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Autore: benthebow    26/12/2012    2 recensioni
Harry non aveva mai pensato a lui e a suoi amici da vecchi. Aveva paura di invecchiare.
La sua vita l’aveva passata troppo velocemente.
La sua adolescenza.
Se la era davvero goduta appieno con tutta quella responsabilità che gli era calata addosso da subito?
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Harry aprì un occhio per vedere che ore fossero. Stava dormendo come un sasso, però si svegliò di soprassalto senza sapere neanche lui il perché. Al suo fianco giaceva dormiente sua moglie: Ginny Weasley. Quindi Harry dedusse che dovesse essere ancora notte. Le tende erano tirate ma attraverso s’intravedevano i raggi del Sole. “No, non è tardi” pensò Harry. Guardò l’orologio e si accorse che erano poco più delle sei del primo di Settembre. Sapeva che da lì a poco Ginny si sarebbe svegliata per andare a preparare la colazione per i bambini. Lei e Harry avevano avuto tre bambini che andavano (o sarebbero andati) tutti e tre alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Furono tutti molto eccitati quando ricevettero la loro lettera. Corsero subito a dirlo ai loro genitori.
Quando la sveglia suonò, sua moglie si alzò e mettendosi la vestaglia andò di filata in cucina, pensando che Harry stesse ancora dormendo. Lo avrebbe svegliato tra un po’.
Ma Harry decise di alzarsi da solo, poiché non aveva più sonno, inforcò gli occhiali e andò dalla moglie in cucina.
“Buongiorno” le disse dandole un bacio. “Oh! Ti sei svegliato da solo! Sto preparando il caffè!” disse lei armeggiando nel lavandino. Harry guardò sua moglie e non le staccò gli occhi di dosso neanche per un secondo. Ginny disse “è ora! Devo svegliare i bambini! Ci pensi tu?”, poi si girò verso Harry che continuava a fissarla. “Che cosa c’è?”, Harry le sorrise, “perché mi fissi e non rispondi?”; Harry si alzò dalla sedia e si avvicinò alla moglie, poi la abbracciò e la baciò, “stavo vedendo quanto sei bella”, Ginny arrossì un po’ e se ne vergognò, in fondo non erano più due ragazzini. Lui la baciò di nuovo e poi lei disse, “adesso vado a svegliare i ragazzi”, così da spezzare un po’ d’imbarazzo, era da troppo che non stavano un po’ da soli e la cosa la imbarazzò.
Ginny andò a svegliare i ragazzi e Lily era la più contenta di tutte, corse in cucina e saltò in braccio al padre, “come sta la mia piccolina?”, si sorrisero e poi si unirono anche James e Albus, seguiti dalla madre. Harry mise seduta Lily su una sedia e i due ragazzi si misero a sedere anche loro mentre la madre serviva la colazione. Harry leggeva La Gazzetta del Profeta per vedere se c’erano novità, insomma, non quelle rilevanti, quelle le avrebbe sapute molto prima visto che lavorava come Auror per il Ministero. Harry scorse un po’ di pagine e si mise a leggere un articolo sul Quidditch. “Quello l’ho scritto io” disse Ginny. Harry rispose “davvero?”, e Ginny replicò dicendo di sì, che gli avevano affidato quel servizio all’ultimo momento e che aveva dovuto fare più in fretta che poteva. Harry la ascoltava mentre continuava a leggere l’articolo: l’Inghilterra aveva perso di nuovo.
Finita la colazione, i loro tre bambini corsero subito a lavarsi e vestirsi, Albus era il più lento di tutti perché si vedeva che aveva una grande paura ad andare a Hogwarts, visto che era il suo primo anno. Harry e Ginny avevano discusso a lungo su questo ma non potevano farci niente, eppure ne avevano parlato tanto con lui, ma non seppero mai quale fosse veramente l’ origine della sua paura.
Anche Ginny si andò a preparare ma Harry rimase seduto al tavolo a leggere vagamente il giornale finché sua moglie non lo sgridò che avrebbero fatto tardi se lui non si fosse vestito immediatamente.

