Anime & Manga > Inazuma Eleven
Ricorda la storia  |      
Autore: _Girella_    27/12/2012    6 recensioni
[Questa fan fiction partecipa al Contest “The World’s End” indetto da K i w i]
[...] Endou aveva smesso persino di tremare. –Sai, non me la immaginavo così la fine del mondo-.
-Che intendi??-.
Mamoru addirittura rise –Bhè sai… Non mi aspettavo che fosse così teatrale. Pensavo… non so, un’esplosione, una pioggia di meteoriti, qualcosa così. [...] O magari niente di tutto questo. Semplicemente il mondo sarebbe finito durante la notte, mentre tutti dormivamo, e non ce ne saremmo nemmeno resi conto-.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel/Shuuya, Mark/Mamoru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Autore/i:  Marty_love Jonas
Titolo: I’m afraid, Gouenji…
Pairing: EndoGou. Mini mini mini accenno alla KidoFudo.
Parole: 3105
Prompt: //
Note: ringrazio Kiwi per avermi permesso di partecipare a questo concorso. Tra l’altro è il primo a cui partecipo e sarà un disastro, ma c’è sempre una prima volta :3
Desclaimer: I personaggi di questa fan fiction non appartengono a me (purtroppo çWç) ma a chi li ha creati. Chiunque plagerà o prenderà ispirazione da questa fic(come se qualcuno potesse prendere spunto da ‘sto robo, pfffff) verrà semplicemente ucciso.  
 
 
I’m afraid, Gouenji…
_________________________________________________________________________
 
Il sole non era ancora sorto, eppure Endou Mamoru era già sveglio, e fissava le tapparelle abbassate con intensità, come se cercasse in esse la risposta alle domande che in quegli ultimi giorni avevano cominciato a affollargli la mente in modo fastidioso.
   Con uno sbadiglio si stiracchiò, chinandosi per recuperare il cuscino caduto a terra. Si godette ancora qualche secondo di silenzio prima di voltare la testa verso la persona sdraiata accanto a lui.
   Gouenji dormiva placidamente.
   I capelli sparsi sul cuscino, l’espressione rilassata, non aveva niente dell’impassibilità del “bomber di fuoco” che gli altri ragazzi vedevano ogni giorno sul campo da calcio.
   Endou Mamoru si vantava di essere l’unico a conoscere quel lato così intimo della vita del numero 10.
   Non che andasse in giro a spiattellarlo ai quattro venti, ma tant’è…
 
   Rimase qualche minuto perfettamente immobile, a fissarlo, prima di allungare la mano e scostargli delicatamente un ciuffo di capelli dalla fronte. Non era sua intenzione svegliarlo, ma quello aprì comunque gli occhi, lentamente.
   -Ciao Shuuya-kun- era appena un sussurro, quello di Endou. Gouenji sorrise, stropicciandosi gli occhi.
   -Ehi- salutò poggiando una mano su quella di Endou, ancora sulla sua guancia. –Come mai sei già sveglio??-.
   Le lancette luminescenti della sveglia indicavano appena le cinque del mattino, ed Endou Mamoru non era certo un tipo mattiniero.
 
   Il portiere gli sorrise di rimando, poi gli si avvicinò, posando il mento nell’incavo della spalla e godendosi il suo calore.
   -Stavo pensando…-.
   -Tu pensi pure??- ridacchiò l’attaccante passandogli distrattamente una mano tra i capelli che, non essendo fermati con la fascia, gli andavano da tutte le parti.
   Endou si vendicò infilandogli le mani ghiacciate sotto la maglietta e poggiandogliele sulla schiena scaldata dalle coperte. Gouenji sobbalzò.
   -Già, a volte capita anche a me- sorrise il numero 1, per poi voltarsi nuovamente verso la finestra con un profondo sospiro.
   Gouenji rimase qualche secondo immobile, ancora nel pieno della fase di terzo rem. Perché Endou si comportava in modo così strano, quella mattina??
   Scostò le lenzuola aggrovigliate e gli si avvicinò, prendendogli la mano. –Cosa c’è che non va, Mamoru-kun??-.
   Il ragazzo chiuse un secondo gli occhi, poi si voltò verso di lui.
   -Ho paura…-.
 
