15 Settembre 1974 

 

E' la prima volta che vedo un cadavere. Sono stato a molti funerali, ho visto tanti morti dentro le bare ( per lo più parenti), ma c'è molta differenza tra un corpo adagiato comodamente in una cassa imbottita, con le mani raccolte sul ventre, rispetto ad un altro riverso sulla tangenziale. Il sangue che zampilla dal cranio sfondato formando un raccapricciante lago rosso proprio al centro della corsia. La posizione del collo e delle braccia così innaturali, girati quasi a 360°, dalla mia auto riuscivo a vedere quasi nitidamente il viso della vittima, o ciò che ne rimaneva. Le linee delicate tipiche delle donne, capelli lunghi e neri, doveva essere abbastanza giovane. Il resto, una maschera di sangue. Quando sono guinto sul luogo dell'incidente, ignaro di tutto, erano appena arrivati i soccorsi e la mia è stata la seconda vettura ad essere stata fermata per poter svolgere le operazioni. E' agghiacciante essere costretto a stare fermo per più di tre ore, con vista in prima fila su quel macabro spettacolo. Mi hanno fatto ripartire a sera inoltrata, mio figlio e la badante dovevano essere in pensiero. Una volta parcheggiata la macchina nel garage, ho preso un secchio ed ho vomitato l'anima. I conati non si arrestavano, si susseguivano senza darmi nemmeno il tempo di respirare, ad un certo punto ho avuto paura che un secchio non sarebbe bastato e così me ne sono avvicinato un altro, per fortuna non ce stato bisogno di usarlo. Mentre vomitavo sono stato assalito da altri brutti pensieri: cosa si prova a morire? Cosa si pensa negli ultimi secondi di vita, quando si sa già di essere spacciati? In quei ultimi istanti, anche chi non è credente, si avvicina a Dio? Si attua una specie di conversione istantanea? E se ciò accade, Dio stesso li accoglierà ugualmente in paradiso? Mi chiedo cosa farò quando sarà il mio turno, anchio sono spacciato...