Arrivarono appena in tempo al binario 9 e ¾ , raggiunsero Ron e Hermione. Salutarono i loro figli e poi il treno di Hogwarts partì tra sbuffi di vapore.
Harry e Ron si guardarono e quasi si commossero, ogni volta era la stessa storia. Poi Ron si riprese un po’ e cominciò a parlare con Harry mentre Hermione stava chiacchierando con Ginny. “Guarda chi c’è” esclamò Ron sorpreso con un mezzo sorriso. Harry si girò e vide Draco insieme alla moglie. “Chi si vede” rispose subito Draco e sua moglie, cordialmente, salutò tutti quanti, anche se non li conosceva. “Astoria questi sono Harry Potter, Ron e sua sorella Ginny Weasley e Hermione Granger ma ne avrai sentito parlare”. “Oh sì! Piacere, Astoria Greengrass”, porse la manina e la strinse a tutti. “Allora, come va?” esclamò Draco, Harry non lo aveva ancora visto alla stazione. Accennarono un bene! “Vostro figlio?” chiese Hermione. “Scorpius fa il primo anno, infatti, è la prima volta che veniamo qua… dopo tutto questo tempo” Draco guardò con un po’ di nostalgia i binari. Sua moglie con molta gentilezza chiese a tutti dei loro figli e Harry per un assurdo momento pensò come una ragazza come lei si potesse essere innamorata di uno come lui dopo averlo conosciuto. Poi pensò che in fondo non era tanto assurdo dato che era successo a lui stesso ma quello accadde tanti, troppi anni prima, si sperava che nel frattempo Draco fosse cambiato. “Comunque adesso si è fatto tardi e dovrei tornare a lavoro” disse Draco sorridendo appena, “anche voi credo” continuò. In effetti tutti risposero che si era fatto tardi e che avevano chiesto solo poche ore di permesso a lavoro, e che poi avevano anche da fare altre mille cose. “Venitemi a trovare qualche volta se vi va, Astoria prepara un ottimo tè”, “smettila caro” si affrettò a dire lei. “Certamente” rispose Hermione, Ron la guardò impressionato. “E’ stato un piacere” disse Draco, “alla prossima”. Lui e sua moglie strinsero di nuovo la mano a tutti e così li salutarono mentre Harry… Harry rimase un po’ turbato da quell’incontro. “Ma hai visto come si comporta? Non è cambiato affatto” sbottò Ron, “non fa altro che vantarsi”. “Oh, smettila Ronald! E’ stato gentilissimo e anche sua moglie!” si sbrigò a rimproverarlo Hermione. “Adesso vado Harry, devo portare Hugo da Molly e poi tornare a lavoro”, Harry annuì. Ron disse che anche loro dovevano andare a controllare un po’ la situazione ad Azkaban e che poi sarebbero tornati al Ministero.
Ron salutò suo figlio e sua moglie, Harry fece lo stesso e poi andarono insieme ad Azkaban.
State attenti”, urlò Hermione mentre si allontanavano.

Harry e Ron si catapultarono ad Azkaban.
Ogni volta che Harry andava laggiù, si sentiva male, evitata il più possibile di andare, cercava sempre di mandare solo Ron a controllare. Ma, di certo, Ron non voleva andare da solo. Quello era un posto assurdo, nessuno avrebbe voluto metterci piede per più di due minuti. Anche se non c’erano più i Dissennatori, si percepiva lo stesso nell’aria una sensazione di infelicità. Harry cercava di non pensarci, ogni volta. Cercava solo di sbrigare il suo lavoro e di andarsene il più velocemente possibile.
Lui e Ron dovevano controllare che fosse tutto a posto, c’era stato un po’ di movimento (più del solito) la sera e dovevano accertarsi che nessuno avesse intenzione di fare qualcosa.
Controllarono tutte le celle che gli avevano segnalato e, non notando niente di anormale, se ne tornarono al Ministero.
Dovevano fare rapporto, Harry odiavo farlo e aveva pregato Ron affinché lo facesse al suo posto, in cambio lo avrebbe fatto per forza la volta dopo.

