Note del capitolo

Momentaneamente l’ultima storia di questa raccolta, quella che mancava e di cui tutti sentivamo il bisogno ( XD ).
Il punto di vista di Near.
Storia ambientata poco dopo la partenza di Mello dall’Istituto e poco prima della partenza di Near.

Buona lettura.

***

Certe notti abbandono la mia stanza; lascio che siano i miei piedi nudi a guidarmi, e puntualmente mi ritrovo di fronte alla tua camera.
E’ vuota, Mello, e profuma ancora dei nostri corpi.
Presto anch’io me ne andrò dall’istituto, ma non seguirò le tue orme; tu te ne sei andato ed io non voglio trovarti.
Potrei, se volessi, ma sarebbe troppo anche per me; rivederti dopo la notte della tua partenza, l’ultima in cui abbiamo illuminato il buio che ci opprime, insieme, sarebbe davvero troppo.
Troppo stupido vivere nel passato con la consapevolezza che tutto è perduto.
Apro la porta della tua stanza, una stanza buia e vuota, e mi sdraio su quel letto che un tempo era tuo; quello che, per qualche notte, è stato anche mio.
Da bambino, quando avevo paura del buio, sapevo che c’eri tu in questa stanza; io bussavo e tu inscenavi una gag perfetta per farmi sentire indesiderato ed odiato.
Cosa ti spingeva, Mello, a farmi entrare per dormire con te, dopo?
Per qualche tempo ho pensato che fosse una sorta di strana compassione a spingerti ad essere gentile con me – un bambino piccolo che temeva l’oscurità della notte e che cercava la compagnia di un amico -, poi ho compreso – troppo tardi – che anche tu la temevi.
Tu avevi paura del buio, Mello, e aspettavi che arrivassi per scacciarlo con me.
Anche la notte in cui te ne sei andato temevi l’ignoto; ed il buio e l’ignoto non sono poi troppo diversi: entrambi non ti danno la possibilità di vedere.
Abbiamo scacciato insieme quella paura che ti pressava nel petto, e la mattina dopo, quando mi sono svegliato tra queste stesse lenzuola sfatte, tu non c’eri.
Di te mi restava solo il sudore appiccicato addosso.
E’ stato mentre mi lavavo via il tuo odore dalla pelle, Mello, che ho capito; sono stato sciocco a non averlo fatto prima – forse ti avrei risparmiato dolore.
Mello, tu odi te stesso.
Ed io, con la mia luce inopportuna – uno splendore che non sono capace di tenere sotto controllo – non ho fatto altro che costringerti ad odiare anche me.
Ci odi entrambi, Mello…
…Perché sai cosa succederebbe se non ci odiassi.
La tua stanza è così asettica ora che nessuno la occupa più; forse lo diverrà anche la mia, quando me ne sarò andato.
Ed è buia, adesso che nessuno accende più la lampada sul comodino.
Ma io non ho più paura del buio e non ho più bisogno che qualcuno lo scacci con me.
Sono cresciuto, Mello, e in parte te lo devo.
Il sonno mi raggiunge ed io chiudo gli occhi; l’odore di questa stanza vuota rievoca nella mia memoria ciò che è stato e che conservo gelosamente dentro il cassetto dei ricordi scomodi.
Anch’io, come te, non posso permettermi di ricordare.
La prossima volta che c’incontreremo saremo rivali a tutti gli effetti.
Allora, forse, ti chiederò cosa si prova…
…Cosa si prova, Mello, a mascherare la paura del buio?

Disclaimer

I personaggi citati in questo racconto non mi appartengono, in quanto ideati e creati da Tsugumi Ohba e Takeshi Obata, i quali ne detengono i diritti.
Questa fan fiction non è stata scritta a scopo di lucro, ed io nel pubblicarla non ci guadagno niente.

Ringraziamenti di fine raccolta.

Eru e Merry ringraziano sentitamente DarkRose86, che le ha recensite con costanza fino alla fine; siamo tanto felici che le nostre storie ti siano piaciute.