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Autore: swagmastafromdoncastah    27/12/2012    7 recensioni
-Quindi, posso considerarti la.. la mia ragazza?- Annuì timidamente.
-Devo fare quello che dici tu.- Scoppiò in una fragorosa risata. Amavo quel suono.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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        I love you, i love you.
 
 

 
-Ragazze, non voglio venire. Lasciatemi qui da sola, a morire di noia in santa pace.- Mi lamentai con le mie ‘amiche’. Volevano portarmi ad un altra delle loro feste con tanto alcol, ragazze che facevano cose impensabili e chi più ne ha più ne metta. Ho sempre odiato quei posti, ed ora più che mai, dato che volevo rimanere solo a casa a piangermi adosso, dopo che Noah mi aveva, appunto, lasciato per una di quelle ragazze citate sopra.
-Ma devi venire, non potrai mica rimanere in questo letto per tutta la vita?-
-Chi me lo impedisce?- Chiesi affondandomi ancora di più tra le lenzuola.
-Magari c'è Louis- Sospirò Elena con aria maliziosa, ignorando la mia domanda.
-Ci vanno tutti quelli della nostra scuola, è probabile ci sia.- Riprese poi.
-Lou..chi?- Chiesi cercando di non far trasparire la felicità che mi percorse non appena sentito il suo nome.
-Andiamo, lo sanno tutti che ti piace dal primo anno, non fare la finta tonta.- Beh, si. Noah diciamo che è stato un passatempo, o poco più.
-Ma non vengo comunque!-
-Allora lo ammetti!- Urlò con la sua vocetta stridola Sarah. Entrambe mi trascinarono fuori dal letto. Odiavo quando facevano così.

