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Autore: MrRickySabba    28/12/2012    1 recensioni
Fanfiction su Chris Colfer e Darren Criss. Chris abita da 21 anni nel quartiere di Burning Street; conosce tutti, ma non si immagina che un giorno un nuovo inquilino si trasferirà e diventerà la persona di cui si innamorerà. Perdutamente. "Chris capì che si stava innamorando. Di nuovo. Della persona sbagliata"
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Risvegli

I pensieri che affollavano la mente di Chris svanirono subito dopo l’immagine di se stesso disteso sul letto in una valle di lacrime.
Scosse la testa e tornò al presente. Cercò di guardare avanti a lui, ma ovviamente non poteva.
Per fortuna era difficile scordarsi di un viso così meraviglioso come quello del ragazzo che aveva davanti. Il viso rotondo racchiudeva due occhi color ocra chiara, come la sabbia del deserto. I riccioli corvini gli cadevano sulla fronte come trucioli di legno colorati con una vernice laccata nera. L’espressione angelica che vide la prima volta gli aveva trasmesso una grandissima serenità. Non sapeva neanche lui il perché.
Lo sentiva.
Sentiva che era ancora lì.
“Quanto tempo è passato da quando hai smesso di cantare?” chiese senza mostrare alcuna esitazione nella voce.
Il ragazzo, stranito da quella domanda, rispose: “Beh, credo non sia passato neanche un minuto”
Sbigottito, si alzò con l’aiuto del bastone. Si recò verso il tavolino mobile dal quale prese una bottiglia di buon Brandy, la stappò e ne versò il contenuto nel bicchiere, facendo attenzione a non esagerare. Ne prese un sorso, poi si voltò con il bicchiere in una mano e il bastone nell’altra.
“Quindi mi vorresti dire che tutto ciò a cui io ho pensato fino ad adesso è durato poco meno di un minuto? Nonostante fossero ricordi fin troppo nitidi e dettagliati?”
“Beh, si dice che i ricordi meglio stampati nella mente siano quelli che scorrono più velocemente, anche se le immagini passano nella nostra mente a una velocità che noi percepiamo come tendente a zero.” Prese un breve respiro “E generalmente sono sempre i più dolorosi”
Chris non parlò. Si limitò a bere un sorso di Brandy, con un’espressione che lo tradì.
“Ho fatto centro?” chiese il moro.
“Decisamente.” Rispose freddo il cieco.
“Chris” Darren si alzò e si diresse verso il ragazzo. “mi dispiace se tutto ciò ha rievocato in te strani ricordi.” Con un dito gli sfiorò la guancia morbida e liscia come la pelle di un bambino. “Volevo solo essere sicuro che, malgrado quello che succederà e nonostante quello che crederai sia più giusto da fare per te, io sarò sempre disponibile per te. A poche case di distanza. A pochi passi da te.”
Gli tolse il bicchiere dalla mano e lo appoggiò sul tavolino. Poi prese la mano libera e la avvicinò al suo pettorale sinistro.
“Lo senti? Senti questo rumore sotto la mia pelle? È il mio cuore che batte. Mai prima d’ora avrei pensato che potesse battere così forte. Poi questa mattina ho aperto la porta, e ho visto i tuoi occhi. In quel momento ho capito quanto velocemente può battere il cuore di un uomo.” Darren scostò la mano di Chris dal suo petto, ma non la lasciò. Prima di lasciarla definitivamente aveva bisogno di una sua risposta. Avrebbe aspettato tutto il tempo del mondo.
Il ragazzo dal viso di porcellana prese un respiro.
Aveva già riflettuto abbastanza.
Come era entrato, il passato gli era uscito dalla testa, come una scarica che da un fulmine passa per una sbarra di metallo e poi si scarica a terra.
Era passato. Non doveva lasciarselo alle spalle, bensì utilizzarlo per non fare errori nel presente e migliorare il suo futuro, non come tutti fanno, ovvero chiudendo totalmente una porta. Bisogna che essa rimanga socchiusa, per dare modo alle esperienze di ripresentarsi e mettere la persona davanti ad una scelta realmente difficile: ripetere l’errore oppure optare per la scelta opposta. Durante questo tipo di scelte la gente non possedeva la giusta razionalità, pertanto sceglieva sempre di ripetere l’errore, pur avendo la consapevolezza che sarebbe stata la scelta sbagliata.
Chris riusciva, malgrado il cuore a mille, ad essere abbastanza razionale. Convogliava tutta la sua capacità di concentrazione sulla sua cecità. Non sarebbe più stato capace di fare le cose che faceva ogni giorno.
Non avrebbe più potuto godersi il tramonto che si stagliava all’orizzonte attraverso la finestra della sua camera.
Non avrebbe più potuto correre.
Non avrebbe più potuto vedere i film che tanto adorava.
Non avrebbe più potuto curare le more della nonna.
Non avrebbe più potuto vedere nulla.
Ma la cosa che più lo distruggeva era che non avrebbe più potuto vedere il viso della persona meravigliosa che gli stava dinanzi. L’uomo che desiderava da tanto tempo ora era lì, di fronte a lui e gli stringeva la mano.
Aveva paura di rispondergli. Ma perché doveva averne? Darren gli aveva già dichiarato di appartenergli, come poteva pensare di aver paura di rispondergli?
“Anche io” disse di getto stringendo la mano e allungando il collo per baciarlo.
Non ci vedeva, perciò posò le sue labbra sul naso dell’altro.
“Ehi, sono qui quelle che stai cercando.” Disse il moro prendendo il viso di Chris fra le mani e portando le labbra a contatto con quelle del ragazzo.
La sensazione che si scatenò dentro al cuore di Colfer era indescrivibile. Si sentiva pieno. Finalmente aveva scoccato il suo primo vero bacio alla persona che amava, senza che l’altro avesse ripensamenti o confusioni varie.
Pose le braccia su quelle del moro, lasciando cadere il bastone.
Continuò a baciarlo con dolcezza e innocenza.
Solo dopo poco si rese conto di una cosa: le sue braccia crollarono e si distesero lungo il corpo. Provò a cingerlo lungo i fianchi.
Niente. Le sue mani si scontrarono con un fragoroso CLAP  e ciò attraverso cui passarono era stranamente…freddo.
Si staccò velocemente e quasi cadde sul tavolino.
Portò con infinita paura una mano avanti per capire se aveva sentito bene.
Ad un certo punto sfiorò una zona più fredda. Cercò di delinearne una sagoma. Era quella di Darren.
Svegliati Chris. Svegliati!
Il sobbalzo lo fece quasi cadere dal letto.
Spalancò gli occhi. Buio totale.
Tastò sul comodino per trovare l’interruttore della lampada. La accese.
Era stato tutto solo un brutto incubo.  

  
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