Inizialmente, Gouenji credette che si trattasse di uno scherzo. –Cosa??- domandò colto di sorpresa, ma proprio mentre stava per mettersi a ridere, notò che Endou non aveva davvero l’aria di uno che scherza. Lo fissava intensamente, le palpebre gli tremavano, come se stesse per mettersi a piangere.
   -Ho paura- ripetè, e se possibile la frase risuonò ancora più strana di prima alle orecchie di Shuuya.
   -Come sarebbe a dire che hai paura, Mamoru?? E di cosa??-.
   -Io…-.
   Non completò la frase, evidentemente imbarazzato.
   Gouenji cercò di farlo sciogliere, poggiando dolcemente le labbra sulle sue. Era incredibile come Endou sembrasse perdersi completamente in lui ogni volta che si baciavano, come se la consapevolezza di ciò che gli accadeva intorno scivolasse via dalla sua mente come nebbia al vento. Quando si staccarono, sembrava più tranquillo.
 
   Gli sorrise. –Adesso mi dici perché avresti paura??-.
   Di nuovo, Endou s’incupì. –Sai che giorno è oggi??-.
   Gouenji, che quando si svegliava alla mattina a malapena ricordava il proprio nome, dovette guardare di nuovo i numeri luminescenti della radio sveglia. –Il 20 dicembre- rispose.
   Endou annuì, rimanendo il silenzio.
   -Allora??- chiese il numero 10 dopo un po’, non riuscendo a capire il nesso tra quella data e l’improvviso comportamento del ragazzo.
   -Domani è il 21 dicembre-.
   -E quindi??-.
   -Bhè, ecco…-.
 
   Finalmente tutto fu chiaro. Gouenji spalancò gli occhi, capendo all’improvviso.
   -Non vorrai dirmi…-.
   Cercò di rimanere serio. Davvero, si impegnò per impedirsi di ridere.
   Endou lo osservò accigliato mentre si rotolava tra le coperte reggendosi la pancia. –Non sei d’aiuto- sbuffò.
–Endou…- ansimò tra le lacrime l’altro, cercando di riprendere fiato. –Non vorrai dirmi che hai paura… della fine del mondo??-.
 
   Mamoru lo guardò male. –Lo dici come se fosse una cosa stupida-.
   -Ma dai!! Grande e grosso come sei prendi ancora sul serio queste superstizioni??-. Gouenji non riusciva a raccapezzarsi. Così come non riusciva a smettere di ridere.
   -Nessuno ha ancora dimostrato scientificamente errata la teoria dei Maya- ribattè Endou mettendo il broncio e incrociando le braccia.
   Gouenji sorrise tra sè. Adorava quando il lato rimasto bambino del carattere del suo ragazzo prendeva il sopravvento. Si alzò a sedere e gli arruffò i capelli.
   -Sei davvero dolce-.
   -Dolce??- ripetè Endou colto alla sprovvista.
   -Si. Non credevo che tu potessi avere paura di una cosa del genere-.
   -Smettila di farmi sentire un idiota!!-.
   Eppure, Gouenji non riusciva a impedirselo. Gli sembrava talmente assurdo il fatto di star avendo quella conversazione con Endou che non riusciva a credere che il ragazzo stesse parlando sul serio.
   Abbassò lo sguardo su di lui, che,offeso, si era voltato di spalle, e lo abbracciò da dietro.
   -Devi stare tranquillo- mormorò, le labbra a pochi centimetri dal suo orecchio. –Se ti fa sentire meglio, domani passiamo tutta la giornata insieme. D’accordo??-.
   Gli occhi di Endou brillarono mentre si voltava verso di lui. Poggiò la fronte sulla sua. –Davvero lo faresti??-.
   -Per te tutto- rispose Shuuya accarezzandogli la guancia. –Ma stai tranquillo. Non succederà niente-.
 
°°° Il giorno dopo °°°
 
Endou tirò fuori le chiavi dalla tasca dei jeans e aprì la porta. Oramai i suoi timori non erano altro che lontani ricordi e, riflettendoci, si chiedeva come avesse potuto essere stato così stupido da aver paura di una cosa del genere, di una stupida superstizione.
   “Almeno” si consolò stringendosi nelle spalle. “Ho passato tutto il giorno con Shuuya”.
   Infatti, come aveva promesso, Gouenji non lo aveva lasciato un secondo, e per tutto il giorno erano stati assieme, appiccicati come due ventose, guadagnandosi numerose occhiate disgustate dagli “asociali” della squadra.
   -Date il voltastomaco- aveva brontolato Fudou.
   -Fate venire il diabete-aveva rincarato la dose Kidou.
   Endou aveva deciso di smettere di ascoltarli quando li aveva visti appartarsi dentro allo spogliatoio nel bel mezzo dell’allenamento.
 
