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Autore: Iburninyourheart    28/12/2012    14 recensioni
Riesco a ricordare tutto di te, sai? Perché credimi, ogni volta che mi sentivo male, senza nessuno al mondo, pensavo a te. E no, non mi sentivo più sola. Tu c’eri.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I would like to taste every single moment of life with you.
 
“Ti incontrai quel ventinove Dicembre, la giornata era soleggiata, stranamente.
Ore 10:19
Mi alzai dal letto, dolorante perché plausibilmente quella notte avevo dormito in modo storto. Controllai per prima cosa il telefono. Avevo due messaggi, sempre dalla stessa persona: Nicole.
 
Rachel, svegliati!
Ci vediamo io, te e Liz nella piazza tra mezz’ora. Devo comprare alcune cose e ho bisogno di voi come appendibuste.
 
Le risposi frettolosamente perché, avendo letto quel messaggio in ritardo, ero in ritardo anche io.
Mi vestii e scesi di tutta furia, non c’era nessuno a casa, quindi dovevo portarmi le chiavi.
Ero vestita di bianco e di grigio, un mix perfetto, ma sarei stata coperta dalle buste di Nicole, quindi nessuno avrebbe visto come sarei stata vestita.
 
Arrivai nella piazza, in ritardo, ma non c’era ancora nessuno e il mio cellulare non segnava nessuna chiamata persa. Voleva dire che erano in ritardo tutte e due.
Mi sedetti sulla nostra panchina e le aspettai. Seduto accanto a me c’eri tu: capelli biondi, occhi azzurri, non molto alto e magro. Sìsì, proprio un bel bocconcino, però c’era il problema che io ero timida.
 
Ore 10:50
Ero seduta su quella panchina da venti minuti, tu continuavi a stare vicino a me e fissavi i miei pugni stretti dalla rabbia.
Driiiiiiiin Driiiiiiiin
Uh, era il mio telefono, ed era Nicole. Si era incontrata davanti un negozio con Liz e avrebbero fatto ritardo tutte e due. CONTEMPORANEAMENTE.
I miei pugni si strinsero così tanto da farmi male.
“Qualcosa non va?” mi rivolgesti la parola “sono seduto qui da molto tempo e, date le tue mani chiuse a pugno, ho il sospetto che tu sia molto arrabbiata con le tue amiche” mi sorridesti.
Ti guardai, pensai fossi stupido. Diciamocelo, era ovvio che ero incazzata nera!
“Beh, in realtà si. Le mie amiche mi fanno sempre arrivare in orario per poi fare ritardo, è una cosa insensata!” mi misi una mano sulla fronte, ero esasperata. Tu, semplicemente, sorridevi, come a dire che mi capivi, e così era.
Tu eri lì da più di un’ ora per aspettare il tuo migliore amico, che tardava sempre, e devo dirtelo, avevi una pazienza da fare invidia all’uomo più paziente al mondo.
Il tuo sorriso? Devo proprio descriverlo? Era il mio sole, spettacolare.
I tuoi occhi? Erano i più belli che avessi mai visto. La tua iride azzurra mi dava sicurezza.
 
Dopo mezz’ora del nostro parlare, finalmente le mie amiche e il tuo migliore amico arrivarono.
“Comunque, io sono Rachel” ti dissi, guardando in basso e porgendoti una mano.
“Io sono Niall” mi sorridesti a tua volta. Eri bellissimo. Mi porgesti la tua mano che io strinsi con piacere.
 
Trentuno Dicembre, ore 10:00
Questa volta, mi misi la sveglia. Pioveva, una lunga giornata si avvicinava. Chiamai le mie amiche per incitarle ad alzarsi, non volevo aspettare di nuovo su quella panchina.
Invece, anche dopo averle incitate, le mie amiche furono in ritardo. La giornata era uguale a quando ti incontrai, tranne che pioveva e tu non c’eri.
Mi sedetti sulla panchina del nostro primo incontro e lessi una scritta sul fianco della panchina.
 
Ciao Rachel, sono Niall. Questo è il mio numero, mandami un messaggio appena hai letto.
Presi il numero e cancellai la scritta, nessuno avrebbe dovuto prendere il tuo numero.
 
Ciao, ho appena letto. Sono Rachel.
 
 
Iniziai a messaggiare con te e dopo un mese dal nostro primo incontro tu mi chiedesti di uscire.
“Certo” ti dissi con un sorrisone a trentadue denti.
Quell’appuntamento fu qualcosa di splendido, e lì tu mi dicesti per la prima volta cosa provavi e mi chiedesti di diventare la tua ragazza.
“Sai, quando ti ho vista, ho pensato che ci fosse qualcosa di speciale in te. Avevo ragione, tutto di te è speciale. V-v-vorresti essere la m-m-mia ragazza?” dicesti, tremando dalla timidezza.
Ti abbracciai, le parole non riuscivano ad uscire dalla mia bocca.
 
Passarono quattro mesi, dal nostro primo incontro e tutto era perfetto: tu ed io, noi.
Ricordo il tuo primo “ti amo”, quel 24 marzo.
Riesco a ricordare tutto di te, sai? Perché credimi, ogni volta che mi sentivo male, senza nessuno al mondo, pensavo a te. E no, non mi sentivo più sola. Tu c’eri.
 
 
Passarono quattro anni.
“Senti, tu oggi vieni a cena da me, ok?” mi dicesti, più che un invito era un obbligo.
Cucinavi benissimo, ma eri più abituato a mangiare.
Eri dolcissimo, le tue mani si torturavano a vicenda. Ti alzasti e ti avvicinasti a me.
“Ehm, senti, Rachel, dovrei chiederti una cosa” ti inginocchiasti e prendesti una piccola scatoletta blu, che mi ricordava i tuoi occhi che ero solita a guardare per ore.
“Vuoi sposarmi?” dissi il mio si, raggiante.
 
Sette anni dal nostro primo incontro.
“Niall, devo dirti una cosa. Siediti, non voglio che ti faccia male saltando per la stanza dalla felicità” ti guardai sorridente. Poggiai la tua mano sinistra sulla mia pancia.
“Qui, c’è vita, ed è nostra” avevi gli occhi lucidi, piangevi dalla felicità.
 
Amore, sono passati cinquantasei anni, ormai ho ottantatrè anni, e ti amo come ho sempre fatto: infinitamente.
Ti ricordi di tutto questo che ti ho appena raccontato, eh? Te ne ricordi?
Ricordati sempre di Dicembre, di quel mese che ci cambiò le vite.
E ricordati soprattutto che ti amo”.
 
Una lacrima cadde sulla terra, bagnata dal pianto dello squarcio di cielo.
Guardai per una delle ultime poche volte quella lastra grigia, su cui era inciso il nome “Niall James Horan”, sorridendo debolmente e tornando a casa, mentre il mio cuore batteva dalla felicità per averlo rivisto.
  
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