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Autore: Tomlinsonsmile98    28/12/2012    6 recensioni
Harry amava il suo Louis più di ogni altra cosa, e voleva gridarlo al mondo. Peccato che quell'azione gli sarebbe costata la felicità, per sempre.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Incest
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E' la seconda fanfiction che pubblico,

Probabilmente avrà qualche ORRORE ortografico dato che è stata scritta alle due di notte.

Non sbranatemi.

The truth never set me free.

 
-‘Esattamente tre anni fa ci siamo incontrati in quel bagno di XFactor, ricordi Lou?’
-‘Che domande sono queste? Mi hai quasi rotto un polso cascandomi addosso. Tu e la tua incapacità nel camminare. Che idiota che sei’ disse lui in tono scherzoso.
-‘Amore, tu il romanticismo ce l’hai nel sangue proprio eh?! Io stavo cercando di portarti a letto in modo fine e graziato’ aggiunsi con tono di voce sprezzante e al tempo stesso ironico.
-‘Non ci saresti riuscito tesoro, tra mezzora abbiamo un’intervista. L’ennesima intervista. Ricordati di non fissarmi troppo e di non sederti vicino a me. Il menagment non vuole’
-‘Perché dobbiamo fare tutto questo Lou? Ormai la maggior parte delle fans ci sostiene’ mi tremava la voce. Avremmo affrontato quel discorso circa quattordicimila volte. Proprio non ce la facevo. Perché dovevamo nascondere il nostro amore? Cosa c’era di sbagliato? Eravamo due uomini innamorati. Perché deve essere contro natura? Non c’è niente di sbagliato.
-‘Porta pazienza Hazza. Ti prometto che un giorno tutto questo finirà, adesso alzati da quel letto e vai a vestirti o faremo tardi di nuovo’.
Mi ero stancato delle sue promesse. Erano mesi, anni, che continuava a ripetermi le stesse cose. ‘Cosa posso fare?’ continuavo a ripetere tra me e me. Deve esserci qualcosa.

Un’ora dopo.

X: ‘Allora, Louis, gira voce che tu ed Harry stiate insieme, confermi?’
La domanda che tanto aspettavo era arrivata. La soluzione a tutti i miei problemi. So cosa dirà, ma questa volta, se mentirà di nuovo dirò IOtutta la verità. E’ giusto che tutti sappiano cosa sta succedendo. Le fans non si meritano di sentire bugie su bugie. Il menagment le ricopre ogni giorno di stronzate. Era arrivato il momento di mettere fine a tutto questo.
‘No, non è vero niente. attualmente sono single e..’ Non gli diedi modo di finire la frase. Mi alzai di scatto, presi il microfono e parlai.
-‘Louis, andiamo. Vogliamo davvero continuare così? Vogliamo continuare a mentire così spudoratamente a tutti? Ormai lo sanno tutti. La nostra relazione è reale, esiste davvero.’ Silenzio in sala, continuai. ‘Scusateci fans se non ve lo abbiamo detto prima. Abbiamo fatto di tutto per cercare di farvelo capire. Alcune di voi ci sono arrivate, altre non volevano crederci. Ma questo è quello che siamo veramente. Adesso che sapete tutto, sarete libere di scegliere: continuare ad appoggiarci, a seguirci e ad amarci come avete sempre fatto, o andarvene miseramente, facendo finta di non averci mai conosciuto’. Mi voltai verso i ragazzi. ‘Scusate, so che avrei dovuto mantenere il segreto, lo avevo promesso, ma era giunto il momento di rivelarlo’.I ragazzi mi stavano guardando con occhi sgranati, dallo stupore forse. Sentii dietro di me una voce fioca, morta. Era quella di Louis adesso in lacrime.
-‘scusate, per me è giunto il momento di andare’. Si alzò, prese le chiavi della sua porch, mi fulminò con lo sguardo e se ne andò. Il messaggio era chiaro: non dovevo seguirlo.
Restai qualche altro minuto per rispondere alle altre stupide domande e alla fine dell’intervista me ne andai via, correndo verso l’uscita. Dovevo cercarlo. Ma dove? Qualche secondo dopo gli altri mi raggiunsero. Erano terrorizzati, avevano paura per il loro futuro, ce l’avevano scritto in faccia. Ma erano anche fieri di ciò che avevo fatto, del coraggio che avevo dimostrato a tutti di avere.
-‘Harry, va a casa e riposati, quando Lou si sarà calmato vedrai che tornerà a casa. Lo conosci, non riuscirà a stare senza te per più di qualche ora’. Mi disse Liam con tono affettuoso. Stava cercando di consolarmi, era evidente. Dato che non avevo ancora la patente, chiamai un taxi e mi feci riportare a casa. Era vuota senza di lui. Iniziarono a scendermi le lacrime. Ero solo, davanti al camino. Avevo fatto davvero la cosa giusta? E Louis, il mio Boo, per quanto ce l’avrà con me? Mille pensieri iniziarono a frullarmi per la testa: ‘E se mi lascerà? Se deciderà di chiudere la nostra relazione per la cazzata che ho fatto?’ mi ripetevo insistentemente. Le lacrime intanto continuavano a rigarmi il volto. Presi il telefono per controllare se avevo qualche chiamata. Ma niente. C’erano solo stupidi messaggi inviati dal menagment. Dicevano che volevano parlarmi, ma sinceramente adesso non avevo proprio voglia di sentire le lamentele di quegli stupidi. Avevano sempre qualcosa da ridire sulle cose che facevamo o dicevamo. Decisi di farmi una tazza di tè caldo per tranquillizzarmi. Ad un certo punto squillò il telefono. Era un numero sconosciuto, che non avevo mai visto.
-‘Lei è il signor Styles?’ disse.
-‘Si’, risposi io ‘ma lei chi è?’
‘Devo darle una brutta notizia. Riguarda il suo fidanzato, Louis Tomlinson. La aspetto in ospedale, se può raggiungermi li’. Era un medico. Cosa aveva fatto quel cretino? Sembrava una cosa orribile. E se fosse.. NO. Mi rifiutavo di pensarci. Presi il primo taxi e partii. Pagai il tassista di corsa, ed entrai nell’atrio. Li, c’era un uomo scuro in viso ad aspettarmi.
-‘Mi dispiace, ma il suo fidanzato è stato ricoverato d’urgenza in ospedale. Le sue condizioni sono molto gravi, lo stiamo portando in sala operatoria, non sappiamo se ce la farà. Ha fatto un brutale incidente mentre tentava di mandarle un messaggio. Ecco, questo è il suo cellulare’. Me lo mostrò. Lo aprii e notai subito il testo. Diceva ‘Amore scusa per come mi sono comportato, sto tornando a casa, tra qualche ora sarò li, te lo prometto’. Mi sentii mancare. Era come se le gambe non volessero stare in piedi. Mi accasciai a terra. Era tutta colpa mia. Forse non potrò più vedere i suoi splendidi occhi azzurri. Non potrò più baciare le sue labbra, vedere il suo sorriso. Mi sentivo morire. Ormai erano circa quindici minuti che ero li, ma sembravano anni. L’attesa era snervante. Louis DOVEVA farcela. Passarono ore. Esattamente sei. Non chiusi occhio nemmeno per qualche secondo. Non ce la facevo. Ad un certo punto, un dottore si sedette accanto a me. Era appena uscito dalla sala operatoria, e mi informava che l’amore della mia vita non ce l’aveva fatta.
  
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