Primo Capitolo

 http://www.youtube.com/watch?v=e9atYurAbqM

(consiglio di ascoltare la canzone prima di leggere il capitolo, mi immagino così la storia.)

“Bravo Justin!”

“Grazie Scoot.” 

“L’acqua Justin.” 

“Grazie Mary.” 

Justin afferrò la bottiglietta di acqua naturale e ne bevve metà in pochissimo tempo. Diede la bottiglietta a Mary e continuò a camminare asciugandosi con la manica il sudore che gli scendeva dalla fronte. Entrò nel camerino e guardò il suo riflesso allo specchio. Le sue guance erano rosse e vi era ancora qualche goccia di sudore che gli scendeva dalla fronte. Fece un respiro profondo, soddisfatto si dipinse un sorriso sul volto lasciandosi cadere sul divanetto posizionato al lato destro della stanza. Guardò ancora la lunga fila di supra viola e bianche che stava sotto a tutti gli abiti viola, bianchi, rossi e neri che utilizzava ai suoi concerti prima di essere interrotto dallo spalancarsi della porta.

Sua madre Pattie gli corse incontro e lo abbracciò con le lacrime agli occhi dall’emozione. La donna piangeva ad ogni concerto, nessuno escluso. Justin la abbracciò stretta, senza il supporto della madre non ce l’avrebbe fatta a diventare l’idolo di milioni di ragazze, un big della musica internazionale. 

“Finalmente si torna in Canada, eh?” disse il ragazzo

La madre annuii con un grande sorriso.

Justin adorava vedere sua madre sorridere, era proprio quel sorriso a dargli la forza di salire sul palco ogni volta, certo non erano da meno tutti i tweet delle beliebers che lo supportavano come mai nessun altro fandom aveva fatto per il proprio idolo.

Believe in everything because everything is reachable.

Era impressionante, tutte quante tenevano tantissimo a lui, e lui cosa aveva fatto per loro? Aveva scritto delle canzoni, cos’altro? Doveva essere qualcosa d’importante, loro lo amavano così tanto. 

“Mamma, papà, siamo a casa!” urlò Pattie una volta entrata nella casa dei suoi genitori

Bruce e Diana si affrettarono alla porta e abbracciarono Pattie e Justin anche loro con le lacrime agli occhi.

“Entrate, su.” Disse Diana andando in salotto

Era addobbato e c’era anche un grande albero di Natale pieno di lucette natalizie. Bruce prese la valigia di Justin e salì le scale con Justin subito dietro. Justin si strofinò gli occhi e sbadigliò rumorosamente. Entrarono nella vecchia camera del ragazzo. Era rimasta uguale: pareti bianche con una striscia blu dei Toronto Meaple Leaves (la squadra per la quale Justin tifa tuttora), tanti trofei e foto di Justin sui pattini o a basket, il poster di Bart Simpson e il letto che un tempo sembrava enorme ora sembrava minuscolo. Justin non riusciva a smettere di sorridere nonostante il sonno. Bruce spense le luci e Justin si buttò sotto le coperte senza neanche mettersi il pigiama. 

Questa vita gli mancava, eccome se gli mancava.