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Autore: pollama    27/12/2012    5 recensioni
E' un caldo giorno di metà Agosto e Ron e Hermione decidono di passare un po' di tempo insieme.
[dal testo]: "Continuarono a chiacchierare a lungo e quando il sole iniziò a calare, le colline alle loro spalle erano già divenute scure.
«Sarà meglio tornare a casa. Sta facendo buio.» disse Hermione, guardando il cielo scurito."
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Questa ff è arrivata 6° al contest: Every Month Has its Present! Ron&Hermione
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Titolo: Love in mid-August
Personaggi: Ron/Hermione

Prompt: finestra
Canzone se utilizzata:
“Trying not to love you” Nicleback 
Citazione se utilizzata:Potresti scoprire che la cosa che odi tanto è la stessa che ti manca quando non c'è. (Wendy Lawrence) 
Contesto: Dopo 2°  guerra magica/ Pace
Genere: romantico, sentimentale
Rating: verde
Avvertimenti: one-shot
Introduzione: Ron e Hermione decidono di fare una passeggiata in campagna. Lì decidono di aprire il loro cuore un ulteriore volta, come per paura di perdersi di nuovo.
Eventuali NdA: Ho messo in corsivo le cose che erano presenti nel pacchetto. Della canzone ho usato qualche frase.

