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Autore: Mery Sunday    27/12/2012    2 recensioni
Prendete Alice, una normale studentessa di liceo alle prese con l'ultimo anno di liceo.
Lei è una ragazza tranquilla, pacata...nella norma. Solo una persona suscita la sua indole più violenta e da maschiaccio: Luca.
Lo stesso Luca, che frequenta la sua stessa classe ed è il figlio dei migliori amici dei genitori di Alice.
E se per un fortuito caso del destino dovessero condividere per qualche mese lo stesso tetto, come andrebbe a finire?
Finiranno per lanciarsi i piatti a vicenda o troveranno un punto d'incontro?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Prologo.
 
Cazzo. Cazzo. CAZZO.
Ecco l’unica cosa che mi viene da pensare sapendo che i miei non appena arriverò a casa dovranno farmi un “discorso importante”.
Luca è  tranquillamente accomodato sul divano di casa mia intento a giocare con il piccolo Andrea e i nostri genitori discutono su chissà cosa riguardante il loro lavoro. Ormai la situazione mi è ben familiare:  i miei genitori e quelli di Luca sono amici da più di trent’anni e da qualche anno hanno aperto un’attività insieme, perciò  frequentano spesso casa nostra (e noi la loro) e per questo certe volte ci considerano un’unica grande famiglia.
Quando torno dalla palestra, loro sono tutti riuniti come quasi ogni sera in salotto, quindi cerco di non farmi notare e di sgattaiolare in camera mia, per cambiarmi e per evitare il più possibile il loro “discorso”, anche perché sospetto di sapere già di cosa si tratta: io e Luca, anche se ci conosciamo praticamente da quando siamo nati e siamo cresciuti insieme, essendo coetanei, non siamo mai andati d‘accordo, infatti, ogni volta che possiamo ci stuzzichiamo a vicenda, cosa che ai nostri genitori non piace affatto ma con la quale hanno imparato, loro malgrado, a convivere.
Sono quindi abbastanza certa che ciò di cui i miei vogliano parlarmi sia del mio comportamento con ‘quello che per me dovrebbe essere come un fratello’: infatti, sebbene io sia una ragazza estremamente educata e tranquilla, per qualche assurdo motivo non riesco a non litigare con lui almeno una volta a settimana, quindi temo che i miei vogliano per l’ennesima volta rimproverarmi per ciò.
 Inoltre, proprio questa mattina abbiamo litigato e io gli ho “accidentalmente” bagnato tutta la maglia durante l’ora di educazione fisica -per mia disgrazia siamo capitati anche nella stessa classe- e conoscendolo, avrà di sicuro fatto la spia.
Ma mi sbagliavo.
Supero senza farmi vedere la porta del soggiorno, che per mia fortuna è chiusa, e sto per raggiungere le scale che portano alla mia camera, ma appena poggio il borsone in terra, sfortunata e impacciata come sono, cado rumorosamente facendomi scoprire.
“Ali, sei tu?” sento la voce di mia madre fare capolino dalla porta del salotto ormai aperta “
 Finalmente sei tornata.”
“Ciao mami...” rispondo io mentre mi rialzo, palesemente seccata perché mi ha vista “ehm…vado a fare una doccia” continuo una volta in piedi, cercando di scamparla
“Ehi, aspetta … dobbiamo prima fare quel discorso di cui ti accennavo stamattina, poi puoi andare..” mi avvisa con voce seria ,che mi fa capire che non accetterà un “No” come risposta.
Senza obiettare allora la seguo e dopo un flebile saluto alla stanza, mi siedo sulla poltrona accanto al mio fratellino Andrea e a Luca. 
“Vedete ragazzi … ecco, noi …“ comincia titubante mia madre, che però non riesce a trovare le parole e allora guarda papà in cerca di aiuto, ma lui non accenna a parlare. Non credo voglia parlare del mio litigio con Luca o del mio comportamento, il che mi preoccupa.
 Cos’è successo di così grave da lasciare i miei genitori senza parole?
“Allora...si può sapere che diavolo succede?  Cos’é successo di tanto grave?” chiede Luca visibilmente scocciato.
“Mamma … Luca ha ragione…che succede? Così mi fai preoccupare..”  dico io in modo dolce e apprensivo allo stesso tempo. Loro continuano a non proferire parola, atteggiamento che non fa che aumentare la mia ansia. Alla fine è la madre dell’impiastro a prendere la parola:
