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Autore: marmelade    27/12/2012    13 recensioni
Sono spaventato a morte, perché so che non ci potrà mai essere una come Jane, una che mi abbia curato tutte le ferite, una che mi abbia amato con tutto l’amore che possa esistere sulla faccia della terra.
Sono triste, perché solo adesso mi rendo conto che sono stato un idiota ogni volta che le ho negato qualcosa, ogni volta che non l’ho portata a visitare i luoghi che voleva vedere, ogni volta che mi sono tenuto dentro tutte quelle parole che avrei voluto dirle, ma che non hanno mai avuto una voce, perché erano troppo spaventate per uscire fuori.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sad.
 

I'm kicking the curb 'cause you never heard the words that you needed so bad
And I'm kicking the dirt 'cause I never gave you the place that you needed to have
I'm so sad.
{Sad - Maroon 5}






Accendo la luce del salotto non appena metto piede in casa.
Ho bisogno di luce in questo momento così buio della mia vita, di qualcosa a cui aggrapparmi.
Non voglio rimanere appeso ad un filo, in bilico e col rischio di cadere giù.
Ma ormai, cosa può importarmene più? La mia vita è già finita.
Non vedo perché io debba essere spaventato a morte per una qualcosa di cui sono consapevole e che finirà da un momento all’altro.
Vorrei prendere a calci qualunque cosa mi capiti davanti agli occhi, ma non ne ho la forza.
Non ho la forza più per niente, da qualche mese a questa parte.
Ho solo paura.
Ho paura, perché la vita della persona che amo è appesa ad un filo, e sono consapevole che la perderò.
Ho paura, perché sono consapevole del fatto che sto affrontando la morte, e che ormai non c’è nessun modo per fermarla.
Vado in cucina e apro il mobiletto degli alcolici, che di solito tengo sempre chiuso a chiave per paura che Louis e Harry abbiano la brillante idea di impossessarsi di casa mia e organizzare una festa a mia insaputa, cosa che hanno già fatto molto spesso.
Prendo un bicchiere e lo riempio di schotch, poi ritorno in salotto con la bottiglia in mano, senza chiudere le ante dell’armadietto che cade a pezzi, quasi come me.
Ma nessuno sarà mai a pezzi quanto me.
Mi siedo sul divano, buttando la testa all’indietro e chiudendo gli occhi, facendo un lungo sospiro.
Oggi è stata una lunga giornata, forse più lunga delle altre.
Riapro gli occhi e mi porto il bicchiere alle labbra, lasciando che lo schotch mi riempia lo stomaco vuoto e mi faccia dimenticare ogni cosa.
Ma come faccio a dimenticare? Come posso lasciare che Jane muoia?
Non voglio che i suoi occhi, le sue labbra e il suo sorriso mi lascino così, da solo in questo mondo così cattivo.
Perché l’unica cosa a cui penso da un po’ è che il mondo è infame, stronzo, cattivo… talmente tanto, che vuole che la cosa più perfetta che aveva, vada via.
Lui vuole che Jane muoia.
Vuole che io stia male, che sia triste, vuole vedermi soffrire, perché l’unica persona che aveva accettato di aiutarmi, l’unica che aveva accettato di amarmi sta per morire.
E il mondo sa quanto io faccia schifo senza Jane.
Poggio il bicchiere vuoto sul tavolino dinnanzi a me e ributto la testa all’indietro, chiudendo nuovamente gli occhi.
Vorrei addormentarmi e non svegliarmi più, per lasciare tutti questi problemi e far finta che non mi siano mai appartenuti.
Ma tutto quello che mi appare in quel buio, sono i suoi occhi.
Gli occhi di Jane, quelli che mi hanno fatto bloccare il respiro dal primo momento in cui mi ci sono perso, e non ne sono più uscito.
Vorrei fare finta di niente, ma sarà il misto dell’alchool, della paura e della tristezza, che non fa altro che proiettarmi in continuazione il giorno in cui l’ho incontrata per la prima volta.
 

