L('altra) Spada
Non riusciva a spiegarsi come né quando avvenne tutto ciò che stava appunto avvenendo. Capitò e basta, forse grazie alla spintarella data da quel boccale di troppo o forse ancora dalla spinta fisica che le diede la sua amica principessa, anche lei alticcia, con l'augurio che succedesse qualcosa di interessante. Giustizia, la chiamava.
Non sapeva nemmeno quanto fosse giusto quel che stava succedendo, in effetti. Anche la chimera le sorrise quella sera, come ad intendere che ci sarebbe stato da divertirsi. Che poi, parlando francamente, il divertimento risiedeva più nei pettegolezzi dei due succitati che nella sua situazione.
Stava di fatto che la maga dai capelli infuocati si trovava lì, in una camera che non conosceva, con una persona che conosceva benissimo, in una situazione che avrebbe voluto disconoscere.
Quell'altro, dal canto suo e aggiungerei come al solito, non capiva assolutamente come erano finiti in quell'assurdo gioco di sguardi.
Lei era sobria, in quel momento. Capiva e non voleva capire, ma in fondo cosa le costava?
La Spada era andata perduta in uno dei passati combattimenti. Non poteva più entrarne in possesso, che Lon fosse dannata sapendo quanto la desiderava. Non c'era nessun altro motivo per cui continuasse a stare incollata a quell'altro. Forse. Già, forse c'era una motivazione, ma nella sua mente albergava solo il totale dissenso.
Era sobria, probabilmente sarebbe stato più facile e spontaneo se non lo fosse stata.
Aveva un'altra Spada tra le mani, di cui non aveva ancora conosciuto le potenzialità magiche, le proprietà curative, le incredibili avventure che le avrebbe donato.
Non sapeva bene usarla, o meglio le avevano illustrato a lungo il suo utilizzo ma l'impaccio era enorme. L'altro conosceva bene l'Arma ma, stupisciti, in quell'istante aveva completamente dimenticato come si doveva usare. Un bel dilemma.
Nell'oscurità della stanza, la maga sorrise.
Essendo geniale, astuta e, a sua detta, dannatamente affascinante, doveva essere il mentore per quel povero inetto dalla lunga chioma dorata. Era la sua missione, se proprio voleva dare un nome a quel piacevole disastro.
A pensarci bene, non sarebbero stati solo i pettegolezzi degli amici a far divertire il gruppo. Era ora di insegnare a qualcuno a utilizzare la nuova arma nel modo corretto.
Sobria o no, quella Spada doveva in qualche modo possederla.