Harry aveva lasciato Ron a lavorare mentre lui se ne andava a pranzo. “Sicuro di non voler venire?”, chiese Harry a Ron mentre prendeva il cappotto. “No, sicuro. Voglio sbrigarmela in fretta”, rispose Ron grattandosi la barba che gli era cresciuta un po’ troppo sul viso. Harry pensava a quanto fossero cresciuti, così improvvisamente. Chissà perché Hermione non gli diceva di tagliarsela. Lei odiava vederlo con la barba. Forse perché pensava che senza sembrasse più giovane, che non invecchiasse mai, quando, invece, alcune rughe di espressione si facevano più marcate intorno ai suoi occhi e agli angoli della bocca. Harry non aveva mai pensato a lui e a suoi amici da vecchi. Aveva paura di invecchiare.
La sua vita l’aveva passata troppo velocemente.
La sua adolescenza.
Se la era davvero goduta appieno con tutta quella responsabilità che gli era calata addosso da subito?
Almeno quegli anni, per quel che poteva, fin quanto era possibile, voleva passarli in armonia.

Ma poi mentre camminava per andare a pranzo, scombussolato dall’incontro mattiniero, ci pensava. Ci pensava come non ci aveva mai pensato per anni.
Seriamente.
Harry sentì chiaramente di essersi innamorato di Draco ma cos'era per lui? Si era innamorato anche Draco o voleva solo provare una scopata “diversa” da quelle che faceva di solito?
Non glielo aveva mai detto direttamente, era per questo che si erano… lasciati? E se fossero rimasti insieme, cosa sarebbe successo?
Harry si chiese perché dopo tutti quegli anni ancora non si era spiegato quello che era successo. Aveva sempre rimandato. In fondo lui stava con Ginny. Come se qualcuno gli avesse imposto di essere etero e di dover per forza sposare una donna. Ma Draco come la pensava? Non si erano mai parlati. Mai chiariti. Harry si sentiva male al solo pensiero. E’ vero Harry una volta gli disse “ti amo”, e ne era più che convinto ma non seppe mai la risposta. Dopo tutto quel tempo, quello che credeva di provare per Draco gli piombò addosso come un macigno e lo faceva stare male. Solo perché ci aveva parlato per pochi minuti. Solo perché si era ricordato di quello che era successo.
“Harry?”, qualcuno lo aveva chiamato interrompendo il flusso dei suoi pensieri. Si girò intorno e poi si guardò indietro.
No.
Non poteva crederci.
Due volte in un giorno!
Draco si mise a ridere, “due volte in un giorno! Incredibile!”. Gli si avvicinò. Vai via.
“Che… che strana coincidenza”, Harry si sforzò di essere gentile. Vai via.
Non era cambiato di una virgola, no! Aveva ragione Ron! Era rimasto quello di sempre! Non era nemmeno invecchiato, brandiva solamente quel bastone da passeggio come suo padre ma per il resto era sempre e solo l’egoista, schifoso Draco Malfoy che lo aveva piantato senza degnarlo neanche di una spiegazione.
Eri mio.
La testa di Harry stava per scoppiare e non aveva certo bisogno ancora di lui.
“C’era una persona che aveva bisogno di un favore, non pensavo che ti avrei incontrato proprio oggi” gli disse Draco sorridendogli. “No, certo che no!” rispose Harry, cercando il più possibile di tagliare corto. “Allora ci vediamo Harry” gli sorrise di nuovo. “Sì” rispose solo guardandolo negli occhi. Poi se ne andarono ognuno per i propri passi. Di nuovo. Harry sentì qualcosa crescere dentro di lui.
Gli mancava.
Cosa?!
Gli mancava! Sì, era questa la verità. Gli mancava veramente tanto, e gli era mancato per gli ultimi 19 anni. Se solo avesse avuto il coraggio, se solo si fosse piegato al suo orgoglio e gli avesse chiesto il perché lo avesse lasciato solo e senza spiegazioni, forse adesso starebbero insieme, vivrebbero insieme e tutto. Così si sarebbe potuto sentire finalmente felice. Eppure lui amava la sua famiglia… e allora cosa? Che cosa era successo? Ma Harry lo sapeva che non era stato con lui per semplicemente del sesso. Lui stava con Ginny, però il solo pensiero che avrebbe raggiunto Draco e sarebbe rimasto con lui per tutta la notte, lo riempiva di gioia. Era al sicuro con lui. Si sentiva protetto. Si sentiva amato, anche se Draco non glielo aveva mai detto. Ma soprattutto si sentiva di amare. Cosa che non gli capitava con Ginny, purtroppo. Ma lui la amava. O forse si era solo illuso. Forse arrendendosi al pensiero di non poter più stare con Draco, si aggrappò alla sola persona che pensava potesse andar bene per lui. Facendo finta di niente per anni e anni, reprimendo l’amore e il dolore che provava per lui. Ci era quasi riuscito, ma non del tutto, e questo purtroppo riuscì fuori.
Non pranzò, gli era passata la fame. Tornò da Ron con una faccia funerea. “Che ti è successo?” chiese Ron sbiancando. Sembrava che lo avessero attaccato. “Niente Ron… niente” rispose mentre continuava a fissare la relazione che aveva finito Ron senza leggerla veramente.