«Non capisco perché vi ostinate a farmi uscire. Sto benissimo così!»
Harry sospira, passandosi una mano tra i ricci, mentre Louis mi circonda le spalle con un braccio.
«Amico – inizia con fare solenne – non puoi lasciare che la tua vita finisca per una stronzetta che ti ha lasciato senza un motivo. Certo, forse il motivo c’era e magari lei non voleva dirtelo perché aveva paura di una tua reazione, magari non eri bravo a letto e lei ha preferito ometterl…?!»
«Quello che Louis sta cercando di dirti – s’intromette Harry brusco, scostando violentemente Louis da me e prendendo il suo posto – è che non puoi barricarti in casa e lasciare che la tua barba cresca a dismisura! Sei affascinante e simpatico… troverai un’altra ragazza in men che non si dica!»
«Ma io non voglio un’altra ragazza!» esclamo, roteando gli occhi al cielo.
Harry scuote il capo e sospira nuovamente, mentre apre la porta del locale in cui siamo diretti.
«Beh, sarà meglio che tu ti faccia venire questa voglia – dice Louis, dandomi una pacca sulla spalla – perché la barba proprio non ti dona».
 
«Fatemi fare delle figure di merda, e giuro che vi castro lentamente e dolorosamente» sussurro alle orecchie di Louis ed Harry, mentre ci avviciniamo al tavolo dove Liam e Niall con le loro fidanzate e altre ragazze ci stanno aspettando.
«Ehi, ragazzi!» esclama Liam, alzandosi dalla sedia per venirci incontro.
Faccio un mezzo sorriso, alzando la mano a mo di saluto al mio migliore amico, che si avvicina a me e mi abbraccia forte.
«Come stai, Zayn?» mi domanda a bassa voce, facendo si che nessuno senta.
Sospiro, mentre Harry e Louis si sono già avvicinati a due ragazze e iniziano a fare gli idioti.
«Semplicemente… sto» mi limito a rispondere, facendo un altro mezzo sorriso.
Liam mi da una pacca sulla spalla e torna a sedersi accanto a Stephanie, la sua ragazza, mentre anche io prendo posto accanto a Louis dopo aver salutato Niall.
«Pss…» sussurra Lou al mio fianco, dandomi una gomitata.
Mi volto verso di lui, domandandogli con gli occhi cosa vuole, e lui sorride beffardo.
«Hai visto quella bionda? Si chiama Christine, perché non ti siedi vicino a lei?» dice, dandomi un’altra gomitata, per poi voltarsi a chiacchierare con una mora al suo fianco.
Sospiro, guardando questa Christine, per poi scuotere il capo.
«Louis?» lo chiamo, facendolo voltare nuovamente verso di me.
«Dammi un’altra gomitata, e giuro che ti spacco la facc…»
«Jane! Ma dov’eri finita?!» esclama Stephanie, fissando un punto indefinito di fronte a lei.
«Scusate… avevo perso il pullman…» risponde una voce esile e dolce, cosa che mi fa subito voltare.
E infatti, il suo viso è dolce proprio come il suono della sua voce.
La ragazza di fronte a me ha i capelli nerissimi, legati in uno chignon disordinato, una sciarpa che le avvolge il collo e un paio di occhi capaci di illuminare il mondo.
Lei incontra il mio sguardo e mi sorride imbarazzata, poi inizia a chiacchierare con Stephanie accanto a lei, mentre io non smetto di fissare i suoi occhi.
Azzurri. Gli occhi della ragazza sono azzurri.
E io, sono improvvisamente rinato.
 

