosamente dai futuri compagni di scuola già ben piantati sulle loro adorate panche.
Ora, toccava esattamente alla suddetta signorina Wright. Era una ragazzina gracile, con grandi occhi neri e due codini altrettanto cupi.
Non destò grande entusiasmo dal principio, ma quando la primina fu nei pressi dello sgabello sul quale era appoggiato il Cappello Parlante l'attenzione di tutti si rivolse a quest'ultimo. Goffamente, la ragazzina cercò di issarsi a sedere sulla seggiolina, tenendosi un codino con aria frustrata. La McGranitt scosse il capo e roteò gli occhi, guardando con disappunto al comportamento timido e poco cerimoniale della nuova studentessa. Questa, raggiunto la meta prefissata, si ritrovò posato sul capo un pesante fardello parlante, che iniziò a ciarlare come suo solito soppesando in un sussurro le qualità della vittima.
“Tassorosso!” urlò infine il Cappello, acclamato dalle fila di Tassorosso che si alzarono ululando per dare il benvenuto al nuovo acquisto. La ragazzina, eccitata, finì per scendere dallo sgabello dimenticandosi di sfilarsi di testa il Cappello, che brontolò confuso. “Signorina Wright!” la riprese prontamente la McGranitt.
Molti scoppiarono a ridere, altri si limitarono a scrollare le spalle. Il buffo episodio colpì maggiormente la tavolata di Serpeverde, colta da improvvisa ilarità. Coloro che urlarono e risero di più, in effetti, erano appartenenti ad un gruppo del Sesto anno. Draco Malfoy spiccava tra di essi, più seccato che altro.
“Ogni anno è la stessa maledetta storia” sussurrò rivolto più a sè stesso che ai compagni di casata.
“Detesto i mocciosi” commentò di rimando una brunetta seduta accanto a lui, sbuffando. Blaise Zabini si riprese dalle risate giusto in tempo per evitarsi un'occhiataccia da parte della McGranitt, che, imperturbabile, riprese a richiamare i ragazzini allo Smistamento.
“Secondo me, invece, sono abbastanza buoni arrosto” sentenziò con gravità. Pansy e Draco ridacchiarono sottovoce, mentre Theodore si premurò di infilare con disinvoltura il gomito nello stomaco dell'amico, sussurrando “zitto, idiota”.
Dall'altro capo della Sala Grande la tavolata del Grifondoro stava accogliendo applaudendo un moretto che filò a sedere alla stessa tavolata. Un gruppo di studenti, anche lì, era intento in tutt'altre conversazioni e non prestava affatto ascolto al continuo ripetersi della cerimonia che variava da ragazzino a ragazzino.
“Quand'è che si mangia? Ho fame” borbottò esasperato Ronald Weasley, conquistandosi quasi subito un'occhiataccia da parte della Granger, seduta accanto a Harry, di fronte a lui. Il Bambino Sopravvissuto scosse il capo e volse uno sguardo al tavolo dei Serpeverde. Esattamente dove sedevano Malfoy e le sue stupide iene. Li osservò per alcuni istanti, ma subito venne riportato alla situazione attuale dalla voce di Ron che tornò a farsi sentire ben presto.
“Tutto bene, Harry?” quante volte se l'era sentito chiedere, da quando li conosceva? Un'infinità di volte. Ma non c'era nessun pericolo, per ora. La cicatrice non si spostava dal suo solito posto nè accusava alcun dolore. Ma aveva uno strano, spiacevole presentimento. Nulla riguardante vecchi sogni premonitori o simili. Solo, sentiva che c'era qualcosa che non andava.
“Sì, tutto ok” ribattè prontamente, scacciando irrevocabilmente il disagio. Prestò ascolto alla voce della McGranitt, che in un secondo venne sostituita da quella più dolce e serena del Preside.
Il Professor Silente si era appena alzato, infatti, applaudendo e dando il benvenuto ai ragazzini. Lo Smistamento era concluso.
Ora avrebbe ripetuto le solite cose, poi si sarebbe dato inizio alla cena di inizio anno. Ma le parole che tutti si aspettavano non giunsero. Non tutte, e non subito, almeno.