La sera, beh, quello che successe quella sera rimase chiuso in camera da letto di Harry. Fece esplodere tutto il dolore, la rabbia e la frustrazione che gli causava il solo pensiero di Draco, facendo l’amore con sua moglie per due volte. Doveva provarci, doveva pensare che la sua mente si era solo offuscata: che lui non aveva mai amato Draco, che amava sua moglie da sempre e che non ci sarebbe stato nessuno a fargli cambiare idea.
Ma appena si distese su un fianco del letto a prendere fiato, quello che credeva crollò malamente e pensò che, invece, fosse tutto il contrario.
Ma ormai non c’è più niente da fare Harry. Ormai lo hai lasciato andare. Ti sei fatto una famiglia. Vi siete fatti una famiglia. Non c’è più possibilità di riaverlo indietro. L’unica cosa che ti rimane sono i ricordi di quei meravigliosi giorni passati insieme, fatteli bastare.
Harry si portò il braccio sinistro sugli occhi, mentre sua moglie si rivestì e si accucciò vicino a lui. Harry gli mise il braccio libero intorno alle spalle e per una frazione di secondo desiderò che ci fosse Draco vicino a lui.
Che pensiero stupido, vai a dormire.

Harry aveva il giorno libero in mezzo alla settimana, sua moglie uscì di fretta, attenta a non fare rumore per non svegliarlo. Aveva delle commissioni da sbrigare e poi ne approfittò per portare loro figlia da sua madre perché era tanto che non la vedeva. Lasciando anche ad Harry un po’ di tranquillità.
Harry si svegliò abbastanza tardi, sbadigliò e poi non ebbe nessuna intenzione di alzarsi dal letto. Aveva solo ancora indosso i boxer per la notte precedente. Era strano pensare di fare l’amore con sua moglie, dopo tanto tempo.
Credi che ci stiamo separando? Chiese ad un fantomatico se stesso ma poi disse che era impossibile, era solo il fatto che stavano diventando vecchi. Sì, lo aveva pensato, stavano diventando vecchi e non ci poteva fare nulla. Se solo fosse rimasto con Draco, non si sarebbe arreso così facilmente al fatto di invecchiare.
Ma poi pensò a quello che avevano passato, neanche il tempo di svegliarsi completamente che già ci stava pensando. Ripensava a loro primo bacio.
Draco lo aveva trascinato al settimo piano per picchiarlo, dove non c’era nessuno. Come glielo stava promettendo da ormai una settimana. Era arrivato il momento, non poteva farsi indietro.
Draco lo aveva bloccato contro il muro, con un pugno alzato. “Fallo! Malfoy! Cosa aspetti? Era da tanto che aspettavi questo momento” gli disse in tono di sfida Harry. “Sono anni che aspetto di farlo” gli rispose a tono. Abbassò il pugno e prima che tutto fosse chiaro, lo baciò. Così, senza un perché. Con prepotenza gli infilò la lingua in bocca. Bloccò Harry per i polsi, in modo che non potesse divincolarsi o andarsene. Ma Harry non voleva andarsene, quando ricordò di averlo pensato ad Harry scappò un sorriso nella camera.
Ricordò che si lasciò strappare un piccolo gemito quando Draco si discostò dalle sue labbra.
Sono anni che aspetto di farlo. Ripensò una seconda volta.
Harry rimase con gli occhi chiusi e li riaprì lentamente. “Non oserai dirlo a nessuno, Potter” gli urlò contro Draco, con uno strattone gli lasciò i polsi e se ne andò di gran fretta. Harry ricordò che Ron e Hermione gli chiesero anche cosa fosse accaduto, ma lui gli disse che non era successo niente e che si erano solo presi a male parole come sempre. Si mise a sedere su una poltrona della Sala Comune e iniziò a martoriarsi le labbra con la lingua per non far sparire il sapore di Malfoy. Voleva gustarlo ma poi, Harry si ricordò: arrivò Ginny che lo baciò e tutto svanì.