Riapro gli occhi di scatto, ritornando alla realtà.
Ma è inutile, gli occhi azzurri di Jane sono ancora davanti a me, e non riesco a togliermeli dalla testa.
La sento accanto a me, nonostante lei sia in uno stupido lettino di uno stupido e triste ospedale dalle pareti incolori.
La sento mentre bazzica per casa mia a piedi nudi, con quei suoi piccoli passi veloci sul parquet; la sento preparare il caffè mentre io sono seduto sul divano a guardare la televisione e quel profumo m’inebria le narici; la sento mentre mi sfiora la pelle con quelle sue dolci dita candide; la sento mentre mi lascia un bacio sulla guancia che mi distoglie da ogni pensiero; la sento mentre sussurra il mio nome quando fa l’amore con me; la sento addormentarsi sul mio petto e lasciare che il battito del suo cuore innamorato faccia addormentare anche me con la più bella delle ninna nanne.
La sento con me, tra le mie braccia e al sicuro da ogni male, lontana dalla morte, lontana da ogni cosa che possa farle minimamente male.
Ma non è così.
Lei non c’è, è debole e pallida, e non è tra le mie braccia.
Vorrei aiutarla, così come ha fatto con me, ma mi sento stupido e triste, perché so che non posso farlo.
Ed è per questo che non riesco a capacitarmi del fatto che lei stia morendo, e io non possa salvarla.
Chiudo nuovamente gli occhi, sperando che il giorno dopo possa svegliarmi con Jane al mio fianco che mi sussurra:”E’ stato solo uno scherzo, Zazà, pensavi davvero che ti lasciassi così?!”.
E poi scoppierebbe a ridere, con quella sua solita risata cristallina, sotto i miei occhi sconvolti ma felici, contenta che lei non sia andata via.
Ma il destino decide di giocarmi un altro brutto scherzo, e mi riporta a quando le sue labbra dolci hanno sfiorato le mie per la prima volta, facendomi battere il cuore come non mi succedeva da tanto.
 

«Sto bene con te»
Volto lo sguardo verso Jane, e i suoi occhi azzurri come il mare subito mi perforano l’anima.
Ha un sorrisino stampato sulle labbra rosee, mentre i capelli corvini – pur se in disordine -  le incorniciano il volto dolce.
Rimango spiazzato da quello che mi ha appena detto, e spalanco gli occhi per un secondo.
«C-come scusa?» balbetto, e lei ride.
Quando balbetto, ride sempre, ma non è colpa mia. Mi viene involontario balbettare, quando sono di fronte a lei, perché mi sento stupido e abbagliato di fronte alla bellezza dei suoi occhi.
«Ho detto – dice ridacchiando – che sto bene con te. In tua compagnia, mi sento felice»
Sorrido anche io e mi fermo un secondo, grattandomi la nuca, e mi perdo a guardarla in tutta la sua infinita bellezza.
Si ferma anche lei e mette le mani nelle tasche del cappotto, poi mi guarda con occhi quasi impazienti, come se stesse aspettando una mia risposta.
Ma cosa posso dirle? Che credo di essermi innamorato di lei dal primo momento che l’ho vista?
Che il mio cuore prende la rincorsa ogni volta che sono accanto a lei e balbetto perché mi sento quasi in soggezione ogni volta che parlo con lei?
Mi mordo le labbra, e sento il mio cuore battere ancora più forte sotto i suoi occhi indagatori.
«Che ti prende? Ho detto qualcosa di male?» domanda imbarazzata, grattandosi il naso.
Sorrido guardando il suo viso contorcersi in una buffa smorfia, poi mi avvicino a lei e le poggio improvvisamente una mano su una sua guancia fredda.
Jane apre ancor di più gli occhi, cosa che mi fa emozionare maggiormente.
Sento le farfalle svolazzare beatamente nel mio stomaco, e le mie mani tremare, così come tutto il mio corpo.
«Anche io sto bene con te – sussurro – sei arrivata in un momento in cui non credevo più in nulla. Ma adesso, mi sono ricreduto».
Jane sorride, forse leggermente imbarazzata, e le sue guance divampano all’improvviso, cosa che mi fa venire ancor di più la voglia di baciarla.
Ma, mentre sto per farlo, sento le sue labbra morbide sulle mie, e il profumo della sua pelle ancor più vicino a me.
La stringo forte tra le mie braccia, per paura che possa andare via da un momento all’altro, e mi sento felice come mai prima d’ora.
Potrebbe anche finire il mondo, in questo momento, ma a me non importerebbe.
Ho già il mio mondo tra le braccia.
 

