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Autore: Dahmer    27/12/2012    2 recensioni
Ehi! Devo dedurre dal fatto che non rispondi che non ti ricordi di noi?! Tom.
La ragazza guardò stranita il display. Doveva aver bevuto davvero tanto per non ricordarsi nulla.
-Chi è?- chiese curioso Ozzy, tentando di guardare lui stesso, fallendo nella sua missione.
-Tom- rispose l’ispanica con un sorriso straordinariamente bastardo.
-COME?! E PERCHE’ TI HA SCRITTO?!- urlò indignato il fratello, immedesimandosi al meglio in una checca isterica.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3: Contenta di vedermi?
 
Gene si sdraiò sul divanetto rosso fuoco del soggiorno, piazzandosi comodamente davanti al televisore. La birra colava dalla lattina fino alle dita affusolate, dalla sigaretta usciva un fumo dolciastro, tipico delle Merit, che andava a diffondersi in tutta la stanza. Sintonizzò la tv sul canale musicale, era il modo migliore per rilassarsi la domenica. 
Una canzone attirò la sua attenzione. Il video mostrava  un concerto e il cantante era un ragazzo che lei conosceva. Oliver. Finalmente avrebbe potuto sentire una canzone dei Bring Me The Horizon. 
“I was raised in the valley
There was shadows of death
Got out alive but with scars I can’t forget”
Sono cresciuto nella Valley
C’erano ombre di morte
Ne sono uscito vivo, ma con cicatrici che non riesco a dimenticare
 
Quelle parole la colpirono nel profondo. Erano davvero belle parole, urlate da quella voce così energica e suadente. Sussultò quando fu colta di sorpresa dal suono del campanello. 
“Don’t go
I can’t do this on my own
Don’t go
No I can’t do this on my own”
Non andare
Non posso fare questo da solo
Non andare
No, non posso fare questo da solo
 
Nella stanza riecheggiava il ritornello della canzone. Aprì, trovandosi faccia a faccia con lui. Oliver.
 
-Che vuoi?- chiese scocciata, senza degnarlo nemmeno di uno sguardo. Gli occhi di lui invece andarono ad assaporare quel corpo perfetto, coperto solo da un paio di jeans inguinali e da una canotta bianca.
 
-Ciao! Si, entro volentieri- disse Oliver sfoggiando un sorriso splendente e ignorando il suo comportamento distaccato, prima di introdursi nell’appartamento.
 
-Oh! vedo che dopo averci conosciuto ti stai facendo una cultura- continuò stupito, notando il loro video passare sullo schermo. Le si avvicinò, muovendo le labbra al ritmo con la canzone.
“Don’t go
Don’t go
Don’t go”
Non andare
Non andare
Non andare
La musica finì, smettendo di velare la stanza, tornando a mostrare le cose per ciò che erano. I loro nasi si sfioravano, gli occhi del ragazzo si persero in quelli della ragazza, tanto da assumerne lo stesso colore corvino. 
 
-Non mi hai risposto, chi ti ha detto dove abito e cosa sei venuto a fare?- ridomandò Gene mantenendo un tono freddo.
 
-Ozzy- si limitò a rispondere lui, già troppo eccitato per poter dire altro. Sul suo volto si delineò un sorrisetto stolto. 
 
-Cosa vuoi?- continuò a incalzarlo l’ispanica, facendo quasi toccare le loro labbra. 
 
-Voglio te- riuscì a sibilare lui a denti stretti, mentre nei suoi pantaloni l’erezione combatteva per liberarsi. Le afferrò i polsi. 
 
-Corri troppo per i miei gusti- ribatté seccata la ragazza, spingendolo lontano dal suo petto. –Sei nelle mie mani, accettalo- gli consigliò in un sospiro così profondo che andò a toccare direttamente l’anima di lui –Il bagno è a sinistra, dopo la camera da letto- gli indicò, dopo aver notato il rigonfiamento nei jeans –Ti ecciti facilmente eh?- continuò.
 
-Sei tu che mi fai impazzire- non si perse d’animo il cantante. 
 
-A sinistra- ripeté l’ispanica. 
 
