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Autore: mikilily    26/12/2012    10 recensioni
Piccola Dramione che ha come tema il Natale. Hermione , per la prima volta si offre di preparare la cena post notte di lavoro per lei e il suo capo di cui è segretamente innamorata ...
Come andrà la cena? leggete e lo scoprirete.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ok, niente panico. Niente panico. È solo una stupidissima cena.
Già, ma io non so cucinare!
Hermione sentì un brivido scendere lungo la schiena, osservò la sua cucina perennemente in disordine e capì che doveva darsi una mossa.
L’orologio indicava le h:18.00 e aveva solo due ore per preparare una cena discreta, preludio a una notte di lavoro. Sì, avrebbe lavorato anche quella vigilia di Natale, la cena era solo una cosa di poca importanza.
Se continui a ripeterlo, ci crederai anche tu, si disse.
Lui, il suo capo, sarebbe venuto a casa sua per lavorare a quell’importante causa che negli ultimi mesi aveva tolto il sonno a entrambi.
Anche se, non era solo il lavoro a provocare l’insonnia alla strega, ma a quello, non volle pensare. Non poteva permetterselo, non in quel momento con il cenone della vigilia non ancora pronto.
Sicuramente lui non immaginava le pene e le attese che la giovane legismago attribuiva a quell’evento. Per lui, era solo una dei suoi collaboratori, forse la più affidabile, poiché, era l’unica cui affidava anche i casi più spinosi.
*
E senza alcun dubbio, quello di Arnold Hill era un caso spinoso: nel mondo magico non si parlava d’altro da mesi, da quando, il suddetto mago si risvegliò come tutte le mattine nel suo letto con la sua avvenente moglie al fianco. Tutto sembrava normale tranne, il fatto che la bella Hanna era ormai morta da diverse ore e Arnold non ricordava più cosa avesse fatto negli ultimi due giorni. Gli stessi che intercorsero dalla scoperta di essere stato tradito dalla sua bellissima mogliettina.
*
Hermione sbuffò sonoramente osservando con la coda dell’occhio la lunga pila di pentole sul lavabo, scostò i capelli dalla fronte con un gesto secco e si rimise a lavoro.
Aveva promesso una cena leggera per affrontare meglio il lavoro successivo.
- I miei elfi potrebbero preparare senza fatica un pranzo per cento invitati in un ora- le aveva detto spavaldo, ma Hermione non aveva voluto sentir ragioni.
- Sei mio ospite, quindi cucinerò io - gli aveva risposto punta nell’orgoglio.
Ma solo in quell’istante, capì la sua stupidità.
Aveva preso un grosso pezzo di carne dal macellaio sotto casa, che curioso le chiedeva per quale ragione non prendeva il solito. Hermione fece la vaga, inventandosi un grande pranzo cui avrebbero partecipato tantissime persone così l’uomo la riempì di carne che avrebbe potuto sfamarla per un anno intero.
Quando finalmente arrivò a casa, aprì il ricettario che sua madre, anni prima, le aveva regato nella speranza che un giorno imparasse a cucinare.
Non sapeva per quale ragione sua madre sperasse in ciò, avrebbe dovuto essere felice che sua figlia fosse una brava legismago, stimata e apprezzata. Invece, ogni volta le ricordava che se non si fosse data una regolata: nessun uomo normale avrebbe voluto sposarla.
Lo sconforto l’assalì.
Come se, saper cucinare, era una prerogativa inscindibile per convolare a nozze.
Baggianate!Lei conosceva tante persone che non sapevano cucinare e che si erano sposate ugualmente.
Vediamo, si mise a pensare... Luisa, la sua amica fin dai tempi della scuola materna. Sì lei. Beh, si lei è brava a cucinare e il marito, uno che lavora nel ramo della finanza, non fa che vantarla.
No decisamente non ci siamo.
Ginny!NO, Ginny cucina da dio, proprio come sua madre Molly.
Dannazione!
Hermione fu presa dal panico.
Va bene a me non interessa sposarmi, io voglio diventare solo una brava legismago, non m’importa null’altro.
Allora, perché si era imbarcata in quell’impresa suicida?
Oh si lo sapeva bene il motivo: un sensuale, tenebroso e presuntuoso legismago.
Avvenente e bellissimo, il sogno di tutte le donne del mondo magico. Purosangue o mezzosangue che fossero, tutte sognavano di fare breccia nel cuore di ghiaccio del mago e lei non era da meno.
L’uomo che le faceva battere il cuore da troppo tempo e che per lei, era irraggiungibile, inarrivabile.
In due parole Draco Malfoy, il suo capo.
***
 Aveva sbattuto sul banco da lavoro il grosso pezzo di manzo, come diceva il ricettario. Si sentì stupida nel farlo. Stava picchiando un pezzo di carne rossa, chi l’avesse vista avrebbe sicuramente pensato che stesse impazzendo.