Sento che una lacrima scivola via da uno dei miei occhi ancora chiusi, così li riapro, credendo che così quelle traditrici non possano scendere più.
Ma non è vero, e loro continuano a scendere sul mio volto, giungendo fino al collo e bagnandolo completamente senza sosta e senza voglia di smettere.
Hanno voglia di farmi piangere stanotte, di farmi bagnare il cuscino e di non farmi dormire, di farmi soffrire più di quanto non lo stia facendo già, di farmi morire ancora di più.
Ho paura.
Paura di piangere, di soffrire, di essere triste… ho paura di perdere Jane, nonostante già so che lei volerà via dalle mie mani da un momento all’altro.
Ho avuto paura nel momento stesso in cui me l’ha detto, in cui ho capito che me l’avrebbero portata via per sempre, quando finalmente avevo imparato amare.
Perché la vita è sempre stata crudele, con me.
Nel momento in cui ho avuto la cosa più bella del mondo tra le mie mani, lei me l’ha tolta via solo per vedermi triste.
E adesso, sta per togliermi Jane dalle mani, perché sa quanto la ami.
Solo perché vuole vedermi triste.
 

E’ bella, come sempre.
Abbiamo appena finito di fare l’amore, e lei è rannicchiata sul mio petto mentre canticchia qualcosa di indefinito alle mie orecchie.
Sorrido, mentre le accarezzo dolcemente i lunghi capelli neri e scompigliati, che le ricadono lungo la schiena nuda e bianca, che fa da contrasto con la mia pelle scura.
Siamo tutto un contrasto, io e Jane insieme.
Lei ha la pelle chiarissima, come il latte, mentre la mia è scura come la cioccolata; lei è piccola e fragile, mentre io sono abbastanza muscoloso e più forte fisicamente; lei è dolce, timida e arrossisce fino alla punta dei piedi quando è in imbarazzo, io sono un tipo misterioso, che non lascia trapelare i propri sentimenti.
Lei è solare e quando si affeziona si apre con tutti, nascondendo la sua timidezza iniziale, io mi fido solo di poche persone, quelle che lo meritano davvero.
Io ho gli occhi scuri, castani, forse pieni di mistero, mentre lei… lei ha gli occhi più belli che io abbia mai visto in vita mia.
I suoi occhi sono azzurri, come il cielo in primavera, chiaro e limpido, come le onde del mare mentre s’infrangono sugli scogli, con quelle striature di blu così intenso da far innamorare anche il più cinico degli uomini sulla faccia della terra.
Jane potrebbe far innamorare chiunque con i suoi occhi, con il suo modo di fare... potrebbe avere gli uomini più belli del pianeta, i più meravigliosi caratterialmente, e invece ha scelto me.
Ha scelto me perché ha trovato la mancanza nei miei occhi, dice sempre.
E lei è stata la mia ancora di salvezza.
Sorrido ancora e la stringo più forte al mio petto. Lei se ne accorge e ride, dandomi un pizzicotto sul petto, che mi fa gemere dal dolore.
«Quante storie, Malik! – esclama ridacchiando – era uno stupido pizzicotto!»
Faccio finta di arrabbiarmi e inarco un sopracciglio.
«Solo un pizzicotto?! Adesso ti faccio vedere io com’è stato davvero, questo pizzicotto!» dico, e la prendo per le spalle, mentre lei ride e cerca di divincolarsi.
Ride, scrolla i capelli e chiude gli occhi, stringendole in due fessure, mentre io mi posiziono su di lei e inizio a farle il solletico nei suoi punti più deboli.
«B-basta! Ti prego, basta Zayn, b-aasta!» m’implora ridendo, muovendosi a destra e sinistra, cercando di colpirmi le braccia con le sue piccole mani eleganti.
«Chiedimi scusa per il pizzicotto, allora!» esclamo, ridendo insieme a lei.
Jane serra le labbra e mi da uno schiaffetto sul braccio, per poi farmi una linguaccia.
«Sei un idiota!» dice, riuscendo a liberarsi dalla mia presa e spingendomi via, sul lato destro del letto.
Continuiamo a ridere come due bambini, respirando affannosamente.