Harry si sentì accaldato a quel ricordo. Andò a farsi una doccia.
Rimase a lungo sotto il getto dell’acqua calda che lo colpiva sempre sullo stesso punto della nuca e si mise a ricordare quando lo fecero per la prima volta. Erano ormai mesi che si frequentavano in quel modo. Quando, un giorno, lo trascinò di nuovo su per il corridoio al settimo piano e apparse per loro la porta della stanza delle necessità. Draco lo trascinò dentro continuando a baciarlo, senza staccarsi dalle sue labbra. Continuava a mordergli il labbro inferiore. “Dai Draco, mi fai male”, disse Harry mentre sorrideva. “Questo non è niente in confronto a quello che ti farò dopo”, gli rispose maliziosamente, dandogli una spinta per farlo cadere sul letto. Si mise cavalcioni su di lui e quasi gli strappò via la camicia di dosso. Cominciò a leccargli tutta la porzione di pelle che aveva a disposizione. Harry si sentì rabbrividire in ogni parte del corpo. Draco risalì e continuò a baciarlo sulle labbra mentre Harry gli infilò una mano sotto la camicia per andare a toccargli tutta la schiena. Anche Draco rimase a petto nudo. Harry notò che era diverso da lui. I muscoli di Draco erano accennati quel che bastava mentre Harry non ne aveva neanche l’ombra, era solo magro. Ormai erano eccitati tutti e due. Si tolsero i pantaloni e li lanciarono sul pavimento. Draco baciò Harry sul collo, facendolo eccitare ancora di più. Si sentivano le loro erezioni pulsare sotto la biancheria. Finché Draco non sfilò anche quella ad Harry, che rimase pietrificato. Draco esitò un attimo, in preda a chissà che cosa e rimase completamente nudo anche lui. Fece scivolare la sua mano su tutto il petto di Harry, mentre continuava a baciargli il collo, arrivò fino a l’inguine di Harry, che ebbe un sussulto e inarcò leggermente la schiena. Draco ritirò la mano e fece girare Harry di schiena.
Entrambi erano al limite. “Ha…Harry” disse Draco debolmente, poi alcune lacrime colpirono la schiena di Harry mentre Draco lo penetrava, prima piano per farlo abituare, poi più velocemente. Harry tirava con le mani le lenzuola, Draco intrecciò una mano con la sua e respirava affannosamente sulla schiena di Harry. E alla fine vennero, quasi insieme. Draco si trascinò vicino al fianco di Harry, si asciugò le lacrime. Harry lo guardò perplesso e lo strinse in un abbraccio.

Ti amo Draco.
E’ ora di andare Harry.


Harry ricordò che quella sera sarebbe solo voluto rimanere con Draco tutto il tempo. Si sentì morire al solo pensiero di lasciarlo andare. Non gli importava che non gli avesse risposto, magari lo pensava anche lui e non aveva il coraggio di dirlo. Forse era troppo presto. Non faceva niente, voleva solo dormire con lui e inebriarsi del suo profumo per non dimenticarlo mai. Voleva stringerlo a sé e dirgli che andava tutto bene, che non doveva piangere perché altrimenti lui avrebbe fatto lo stesso, che volevo rimanere con lui per sempre.
Sì, per sempre era un tempo lungo abbastanza per Harry.
Continuava a pensare freneticamente mentre guardava Draco rivestirsi e poi andarsene senza degnarlo di uno sguardo. Harry abbandonò il luogo dei loro incontri.
Il giorno dopo Draco non gli parlò.
Una settimana dopo non lo cercò.
Un mese dopo finì la scuola e si persero.
Ma Harry non voleva cercarlo perché Draco sapeva quello che provava e se davvero ci teneva, doveva pensarci lui a ritrovarlo e dirgli che gli dispiaceva e che voleva che rimanessero insieme.
Ma quel giorno non arrivò mai finché non si rincontrarono dopo diciannove lunghi anni come se non fosse successo nulla.

