… and it
feels like somebody‘s stabbed me in my heart
Un nodo in gola?
Nausea?
Frustrazione?
Sofferenza?
Cosa si prova nel vedere l'uomo che ami voltarti le spalle senza possibilità di spiegazioni?
Sembra io sia nata con un destino grande nel sangue, tutti si aspettano da me grandi cose. Io stessa a volte mi sono sorpresa a immaginare di poter creare un grande futuro per i Sistemi, meritando una vita felice; travagliata, piena di ostacoli, fitta di pericoli, certo, ma con lui. Lui. Però tutto questo è sfumato, scomparso, svanito dal momento che “tu ed io” non pare avere un continuo.
Smarrita, senza aria nei polmoni, stordita rimasi a guardarlo andarsene. Non si voltò indietro nemmeno una volta. Mai. Finché non svanì all'interno di una costruzione della colonia, lasciandomi lì sola, sotto gli occhi curiosi di Garrus e Miranda.
-Addio, Shepard. E sii prudente-, aveva detto. “Addio” si dice quando si ha la certezza di non rivedersi mai più.
Mossi un passo incerto, tremante, un braccio alzato nel tentativo di afferrare l'aria. Di agguantare un qualcosa che forse non ci sarebbe stato più. Qualcosa che al momento cessò, senza dubbio alcuno, di esistere.
-Abbiamo una missione Shepard, non c'è tempo per le faccende personali-, intervenne Miranda con voce secca.
-Sì-, concordò Garrus, -… dobbiamo tornare alla Normandy e fare rapporto all'Uomo Misterioso… e chiedere spieg...-
-Zitti. Tutti e due...- ribattei, prima che continuassero la tiritera. -... per favore.-
Sentii alle mie spalle i passi pesanti, quasi meccanici, di Garrus. Mi sfiorò appena, stringendo le tre dita guantate sulla mia spalla, poi cessò immediatamente il contatto, comunicandomi che lui e la biotica si sarebbero allontanati un minuto, per lasciarmi spazio.
-Quando sarai pronta per andare ci trovi dietro quel container...- commentò il turian, poi sottovoce aggiunse: -Non cedere alle emozioni... sono sempre quelle che distruggono le persone. Non i fatti, Jane: le emozioni-.
Abbassai lo sguardo sul terreno ricoperto di foglioline secche. Socchiusi gli occhi e finsi d'ignorare il commento di Garrus; lo sentii infine mormorare qualcosa a Miranda, che dopo essersi lamentata accettò di allontanarsi. Fui grata a entrambi della pausa concessami. In fondo prima che il comandante di una nave di Cerberus, io ero una persona. Una donna. Una donna innamorata... e col cuore spezzato.
Mi sentii combattuta dall'interno. Magari avrei dovuto seguirlo fino ai confini della galassia, implorarlo di ascoltare le mie ragioni, pregarlo di tornare a essere le metà di un'anima sola. Ma se tutto ciò che avevamo vissuto fosse stata solo un'illusione? Un dolce intermezzo in una vita fatta di amarezze? Intermezzo.
Le ultime settimane, dopo il risveglio, mi erano sembrate eterne. Quando attraccavo su un pianeta, mentre scrutavo i volti dei passanti, nel momento in cui avevo il privilegio di sdraiarmi per dormire, il mio primo pensiero era lui, Kaidan Alenko. Mi ero domandata a lungo come avrei potuto rintracciarlo, cosa ci saremmo detti. Avevo adorato fantasticare il nostro incontro dopo due anni... Ma non avrei mai creduto sarebbe stato così tragico.
Avrei preferito lui ricordasse che tutto ciò che faccio è per una buona causa.
Invece no.
Passarono solo pochi minuti, ma sentivo ancora la sua voce arrabbiata nella mia testa. Non avrei mai potuto cancellare il suo volto deluso, freddo e furioso dalla mia memoria. Questa volta non avremmo potuto superare insieme questa nuova, pericolosa, realtà.
Mi aveva abbandonata a me stessa.
Deglutii e, prendendo un bel respiro, mi diedi la forza di muovermi sulle mie gambe. Ogni passo era un dolore. Quei diavolo di Collettori picchiavano duro, ma le ferite col tempo sarebbero guarite. Si sarebbero rimarginate, insieme a quelle sul mio viso, e di loro non me ne sarei nemmeno più rammentata. Il cuore invece, beh, quello avrebbe continuato a battermi crudelmente nel petto, pompando sangue nelle crepe che l'avevano spezzato.
-Jocker, manda lo shuttle a prenderci, ne ho abbastanza di questa colonia...- ordinai all'auricolare, raggiungendo gli altri con un sorriso forzato. -Torniamo alla nave, ragazzi. Ci siamo meritati un po' di riposo a bordo, no?- soggiunsi, osservando il profilo della Normandy sbucare all'orizzonte.
Sì, un po' di riposo era proprio quel che mi ci voleva. Forse, almeno, mi sarei svegliata da quel brutto sogno e avrei smesso di sentirmi come se qualcuno mi avesse pugnalata dritta al cuore.
E dopo che, verso l'inizio dell'estate mi ero disintossicata
da Dragon Age,
eccomi di nuovo drogata, in stato pressoché comatoso da
videogioco. E
ovviamente non un videogioco qualunque, ma il Signor Mass Effect *D* e
sì, sono
perdutamente innamorata del tenente (ora comandante?) Kaidan
Alenko... ♥
Non
so come ho fatto a snobbare per anni
questo gioco, rimasto chiuso nei meandri della cassettiera dei
videogames di
mio fratello, senza che nessuno si accorgesse quanto è
meraviglioso. Adoro la
trama che ruota attorno alla Shepard, adoro il suo carattere incazzoso
quando
deve scontrarsi con chi ha davanti, adoro la sua tenacia e la sua forza
da
superdonna. E adoro ovviamente il suo tenente XD è un uomo
forte che sa (più o
meno) cosa vuole e se lo piglia. Poi amo il fatto che non sia uno di
quelli che
si piangono addosso continuamente, ma capisce i suoi errori e li
supera. E'
soprattutto coerente con se stesso e il fatto che su Horizon vada
addirittura
contro l'amore della sua vita gli fa onore... anche se mi ha fatta
incavolare
da morire. Ci sono rimasta davvero male per il modo in cui si
è fatto ben pochi
scrupoli a lasciarmi, ma l'ho compreso... è rimasto deluso
dal fatto che la
Shepy si sia unita alla 'mafia' galattica... evabbè,
speriamo che vada contro i
suoi sani principi e torni da me :D
Mi sono dilungata fin troppo, scusate, fatevi pochi scrupoli a
indicarmi
possibilissimi errori di battitura, incongruenze con i verbi ecc... e
soprattutto ditemelo se è troppo malinconico... tendo sempre
a scrivere cose
depresse ahahah.