Vedo Jane guardare un punto indefinito sul soffitto, mentre io studio i contorni del suo viso, del suo petto, delle sue gambe, non riuscendo a togliere lo sguardo da lei.
Non smetterò mai di dire che è bellissima.
Jane si gira all’improvviso e mi punta quei suoi enormi occhi azzurri nei miei, facendomi perdere un battito.
«Cosa c’è?» mi chiede, sorridendo improvvisamente, avvicinandosi un po’ di più a me.
Le cingo la vita con un braccio, mentre lei posa le sue dita delicate sulla mia pelle, cominciando ad accarezzarmi dolcemente la mascella.
«Niente – rispondo, sorridendo – sei bellissima».
Jane sorride e mi lascia un bacio delicato sulle labbra. Chiudo gli occhi e lo approfondisco un po’ di più, facendo giocare le nostre lingue, facendole completare come fossero due pezzi di puzzle.
Lei si scosta dopo un po’, rimanendo ancora stretta al mio petto, facendo un altro piccolo sorriso.
Ritorna ad accarezzarmi la guancia, ma i suoi occhi sono improvvisamente spenti e privi di quella luce che possedevano poco prima.
Rimaniamo in silenzio per un po’, poi la sento sospirare rumorosamente.
«Zayn?» mi chiama, sussurrando il mio nome.
«Mmh?» bofonchio in risposta, accarezzandole i capelli.
«Devo dirti una cosa…» sussurra ancora, e sento il suo cuore battere all’impazzata.
«Dimm…?»
«Ho un tumore, Zayn».
Il mio cuore si blocca, così come il mio respiro e il resto del mio corpo.
Sento che il cuore mi si gela improvvisamente, e tutto intorno diventa scuro.
Jane sospira improvvisamente, e sento ancora le sue dita accarezzare la mia pelle scura.
«Sapevo che avresti reagito così… - sospira – ma dovevo dirtelo. Non potevo lasciarti e non dirti nulla, sarebbe stato da vigliacchi. Anche perché non ho nessuna intenzione di stare lontana da te. Tu sei l’unica persona che non mi fa pensare a questa cosa, che mi fa essere la Jane di sempre, quella che vorrei rimanere, quella Jane che ha voglia di lottare, anche se sa che non ci sarà niente da fare…»
«Non è vero, Jane…» riesco a dire, ma le parole mi muoiono quasi in gola e mi manca l’aria.
«Zayn…»
«Tu non morirai…» dico deciso, ma la mia voce trema, e non riesco a trattenere le lacrime.
Jane sospira e mi si avvicina ancor di più, cercando di asciugare le mie lacrime con le sue dita.
«Zayn… si. Io morirò. Non c’è più niente da fare, i medici dicono che mi restano tre mesi di vita, e io non voglio pensare alla mia morte. Non ho più paura, adesso. Non ho più paura di niente, adesso che sono con te. Voglio godermi questi mesi vivendo con te, giorno per giorno, tenendoti per mano, sentendo il tuo cuore battere al ritmo con il mio, vivendo come la Jane che è vissuta fino ad adesso…»
«Non puoi morire… - sussurro tra le lacrime – non puoi…»
Lei mi stringe più forte a se, e io inizio a singhiozzare come un bambino che ha appena fatto un incubo.
«Cosa credi? Che io lo voglia? Che voglia abbandonare i miei genitori, i miei amici e te? Credi che io voglia morire? Io non vorrei, Zayn… ma ormai, l’ho accettato e cerco di non pensarci. Questo è quello che devi fare tu, adesso. Pensa solo che io sono la stessa Jane di ogni giorno, quella che dimentica le cose, quella che fa tardi la mattina, quella che ti batte sempre a Tabù… pensa che io non morirò»
Alzo lo sguardo con gli occhi velati dalle lacrime, ma nonostante ciò riesco a scorgere gli occhi azzurri di Jane di fronte ai miei.
Non dico nulla e poso dolcemente le mie labbra sulle sue, rosse e fresche, piene d’amore.
La bacio come ho sempre fatto, quando non c’era la morte ad ostacolarci, quando niente sembrava impossibile.
Mi stacco dalle sue labbra dopo minuti che mi sembrano infiniti, e la guardo di nuovo negli occhi, gli unici che sanno infondermi sicurezza.
«Ti amo, Jane. Più di ogni altra cosa al mondo» sussurro con la voce rotta dal pianto.
Lei sorride, e mi accarezza dolcemente i capelli.
«Anche io, Zazà. Anche io».
 