Comunque, checché ne dicessero gli altri, la costante presenza del ragazzo aveva fatto sì che Endou non stesse preoccupato per tutto il giorno e il portiere gliene era grato.
   Accese la luce e fece segno a Gouenji di sedersi sul divano.
   -Com’è che casa tua è così ordinata??- domandò il numero 10 sfilandosi il giubbotto e appendendolo all’attaccapanni. Solo pochi giorni prima l’ingresso era nel più completo disordine.
   Endou si strinse nelle spalle, infilando i guanti nelle tasche del proprio giubbotto e togliendosi la sciarpa-era decisamente un tipo freddoloso. –Ho fatto ordine-.
   -E’ irriconoscibile-. Gouenji entrò nel salotto. La sua attenzione fu attirata dall’armadio bianco accanto alla scrivania, solitamente vuoto e aperto. In quel momento, invece, era chiuso e sembrava sul punto di esplodere. –Che c’è qui dentro??- chiese incuriosito, allungando la mano verso la chiave.
   Endou gli fu accanto in un nanosecondo. –NON PROVARE AD APRIRLO!!- lo intimò, e Gouenji smise di chiedersi dove fossero finite tutte le cianfrusaglie che fino a pochi giorni prima affollavano la casa del ragazzo.
 
   Endou si accoccolò a fianco del ragazzo, superando l’ostacolo maglietta e posandogli le mani gelide sulla pancia.
   Gouenji ebbe un sussultò. –Sta diventando una fissazione- esclamò.
   -Sei sempre così caldo…- mormorò Endou chiudendo gli occhi, e Gouenji rinunciò anche al proposito di arrabbiarsi. Come avrebbe potuto, con Mamoru che gli stava accanto, la guancia sul proprio petto?? Ruffiano…
   Afferrò il telecomando e cambiò canale, finendo su quello dei cartoni animati. Trasmettevano uno dei tanti cartoni sul Natale, che era sempre più vicino. Avevano acceso le luci sull’albero che Endou aveva decorato due settimane prima e che adesso faceva la sua gran bella figura nell’angolo, accanto al presepe.
   Endou saltò su, rinvigorito. –Adoro questo cartone!! Lascialo, lascialo, lascialo!!-.
   Gouenji trattenne un sorriso. Quanto amava Endou quando si comportava in quel modo…
  
Erano ormai le dieci di sera. Con Endou praticamente addormentato accanto a sé che lo riscaldava, le luci dell’albero di Natale e la luce soffusa della televisione, Gouenji sentì di essere davvero felice.
   Endou aveva dimenticato le sue sciocche paure, e insieme avevano passato una bellissima giornata.
   Abbassò il volume alla televisione per non disturbare il ragazzo e cominciò a ponderare l’idea di abbandonarsi al sonno a sua volta.
   Fu allora che un rumore gli fece spalancare gli occhi di colpo.
   Sembrava il suono di un orologio a pendolo, come quello che rintoccava allegramente ad ogni ora nell’ingresso della casa di sua nonna.
   Ma che Endou si fosse comprato un orologio a pendolo era davvero una novità.
 
   Guardò l’orologio al polso. Erano le undici e mezza: evidentemente si era davvero addormentato.
   La luce della televisione si spense di colpo. I rintocchi dell’orologio continuavano, ma adesso parevano più lontani, come se si stessero gradualmente allontanando.
   Deglutendo a vuoto, Gouenji si alzò cercando di non svegliare Endou e allungò la mano verso l’interruttore più vicino. Lo premette un paio di volte, ma il lampadario non sembrava intenzionato ad accendersi.
   “E’ solo un blackout” cercò di convincersi. Certo, doveva essere così.
   Peccato che le luci dell’albero di Natale continuassero a lampeggiare allegramente, illuminando a scatti il muro retrostante.
   “Se la luce è davvero andata via, perché quelle sono ancora accese??-.
   Si rese conto di aver cominciato ad ansimare. Cercò di calmarsi, ripetendosi di non fare l’idiota. Il panico non avrebbe aiutato la situazione.
   Decise di controllare che la luce fosse andata via anche nelle altre stanze. Così, magari, avrebbe anche scoperto da dove provenivano quei rintocchi che iniziavano a diventare fastidiosi.
 