“ .. Bene, detto questo ed avvisati i nuovi studenti, voglio annunciare una novità: Come tutti sapete questo non è certo un periodo tranquillo per il nostro mondo, ma dato che la scuola continua e le nostre vite devono proseguire in tutta tranquillità, io e i professori abbiamo deciso di includere un progetto un po' ambizioso per un certo periodo di tempo” disse tastandosi pensosamente la barba bianca. Prese una lieve pausa, come per sincerarsi delle reazioni ottenute sui volti dei propri studenti. Nessuno fiatò.
C'era curiosità, in aria. Finalmente sarebbe accaduto qualcosa di nuovo. Anche se i precedenti fatti accaduti l'anno precedente di certo non rientravano nella norma di Hogwarts, gli studenti erano sempre affamati di novità. Così ascoltarono senza ribattere, aspettando che il Preside raccogliesse il discorso e proseguisse.
Cosa che Silente non s'attardò a fare, sorridendo.
“Abbiamo convenuto con molte famiglie del nostro mondo che sarebbe stato fruttuoso un progetto di simile portata. Dunque non mi attarderò a spiegare, voglio arrivare al sodo: Hogwarts ospiterà dei piccoli maghi .. Sì, molto più piccoli dei giovani che abbiamo visto smistare poco fa. Questi ragazzini sono qui sotto permesso e benedizione delle famiglie, e qui resteranno per dieci giorni. Sono stati scelti degli studenti ai quali, a coppie, verrà affidato un bambino. Ogni coppia dovrà premurarsi di curare il mago che le è stato affidato, e dovrà insegnare al ragazzino affidatole un incantesimo ed una pozione a scelta. Entro i dieci giorni prestabiliti. E, ovviamente, il tutto convivendo in quella graziosa abitazione improvvisata nel bel mezzo del parco, che sicuramente avrete notato entrando al Castello.”
Qualcuno squittì eccitato, ed un vago mormorìo si sperse per tutta la Sala Grande. L'eccitazione e il divertimento regnavano sovrani, là.
“Professoressa McGranitt .. La lista.” richiamò imperioso il Preside, ritrovandosi poco dopo ad abbassare lo sguardo su un foglio di pergamena trattenuto tra le dita sottili. Minerva McGranitt sorrideva, al suo fianco, tenendo un cilindro capovolto.
“Pansy Parkinson” la prima ad essere richiamata era certamente una dei Serpeverde più detestabili di tutta la scuola. Questa si alzò incitata dagli amici, indicandosi incredula. Silente annuì e lei dovette assecondarlo, abbandonando il tavolo con la coda tra le gambe e varie maledizioni tra i denti.
Harry Potter, Hermione Granger e Ronald Weasley accolsero con una risatina sarcastica la chiamata di Pansy Parkinson.
“Figuriamoci” disse sottovoce Ginny Weasley all’orecchio della sua amica “Quella che si occupa di un bambino, come se la vedessi”.
“Già” intervenne Ron “povero bambino, mi fa una gran pena”.
Pansy sembrava, di fatto, estremamente pallida, gli occhi scuri dilatati dalla rabbia mentre attendeva che la McGrannit si decidesse a darle qualche ragguaglio.
L’anziana professoressa non la deluse “Dunque Parkinson…adesso vedremo con chi farai coppia in questo piccolo esperimento”.
La donna infilò una mano nodosa nel cilindro e ne estrasse un secondo foglietto: “Ginevra Weasley”
La tavola del Grifondoro rumoreggiò mentre la rossa diventava, se possibile anche più pallida della moretta, si alzò e si affianco alla Serpeverde, non senza averle prima lanciato un’occhiataccia.
Alle due ragazze fu consegnato un fascicolo, allegata ad esso una fotografia che ritraeva una bimba di straordinaria bellezza dell’apparente età di non più di sette o otto anni.
“Che carina” mormorò Ginny, tanto per dire qualcosa.
“Bah…” fu la secca risposta della Parkinson.
La McGrannit sorrise a quella scena, poi estrasse un terzo foglio.
“Molto bene…mmh…Hermione Granger”.
“Lo sapevo” borbottò la Prefetto mentre si alzava, “e ti pareva che non mi tiravano in mezzo a qualche stranezza una volta tanto?”
“…e Ronald Weasley “ proseguì la professoressa di Trasfigurazione.
“Miseriaccia!” fu il commento, rigorosamente ad alta voce, del rosso, che in questo modo si guadagnò un’occhiataccia di Hermione e della professoressa.