 
Il mio cellulare inizia a squillare.
Scuoto il capo, come per riprendermi da quel brutto ricordo e mi asciugo le lacrime con il dorso di una mano.
Prendo il cellulare dalla tasca e non guardo nemmeno il numero, rispondendo direttamente.
«Pronto?» mugugno, stanco e senza forze.
«Zayn…» sussurra la voce di Liam, rotta dal pianto.
Rimango interdetto per qualche secondo, poi tutto mi è più chiaro.
Butto il cellulare per terra e mi alzo di scatto dal divano, travolgendo ogni cosa mi si pari davanti.
Apro velocemente la porta e mi catapulto fuori di casa, scendendo gli scalini a due a due per fare prima e per arrivare in tempo da lei.
Jane.
Jane sta morendo.
Sapevo che non dovevo andare via dall’ospedale, che le sue condizioni erano troppo gravi per farla rimanere in vita un giorno di più, un secondo di più.
Sapevo che non dovevo dar retta a Liam, quando mi aveva detto che avevo bisogno di tornare a casa per dormire.
Stronzate, erano tutte stronzate.
L’unica cosa di cui avevo bisogno, era solo rimanere con Jane, tenendole la mano ancora più pallida del solito, stare accanto a lei senza dormire un’intera notte.
Sono stato un idiota.
E adesso che sto per perderla, io non sono lì.
Entro velocemente in macchina e metto subito in moto, partendo come un pazzo, rischiando di ammaccare la macchina parcheggiata davanti alla mia, ma a me non importa.
Sento il cuore che cede ad ogni secondo che passa mentre guido velocemente verso l’ospedale, perché è consapevole che Jane tra poco non ci sarà più.
Questa è stata la giornata più lunga di tutta la mia intera vita.
Continuo a pensarci mentre mi dirigo verso quello stupido edificio che tiene rinchiusa la mia Jane, mentre la sua vita è appesa ad un filo sottile, quasi invisibile.
Sono spaventato a morte, perché so che non ci potrà mai essere una come Jane, una che mi abbia curato tutte le ferite, una che mi abbia amato con tutto l’amore che possa esistere sulla faccia della terra.
Sono triste, perché solo adesso mi rendo conto che sono stato un idiota ogni volta che le ho negato qualcosa, ogni volta che non l’ho portata a visitare i luoghi che voleva vedere, ogni volta che mi sono tenuto dentro tutte quelle parole che avrei voluto dirle, ma che non hanno mai avuto una voce, perché erano troppo spaventate per uscire fuori.
Sono triste, perché avrei potuto dirle di amarla tante altre volte, ma non l’ho mai fatto, credendo che lei lo sapesse già.
Continuo a pensare a lei, al suo piccolo corpo in quel letto bianco e scolorito, alle mura che la tengono rinchiusa, e a tutto quello che abbiamo passato in questi ultimi giorni che l’hanno divisa dalla morte.
Continuo a pensare a questo pomeriggio, a quando mi ha detto di andare via perché ero stanco, a quando mi ha detto che lei sarebbe stata bene, che ci sarebbe stata ancora.
E invece, cosa ne poteva sapere lei?
Cosa ne poteva sapere Jane, che quella stessa notte, la morte l’avrebbe sorpresa?
E cosa ne potevo sapere io, che avrei avuto così tanta paura?
 