Come dargli torto.
Aveva cosparso la carne di sale e pepe e per non sembrare tirchia, aveva esagerato riversando sulla carne ogni spezia le passasse a tiro.
Al sale e al pepe aveva aggiunto: curry ,noce moscata, cumino e peperoncino.
Sarà deliziosa, si disse convinta e poi lo buttò nella pentola lasciandolo cuore a cottura lenta.
Successivamente, aveva preparato le penne al pesto che nei minuti successivi alla loro cottura si erano compattate diventato un’ unica palla verdognola.
Sbiancò nell’istante in cui con una forchetta le sollevò tutte insieme.
Ora era tardissimo e non poteva fare altra pasta, non aveva più tempo.
Oddio, cosa mi è saltato in mente?
Guardò schifata le pentole nel lavabo, osservò il ripiano sporco di rimasugli di pesto e infine con un rapido movimento della bacchetta ripulì tutto.
Sconsolata , prevedendo la débâcle apparecchiò la tavola cercando di ricordare ogni dannatissima regola del galateo e alla fine si concesse una doccia.
Per fortuna almeno per il dessert si era affidata alla sua pasticceria di fiducia, ordinando i suoi dolcetti preferiti: i macarons.
Sì, quei deliziosi dolcetti avrebbero sollevato la cena e reso mansueto il suo capo, almeno questa era quello che si auspicava Hermione.
***
Il campanello suonò alle venti in punto mandando Hermione nel panico.
Scese correndo le scale con le scarpe in mano, si guardò allo specchio e dopo essersi vergognata per il vestito orribile che indossava si infilò le scarpe e aprì.
L’uomo le dava le spalle osservando con attenzione il quartiere babbano dove la giovane strega risiedeva.
- Malfoy-
Draco si rigirò per osservare la padrona di casa, un rapido sguardo e nessuna espressione cordiale.
Hermione era abituata al suo menefreghismo, non era certo una donna su cui uno come Malfoy avrebbe sbavato. Lui non sbavava , bastava che schioccasse le dita e ogni donna le cadeva ai piedi.
Ma per te non farà mai nulla di simile, si ricordò.
- Prego accomodati- disse sorridendo, cercando così di ritrovare la calma – hai avuto problemi a trovarla?- domandò.
- No- rispose secco entrando nella piccola sala.
Hermione si morse il labbro preoccupata mentre si richiudeva la porta alle spalle. Da quell’istante iniziava la sua serata, che presto si rivelò il più grande sbaglio della sua vita o forse...
Osservò Malfoy togliersi il cappotto con infinita eleganza.
- Dai a me – disse venendoli incontro, -lo appendo - Draco fu restio nel dargli il suo soprabito e seguì con occhi vigili la Granger appendere il cappotto nero di taglio sartoriale su un gancio in ferro battuto dietro alla porta d’ingresso.
- Avevi detto che avremmo mangiato solo una cosa- disse non appena Hermione arrivò nuovamente nella sala da pranzo.
- Come?-
- Sembra che debba mangiare un esercito, siamo solo noi spero?- chiese Malfoy assottigliando lo sguardo sul viso della strega e indicando successivamente la tavola adornata con ricercate stoviglie e un imperioso centrotavola.
- Sì certo, dobbiamo...-
- Infatti, il cibo non è importante, il lavoro si- replicò Malfoy secco anche se il tono utilizzato dal mago era diverso dal quello solito.
Hermione non replicò annuì alla sua frase socchiudendo gli occhi.
- Granger?-
- Ora mangiamo – rispose riprendendosi un attimo, poco  dopo scomparì dentro la piccola e angusta cucina.
Il cuore le batteva forte e l’ansia non la lasciava respirare, presto avrebbe proposto a Draco Malfoy cibo che, ne era sicura, era immangiabile.
Perché mi sono proposta come cuoca?
***
Prese un grosso respiro prima di uscire dalla cucina con la prima portata.
A piccoli passi arrivò alla tavola senza mai guardare il biondo, che accanto al camino osservava le sue foto appese al muro.
Fa che non veda come ero brutta da piccola, si disse.
- è pronto - enunciò Hermione con voce sicura, anche se le mani non smettevano di tremare.
Draco si girò di scatto sorpreso, infatti, non si era accorto che la Granger era rientrata nella sala.
- Non amo molto la pasta - disse Malfoy avvicinandosi un poco per osservare cosa la strega avesse nel piatto.
- Ah capisco -
- Però ... -
- No va bene - Hermione nemmeno lo guardò, riprese la pirofila e rientrò in cucina.
Deglutì a fatica ma non si lasciò sopraffare dallo sconforto.
Tirò fuori il manzo e lo dispose sul piatto, tagliò alcune fette con non poca  fatica e infine, dispose le verdure cotte e il sughetto della carne.