   I suoi passi sulla moquette non facevano il minimo rumore. Avanzando a tentoni, trovò finalmente la porta della cucina e abbassò la maniglia.
   “Che strano, non ricordavo che fosse chiusa” pensò entrando. Le tapparelle della finestra erano alzate e la fioca luce della Luna illuminava le superfici dei mobili. Almeno non sarebbe andato a sbattere contro qualcosa.
   Esitò un istante davanti all’interruttore. Solo un istante. Poi decise di smetterla di comportarsi da stupido, e lo premette con decisione.
   Come aveva temuto, la luce non si accese.
 
   “Riflettiamo” si disse mentre una gocciolina di sudore freddo gli correva lungo la schiena. “Se fosse andata via la luce, allora anche quelle dell’albero di Natale dovrebbero essersi spente. Se però non si tratta di un blackout, perché le luci non si accendono?? Mi sembra impossibile che si siano bruciate tutte di colpo…”.
   -Shuuya…-.
 
   Sobbalzò, il cuore in gola. Girandosi, si trovò davanti agli occhi spaesati e confusi di Endou.
   Rilasciò andare l’aria che non si era nemmeno accorto di stare trattenendo.
   -Mamoru…-.
   -Shuuya, che succede?? Mi sono svegliato, e di là è tutto buio…-. Sembrava spaventato.
   Gouenji gli passò una mano tra i capelli. –Scusami, sono venuto un attimo a controllare…-. Si bloccò, reagendo a scoppio ritardato. –Aspetta, hai detto che di là era tutto buio??-.
   Endou annuì. –Perché hai spento le luci??-.
   Invece di rispondergli, il numero 10 si diresse in salotto, cercando di non sbattere contro la porta.
   Effettivamente Endou aveva ragione. La stanza era nell’oscurità più completa.
   Tornò in cucina, dove trovò Endou che litigava con l’interruttore. –E’ andata via la luce??-.
   -Credevo anche io, per questo sono venuto a controllare di qua. Ma quando ho lasciato il salotto, le luci dell’albero di Natale erano ancora accese-.
   Mamoru lo guardò confuso. –Com’è possibile?? Adesso…-.
   -Sono spente. Lo so, l’ho visto-.
 
Rimasero in silenzio per qualche minuto, fissandosi negli occhi. Gouenji si sforzava di pensare lucidamente, senza lasciare che il panico prendesse il sopravvento. Cercando di impedirsi di pensare che le paure di Endou fossero fondate.
 
   -Cos’è questo suono??-.
   La voce di Endou lo riportò alla realtà. –Non lo so, lo sento da quando mi sono svegliato. Forse si sono incantate le batterie dell’orologio a pendolo-.
   -Io non ho un orologio a pendolo-.
   -Lo sospettavo…-.
 
   Rendendosi conto che Endou aveva cominciato a tremare, gli si avvicinò e lo abbracciò. –Tranquillo, okay?? Non c’è niente di strano…-.
   Il ragazzo annuì, il volto nascosto nel suo petto. Gouenji cercò di ignorare il respiro affannoso di Endou si concentrò invece su quei rintocchi, cercando di individuarne la direzione.
   Eppure, per quanto si sforzasse, pareva che non avessero un punto d’origine. Erano ovunque attorno a loro, benché sempre più flebili.
 
   Proprio quando stava iniziando a calmarsi, una porta sbatté. Endou sobbalzò e si lasciò sfuggire un grido di sorpresa, Gouenji si morse la lingua per non lasciarsi sfuggire nemmeno un suono.
   -Sarà sbattuta per il vento- sussurrò più a se stesso che a Endou. Guardò fuori dalla finestra, ma le foglie degli alberi erano perfettamente immobili. Nemmeno un filo d’aria le scuoteva.
   “Grandioso…”
 
Dopo ancora qualche minuto, Gouenji sospirò, staccando Endou da sè, e lo prese per mano.
   -Che fai??-.
   -Andiamo a controllare cosa diavolo sta succedendo di là-.
   -Dobbiamo proprio??-.
   -Certo-. Gouenji gli strinse la mano per trasmettergli un po’ del coraggio che avrebbe tanto voluto avere. –Non possiamo mica starcene qui fino a domani mattina-.
   Endou non rispose, lasciando ben intendere che la cosa non gli sarebbe dispiaciuta per niente, e Gouenji quasi rise.
 