«Va a casa, Zayn, sei stanco» mi ripete, con una voce sottile e stanza quanto i miei occhi in questo momento.
Cerco di farle un sorriso, tenendole stretta la mano pallida, senza più un colore.
Solo i suoi occhi hanno un colore.
I suoi capelli neri non ci sono più, le sue dita sono troppo bianche e il suo corpo è senza forze… ma è sempre bellissima.
Ha sempre quegli occhi così pieni di vita, nonostante non ce la faccia più.
«Sto bene, Jane» mento, facendo una buffa smorfia che dovrebbe essere un sorriso.
Lei ride, anche se non ce la fa, e chiude gli occhi, scuotendo dolcemente il capo.
«Non è vero, non stai bene. Non mentire, Malik, sai che non ci riesci!» esclama con una voce flebile, che di certo non le appartiene.
Rimango in silenzio e le stringo ancora di più la mano, cercando di non farle male, e abbasso lo sguardo.
«Zayn, per piacere…» sussurra ancora, e la sento fare un sospiro.
«Sto bene, Jane, non voglio andare via» rispondo, alzando lo sguardo e perdendomi nei suoi occhi.
Jane fa un sorrisino, molla la mia presa e poggia la sua mano piccola e tremolante sulla mia guancia scura, accarezzandomi dolcemente.
«Fallo per me…».
La sua voce è delicata e piena di tristezza, e non posso fare a meno di sospirare rassegnato.
Mi alzo dalla sedia, e Jane sorride, così le punto contro l’indice e inarco un sopracciglio.
«L’hai avuta vinta… ma solo per questa volta!» esclamo, facendola ridere piano.
Mi avvicino a lei e le accarezzo una guancia morbida, pallida, fredda. La mano mi trema non appena entra in contatto con la sua pelle, e lei socchiude gli occhi.
Avvicino la mia fronte alla sua, facendole combaciare, e poi le lascio un bacio dolce, lento, quasi come se volessi godermi quel momento per farlo rimanere impresso dentro di me.
«Ti amo…» mi sussurra, non appena mi stacco dalle sua labbra, anche se non vorrei.
Sorrido e le faccio un’altra carezza, per poi avviarmi verso la porta.
Mi giro un’ultima volta, guardandola inerme in quel letto, senza forze, ma con ancora gli occhi che le brillano ed il solito sorriso dolce.
«Io da qui non mi muovo, te l’ho detto!» dice, ridacchiando leggermente, e fa ridere anche me.
«Me lo prometti?» le chiedo, con la speranza che davvero non vada mai via da me.
Jane annuisce col capo, senza smettere di sorridere.
«Te lo prometto».
 