Harry voleva spaccare qualcosa. Non ce la faceva più. Era insostenibile quel turbine di pensieri e sentimenti che gli girava in testa vorticosamente.
Non sapeva cosa fare, non sapeva dove andare ma doveva lasciare casa sua e andare a pensare ad altro. Ma come faceva a pensare ad altro? Non ci riusciva.
Andò a fare una passeggiata, e se lo aspetta che lo avrebbe incontrato. Un po’ lo sperava. Un po’ era uscito proprio per quello.
“Posso offrirti un caffè?” gli chiese Draco. Forse voleva riavvicinarlo?
“Certo”, Harry sfoderò un sorriso.
Si sedettero ad un tavolo. Da soli. Harry pensava che fosse maledettamente bello. Non doveva.
Perché ti voglio ancora? Non posso. Devo solo resistere e capire che non ho più diciassette anni e tutto andrà bene.
Harry continuò a guardare un punto imprecisato sul tavolo mentre Draco parlava, come sempre.
“Mi ami? Mi hai mai amato? Ero solo un passatempo per te? Ero solo una scopata? Perché mi hai baciato la prima volta, illudendomi? Anche dopo che ti ho detto che ti amavo e non mi hai risposto, pensavo solo a te! Perché mi hai fatto questo?” Harry esplose. Mille domande ancora aveva da fargli ma l’espressione di Draco andò a incupirsi e ci volle qualche istante per riuscire a rispondere. Sospirò.
“Harry… ti ho amato più di me stesso ma capisci che non potevamo stare insieme? Ti ho baciato perché mi ero innamorato di te! Sì, ero innamorato di te, hai capito bene! Volevo passare la mia vita insieme a te. Ma ho dovuto lasciarti per il tuo bene. Non potevi vivere una vita così, ti meritavi di meglio. Ti meritavi di essere sereno dopo tutto quello che era successo. Anzi, dovevo farmi i fatti miei e non portarti lassù mai, perché così ti ho solo incasinato la vita ulteriormente. E poi tu stavi con Ginny, se l’avessi lasciata per stare con me, credi che Ron ti avrebbe più parlato? E Hermione? Ti avrebbero voltato le spalle. Ti hanno sempre supportato e quello sarebbe stato solo un tradimento per loro. Io… io volevo solo passare il mio ultimo anno con te prima di lasciarti andare e rinunciare a te per sempre. Non ti ho illuso, io volevo provarci ma poi capì che era meglio farti vivere una vita normale”.
Entrambi avevano gli occhi lucidi. Entrambi erano sul punto di piangere. Erano così simili e si erano amati davvero, loro due. Harry lo aveva lasciato andare per una stupida questione di orgoglio quando Draco non voleva altro che il suo bene. Ma Harry voleva stare ancora con lui e per un attimo pensò di lasciare moglie e figli e andarsene. Ma era solo uno stupido pensiero. Era solo una stupida fantasia.
Non potevano più stare insieme. Mai più. Avevano perso un occasione e la stavano rimpiangendo per il resto della loro vita.
E adesso cosa avrebbero fatto?
“Ma è meglio che vada Harry. Pago io”.
Ad Harry non fu neanche data la possibilità di controbattere, Draco si alzò e se ne andò.
Una valanga di pensieri gli attraversò il cervello.
Guardò il cielo che si stava oscurando e pensò che senza Draco si sentisse proprio in quel modo: triste e cupo, con lampi di rabbia, sul punto di piovere.

Si alzò frettolosamente da quella sedia, scaraventandola quasi a terra. Corse sotto la pioggia, infradiciandosi.
Corse incontro a Draco.
Si fermò, guardò il cielo e cominciò a urlare, “Ti amo”. Draco si fermò e si guardò indietro. Incontrò il suo sguardo con quello di Harry.
“Anche io”, disse a bassa voce, gli sorrise e poi sparì tra la folla.
 
  
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