   Tirò fuori dalla tasca il cellulare e premette un tasto. Una piccola luce azzurrina illuminò la strada davanti a se. Non era un granchè, ma sempre meglio di niente.
   Lentamente, cercando di non produrre il minimo rumore, si avvicinarono alla porta della cucina e lanciarono uno sguardo all’ingresso, un tunnel nero e silenzioso. Endou deglutì, facendo un passo avanti, giusto per non fare la figura del completo fifone. Gouenji se ne accorse e sorrise, prima di seguirlo.
 
   Dopo essersi presi un infarto passando davanti allo specchio per colpa della luce del cellulare che li faceva assomigliare a due fantasmi sperduti ed essere andati a sbattere contro la porta del bagno-Endou era sicuro di averla lasciata aperta, ma tenne i suoi dubbi per sé- arrivarono alla stanza di Endou.
   Almeno lì sembrava tutto in ordine, o meglio, in disordine. A parte il completo caos tipico di Endou, non sembravano esserci rumori strani. Gouenji si concesse un sospiro di sollievo.
   Stava per chiudere la porta quando si bloccò. Scoppiò a ridere. –Mamoru, certo che hai davvero il gusto dell’orrido per quanto riguarda le bambole-.
   Il portiere si imbronciò. –Bambole??-.
   Gouenji annuì, indicando l’orrendo bambolotto adagiato sul letto di Endou. –Quello lì non è proprio il massimo della bellezza, no??-.
   Endou si sporse oltre la sua spalla per guardare all’interno della stanza e quasi perse l’equilibrio. –Non è mio- e Gouenji si immobilizzò sul posto.
   Cercando di impedirsi di guardare quella bambola dagli occhi verdi e fosforescenti e il ghigno sinistro, chiuse la porta di scatto.
 
   Endou aveva smesso persino di tremare. –Sai, non me la immaginavo così la fine del mondo-.
   Il numero 10 lo fissò accigliato. –Che intendi??-.
   Mamoru addirittura rise –Bhè sai… Non mi aspettavo che fosse così teatrale. Pensavo… non so, un’esplosione, una pioggia di meteoriti, qualcosa così.
   Gouenji scosse la testa, prendendolo per mano e trascinandolo in soggiorno. Non lo zittì; evidentemente Endou si sentiva più a suo agio se parlava, e poi anche per lui era tranquillizzante sentire la voce del ragazzo. Il silenzio lo avrebbe fatto impazzire.
  
   Cominciò a correre quando si rese conto che le tapparelle della camera, fino a pochi secondi prima chiuse, avevano preso a sbattere ripetutamente.
   -O un immenso incendio- continuava intanto Endou, lasciandosi trascinare come un bambino attraverso il corridoio. –O magari niente di tutto questo. Semplicemente il mondo sarebbe finito durante la notte, mentre tutti dormivamo, e non ce ne saremmo nemmeno resi conto-.
   Entrarono di nuovo nel salotto dove, manco a dirlo, le luci dell’albero di Natale brillavano allegre, come se non avessero mai smesso.
   -Ora basta!!- esclamò Gouenji mentre Endou si sedeva sul divano.
   Non sapeva con chi avesse parlato, forse al nulla, forse era impazzito e aveva preso a parlare da solo.
   Certo non si sarebbe mai aspettato che qualcuno gli rispondesse –Si, hai ragione-.
 
   -HIROTO!!!-.
   Quella faccia da schiaffi di Hiroto Kiyama spuntò improvvisamente da dietro la testata del divano, un largo sorriso stampato sulle labbra.
   -Ciao ragazzi. Come va??- rispose innocente quello.
   Endou cercava ancora di calmare i battiti cardiaci, mentre Gouenji fissava in cagnesco Hiroto. –Non dirmi che tu… tu…-.
   -Certo che no- rispose quello. –Non avrei mai potuto fare tutto da solo-.
 