Se solo avessi saputo che questa sera lei se ne sarebbe andata, avrei fatto di tutto per tornare indietro nel tempo.
Avrei fatto di tutto per intraprendere una strada che non avevamo mai percorso, una diversa da quello che poi ci avrebbe portato a questo.
Perché io non sono ancora pronto per perdere Jane.
Non posso immaginare una vita senza lei al mio fianco, senza i suoi dolci sorrisi, senza i suoi morbidi baci, senza la sua risata, senza le sue battute, senza i suoi meravigliosi occhi azzurri.
Non posso permettere che quegli occhi si chiudano per sempre.
Parcheggio velocemente l’auto fuori dall’ospedale e mi scaravento al di fuori di essa, correndo dentro l’edificio che ormai, da tre mesi a questa parte, conosco a memoria.
Corro tra quei corridoi lunghi e senza una fine, dalle pareti smunte e bianche, prive di qualsiasi decorazione o colore acceso.
Tutto in quell’ospedale mi porta tristezza.
E sono ancora più triste, perché Jane non merita di morire, nemmeno qui dentro.
Sento il cuore battere all’impazzata per la corsa, per la tristezza, per la paura.
E quando finalmente arrivo lì, fuori dalla stanza della ragazza che amo, mi sento di morire ancor di più.
Sono tutti fuori, i suoi genitori, le sue amiche, Liam, Louis, Harry e Niall.
Sono tutti tristi.
Harry ha il volto sepolto tra le sue grandi mani, Louis è accanto a lui che cerca di consolarlo, ma in realtà piange anche lui, Niall sta zitto, immobile, con lo sguardo basso e Liam si mangia nervosamente le unghie.
I genitori di Jane non hanno più un colorito, la madre piange senza sosta, mentre il padre le tiene un braccio intorno alle spalle, ma anche lui non ha più forze.
Liam si volta verso di me, spalanca gli occhi e fa per avvicinarsi.
«Zayn…» prova a dire, ma io lo scanso bruscamente.
«Jane!» urlo, correndo verso quella porta maledetta che la tiene rinchiusa «Jane!»
«Zayn, ti prego…» sento dire da parte di qualcuno, ma a me non importa.
Nessuno m’impedirà di vedere la ragazza che amo per l’ultima volta.
«Jane!» urlo ancora, mentre apro quella stupida porta, anche se certe mani cercano di fermarmi.
Mi libero da quella presa, non sapendo a chi appartengano, ed entro nella stanza di Jane, con gli occhi che iniziano a lacrimarmi.
Jane è ferma, immobile su quel suo solito lettino bianco, con vari tubicini attaccati al suo braccio, mentre vari medici le stanno intorno.
«Jane, ti prego!» urlo, correndo verso quelle figure che non so riconoscere tante le lacrime nei miei occhi.
Qualche medico si accorge della mia presenza e mi viene incontro, cercando di fermarmi.
Perché non vogliono farmi avvicinare alla mia Jane?
Io devo starle vicino, non loro!
Li scanso bruscamente e sento qualcuno che ordina di farmi uscire fuori, ma io sono più veloce e corro verso il lettino dove quella piccola e pallida figura è posta da mesi, ormai.
Con la differenza che adesso sta morendo.
«Jane! Jane!» continuo a chiamarla, sperando che sentendo la mia voce possa risvegliarsi.
«Ti prego Jane, non lasciarmi!» urlo tra le lacrime.
Altre mani cercano di fermarmi, di prendermi e portarmi via, ma io mi ribello e mi avvicino a lei, sfiorandole una mano fredda, pallida.
Guardo di sfuggita l’elettrocardiogramma posto accanto a lei, e vedo che il suo battito cardiaco ormai non può farcela più. Non riesce più a sostenere tutto quel male.
«Jane…» sussurro ancora, prendendole una mano, cercando di farla svegliare.
Ma lei non si sveglierà, ormai lo so.
«Ti amo, Jane. Più di ogni altra cosa al mondo».
L’elettrocardiogramma segna la fine di qualsiasi battito cardiaco di Jane.
La sua mano è più fredda del solito, e il suo viso è pallido, stanco, senza vita.
I suoi meravigliosi occhi azzurri si sono chiusi per sempre.
Jane è morta.
E con lei, sono morto anche io.




-
 

Buonasera ragazzuuolii u.u 
si, sto cercando di non piangere in questo momento, così cerco di sdramattizare questo momento tragico.
sinceramente, non so come mi sia uscita questa os così... trrrriste e malinconica D:
stavo ascoltando Sad dei Maroon 5 (che vi consiglio vivamente di ascoltare se non l'avete mai fatto, è meravigliosa) e nada, ho pensato "ma se tipo ci facessi una os sopra? mmmh..."
ed è nata questa cosa! 
okay, ascolto troppe canzoni tristi, la devo smettere.
vi immagino in lacrime (credo, almeno, non sono una maga) e per rassicurarvi, vi dico che io ero una cascata mentre la scrivevo, soprattutto la fine... lì stavo tipo morendo soffocata insieme alle mie lacrime!
beh, è una tematica delicata... e io sono troppo sensibile, soprattutto davanti a queste cose.
bene, vi lascio, che ho già parlato troppo! 
se volete seguirmi su twitter sono @___puuff :)
e ssì, se ve lo state chiedendo (in effetti non se lo sta chiedendo nessuno, ma vabbbbè) il banner l'ho fatto da sola! *--*
aaaaaaaaw, mi sento un genio! 

okaay, basta, mi dileguo.

cccccciao dolcezze! :3

  
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