Sorrise compiaciuta, la carne era certa che gli sarebbe piaciuta.
Quando rientrò nella sala lo trovò seduto a capotavola, osservando perplesso la bottiglia di vino che aveva preso nel piccolo negozietto all’angolo.
- Spero che sia buono, me l’hanno venduto come un vino di ottima qualità, pare che sia andato a ruba -
- Non l’ho mai sentito-
- Ti piace la carne?- domandò incalzante per abbandonare la probabile discussione sul vino.
Malfoy guardò perplesso il piatto che la Granger aveva tra le mani e rimase senza parole; il rosbif non era certo un piatto che era solito mangiare il giorno della vigilia, era troppo comune per maghi purosangue come i Malfoy. Distese le labbra in quello che doveva essere un sorriso mentre i suoi occhi osservavano le fette di carne che erano state tagliate con coltelli non adatti, ma  questa volta non se la sentì di dire nulla.
- Si- rispose alla fine rallegrando con quell’affermazione la bella strega .
Hermione sorrise compiaciuta, servendo così al suo capo due grosse fette di carne .
Il legismago aprì il vino cercando di fare l’indifferente e riempì sia il suo bicchiere che quello della donna.
Quando si risedette notò gli occhi grandi e caldi della strega su di se.
Un brivido gli scese lungo la schiena  e sentì caldo, ma come al solito , lei, non se ne accorse.
- Bene- , disse – buona cena-.
Hermione annuì ma non abbassò mai il capo attendendo che fosse lui il primo a mangiare, così Malfoy prese forchetta e coltello e iniziò a tagliare.
La carne , che a primo acchito sembrava morbida, si rivelò stopposa e dura da tagliare, ma Malfoy non lo diede a vedere e senza fare storie la infilò in bocca.
Hermione trattenne il fiato osservando ogni movimento di Draco, che masticava lentamente.
Mangia perfino con classe.
Infine, l’uomo, prese il bicchiere e sollevò il calice all’indirizzo della padrona di casa.
- è ottimo- disse ma il viso era pallido e i suoi occhi non erano vigili e sferzanti come al solito.
Hermione guardò il suo piatto e iniziò anche lei a tagliare ma la sua forza era senza dubbio minore rispetto a quella di Draco. Quando finalmente riuscì a mettersi un pezzo di carne in bocca, il mondo le crollò.
- Fa schifo- disse alzandosi di scatto dalla sedia e con un colpo di bacchetta fece evanescere la carne dai piatti.
- Granger, se vuoi posso... -
- No- ripose trattenendo a stendo le lacrime.
- Ma a loro non importa sarebbero...-
- Già a loro non importa ma a me si. Mi spiace per la pessima cena e non posso trattenerti oltre – disse girando le spalle al suo capo.
- è bene che lavoriamo ognuno a casa propria - aggiunse infilandosi in cucina.
A Malfoy crollò il mondo.
- Che vuol dire lavoriamo ognuno per conto proprio?- era entrato nella cucina senza invito, era la prima volta in assoluto che metteva piede in una cucina, al manor non aveva mai osato farlo o i suoi elfi l’avrebbero assalito con il cibo.
- Granger- la richiamò non appena notò la mano della strega asciugarsi una lacrima.
Hermione si girò furente, sapeva che l’aveva vista ma ormai non poteva farci nulla. La rabbia e il suo orgoglio vennero fuori prorompenti.
- Questa è casa mia, anche se sei il mio capo non ti ho dato il permesso di entrare nella mia cucina. La cucina è sacra per una cuoca- disse con astio.
Malfoy aggrottò la fronte.
- Tu non sei una cuoca- replicò.
- Certo io non sono una cuoca, per te non sono nemmeno una donna. A mala pena, sono un legismago. Giusto Malfoy!-
- Granger credo tu sia scossa-
- Non sono scossa – urlò spingendolo via dalla cucina, infischiandosene di sembrare maleducata e inospitale. Sfiorò con decisione il petto del mago con le mani e lo spinse ancora .
- Dovevamo lavorare- le ricordò l’uomo furente.
- Lavoreremo, ma ognuno a casa propria. Ora, torni a casa tua e mangi il cibo preparato dai tuoi elfi- disse ancora.
- Granger non fare la bambina, sono qui  e resto qui- replicò ancora il legismago.
- No invece, non voglio...-
- Mi stai buttando fuori da casa tua?-
- Sì-
Draco storse la bocca e senza nemmeno guardarla afferrò la sua giacca.
- Credo...- disse infilandosi con un gesto secco e veloce l’indumento di alta sartoria
- Lo so, sono licenziata- disse fiera.
Draco si rigirò di scatto.
- Osa soltanto dare le dimissioni e ti faccio terra bruciata intorno- tuonò Malfoy e senza nemmeno salutarla se ne andò sbattendo la porta d’ingresso.
   
 
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