Verso le sette di sera eravamo già pronte, e la mia voglia di andare a quella festa diminuiva più che il tempo passava, e poi mi sentivo a disagio con quel vestito, non degno di questo nome, che non copriva niente. Però forse c’era lui.
-Ci viene a prendere Giò, vero?- Domandò Sarah.
-Si eccoli!- Disse Elena sventolando la mano non appena vide la macchina
sbucare fuori dall'angolo in fondo alla strada. Si avvicinava sempre di più ed iniziai a distinguere varie sagome, Louis c'era.
-Ciao ragazzi! Strillarono loro entrando nell'auto, ma non sapevano fare nient'altro apparte urlare? Salendo fecero intravedere le loro forme perfette, direi. Io mi coprivo invece,odiavo mostrarmi. Sorrisi velocemente ad ognuno dei ragazzi nella macchina. Per tutto il viaggio guardai Louis da dietro lo specchietto retrovisore, lui era seduto davanti ed ogni tanto mi abbandonavo ai sorrisi che mi regalava forse senza accorgersene, mentre loro parlavano di come avrebbero passato la serata, la posizione intendo.
-Siamo arrivati, su scendete.- Disse il ragazzo al volante, aveva un viso familiare, ma non riuscivo a ricordare il suo nome. Ubbidì subito e aspettai che scesero tutti.
-Che facciamo ora?- Chiesi stufata.
-Quello che vuoi!- Dissero in coro Sarah e Elena prendendo sottobraccio i loro 'cavalieri' e liquidandomi lì da sola.
Vaffanculo.
Sapevo con non sarei dovuta andare, cercai di fretta il cellulare dalla borsa per chiamare mio fratello, così sarebbe venuto a prendermi. Volevo solo andarmene, subito feci il numero muovendo le dita velocemente sullo schermo. Ma non rispondeva.
Cazzo.
Quando ti serve non è mai disponibile.
-Ehi, aspetta.- Sentì urlare da dietro le mie spalle. Dio, basta urlare. Non ne posso più. Mi girai di scatto e trovai Louis a pochi centimetri da me, era quasi spaventato per la faccia che avevo, ma quando sorrisi si rilassò.
-Anche i miei amici mi hanno liquidato, e volevo chiederti.. se.. ehm.. ecco.-
-Si!- Ok, non so da dove mi uscì. Non aveva finito la frase, dovevo farlo finire. Stupida.
-Non ho detto ancora niente.- Rise lui.
-Ops, cioè scusa. Vai, finisci.- Stai zitta la prossima volta, azzardò la vocina nel mio cervello.
-No, scusa.- Disse lui abbassando lo sguardo.
Merda.
-Ormai hai detto sì, e fai tutto quello che voglio.- Lo rivolse verso di me, mi prese la mano senza accorgermene e mi trascino dietro la casa dove si svolgeva la festa. Avevo dimenticato cosa significava sfiorare la pelle di qualcuno che ami davvero.
Ok, il mio cervello partiva con dei film da oscar appena ne aveva l’occasione, fermo. Gli ordinai. Parlavo con il mio cervello, bene. La mia situazione psicologica peggiorava.
-Cosa fermo?- Mi chiese bloccandosi di scatto.
-eh?-
-Hai detto fermo, e mi sono fermato.- Non sapevo se ridere o piangere.
-No, ehm.. volevo solo chiederti se potevi andare più piano, sai..- Dissi indicando i tacchi.
-Ah, puoi toglierli.- Si accovacciò vicino ai miei piedi e iniziò a slacciare con delicatezza i laccetti intorno alle caviglie, amavo sentire la sua pelle sfiorare la mia. Quando ebbe finito si alzò e me le porse, poi  riprese la mia mano e corse ancora più veloce.
-Si può sapere dove corri?- Gli chiesi col fiatone.
-Devo farti vedere una cosa!-  Mhmm.. interessante, chissà che bello, odiavo il mio essere acida, non ero felice mai per nulla.
Poi si fermò di sbotto, dopo aver attraversato il lato destro della grande casa per tutto il bosco, arrivammo giusto dietro essa.
-Guarda..- Sussurrò quasi per non dare fastidio, indicando il paesaggio. La luna era grandissima vista di lì, sembrava quasi di poterla toccare. Poi c’era silenzio, il mio amato silenzio.
-Waao.- Mi limitai ad ammirare per qualche minuto.
-Ok, ora basta ammirare, mangiamo?- Indicò la borsa che aveva a tracolla, io la notai solo in quel momento.
La mia mente perversa mi fece salire un dubbio: aveva preparato tutto? Appunto, era la mia mente perversa.
Appoggiò la borsa a terra e si sedette vicino ad essa invitandomi a fare lo stesso. Inutile dire che il ‘vestito’ che indossavo si dimezzò ancora di più, mi vide in imbarazzo.
-Ecco tieni.- Mi porse la sua giacca, sorridendo. La appoggiai sulle spalle, mi inebriai del suo profumo, sentivo il calore del suo corpo che non aveva ancora abbandonato il tessuto.
Forse non l’aveva proprio organizzato, forse aveva approfittato della situazione.
Carpe Diem. No?no.
-Stai bene stasera.- Sussurrò a denti stretti guardando un filo d’erba che il vento faceva muovere accarezzandogli il jeans.
-G-grazie.- Mormorai, cercavo il suo sguardo, ma lui non lo alzava da terra. Poi lo abbassai anche io, c’era un silenzio, era imbarazzante.
Alzò la testa di scatto, e io feci lo stesso per conseguenza mentre vedevo che si avvicinava sempre di più.
-Sei bellissima.- Mi soffiò sulle labbra prima di appoggiarci le sue, eravamo impacciati all’inizio, le uniche cose che si sfioravano erano le nostre labbra. Poi Louis mi avvicinò a se appoggiando la mano sul bacino, rabbrividì al suo tocco. Si staccò per un attimo.
-Tranquilla.. ci sono io.- Sorrise.
-E’ quello il problema.- Scherzai, ridemmo entrambi.
-Faccio questo effetto?- Chiese stringendomi di più a se. Fai questo e altro Tomlinson.
Dopo iniziai ad abituarmi alla sua bocca, e lui alla mia. Il bacio diventò sempre più passionale.
Ma che stai facendo?
Era di nuovo lei, quella stupida vocina nella mia testa.
Però è vero, che stavo facendo? Insomma, cosa voleva Louis da me? Non ci eravamo scambiati quasi mai parola ed ora ci baciavamo. Io lo amavo, ma lui?
-Ma che stiamo facendo?- Se avete bisogno di rovinare meravigliosi momenti romantici io sono disponibile, eh!
-Scusa, non volevo.- Si allontanò da me.
Ti prego torna qui.
Cazzo, ma deciditi.
-No, ehi.. cioè, perché lo stai facendo?-
-Perché so qual è il tuo colore preferito, perché so qual è il tuo fiore preferito, perché so che odi la cioccolata fondente, perché mi piace vederti ridere, perché ti amo.-
Ah, e se avete bisogno di qualcuno che vi faccia sciogliere, lui è disponibile.
-Che..?- Mi sentivo di svenire, cioè ero ridicola. Davvero, davvero ridicola. Non ragionavo più.
-Ok, ho capito. Scusa, non volevo.- Disse con gli occhi lucidi. Si alzò prendendo la borsa che aveva posato prima e si incamminò sul sentiero del ritorno.
-Fermo.- Gli urlai, poi trovai tutte le forze per alzarmi e gli presi la mano.
-Dovevo fare tutto quello che dicevi, ricordi?- Gli sorrisi facendo aderire i nostri corpi, notai la nostra differenza di altezza senza tacchi.
-Ti amo, Louis.- Mi appoggiò delicatamente al tronco di un albero, e potevo sentire il suo cuore, battere forte, avevo paura scoppiasse. Ma anche il mio non scherzava.
-Ti amo Louis, ti amo. Non riuscivo a smettere di ripeterlo, sognavo di dire quelle due parole ad alta voce da troppo tempo.
-Quindi, posso considerarti la.. la mia ragazza?- Annuì timidamente.
-Devo fare quello che dici tu.- Scoppiò in una fragorosa risata. Amavo quel suono.


*angolo autore*
eccoci qui con una nuova os uijk
see vi va di recensire sarei molto contenta, lol 
per farla ci ho messo l'anima(?) ahaha 
neanche per un tema, sono stata così rigorosa. lol
siaate buooni. uhjk baci. xx
  
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