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Autore: littlepony94    27/12/2012    7 recensioni
~ Helen è irrimediabilmente innamorata di Jake, il solito figo della scuola, più grande di un anno, popolare e circondato da uno stuolo di ragazze. Ma Helen non sa che Jake la osserva da tempo e che ha deciso di fare un gioco con lei..~ ||
E' la mia prima storia quindi vi prego, abbiate pietà!
Spero vi piaccia e mi raccomando, se vi piace, se non vi piace, se avete consigli o critiche, per favore, recensite (:
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Non-con | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Appena mi trovai di fronte a lui, gli riversai addosso tutto quello che pensavo in un'unica, semplice frase.

Il mio sguardo non era carico d'odio.
Anzi, ero sofferente ma fiera.
La testa la tenevo alta, puntavo i miei occhi dritti nei suoi.
In quel momento il mio orgoglio era l'unica cosa che avevo.
La cosa che mi ha più spaventato e reso triste fino ad oggi è stato il fatto che tu non abbia mai amato me, o lei..
indicai Rose, che rideva seduta sul banco insieme alle sue amiche.
..o chiunque altro, o qualsiasi cosa all'infuori di te.
Non aspettai una sua risposta.
Girai i tacchi e mi allontanai.
Hel..
lo sentii dire, mentre tentava di fermarmi prendendomi per un braccio, ma io mi liberai dalla sua presa.
Non mi voltai nemmeno.
Senza dire altro tornai in classe.

Il giorno dopo Christina corse da me dicendomi che a scuola non si parlava d'altro che di me e di quello che avevo detto a Jake e così fui costretta a raccontarle tutta la storia.
Che stronzo! Ma davvero si è comportato in questo modo?
Anche lei era sbalordita e disgustata.
In più mi disse anche che lui e Rose si erano lasciati.
Era stato lui a chiederle di rompere, ma a me non importava molto di quei pettegolezzi.
Speravo solamente di passare gli ultimi giorni di scuola senza preoccupazioni.

Arrivò venerdì, la scuola sarebbe finita il giorno dopo.
Erano circa le21,30 quando scesi a portare il cane.
E lui era lì.
Dove mi aspettava di solito quando mi mandava i suoi  messaggi.
Mi tirai su il cappuccio e lo superai facendo finta di non vederlo.
Ma lui mi prese per il braccio e questa volta mi strinse forte, non riuscii a liberarmi.
Cosa vuoi?
gli chiesi senza guardarlo in faccia.
Non ero arrabbiata, ero solo delusa.
Profondamente delusa.
Non pensavo che un essere umano potesse fare così male ad un altro essere umano.
Lui ne era stato capace.
Perdonami.
rispose, e sembrava realmente dispiaciuto.
Come posso crederti?
Lui non rispose.
Tirò fuori dalla tasca alcuni fogli. 
Erano quelle dannate fotocopie, quelle che mi avevano fatto avvicinare così tanto a lui.
Riconobbi la mia scrittura e i miei scarabocchi.
Prese il suo accendino e gli diede fuoco.
Ti capirei se mi dicessi di no, ma ho lasciato Rose per chiederti una seconda possibilità.
Quel pomeriggio per me è stato..non so nemmeno come definirlo.

Ridacchiò nervosamente, toccandosi i suoi splendidi capelli.
Stare con te, parlare con te, uscire con te, sono state le cose più belle che mi siano capitate quest'anno.
Era sincero.
Riconoscevo ormai quando mentiva e quando no.
Avevo paura che ti avessi fatto fare qualcosa che non volevi, per questo non ti ho scritto.
Sono stato un codardo, una persona orribile e ti faccio le mie scuse più sincere.
Vorrei che tutto quello che abbiamo avuto non fosse finito ora..

Lo guardai.
Sembrava così triste.
Non mi ero accorta che il colore dei suoi occhi era spento e le lacrime affioravano di continuo per essere trattenute a fatica.
Si torturava le mani nervosamente e deglutiva continuamente come se avesse qualcosa in gola che non riuscisse a mandar giù.
Lo guardai attentamente.
E tirai fuori il miglior sorriso sghembo che riuscissi a fare.
Lasci pure il modulo alla mia segretaria.
risposi, sempre sorridendo.






Agosto.
L'aria è clada e afosa.
Mi sventolo con una rivista seduta al tavolino di un bar in centro.
Guardo l'orolgio nervosamente.
E' in ritardo..
commento nella mia mente.
Ma non faccio in tempo a concludere il mio pensiero che lo vedo arrivare.
Maglietta gialla di spongebob, jeans attillati, occhiali da sole neri della rayban.
E' bellissimo.
Mi alzo dalla seggiolina che fa un rumore sgradevole, strisciando sul marciapiede ma non m'importa.
Gli corro incontro e gli getto le braccia al collo.
Appena ci allontaniamo un poco, mi riavvicina un poco a lui e poggia le sue labbra sulle mie.
Hanno il suo sapore ed è così piacevole che ho paura di non riuscire a staccarmi.
Fortunatamente ci riesco, per riprendere aria e per punzecchiarlo.
Con un sorriso sghembo e un tono di voce sarcastico gli dico
Ingegnati perché dovrai farti pedonare il ritardo, Gilmore.

Anche lui fa un gran sorriso.
Cercherò di fare del mio meglio, signorina Portman.
Potrei essere più felice?
  
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