“Allora ragazzi … beh, il fatto è che… come sapete in quest’ultimo periodo gli affari vanno a gonfie vele, quindi una famosa ditta ci ha proposto un’offerta molto proficua  …” comincia Carlotta
 “Ma è fantastico!” la interrompo io, alzandomi per abbracciare i miei, ma subito Francesco, il padre di Luca, mi ferma.
“Non è finita..” pausa “ ..Quest’offerta consiste del andare a promuovere i nostri prodotti a… Los Angeles.”
“Cosa?! … Non...non potete farmi...farci questo, qui abbiamo la scuola, gli amici …” dico io come in preda a una crisi isterica.
“Lo so tesoro, ed è per questo che abbiamo pensato che voi potreste rimanere qui, quest’anno dopotutto avete anche l’esame di maturità … nonna Elena terrà con sé il piccolo Andrea, mentre voi starete qui.. tenendovi d’occhio l’un l’altra”  dice mio padre tranquillamente
“ Dovrei sopportare quest’essere anche qui? Non basta a scuola?” dico io, più a me stessa che a loro, mentre mi butto stancamente sul divano.
“E per quanto tempo sarebbe?” interviene Luca
“Beh, sono ricerche molto importanti e complesse, ma se tutto va bene, dovrebbero durare tre, quattro mesi al massimo.” risponde mia madre quasi con le lacrime agli occhi
“Ma vi assicuriamo che ogni volta che ci sarà possibile torneremo da voi” ci assicura mio padre
“… Quando partite?” chiedo, dopo essermi calmata.
“ Tra una settimana”  e con quest’ultima frase mamma scoppia definitivamente in lacrime, correndo ad abbracciarmi.
“Allora, per voi va … bene?” ci chiede Francesco titubante 
Tutto sommato sono dei genitori fantastici, che ci amano e lavorano sodo, non ci hanno fatto mancare mai nulla … sognavano di espandersi da non so quanto, e non è giusto che rinuncino ai loro progetti e sogni a causa nostra.
“ Okkey …” acconsento subito
“Oh, tesoro … noi … Q-qualsiasi cosa … chiamaci …. torneremo subito … “ inizia mia madre, tra un singhiozzo e l’altro “e mi raccomando … non litigate” con un tono di rimprovero.
“Mamma sai che è impossibile per noi discutere” inizio calma e speranzosa “Quindi perché obbligarci a convivere con qualcuno che non gradiamo quando potremmo stare ognuno a casa propria?”
“Per una volta la pulce ha ragione” mi dà manforte Luca “Infondo ho 18 anni, sono maggiorenne e so badare a me stesso da solo. E anche lei è quasi maggiorenne, quindi…”
Ma viene interrotto dal coro dei nostri genitori “Non se ne parla!”
“Anche se maggiorenne ci sono molte cose che non sai fare carino” inizia sua madre “sai prepararti un pranzo decente e salutare? Sai fare il bucato? Sai…”
“Quindi insomma dovrò fargli da babysitter?” domando io scettica e indispettita, interrompendo l’elenco di Carlotta - dato che ho il sospetto che se non l’avessi fatto  non sarebbe finito molto presto.
“Certo che no” mi risponde subito mia madre, lanciandomi un’occhiataccia
“E poi tesoro, la città è grande e tu non hai ancora la patente. Luca potrebbe accompagnarti dove devo all’occorrenza”
“Col cavolo” lo sento bofonchiare sotto voce, ma per sua fortuna lo sento solo io.
“Quindi, avete bisogno l’uno dell’altra. Niente obiezioni!” conclude il discorso mio padre.
Non avendo alcuna voglia di continuare a discutere acconsento con la testa, approfittando del fatto che Andrea si era addormentato sul divano incurante di tutto per defilarmi dalla stanza, con la scusa di portarlo a letto.
“In fondo possiamo anche fingere di vivere insieme ma continuare a stare ognuno nella propria casa.” Penso convinta, mentre mi dirigo al piano di sopra per la mia tanto attesa doccia.


Come ho già detto nell'introduzione, questa storia non la sto scrivendo ora ma l'ho scritta circa due anni fa.
Ringrazio come sempre tutti coloro che leggeranno la mia storia e saranno tanto gentili da recensire, in modo da farmi capire se è di vostro gradimento e quindi se devo aggiungere gli altri capitoli.

Baci, Mery. 
  
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