Il ragazzo si allontanò, dirigendosi verso il bagno. Non voleva dargliela vinta, ma doveva sfogare i suoi impulsi. La mora lo guardò allontanarsi, scoppiando in una sonora risata liberatoria. Era stato snervante opporsi a quegli occhi, a quella bocca, a quel viso così stupendo, ma aveva già sofferto troppo per amore e non voleva più stare male, così si era creata una barriera protettiva che le permettesse di evitare il dolore. 
 
Trascorse qualche minuto, quando il campanello suonò di nuovo. Questa volta la sorpresa fu gradita. Tom la salutò esibendo un sorriso dolcissimo. Le era più facile fidarsi di lui piuttosto che di Oliver, il quale le dava l’idea della classica rockstar montata che pensava solo a se stessa e al proprio successo. Tom, invece, sembrava un ragazzo affidabile e affettuoso, forse per via di quegli occhioni azzurri. L’unico problema era che piaceva a suo fratello, ma forse non era solo quello il motivo per cui gli resisteva. L’alchimia tra lei e il tatuato era fortissima, non poteva negarlo.
 
Lo invitò ad entrare, offrendogli una birra. 
 
-Oliver ti ha preceduto- lo avvisò, indicandogli il bagno dal quale provenivano dei versetti osceni che il ragazzo tentava di soffocare. 
 
-Tipico di Oliver- rise il fratello del cantante –Ci ha già provato?- proseguì.
 
-Già da ieri- gli confessò lei.
 
-Ha battuto il suo record!- replicò Tom sorridendole.
 
I due si accomodarono. Mentre parlavano, Tom le fissava continuamente le labbra, come se le volesse assaggiare, ma non poteva farlo, la ragazza doveva già pensare all’ossessione del fratello, Oliver. Non voleva spaventarla, anche lui. 
 
Oliver uscì dal bagno, a testa alta, ancora orgoglioso. Gene si stupì di quanta fierezza quel ragazzo dannato riusciva a dimostrare anche dopo una situazione tanto imbarazzante. 
 
-Oh Tom, che ci fai qui?- esordì sorpreso anche se la risposta la sapeva già: Gene. I due fratelli avevano sempre avuto gli stessi gusti, soprattutto riguardo le ragazze, ma Oliver aveva sempre vinto ed era certo che sarebbe successo anche questa volta. 
 
-Sono qui per il tuo stesso motivo- replicò il più piccolo con tono altezzoso. La risposta fece arrossire la ragazza, Oliver la guardò a lungo. Non si aspettava di vederla imbarazzata, non dopo che non aveva avuto nemmeno una minima reazione con lui. 
 
La giornata proseguì e Gene si trovò costretta a dividere il suo relax domenicale, il suo soggiorno e il suo amato divano con due ragazzi a cui era difficile resistere. 
 
Dopo due ore i tre ragazzi furono raggiunti dagli altri componenti dei Bring Me The Horizon accompagnati da Ozzy, come al solito alla ricerca di Tom. 
Tutti si divertirono quel giorno, giocando alla play, portata da Jona, mangiando schifezze e bevendo birra. Verso sera il tramonto attraversò l'immensa finestra del salotto e andò a  specchiarsi sul parquet logoro.
 
-Beh?! Stasera che si fa?- domandò Matt. 
 
-Non so voi, ma io mi guardo un film. DA SOLA- rispose Gene accentuando le ultime parole, per chiarire il concetto. 
 
-E se andassimo in discoteca?- propose Lee. La ragazza lo squadrò, amava la discoteca ma, visto com'era andata a finire due sere prima, forse non era il caso di tornarci, non voleva conoscere altri ragazzi che poi le si sarebbero accollati addosso. 
 
-Non credo che...- iniziò.
 
-Certo! Andiamo tutti insieme in discoteca!- la interruppe Ozzy, interessato solo a passare del tempo con Tom. 
 
-Aggiudicato!- esordì poi Matt K. con un sorriso entusiasta, sembrava un bambino a cui era stato regalato un lecca-lecca colorato.
 
Nessuno si accorse che l'ispanica non aveva più obiettato, forse aveva qualcosa in mente. 

 
 
 
 
  
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