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 Love in mid-August 
 

Era metà Agosto. 
La campagna pullulava di profumi, farfalle e ronzii.
Le cicale stornellavano la loro musica, regalando quel tocco in più che rendeva tutto più armonioso.
Il sole pomeridiano, dava una leggera tregua al caldo afoso della mattina e colorava di arancio i campi di grano che correvano lungo i lati di una piccola stradina sterrata.
«Rallenta! Ron, rallenta!» gridava Hermione, rompendo la quiete della campagna, mentre cercava di reggersi sul retro della bicicletta, aggrappandosi alla maglia di Ron.
Il vestito bianco, un po’ troppo corto per una passeggiata in bicicletta, svolazzava dappertutto scoprendo più del dovuto le gambe della ragazza.
«Oh miseriaccia, Hermione! Copri quelle gambe.» diceva voltandosi ogni tanto imbarazzato e con il viso completamente paonazzo.
«Forse se rallentassi il vestito starebbe al suo posto.»
A quelle parole, Ron, puntò i piedi a terra, facendo frenare talmente tanto bruscamente la bicicletta che Hermione picchiò la tempia contro la sua schiena.
«Esistono i freni.»
«Cosa?»
«I freni.» ripeté scendendo dalla bici e indicando le levette sul manubrio.
«Sono questi? Pensavo funzionasse come i manici di scopa.» rispose con un aria innocente e divertita.
«Questa è una creazione babbana.»
Il ragazzo rise sotto i baffi e guardandola negli occhi le aggiustò dolcemente delle ciocche di capelli fuori posto.
Stettero un paio di minuti a guardarsi in silenzio, come se non avessero bisogno di parlare per capire i loro desideri e i loro pensieri.
Hermione si  lasciò rapire da quell’azzurro intenso e senza pensare a nulla lo baciò.
«Sa-Sai? Credo che mi ci debba ancora abituare.»
«Abituare a cosa?» chiese lei accigliata.
«A te. Voglio dire… ti ho desiderata così tanto che sembra… un sogno.» affievolì la voce come per paura di risultare stupido e di arrossire ancora di più.
Hermione non rispose, sorrise ed incominciò a camminare lungo un viale che portava ad un’ area picnic.
Ron prese la bicicletta ed incominciò ad incamminarsi anche lui. Il cigolio delle ruote sembrava aver fatto zittire gli insetti che prima cantavano ininterrottamente.
Si sedettero sul prato raso dopo aver sistemato la tovaglia ed il cesto in cui c’era la merenda. Ron, continuava a guardare Hermione, che pareva immersa in chissà quale pensiero.
Non era abituato a vederla silenziosa. Di solito scoppiava di parole, una che susseguiva l’altra come se fossero state un fiume in piena e lui adorava ascoltarla, sentire ogni piccola vocale pronunciata dalle sue labbra.
Così, le chiese «Tutto bene?»
«Sì. Solo che stavo pensando ad una cosa.»
«A cosa?»
«A quello che hai detto prima e…»
«E?» il ragazzo sentiva il suo cuore martellare nel petto, aveva paura. Paura di aver fatto la parte dell’idiota.
«E credo che hai ragione» lo guardò sorridendo e, poggiando la testa sulla sua spalla, continuò «Si dice che potresti scoprire che la cosa che odi tanto è la stessa che ti manca quando non c'è.» fece una piccola pausa. Guardò le loro mani che si stringevano e poi continuò «Sai?Quando hai lasciato me ed Harry alla tenda, ti ho odiato e tanto, ma poi ho pensato che potevo non rivederti più… e mi sei mancato. Mi sei mancato tanto ed è stato in quel momento che ho compreso di amarti sul serio»
Quando Hermione lo guardò, Ron scorse i suoi occhi lucidi e sentì una stretta al cuore.
«Credimi, mi sei mancata anche tu. Ho cercato di non pensarti. Poi ho riflettuto: perché tentare di non amarti? E guardaci ora… stiamo insieme e siamo felici. Si potrebbe chiedere di più
La strinse a sé forte. Non l’avrebbe mai più lasciata.
L’aveva giurato.
Si baciarono, senza distogliere i loro occhi che studiavano attentamente l’uno le iridi dell’altra.
«Vogliamo iniziare a mangiare la merenda?» disse Hermione, prendendo tra le braccia il cesto di vimini.
«Dipende… cosa hai preparato di buono?»
«Biscotti alla marmellata e panini all’olio.»
«Solo?»
Hermione lo guardò minacciosa, come per dire “o questo o nulla”.
«Va bene… ho capito. Non sei una brava cuoca.»
«Ronald Weasley, o ti accontenti di queste cose o le faccio sparire con un tocco di bacchetta.»
«Ri- Ripensandoci va più che bene.»
Risero contemporaneamente.
Continuarono a chiacchierare a lungo e quando il sole iniziò a calare, le colline alle loro spalle erano già divenute scure.
«Sarà meglio tornare a casa. Sta facendo buio.» disse Hermione, guardando il cielo scurito.
Il ragazzo annuì e l’aiutò a mettere a posto i piatti usati e una volta saliti sulla bicicletta iniziarono a ripercorrere la stradina di campagna.
«Io vorrei tanto non doverti salutare.»
«Ci vediamo domani.» rispose lui, con un sorriso sghembo, mentre pedalava velocemente.
«Sì, ma…»
«Ma?»
«Ma… voglio parlare e ascoltarti ancora un po’.»
Hermione strinse ancora più forte il petto di Ron, poggiò la testa sulla sua schiena e sperò con tutta sé stessa che la mamma ed il papà non fossero ancora tornati perché sapeva che se c’erano, Ron non avrebbe voluto ascoltare niente e sene sarebbe voluto andar via per l’imbarazzo.
La piccola casa dei Granger iniziò a farsi più nitida ed una volta imboccato il vialetto del giardino, Hermione chiese a Ron: «Mi fai compagnia fino a quando i miei non tornano?»
Ron rimase un po’ sorpreso da questa richiesta. Non aveva mai pensato di dover entrare in casa di Hermione così.
«Io… ecco… Hermione, non avrei mai pensato ad una proposta… del genere così d’un tratto.»
Hermione divenne violacea sulle guance e dandogli uno schiaffetto sul braccio disse velocemente: «Per Merlino Ron! Cosa ti salta in testa? Era un modo per dirti che non volevo stare sola a casa e tu? Tu cosa vai a pensare?» Digrignò i denti e si diresse a passo veloce verso la porta d’ingresso.
«He- Hermione… Ho pensato male… Ma anche tu… cioè… potevi chiederlo senza giri di parole!»
La ragazza fece scivolare i capelli dietro la schiena e, guardandolo in cagnesco, aprì la porta e gli augurò buonanotte.
«Aspetta…» la ragazza chiuse la porta, lasciando Ron fuori con la mano ancora poggiata al legno dello stipite.
«Ma- Magari possiamo bere un succo di zucca accanto alla finestra.» disse lui, mettendo in mostra uno dei suoi più bei sorrisi, sperando che Hermione lo stesse guardando dalla buca delle lettere.
La ragazza sbuffò e facendo un mezzo sorriso aprì la porta dopo una manciata di minuti.
«Non volevo essere mal pensante.» disse il ragazzo con le orecchie che andavano a fuoco al solo pensiero… “Quel” pensiero.
Una volta entrato in casa si guardò attorno. Gli occhi gli caddero su di una foto incorniciata e poggiata sul camino: Hermione con uno strano cappellino in testa e che manteneva un dolce con su quattro candeline. Sorrise, e guardandola da lontano pensò che l’amava davvero.
«Perché i tuoi non ci sono?»
«Sono andati ad assistere ad uno spettacolo a teatro.»
«E’ bello?»
«Sì. E’ come se fosse una piccola finestra su di un mondo immaginario.» sorrise, sperando di andarci presto di nuovo. E magari con Ron.
Si sedettero sul divano.
Il silenzio era quasi imbarazzante. Nessuno dei due aveva la minima idea di come rompere il ghiaccio. Ma più si guardavano e più sentivano un formicolio vorticare nello stomaco.
E senza pensarci due volte le loro labbra si rincontrarono, assaporando ogni piccolo respiro.
Sospirarono, sentendo i loro cuori battere all’impazzata e i loro occhi brillarono nel guardarsi.
«Ti ho mai detto che ti amo?» disse Ron socchiudendo gli occhi e posando di nuovo la sua bocca su quella di lei.
Hermione sorrise ed iniziò a raccontare un po’ di aneddoti di lei bambina e dell’asilo.
«Perché  voi babbani andate a scuola così presto?» chiese Ron visibilmente inorridito.
«La legge babbana dice questo.»
Si ritrovarono nuovamente in silenzio prima che Ron iniziasse a raccontare del suo sesto compleanno e di come Fred e George convinsero Molly a farlo andare con loro sulla scopa.
E senza accorgersene, si ritrovarono addormentati, stretti l’uno all’altra, mentre la luce pallida della luna faceva capolino dalla piccola finestra.

  
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