Anche loro ricevettero il loro fascicolo, la foto era quella di un ragazzino estremamente piccolo di statura, con brillanti occhi castani che esprimevano intelligenza, determinazione e curiosità, a Ron, per qualche strano motivo riuscì subito simpatico.
La McGrannit lanciò uno sguardo di fuoco a Blaise Zabini e Theodore Nott che, dimenticata ogni compostezza, sghignazzavano apertamente.
“Io aspetterei a cantar vittoria Signor Zabini…”
Qualcosa nella voce della professoressa non piacque affatto ai due serpeverde che smisero subito di ridere.
“Theodore Nott”.
Il biondo sbiancò mentre, letteralmente con la coda tra le gambe, si affiancava a Pansy che scambiò con lui uno sguardo esasperato, era terrorizzato all’idea di dover collaborare con un Grifondoro, per fortuna il nome che la Professoressa estrasse dopo il suo lo rassegnerò non poco
“Blaise Zabini”.
Sicuramente doveva esserci di peggio che stare dieci giorni a tu per tu con il proprio migliore amico, sia pure a far da balia a un moccioso.
“Voi, temo, dovrete lavorare il doppio”, si, ora la Vice preside sembrava davvero apertamente divertita: il fascicolo che venne consegnato nelle mani di Theo e Blaise parlava di DUE gemelline, dai capelli rossi e vispi occhi verdi, i due ragazzi parvero sconsolatissimi.
“E ora l’ultima coppia…”, l’estrazione avvenne come le precedenti, ma a giudicare dall’espressione dei professori tutti sapevano quali erano gli ultimi due nomi rimasti..
“…Draco Malfoy” l’espressione disgustata del biondino mentre usciva dal tavolo, esprimeva perfettamente cosa pensasse delle idee bislacche di Silente e della McGrannit, dei marmocchi, delle lezioni, dei dieci giorni e della casetta nel giardino.
“Ora vedremo chi accompagnerà Malfoy in questa piccola avventura” ai ragazzi parve di scorgere l’ombra di un sorriso ironico sul volto, di solito così serio, della professoressa.
“…oh…beh…Harry Potter”.
Nella sala grande piombò un silenzio di tomba, pareva già abbastanza strano che Ginny e Pansy dovessero collaborare amichevolmente, ma che Malfoy e Potter potessero convivere per dieci giorni senza scannarsi l’un l’altro sembrava a dir poco impossibile.
Il Bambino Sopravvissuto si avvicinò, evitando accuratamente di posizionarsi accanto a Malfoy, ma quando la McGrannit gli tese il fascicolo non ebbe più molta scelta.
Il bambino rappresentato nella fotografia si chiamava Henry ed era davvero grazioso, aveva capelli scuri pettinati all’indietro e penetranti occhi grigi, uno sguardo malandrino gli brillava negli occhi e, effettivamente, la fotografia animata mostrava di lui un sorriso che non lasciava presagire nulla di buono.
I due giovani evitarono accuratamente di fare commenti.
Aleggiò uno strano silenzio sulle quattro coppie: Sembrava che il resto della Sala stesse trattenendo il respiro, tutti all'unisono.
Ma quell'ammucchiata di combinazioni e coincidenze non stupirono in alcun modo Harry, che si limitò a scoccare uno sguardo al vecchio Preside, con una sola domanda negli occhi.
“Perchè?” sussurrò. Qualcuno lo colpì alle spalle - evidentemente Hermione, spazientita - e così il Bambino-Che-Forse-Non-Sopravviverà-Anche-A-Questo si ritirò in un religioso silenzio.
Silente, dal canto suo, passò in rassegna le quattro coppie, sorrise e si voltò verso la porticina privata dei Professori. Al cenno del Preside Gazza tirò la maniglia e un corteo di minuscole persone si apprestò a raggiungere la postazione occupata da Silente e dagli Otto Prescelti.
“Diamo dunque il benvenuto ai nostri onorevoli ospiti” annunciò il vecchio barbuto - attualmente meta di molti sguardi omicidi. Il gruppo di studenti si volse quasi all'unisono per poter scorgere quella che inizialmente parve una marcia di soldatini in miniatura, ma che in realtà si rivelarono essere esattamente i bambini raffigurati nei fascicoli a loro offerti.
Quando gli applausi cessarono e il silenzio calò nuovamente sulla sala, i cinque bambini vestiti a festa si ritrovarono allineati di fronte ad un mare di studenti sorridenti. E quel sorriso, per la maggior parte degli studenti di Hogwarts, era incerto tra l'adorazione per i pargoli e la derisione per i loro "genitori".