   Da dietro la porta della cucina fecero capolino i volti sorridenti di Kazemaru e Midorikawa.
   -Scherzetto!!-.
   -Sc…scherzetto??- ripetè Endou a occhi spalancati, stringendo convulsamente un lembo della maglietta, forse per lo spavento, forse per impedirsi di uccidere seduta stante quegli idioti dei suoi amici. –Si può sapere che vi siete messi in testa??-.
   -Sembra che qualcuno avesse paura della fine del mondo- sorrise Hiroto. –Quindi mi sono chiesto, perché non fargli passare una serata particolare, per fargli dimenticare le sue paure??-.
   -Dimenticare le mie paure???- ripetè basito Endou. –Questo sarebbe il tuo modo per farmi dimenticare le mie paure?? Per poco non ci rimango secco!!-.
   -Avete pianificato tutto voi??- domandò Gouenji che, almeno all’apparenza, si era già ripreso dallo spavento.
   -Già- sorrise Midorikawa. –Bravi vero??-.
   -Quindi… la luce che andava via, il rumore del pendolo…-.
   -Tutte idee nostre!-.
   -E quell’orrore di là in camera??-.
   Kazemaru si imbronciò, stringendo tra le braccia la bambola infernale. –Non offendere Monica!! Ha avuto grande importanza nella recita!!-.
   -Ma come avete fatto?? Le luci che andavano e tornavano, le tapparelle che sbattevano...-.
   -Non vorrai che riveliamo tutti i segreti del mestiere!!-.
   -Ma voi state male!!- saltò su Endou. Li fissò uno per uno, come se non sapesse quale uccidere per primo. Alla fine si scagliò su Hiroto. –Scommetto che è stata tutta un’idea tua, infame!!-.
   -Certo. Hai riconosciuto il tocco del maestro??- si pavoneggiò quello.
   -No, dell’idiota. Io… Io…-. Endou sembrava completamente senza parole.
   Si rese conto che aver paura della fine del mondo era del tutto stupido. Era dei suoi amici, che doveva davvero avere paura.
 
°°° Un’ora dopo, cacciati di casa i pazzi °°°
 
-Non ci posso credere-. Endou girava in tondo per la camera in pigiama, le mani tra i capelli. –Io veramente non ci posso credere -.
   Gouenji, semi-sdraiato sul letto, lo fissava andare su e giù. Alla fine lo afferrò per le spalle e lo costrinse  a sedersi. –Mi fai venire il mal di mare-.
   -Ma ti rendi conto!! Ho rischiato di morire d’infarto almeno quattro o cinque volte!! Deve esserci un motivo per cui quelli lì mi vogliono morto!!-.
   Gouenji lo fece sdraiare accanto a lui, prendendolo tra le braccia. –Guarda il lato positivo-.
   -C’è un lato positivo??-.
   Shuuya scoppiò a ridere. –Si. Adesso non hai più paura della fine del mondo-.
   Endou fece per ribattere quando si accorse che… in fondo non era del tutto sbagliato quello che aveva detto Gouenji.
 
Hai ragione, Shuuya-kun. Adesso non ho più paura della fine del mondo-.
   E so che, se anche dovesse succedere, tu saresti comunque al mio fianco.
 
-Buonanotte, Shuuya-kun-.
-Buonanotte, Mamoru-.
 
 

Fine (della storia, non del mondo)









 

La morale è ancora quella, fai merenda con girella!!
 PopoloH di RomaaaaH (??)
Siete arrivati sani e salvi alla fine della Fic!! Congratulazioni!! *appaiono i riflettori*
*applausi scroscianti*
Come state mondo?? Siete vivi?? (-.-)
IO SI!! *perché l’OVVIETA’ è tra noi*
Ultimamente non mi riesce più di scrivere niente çWç Ma durante le vacanze di Natale mi impegnerò per tornare a tormentarvi!! Giuro!!
Passando alla Fiiiiiic <-- acuto    (??)
Che dire… è orribile. Cioè, boh.
O R R I D A >//<
Chiedo venia ç//ç
L’idea non so come mi è venuta, so solo che mentre la scrivevo manca poco mi cagavo in man… prendevo un coccolone perché mia mamma mi è spuntata alle spalle sul più bello alla Hiroto Style (??)
Che poi non fa paura. NON FA PER NIENTE PAURA!!
Sono scarsa D:
Non so se mi sono attenuta al tema, per chi non lo avesse capito (me compresa) Endou ha paura della fine del mondo e se la immagina come una specie di… invasione di alieni tipo Guerra dei Mondi (??)
Insomma, qualcosa di inquietante, ecco :)
Direi anche basta…
Ci si risente, se dopo questo orrore avrete ancora voglia di avere a che fare con me :P
 
Marty

   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: _Girella_