“Bene, bambini .. Loro saranno i vostri tutori per questi dieci giorni. Annie e Jenny, voi andrete con loro due” il Preside indicò incerto Zabini e Nott, che si forzarono di sorridere. Tesero le mani e le due gemelline dagli alti codini corsero ad abbracciarli, costringendo metà sala a piegarsi in due dalle risate di fronte a quell'insolita scena.
“Ma che fai?” domandò titubante il moro, scoccando un'occhiataccia al compagno di casata. Scostò con quanta più delicatezza possibile la nanerottola e agguantò la mano di Jenny, mentre Annie si appolipava poco garbatamente al braccio del povero Nott.
“Alaric, loro sono Hermione Granger e Ronald Weasley, e saranno i tuoi tutori” proseguì solennemente il Preside, indicando al ragazzino dall'espressione stranita la coppia appena citata. Hermione si morse il labbro inferiore e Ron sfoggiò un sorrisone amichevole accogliendo con un saluto da "uomini" il ragazzino occhialuto. Questi lo squadrò con aria scettica e scrollò le spalle, affiancandosi a loro.
“Sally, invece, tu andrai con loro due” di nuovo, Silente dovette indicare alla bambina bionda e minuta le sue tutrici. Pansy storse la bocca e guardò Ginny, quasi aspettandosi che la Grifondoro facesse qualcosa per incoraggiare la bambina. Sembrava timida, ed in effetti la Weasley dovette andarle incontro e sorriderle, prendendola per mano e trascinandola accanto alla Serpeverde. Infine toccò all'ultimo bambino rimasto al fianco di Silente, che al richiamo del Preside e al suo invito di farsi vicino alla coppia a lui indicata si limitò a starsene fermo con le mani in tasca. Lanciò un lungo sguardo ai due in questione e arricciò la punta del nasetto dritto, scuotendo il capo.
“E io dovrei andare con quei due?” s'informò candidamente alzando la testolina scura per poter studiare con pieno disappunto il Preside. Quest'ultimo si lasciò sfuggire un sorrisetto divertito, camuffato all'ultimo secondo, e sospinse il bambino verso la coppia, “Certo, certo. Saranno degli ottimi tutori!”.
Quando finalmente le famigliole furono decise, il Preside invitò gli studenti a cominciare la cena mentre, senza farsi notare - per quanto fosse difficile, con un corteo di mocciosi alle spalle - si avviò in favore della porticina dalla quale precedentemente erano entrati i ragazzini.
Condusse il gruppo verso l'esterno, e quando furono nel vasto parco che circondava da ogni direzione il Castello cambiò strada e li guidò per un bel tratto, finchè, curiosi e forse un pochino ansiosi, non raggiunsero la casetta da lui citata durante il discorso.
“Ecco a voi la vostra casa. Cenerete là dentro, è già tutto pronto.. Per stavolta” disse, aprendo la porta e affidando la chiave ad Hermione.
Draco scoccò uno sguardo incerto agli amici e si fece avanti.
“Come sarebbe a dire 'Per stavolta'?” domandò.
Silente lo guardò con aria serena, annuendo appena: “Certo, dovrete fare tutto da soli.. Con l'aiuto della Magia, s'intende” replicò pacato, indicando con un cenno del capo l'ingresso della casa. Così, abbandonando i ragazzi alla loro cenetta, si ritirò augurando loro una buona serata.
Uno ad uno, i ragazzini entrarono per esplorare il territorio e vennero seguiti a ruota dai ragazzi più grandi.
La casa era molto più grande di quanto gli era sembrato dall'esterno, su questo concordarono tutti. C'era un grande salotto, poco lontano dall'ingresso, mobili scelti accuratamente e tutto quanto v'era in una casa di veri e propri adulti. C'erano cinque stanze: Una, la più grande, per i bambini, e le restanti quattro per le coppie che si ritrovarono a storcere il naso di fronte alla futura prospettiva di dover convivere davvero insieme.
“Miseriaccia!” sbottò Ronald Weasley quando si ritrovò in Cucina, ad osservare un tavolo imbandito spropositamente.
“Sì, è tutto vero, Ron. Ora datti da fare e lava le mani ad Alaric” lo canzonò quasi subito la sua dolce, e del tutto sconcertata, "consorte".
  
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